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Il suicidio

di beppino
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14.941 commenti

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  • 10141
    Rick89 -

    @david se ti prendessi la briga di leggere tutto il commento e ragionassi un pò forse riusciresti a capire qualcosa, o forse hai semplicemente frainteso…non mi sembra di aver goduto delle sofferenze di nessuno,anzi, il mio era un consiglio sincero e con un fine di aiuto, in quanto a parer mio il primo passo per lo stare bene va fatto da soli. Non dico che le confidenze con gli altri siano inutili, ma per quanto possano essere d’aiuto, la parte grande la deve fare il tuo io: non possono reagire altre persone per te, possono aiutarti, si, ma la decisione di essere forte e andare avanti spetta a te in primis. Ma no qui ovviamente bisogna dire “oh poverino, come ti capisco, mi dispiace!”, altrimenti la gente si infuria e ti da del miserabile! Io ho dato consigli, non ho ne insultato, ne preso in giro nessuno: era un semplice invito a farsi forza, anche se forse ho leggermente esagerato in quanto ho espresso la mia idea sulla questione in maniera un pò aggressiva. A differenza di tanti che si dilettano a raccontare le proprie esperienze, per far vedere quante ne hanno passate, o quanto sono forti ad aver superato le loro difficoltà, ho semplicemente detto ciò che pensavo riguardo alla situazione, e a come fare per migliorarla.

  • 10142
    david -

    Paola è un problema vivere con qualcuno senza amarlo,o che non ci ama, è peggio che stare soli,io ho scelto la solitudine…ma è tornata la depressione purtroppo.in bocca al lupo

  • 10143
    david -

    Rick il tuo messaggio è offensivo,nel migliore dei casi è un chiaro Buck tu mi fai pena” soprattutto le prime righe.A parte il fatto di parlare di persone che “blaterano di suicidio,milioni al mondo,hanno paura della morte.”prima di tutto molte persone che “blaterano”di suicidio poi si uccidono veramente,in secondo luogo pur temendo la morte molti disgraziati si uccidono lo stesso,se tu avessi tentato il suicidio capiresti(ammesso che tu tema la morte),poi parli a Buck come se fosse un mentecatto,lo prendi per mano come una maestrina che gli parla di cose di cui un giorno si renderà conto o sulle quali deve lavorare con impegno.”Un’avventura bellissima?Moh parla per te,non per altri miliardi di persone.Secondo me devi cercare di conoscere una persona prima di salire in cattedra.Che c…o ne sai di Buck,e se fosse stato in guerra?In Libano,in Yugoslavia? e non si sente di parlarne?Si parla da amici,quì non c’è nessuno che può insegnare qualcosa.Si parla cercando di scambiarsi idee e di farsi coraggio.Nessuno di noi gli ha mai detto “sì,sì,poverino hai ragione,tutti ce l’hanno con te”.Non è detto che la tua ricetta vada bene per tutti.ciao Rick

  • 10144
    Eme -

    Io non ho visto nulla di così terrificante nel post di Rick89. Un’opinione come tante. Neppure violenta o aggressiva.
    Solo una considerazione: Rick scrivi:
    -“Abbi orgoglio” ….ok, ci sta
    -” sii onorato di essere vivo”……. che c’entra l’onore con l’essere vivi? I tuoi genitori copulano, tu nasci e poi vivi finchè non crepi di tuo o ti fai fuori. Stop.
    -“e di poter scegliere come vivere” Scusami? Di poter scegliere come vivere?
    Sei sicuro, Rick, che ciascuno di noi abbia la possibilità di scegliere la propria vita? E se così fosse chi, cosa sono quelli che, a torto o a ragione, urlano il proprio malessere? Tutti idioti? O masochisti? O fannulloni?
    No, Rick, nessuno di noi decide proprio nulla se non il farci andare bene o il ripudiare, il digerire o il vomitare ciò che il destino ci mette sotto al naso dicendo “o mangi la minestra o salti la finestra”.
    A volte (colpo di fortuna) la vita ci sbatte davanti ciò che cerchiamo, ciò che abbiamo sempre sognato.
    Non lo nego.
    Ma è un caso.
    Solo un caso tra mille altri casi belli e brutti.
    Da ragazza adoravo una frase di Walt Disney: “se puoi sognarlo puoi farlo”.
    Ora ho smesso di credere a questa frase.
    Se puoi sognare puoi solo decidere di continuare a farlo senza sentirti un imbecille nel farlo.
    Ed è ciò che, a giorni alterni, faccio.
    L’insensatezza della vita….quanto è bella, questa insensatezza, quando ti presenta un regalo inatteso.
    E quanto fa schifo quando, invece, ruba, sottrae, violenta.
    La vita è ciò che è. Sta a noi decidere di stare o meno al suo immenso gioco. Tutto qui. Le cose non cambiano solo perchè abbiamo voglia di cambiarle.
    Ci si può impegnare, questo si. Studiare, approfondire, cercare di impostare la propria vita secondo certi canoni, cercare di aver chiari i propri obbiettivi per sapere, perlomeno, che direzione prendere.
    Ma la nostra possibilità di scelta finisce lì.
    Il resto è regno del caso.
    E del caos.

  • 10145
    Buck -

    Mamma mia , che cas…o ho scatenato. Non credevo si arrivasse a tanto. Counque , Rick89 pensala un po’ come vuoi ( ammesso che ti rivolgessi a me in particolare): sono sicuramente d’accordo che il coraggio lo devi cercare dentro te stesso. L’ultima cosa che desidero e’ l’essere compatito.
    Comunque , a scanso di ulteriori equivoci:
    la lingua italiana pretende , in un colloquio, chiarezza nell’interlocutore :… parlavi a me? eh , parli con me): o ti rivolgevi a qualcun altro? o parlavi in generale?( Basta con De Niro , basta)
    Francamente volevo , nel 10136 , in particolare interloquire con Alessandro , che saluto , come saluto David , Eme Tancamala….
    Un’ultima cosa Rick:89 non sara’ il tuo anno di nascita?

  • 10146
    david -

    Alessandro ti siamo tutti vicini,coraggio questo mondo ha bisogno di te,aiuterai tante persone.Non fermarti mai.un abbraccio

  • 10147
    alessandro -

    Buck, vorrei rispondere al tuo post 10136 non prima di dire, però, che a parer mio Rick col suo intervento si riferisce all’autore della ‘lettera’, magari pensando, come altri, che sia stata scritta in tempi recenti (amico mio, sono 7 anni che si porta avanti ‘sta…vabbè va…).
    Ora vengo, e quanto a pugilato, arti marziali e il resto, tu hai il tuo pensiero io ho il mio e continueremo a vivere lo stesso. Sulla professione medica invece sono d’accordo! Più volte ho raccontato, di aver vissuto esperienze assurde nel senso di cui parli. Potrei raccontarne tantissime, molte situazioni estreme nelle quali in pochissimo tempo mi sono imbattuto in un ambiente come questo psichiatrico, ma farei notte. Ma per le mie condotte, che ho la pretesa di ritenere sempre a favore del paziente e mai dell’arroganza di una casta (medica) e degli interessi di una cricca affarista (farmaceutiche) davvero me ne hanno fatte passare di tutti i colori. Ma sono andato avanti e non ha mai ceduto. Concepisco, ed ho praticato, la professione medica in modo, diciamo così, ‘romantico’, per me davvero il medico dovrebbe fare solo e soltanto l’esclusivo interesse del sofferente, e queste parole, che sai benissimo dove sono pronunciate, per me sono sacre e sante: ‘Non somministerò a nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale’. Sacre e sante queste come tutto il resto del Giuramento naturalmente. Non immagini quanti casini mi sarei evitati se solo li avessi prescritti e imposti questi farmaci. In realtà in psichiatria non c’è bisogno di questa merda degli psicofarmaci, perchè il cervello si modifica e plasma a seconda degli stimoli ambientali e delle parole. Le famose ‘zone mute’ così chiamate dagli antichi anatomici, considerate prive di capacità recettiva, è stato dimostrato che proprio lì invece risiede la facoltà plastica del cervello, cioè quella di adattabilità e rispondenza a stimoli esterni. Questo a dimostrazione del fatto che sull’origine del disagio psichico la biologia non c’entra un c..... E’ la parola che può creare disagio mentale, proprio modificando il cervello, ed è quella stessa parola che, nei limiti del possibile (lasciamo perdere le depressioni, che sono il meno in psichiatria, insieme ai disturbi di personalità, questi poi ce li abbiamo tutti…ma li si rubrica come patologie giusto per far cassa, alla casta e alla cricca, e pensiamo per un attimo ai pensieri deliranti e ossessivi, paranoidei, ai comportamenti coattivi e alle forzature esercitate in ambienti – mondo e su persone…qui davvero il danno è grave, la sofferenza abissale e lo sforzo terapeutico immane) può ridare serenità, equilibrio, armonia (non la felicità…). Certo una parola non così, sennò alla fine gli psicoterapeuti cosa ci starebbero a fare (e a scanso di equivoci dico che io sono per una psicoterapia rigorosamente pubblica…anche perchè così diminuirebbero tutti quegli stronzi che andando in analisi pensano di essere più intelligenti e sensibili).

  • 10148
    alessandro -

    Racconto questo episodio, significativo nel senso di tutto il discorso fatto finora…
    Circa le due, di guardia in Spdc, chiedo che nessun degente venga legato ai letti. Mi dicono che per un ragazzo, schizofrenico paranoide in crisi acuta, il primario ha disposto la contenzione, e che nessuno si prendeva la responsabilità di slegarlo. Di mole notevole, agitato ed aggressivo, nella comunità terapeutica dove stava molti episodi violenti l’avevano visto protagonista. Rispondo che mi prendevo tutte le responsabilità e che comunque, in quel momento ero facente primario, provano a dissuadermi ma insisto e alla fine mi metto quasi ad urlare. L’infermiere: ‘va bene dottore, come vuole, spero sappia cosa sta facendo’, rispondo: ‘faccia lei ora quello che è tenuto a fare’. Lo slegano ma in stato di allerta, c’è un altro ragazzo in quella stanza. Tre quarti d’ora e sento un rumore infernale, mi precipito in corsia, l’altro ragazzo è fuori, ha coperta addosso, i tre infermieri e l’ OSS in corridoio, la porta della camera chiusa a chiave, chiedo: che è successo? mi risponde un infermiere: ‘e che è successo dottore’, ‘è successo quello che era certo sarebbe successo’. In pratica quel ragazzo che feci slegare aveva combinato un disastro. Gli infermieri fecero uscire il compagno di stanza e subito chiuso la porta della stanza con lui dentro, slegato ma come in cella. Ci guardiamo un attimo in faccia, c’è tensione e incertezza sul da farsi, mi sento puntati gli occhi addosso di tutti, e il dito accusatorio degli infermieri, come a dire: ‘hai visto brutto stronzo? Ora sono cavoli tuoi, noi non ne vogliamo sapere’. Ed erano cavoli miei davvero, ero terrorizzato, giovanissimo, alle prime esperienze forti, già coi primi dolori all’addome che hanno avuto la diagnosi che sappiamo, ero incerto e titubante, insomma se mi avessero dato esplicitamente dello stronzo gli avrebbero dovuto dare un premio. Intanto dall’interno della stanza continuavano a sentirsi rumori infernali. Dico all’infermiere: ‘apra’, e quello: ‘ma dottore’, io ancora: ‘apra’, terrorizzato apre, entro, terrorizzato a mia volta, è un disastro dentro, tutto spaccato, i vetri hanno resistito ma molto danneggiati, letti divelti, armadi capovolti, sedie di plastica spaccate, insomma un inferno vero. Sai cosa ho fatto? Il tempo di orientarmi un attimo, una frazione di secondo, incomincio a spaccare anch’io: prendo tutto quello che mi è possibile prendere e spacco tutto, distruggo ogni cosa, come fa lui. Si ferma e guarda me che spacco tutto, poi mi fermo anch’io e ci guardiamo negli occhi, accenno un sorriso, mi avvicino e lo abbraccio. Lo porto con me nel mio studio, stiamo insieme fino al cambio turno alle 7 del mattino a parlare. Col mio gesto cos’è accaduto in realtà? Che si era stabilita una relazione da persona a persona col potere di toglierlo, di fatto, dal suo isolamento. A spaccare tutto non era lui solo ma io e lui, anzi Alessandro e lui, due persone in relazione, e questa è stata la terapia vera.

  • 10149
    david -

    Sì Alessandro ma tu hai sofferto di burn out.Lo saprai è il tipico disturbo di chi viene a contatto con tragedie,ingiustizie,dolore,caos…All’inizio di operare per la Misericordia,e per la pubblica assistenza ci hanno fatto un breve corso.Mi piacerebbe prestare servizio sul 118,ma credo di avere già un sacco di problemi…il pugilato,la kickboxing le arti marziali è come andare all’attacco sotto il fuoco nemico,lì non si scherza…Come i miei parenti…in Corea nel’50,ed in Vietnam.è così e basta.ciao a tutti

  • 10150
    alessandro -

    Non ho ancora sviluppato sindromi ‘stressogene’, quindi non soffro di nessun ‘burn out’, stai tranquillo.
    Quanto a pugilato, arti marziali, kick boxing e compagnia, ma vedi, tutto ciò è relativo, è nella vita che non si scherza non su un ring, è in situazioni come quella che ho riportato che non si scherza non nel dare e prendere pugni su un quadrato e per sport. La vita, e certe vite e certe esperienze più ancora non sono sport, e puoi essere un ‘guerriero’ su un ring, dove metti in atto le tecniche e i movimenti, e poi puoi sgretolarti davanti ai drammi altrui, impotente ed impaurito fino alla paralisi.
    Amico, io su un ring non saprei che fare, ma di fronte a quella situazione, di fronte a quel ragazzo in crisi, in coscienza posso dire di aver saputo cosa fare e l’ho fatto. Avrei potuto far aprire, entrare con due infermieri, prenderlo, bloccarlo, e di forza legarlo, e problema risolto. Invece no, io sono un medico, un medico nè un ‘guerriero’ nè un carceriere, e quello che ho fatto, entrare in relazione con una persona, è la cosa, unica e sola, che un medico doveva fare. Io l’ho fatto! E questo mi basta!
    Non so cosa insegni a te la boxe, a me il mare che amo e che vivo come velista, mi insegna sempre a tenere nervi saldi e concentrazione, anche quando la tempesta minaccia naufragio. Ho conosciuto pugili deboli di fronte a situazioni tragiche di vita, che si sono frantumati con un niente, campioni lì su quel ring, codardi e meschini di fronte alle loro ed alle altrui tragedie…i veri uomini di mare mai, perchè loro sanno che la vita è come il mare, perchè sanno che il mare è profondo quanto una gioia vera che ti fa danzare e un dolore crudo e malvagio che ti inabissa. Non ho mai conosciuto un vero uomo di mare che abbia ceduto dinanzi alle carognate della vita, mai. Il codice del mare, quello che ogni suo amante si porta dentro, dice solo questo: nervi saldi e concentrazione e sempre dritta la rotta senza paura verso l’avventura…della vita!

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