Il suicidio
di
beppino
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Quello che fate è molto importante,io ho perduto il lavoro da più di un anno,parlare mi ha aiutato un pò,la tua avversione alle pillole è giusta Alessandro.Secondo me per la mia esperienza mai pillole; solo se hai una patologia tipo se conti le piastrelle di casa 1000 volte al giorno e non puoi farne a meno etc…Poi fai conto che se uno cerca di suicidarsi e non ci riesce anche due mesi in clinica,che in pratica è un manicomio per esperienza personale,quando entri lo sai ma quando esci no.Secondo me la depressione la si può affrontare con fiducia (lo so sembra una bestemmia),ma è per quello che ho passato che lo dico.Ciao saluti a tutti,abbiate cura di voi.
Se lo hai pensato hai le tue buone ragioni per farlo.Ma fatto così rimane solo un mezzo per attirare solo l’attenzione degli altri su se stessi.Dici che lo hai fatto 4 volte e che ti stai impegnando a farlo bene la prossima volta.Una mia amica tre anni fa si è suicidata solo una volta.Ci è riuscita perfettamente e non sta qui a menarla come stai facendo tu.Se una persona si deve suicidare lo deve fare con convinzione.In caso contrario ha solo bisogno di un buon psicologo.
David, non mi azzardo più a parlare di psichiatria e sistema psichiatrico, primo perchè, effettivamente, non vedo a cosa serva, e secondo perchè non vorrei più incappare in episodi assurdi come ultimamente è successo, dove parlando con un certo soggetto questo mi ha portato su tale terreno, quello psichiatrico appunto, pontificando e sentenziando per poi rendersi conto che, forse forse, proprio con uno sprovveduto non aveva a che fare e quindi d’un tratto con ironia mal riuscita e toni e parole assai antipatici ha cominciato a dire a cosa servisse questa discussione ecc, e di non voler più farsi coinvolgere in inutili polemiche, discussione che, bada bene il dettaglio (forse a parere di queste persone che così usano agire, del tutto insignificante), è stato lui ad iniziare. Alla fine, risultato? Io sempre, di nuovo e ancora una volta insultato (a chi credi ci si riferisca col termine ‘leone’ usato da un altro ancora? Ma va bene dai, lasciamo perdere che è meglio…) e il furbetto di turno sempre ‘vittima’ del sottoscritto, che lo coinvolge in sterili polemiche…dimmi tu…tuttavia io spero sempre di poter avere a che fare con persone corrette, che non hanno bisogno nè di certe furbate nè di insultare nè altro, anche se la lealtà e la correttezza nonchè il rispetto al mondo d’oggi scarseggiano come il carburante in questi giorni d’emergenza.
Detto questo, torno a ripetere che condivido il tuo pensiero, e la persona cui facevo riferimento l’ho incontrata poco più di 5 anni fa mentre facevo il mio internato in Spdc come specializzando in psichiatria. Legammo molto io e lei, aveva una storia terribile alle spalle e nessun sostegno, cercai di starle accanto come meglio potevo ma ero solo un giovanissimo medico e nemmeno specializzato, e ricordo ancora con nitidezza e rabbia la devastazione totale compiuta su questa signora di 36 anni, davvero di una sensibilità mai vista in nessun altro, dagli orrendi e inutili psicofarmaci. Ci fosse stato ascolto e dialogo psicoterapico oggi lei sarebbe qui, ne sono straconvinto, e per questo insistetti con gli psichiatri del reparto, ma cosa potevo fare in fondo più di questo? Null’altro, e alla fine le scelte decise per lei e su di lei hanno avuto l’epilogo che ho detto, togliendosi la vita dopo 7, dico 7, Tso consecutivi, questo a conferma di quanto tu giustamente dicevi che quando entri in certe strutture, che siano pubbliche o private poco cambia in ambito psichiatrico, la prassi è sempre la stessa, fatta spesso di violenza e indifferenza al tuo star male, l’unica cosa certa è sempre la data d’ingresso e mai quella d’uscita, e quanto alla cura, bocca mia taci…
La tua non è una bestemmia, la tua è la sola unica verità, è assurdo pensare di riabilitare dal disagio mentale debilitando il fisico e desertificando la vita emozionale con devastanti e inutili psicofarmaci, ci vuole altro, ma quest’altro è sempre ciò che viene negato.
Alessandro,prima di tutto,ti posso capire,ho fatto molti lavori sociali,in una struttura sociale per dieci anni molti suicidi, risse sanguinose,casi di overdose e alcuni di questi per me erano amici,tutte le scene che questo mondo “pulito” tiene accuratamente sotto il tappeto.Il Tso ti svena,ogni volta ti chiamano dottoroni,soloni ecc…Per la classica domanda “Allora come si sente?Bene…”Pensa di poter riaffrontare la vita?”…Sì,penso di sì…”però a noi ci risulta che lei…bla,bla,bla…”I TSO sono una garrota che oltre ai farmaci spesso sbagliati,dati con noncuranza,la sofferenza del paziente…una garrota, una tortura.Tutti questi luoghi sono ormai discariche sociali,per (lasciamelo dire)una nuova razza eletta…Quelli dei reality,delle fiction,i belli,ricchi,perfetti,simpatici,i non sfigati ecc…Tieni conto se te in quanto medico protesti in maniera “troppo” energica,rischi non solo il posto ma un TSO !!!!! E’già successo!,ormai affibbiare i TSO è diventato facile,sempre più facile!!!I TSO sono una soffice forma spietata per annullare le persone,sparisci nel nulla,la prima volta ci stetti 25 giorni,non ti dicono niente,…”forse”,”non credo”,”probabilmente no”,”vedremo,chissà”.Un’altra volta mi sono rotto una mano contro il portone di ferro…Urlavo,ma non sentivo la mia voce,è una cosa che mi è rimasta impressa.Sei una brava persona,non smettere mai di lottare.
Ho protestato, e tanto, David. Mi sono messo contro e di traverso, ho aperto le porte di un Spdc (servizio psichiatrico di diagnosi e cura), sempre chiuse, e ricevuto per questo gli sguardi malevoli degli infermieri e operatori vari, i rimbrotti del primario e i richiami della direzione sanitaria. Non si doveva fare, i ‘pazzi’, i ‘degenerati mentali’ vanno custoditi, relegati, non certo compresi, sostenuti, aiutati, rispettati nella loro dignità di uomini.
A Novara, Eugenio Borgna, grandioso psichiatra fenomenologico e meravigliosa persona che mi onoro di aver conosciuto, nel corso di un incontro pubblico, andò sotto processo molti anni fa perchè un suo paziente libero di uscire dal reparto di Psichiatria andò in Cardiologia e una sua crisi causò il decesso di un cardiopatico. Non c’è bisogno che ti dica con quanta meschinità quest’episodio è stato strumentalizzato al fine di condurre battaglie assurde contro chi, come il professor Borgna, mai hanno inteso una psichiatria che fosse segregazione, violenza e sopraffazione.
Che si sia sottoposti ad un Tso oppure in regime di degenza volontaria, la prassi sempre quella è: psicofarmaci imposti scriteriatamente e, nel caso ci si rifiuti di assumerli, contenzione a letto.
Mi capitò un’episodio con un ragazzo schizofrenico che raccontai su questo sito ma su un’altra lettera, se può interessarti, questo è il link: http://www.letterealdirettore.it/mi-vien-piangere/
Precisamente puoi leggere i post n°° 12 e 13.
Vedi, oggi ho un grave problema di salute, e non lavoro più, anche perchè il mio contratto lavorativo da ‘applicato effettivo’ in un Spdc ha avuto la sua naturale scadenza, ma stai pur certo che se non fossi ostacolato dal cancro che mi sta divorando e che è causa ‘ufficiale’ del rigetto di ogni mia domanda, di sicuro quelle porte aperte, quell’episodio con quel ragazzo schizofrenico nonchè la mia ferma e convinta avversione agli psicofarmaci, mi avrebbero ostacolato ancora di più nel mio lavoro, e se anche fossi scampato ad un Tso vissuto e sofferto in prima persona, certamente avrei dovuto patire angherie di ogni tipo, come pure è stato.
andavo a lavorare e sai cosa dovevo sentirmi dire mentre timbravo il mio cartellino? Queste stronzate: ‘eccolo il candido dottorino che vuole fare il rivoluzionario’…ma quali c.... di rivoluzioni…no, solo il medico, volevo fare solo il medico, volevo solo essere d’aiuto e non nuocere, fare il bene della persona sofferente che avevo davanti e non gli interessi delle farmaceutiche e delle lobby del farmaco, mentre in medicina sempre più spesso questo avviene, e in psichiatria è proprio la logica dominante, purtroppo.
Ed ho conosciuto medici psichiatri che hanno ripudiato la medicina e la psichiatria per quello che hanno visto e sofferto nella loro umanità. Forse, se non si fosse messa di mezzo la malattia, anch’io sarei arrivato a questo, a francamente non so più quale sia il male maggiore tra il cancro che c’è e quel ripudio che poteva verificarsi.
Auguri a te!
Quando il dramma non è (solo) nella testa ma è anche fuori, in casa,nel lavoro, nella salute a cosa serve il dialogo psicoterapico?
A niente!
N-I-E-N-T-E!
Almeno un farmaco ti fa fuori la lucidità. Riesci a vivere perchè ti rendi conto di un 15-20% della m**da in cui sta crepando.
E se, poi, lo psicofarmaco ti porta all’inferno meglio così.
Affidi ad una pillola un gesto che non hai il coraggio di fare da solo.
Certe vite non dovrebbero essere vissute. Sono cite del ca**o che non portano da nessuna parte. Meglio che finiscano. Che finiscano presto.
Mi dispiace per il dramma che stai vivendo,la tua salute,intendo il cancro.La tua esperienza nel lavoro ti colloca fra i giusti,i caritatevoli,le persone che pagano sulla propria pelle il senso di giustizia che hanno.La mia vita è segnata da una ferita così profonda che si chiama PTsD,a volte per la tua strada incontri entità mostruose,criminali,sadici,gente che fa della crudeltà la sua bandiera,che ti distrugge la vita tanto per farci una risata sopra.Avevo la mia vita,bellissima,stupenda,piena di amore e di gioia,dopo è finito tutto,il caos,l’isolamento,un dolore che assumeva forme diverse,terrore,solitudine.Ho capito che questo mondo è una merda,ma continuo a vivere,adesso sto abbastanza bene mi sono ripreso continuo a vivere.Praticamente io e te ci siamo incontrati chissà quando e chissà dove e sei fra quei medici che mi hanno dato rispetto,amicizia ed aiuto.Che mi hanno trattato come un essere umano.Grazie
Certo, avrei potuto buttarmi giù da un ponte, o gettarmi sotto le ruote della metrò…Ma avevo deciso di morire in modo diverso: ingerendo delle medicine, o impiccandomi.
Ho letto un libro che evocava il suicidio di una diciassettenne…Aveva provato a tagliarsi le vene, ed il suo tentativo era fallito. Quindi, il tentativo l’aveva fatto, e poi si è buttata giù da un ponte ( idea che mi è già balenata per la mente, ma che ho abbandonata perché in fondo non volevo morire violentemente ).
Mi sono impiccato, una volta. E non sono morto. Perché all’ultimo momento, mentre stavo già mezzo impiccato, ho deciso di vivere.
Riguardo al suicidio, ho pesato i pro e i contro di tutti i modi diversi…Le idee non mancano. Ma sto lottando contro l’idea di morire. Lotto e non voglio compiere l’atto, perché anche se la vita è atroce, per ora meglio viverla…come si può.
tancmala dicono che desiderare è fonte di sofferenza..è ovvio che la persona che rivorresti non gli interessava rimettersi con te di conseguenza ti impedisce di ottenere quello che desideri causando sofferenza. ma non sentirti impotente dando a lei il controllo della tua felicità consegnandoli il potere nelle sue mani. concentrati su quello che puoi fare da solo per sentirti gratificato..esaminare tante cose che puoi fare per essere felice senza di lei. ci sono di mezzo i figli la cosa puo essere peggiore ma se è cosi magari i figli ti danno delle gratificazioni che lei non è piu disposta a dare…e cmq ci sono migliardi di altre tipe in italia che potrebbero apprezzarti di piu! lascia perdere chi non capisce il tuo valore..ne so qualcosae cmq non tenerti tutto dentro..fai vedere che stai male e capiranno che cavolo stanno facendo. cerca nuove amicizie che ti stimolano e ricorda: la psicologa o psicologo non è tuo amico..sta solo facendo un lavoro..cerca persone disinteressate.ciao
Grazie, Tracy. Capisco quello che vuoi dire, ma la mia personalità si è piegata. Vedrò che posso fare, ma siamo troppo legati da rate e mutui che dobbiamo saldare. La scelta di morire è senza dubbio la più vigliacca che potrei fare. Ma, come vertigini, l’abisso mi affascina, con il suo potere di spegnere il dolore. Un caro saluto a chi ha pensato un pizzichino a me, e così mi sento un po’ meno solo. Ciao.