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Gli italiani preferiscono le russe?

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Lettera pubblicata il 6 Febbraio 2006. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 5.129 commenti

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  1. 4981
    suzanne -

    Per fortuna il mercato della domanda e offerta in ambito amoroso è assai variegato. Un uomo come quello descritto da Solzne mi sembra giusto un tantino anacronistico, ma si sa che ci sono sempre le amanti del vintage 😉 Le sculacciate io le apprezzo solo e soltanto se richieste da me, per il resto mi sembrano discorsi veramente deliranti. A me gli uomini italiani invece garbano parecchio, almeno una certa parte, e non disdegno nemmeno quelli che vengono dipinti come “difetti”. E il dialogo Solzne dove lo lasciamo? Nell’armadio della nonna in naftalina?

  2. 4982
    maria grazia -

    Solnze, nessun problema. Uno risponde quando vuole e ha tempo. Dunque, diciamo che io sono una persona a cui piace valutare le cose in maniera prevalentemente logico-razionale. Questo significa che se un uomo mi fa delle promesse, e per sua spontanea e libera volontà ( cioè senza alcuna pretesa da parte mia ) poi io mi aspetto che quell’ uomo tenga fede alla sua parola. Questo ragazzo mi aveva paventato l’ ipotesi di vivere insieme allo scopo di sostenerci l’ uno con l’ altro, sia affettivamente, sia moralmente che economicamente ( cioè contribuendo ognuno a “fare la propria parte” e a coprire le spese di vitto, alloggio, bollette, ecc.. lavorando e faticando onestamente ). Purtroppo, a queste sue promesse non sono seguiti i fatti, perchè nel momento esatto in cui siamo andati a vivere insieme, lui si è licenziato, si è messo a campare completamente sulle mie spalle, non contribuiva a nessuna spesa di casa nemmeno in misura minima ( affitto compreso ) e oltre a questo aveva anche esplosioni di rabbia DEL TUTTO IMMOTIVATE, unite alla tendenza per il bere e per il fumare esageratamente..

  3. 4983
    maria grazia -

    ..L’ arroganza di molti uomini dell’ est può essere ricollegata ai motivi che tu adduci. Questo però non cambia il fatto che io PER ME voglio un partner che non tema un rapporto paritario e che sappia prendersi le sue responsabilità. Il che non vuole dire affatto – penso – che io debba essere la padrona comandante e lui il mio cagnolino. Vuol dire invece avere un dialogo aperto e sereno tra persone ADULTE, cioè tra persone in grado di rinunciare a velleità sciocche ( come l’ illusione di “comandare” sull’ altro cui tu accenni ) e in grado di mettersi in discussione senza atteggiamenti di superiorità, quando la situazione lo richiede. E questo deve valere a mio avviso sia per l’ uomo che per la donna.
    io poi in coppia sono una donna molto femminile. Mi prendo cura della casa e solitamente sono io a cucinare, lavare i piatti, rammendare i calzini, ecc… e nel corso di una discussione cerco sempre di ASCOLTARE, più che impormi. Ma ovviamente davanti a domande mirate – anche se pacate – l’ altro si sente con le spalle al muro se non ha argomenti concreti, mi pare ovvio. A quel punto se io passo per “nazifemminista”, il problema è suo, non mio. Capisci?
    Un saluto.

  4. 4984
    Alessandro -

    Italiani e italiane pessimi,uomini e donne dell’est pessimi,di altri paesi e continenti non ne parliamo.
    Voi siete quelli buoni?
    preferisco i pessimi allora.

  5. 4985
    Solnze -

    Suzanne,
    Io e mio marito dialoghiamo parecchio, anche se non litighiamo quasi mai. Trovo molto più difficile dialogare con gli italiani…

    Maria Grazia,
    Beh, quelli che tu accenni sono problemi concreti. Io non ho per niente una situazione simile. Mio marito lavora e contribuisce. Ora non so perché il tuo si sia licenziato, se perché veramente voleva sfruttarti o se, piuttosto, lavorava in condizioni di sfruttamento e ha pensato che, ora che aveva le spalle coperte, poteva finalmente licenziarsi e cercate altro, e magari dopo questo altro non l’ha trovato. Mio marito è stato un periodo di tempo senza lavorare e non per colpa sua, e io gli ho dato fiducia. Ed effettivamente dopo il lavoro se l’è trovato e adesso guadagna più di me, e quando può fa anche un secondo lavoro e sono piuttosto io adesso a dirgli ogni tanto:”Dai che fra un po’ mi metto a fare la mantenuta”. Ovviamente sa che scherzo :))
    Per il fatto che fumasse e bevesse invece non ti so dire perché il mio non fa nulla di tutto ciò. E nemmeno mi mena, la mia era una battuta che non è stata capita, ossia che fra un violento e un putta*** preferisco il violento, almeno ti colpisce davanti e non alle spalle. Spero di aver chiarito.

  6. 4986
    Solnze -

    (…continua)
    Quindi Maria Grazia non so che dirti perché non conosco il soggetto. Se tu hai avuto l’impressione che volesse campare a sbafo, allora hai fatto bene a lasciarlo e a maggior ragione se si comportava pure male. Però due cose: dove sta scritto che una donna non possa lavorare e l’uomo stare a casa? Lo so che non è molto normale, ma può succedere. Parliamo tanto di emancipazione, ma poi queata dov’è? Se un uomo lasciasse una donna perché costei non lavora che diresti?

    Comunque, anche quando l’uomo sta a casa, non bisogna mai umiliarlo. Lui in primis di solito non è felice di questo stato, si sente meno maschio. Poi ovviamente se lui era proprio un ruffiano, uno svogliato e non solo sfortunato, beh hai fatto bene a lasciarlo. Ripeto, non vi conosco quindi non posso giudicare. Ovviamente il mio discorso varrebbe anche se l’uomo in questione fosse italiano eh.

  7. 4987
    Solnze -

    Sacripante,
    La mia incoerenza la giustifico così: conosco ucraine per bene e ucraine che è meglio perderle che trovarle. Idem le italiane. Idem le russe. Entrambe hanno i loro pregi e difetti. Però non mi si può venire a dire che le russe/ucraine hanno più senso della famiglia delle italiane quando, considerate in massa, tantissime sono divorziate o hanno storie parallele mentre hanno i mariti lontani oppure sottraggono i figli ora ai padri slavi ora ai padri italiani. Saranno casi marginali? Forse, così come è marginale il marito arabo che rapisce i figli dall’italiana e li riporta in Marocco/Arabia/ecc. Però succede e, nel dare un giudizio di stampo culturale, se ne deve tener conto.
    Poi qua sopra ho letto di donne italiane preoccupate che i mariti andavano a lavorare in Russia da soli. Bella fiducia che avete dei vostri mariti. Ma perché non vi possono tradire anche sotto casa? Se non vi fidate che ci state a fare? Mio marito, senza di me, è stato in Ucraina. Sono sicurissima che non abbia fatto niente, e lui deve essere sicuro che io in Italia non abbia combinato niente. Vedete, mentre loro sono in Russia, voi siete in Italia, chi li assicura i vostri mariti che i cornuti non siano loro? :))

  8. 4988
    Solnze -

    (continua)…
    Io non capisco questa mancanza di p**e delle italiane. Temono le russe, temono se il marito non lavora, temono tutto.
    Allora, il difetto delle russe è,secondo me, che hanno meno senso della famiglia di noi. Fanno e disfano molto più facilmente. Ma le italiane, e gli italiani, sono cacasotto e infantili in ogni ambito: hanno paura del matrimonio perché se dopo la moglie vuole il mantenimento? Hanno paura delle russe perché se poi il marito si fa una scappatella… Hanno paura del precariato perché se poi si finisce alla Caritas… Se..se…se… Vivete per Dio! La vita mica è tutta lineare sempre! Dove sta scritto che tutto deve filare liscio come l’olio? E comunque la testa la si fascia dopo che si è rotta, non prima.
    Gli italiani parlano male delle italiane, ma pure certi slavi sulle slave avrebbero qualcosa da ridire.

    Spero di aver chiarito.
    Se volete vi dico anche i pregi di entrambi, per par condicio.

    Per approfondire come sono le donne russe e quanto la Russia NON SIA così maschilista come si pensa, leggete qui (non l’ho scritto io ma concordo con
    tutto, forse lei spiegherà meglio di me cosa intendo dire).
    https://m.facebook.com/notes/cecilia-marchese/la-russia-e-i-russi-10-miti-da-sfatare/10154258532987719/

  9. 4989
    maria grazia -

    Solnze, probabilmente mi sono spiegata male. Ho detto infatti che e lui ci eravamo inizialmente accordati perchè ENTRAMBI contribuissimo alle spese di mantenimento. Quindi, con il presupposto che entrambi dovessimo lavorare. Se lui mi avesse detto fin dall’ inizio che invece intendeva fare il mantenuto, beh francamente non avrei accettato. Ma non perchè penso che un uomo debba in ogni caso lavorare mentre la donna può anche starsene a casa in panciolle, ma semplicemente perchè in quel momento non ero in grado di mantenere nessuno, dato che già faticavo a mantenere me stessa, quindi sarebbe stata gradita più chiarezza da parte sua. Seconda cosa: quando si licenziò mi disse che il suo capo era un tiranno, che sul posto di lavoro veniva sfruttato, e che era praticamente costretto a dare le dimissioni. A quel punto, ho fatto di tutto per sostenerlo e incoraggiarlo. Non mi è mai passato per l’ anticamera del cervello di farlo sentire una cacca. Gli ho fatto avere i documenti come cittadino straniero regolare ( che all’ epoca gli mancavano ), l’ ho introdotto nella “Roma bene”, facendolo entrare in contatto con persone di un certo livello che avrebbero potuto offrirgli lavori interessanti..

  10. 4990
    maria grazia -

    ..lo aiutavo nel fissare i colloqui di lavoro e nel migliorare il suo italiano e le sue competenze in generale. Ho fatto praticamente di tutto perchè si riscattasse dalla sua condizione “svantaggiata”. Ma poi sono venuta a sapere che ai colloqui che gli fissavo, nemmeno si presentava. E, per qualche misterioso motivo, qualunque occasione di lavoro mi paventava, si rivelava regolarmente una bolla di sapone. Ero inoltre venuta a sapere che con il suo ex datore di lavoro non aveva affatto tagliato i ponti, come mi aveva detto al momento quando si era licenziato, ma avevano misteriosamente continuato a intrattenere dei contatti con lui. Insomma, tutto quello che mi diceva, qualsiasi cosa, dopo un pò si rivelava falsa. Menarmi non mi ha mai menato, ma ci è andato molto vicino. E quello che facevo per lui non lo facevo con spirito di invasività, ma perchè era lui stesso a chiedere di essere sostenuto e aiutato, a dire che si trovava “smarrito”. Non sto facendo la vittima, anche se potrebbe sembrare così. Sto solo descrivendo i fatti così come si sono realmente svolti. Poi ognuno sarà libero di farsi una sua idea. Saluti.

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