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Un gesto ignobile, la morte nel cuore

Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Salve,

non è la prima volta che mi addentro in questo sito, ed oggi più che mai ho la necessita di scrivervi, augurandomi tante risposte e costruttivi consigli.

La mia storia con Alessia è stata una storia turbolenta, io ho 25 anni lei 19, è stata una storia molto estrema, piena di momenti splendidi e dolcissimi ma colma anche di vicende brutte e deplorevoli.
So da molto tempo che ormai le cose non vanno più bene, ho cercato di dirglielo ma lei si rifiuta di comprenderlo.. e probabilmente anch’ io mi rifiuto, poiché abbiamo comunque continuato la nostra relazione.

Lei è una ragazza dolce, non è molto brillante, ma mi ha senz’altro amato e voluto bene. Ed anch’ io ho imparato ad amarla e volerle bene.
Tuttavia arriva un punto in una storia d’amore in cui il male prende il sopravvento, non ci si rispetta più, non si fa più l’amore con passione, si fanno delle piccole cattiverie nei confronti dell’altro, si perdono i nervi facilmente ed è inevitabile pensare che quando tutto questo accade significa che la storia è arrivata ad una sorta di capolinea.

Ieri l’ennesima lite, una lite feroce, fatta di cattiverie e provocazioni, finché all’ennesima provocazione ho ceduto: le ho alzato le mani! Le ho fatto male dandole dei calci nella schiena.

Mi sento a pezzi, la vergogna e la miserabilità di un gesto simile non trovano pace dentro di me. So che è andata all’ospedale, ha degli ematomi, ed io qua a casa mia, solo come un cane, povero di sorriso, sprofondato nella vergogna.

Non mi erano mai successi episodi di violenza con le donne, tranne una volta: sempre con lei, accusandola di tradimento, mi ha spaccato un telecomando in un occhio ed io mi sono limitato a buttarla a terra facendola spaventare.
Ieri no!

Ieri sono stato efferato, deciso, esasperato e le ho fatto del male. Lei mi ha sempre amato, a modo suo per carità, ma mi ha amato, e per stare con me ha fatto fatiche disumane, tuttavia non essendo in grado di sorreggere tali fatiche, oggi è esasperata, siamo esasperati entrambi.

Io sono a pezzi, non mi ritenevo capace di un gesto simile, un gesto così ignobile, che mi condanna, mi umilia. Non vorrei perderla e non vi nego che vorrei riconquistarla ma so anche che l’unica cosa che posso fare è sparire dalla sua vita in punta di piedi.

Aspetto delle vostre risposte, e fatemi pure delle domande se vi và. Vi ringrazio a tutti

Francesco.

Lettera pubblicata il 7 Luglio 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 83 commenti

Pagine: 1 2 3 4 5 9

  1. 21
    rossana -

    sottecchi,
    mi dispiace per le tue vicissituni familiari e per l’offesa, effettivamente pesante, poichè diretta a colpire un affetto di solito molto profondo e radicato.

    qui, però, non si tratta soltanto di continuare a disquisire su di te, con riferimento al giudizio sul tuo gesto, nel vano tentativo di renderlo accettabile. non lo è!

    sinceramente, avrei preferito leggere qualcosa del tuo trasporti in lei, del provare a immaginare come si sente e del renderti conto di quanto e come le hai fatto male.

    vuoi soltanto essere assolto, avere qualcuno che ti consoli dicendoti “ti capisco”. io avrei voluto, invece, vedere il tuo pentimento nel cercare di comprendere come l’altra ha vissuto i tuoi calci… smettila di pensare solo a te!

    senza contare che, se vogliamo scendere nei dettagli, tu cosa le hai detto per provocare la sua risposta? è una domanda pleonastica… non serve che tu risponda…

  2. 22
    TiPrendoETiPortoVia -

    La guerra è una tragedia che ancora oggi devasta molte nazioni.
    Con le guerre muoiono persone innocenti. La guerra è una forma di violenza
    inaudita, l’unico modo con il quale è possibile evitare tutte queste sofferenze è il
    dialogo…il dialogo ha un importanza abnorme… il dialogo dipende dalle parole, le
    parole importanti, le parole dette, le parole non dette, ed il modo in cui verranno
    usate sarà determinante, per arrivare alla pace o per iniziare una guerra…le
    parole sono armi disumane che cambiano i destini dei popoli in base a come
    vengono usate. Nonostante la ormai tristemente nota presunzione dell’essere
    umano di essere quasi perfetto e lontano anni luce dalla bestia che era, ci si
    scorda spesso che la lotta tra l’istinto e la ragione lascia prevalere a volte l’uno, a
    volte l’altra.

    Rossana
    vorrei porti questa domanda:
    dimmi la verità: se tu fossi alta 1,90 palestrata e fossi insultata da un altro uomo
    alto 1,50 peso 50 kg,e ti dicesse delle cose orrende su tua madre o che vorrebbe
    violentare tua sorella, ti controlleresti e te ne andresti via o lo prenderesti per il
    collo?
    Ti rispondo raccontandoti un episodio, di quando avevo 14 anni ed ero basso,
    magrissimo come un grissino ed un ragazzo grande e grosso di 18 anni (era alto
    quasi il doppio di me) mi derideva e scherniva perchè sembravo un bambino,
    finchè un giorno, mentre tornavo da scuola, prese ad insultare gravemente mia
    sorella…non ci vidi più dalla rabbia, era da troppo che stavo male, presi un badile
    che avevano lasciato gli addetti alla strada e lo rincorsi per centinaia di metri…poi
    pian piano, la calma e la razionalità prese il sopravvento, ritornai lentamente alla
    normalità, lui si voltò, si accorse di questo, smise di correre e mi gonfiò di
    botte…io subii in silenzio, ma, ancora oggi, a distanza di molti anni, quando
    ripenso a quell’episodio, non so davvero cosa sarebbe successo se l’avessi
    raggiunto mentre ero in preda all’ira.

    Sottecchi
    Ribadisco ciò che ho scritto nel mio primo commento:
    CONDANNO la tua reazione
    CONDANNO la sua provocazione
    ESATTAMENTE sullo stesso livello

    Alex
    Non stiamo parlando di semplici insulti, io non ho mai neppure sfiorato la mia ex
    quando l’ho trovata a letto con un altro e che aveva usato,visto che proveniva da
    una piccola città di provincia, me e la mia famiglia, per costruirsi un futuro nella
    mia città…ma il punto è che non siamo tutti uguali,
    Una domandina per te se me lo permetti:
    Ipotizziamo un tradimento della tua ragazza,
    1 Lei ti dice che ti ha tradito e che ha scop** con un’altro
    2 Li becchi a letto sul fatto

    Quale differenza trovi tra le due risposte, tra le parole da lei dette e l’atto?
    …io nessuna…

    Ciao a tutti ^_^

  3. 23
    wolverine -

    @tiprendoetiportovia

    …sono daccordo con te che le parole possono far male, molto male…qualcuno disse che ferisce più la penna della spada.Tuttavia la lingua ce l’abbiamo tutti, “uomini” e donne, “grandi e grossi” e piccoletti…quindi, ad offesa verbale grave si reagisce VERBALMENTE, con altrettanta offesa.Venire alle mani, già di per sè deplorevole, è ripugnante quando l’obiettivo da “disintegrare” è una donna. Vorrei vedere la belligeranza di queste persone al cospetto di “uno” più grosso di loro(perchè queste sono le proporzioni, anche se generalmente i “picchiadonne” sono alquanto pacifici quando si tratta di “incrociare i guanti” con un loro pari).
    Se noi siamo ridicoli, TU che giustifichi questi comportamenti, cosa sei? stai attento perchè con la filosofia di vita che ti ritrovi, presto o tardi entrerai a far parte del club…
    Dimenticavo… non penso che Raymond Carver con quella citazione(…parla di parole giuste, vere…) volesse sdoganare la cosa…

  4. 24
    rossana -

    TiPrendoETiPortoVia,
    ti rispondo volentieri: nell’ipotesi da te illustrata, forse piangerei di rabbia, forse urlerei insulti anch’io e quasi certamente me ne andrei e troncherei ogni rapporto con il piccoletto in questione, in quanto, essendo una femmina cresciuta qui, nella seconda parte del XX secolo, NON è nemmeno nelle mie possibità mentali l’idea di alzare le mani, se non in tentativi, più o meno riusciti, di difesa.

    ti faccio presente, inoltre, che se le donne fossero meno condizionate dalla mentalità maschile e riuscissero ad inserirsi almeno alla pari nelle stanze dei bottoni di tutti gli stati del mondo, ci sarebbero di certo meno guerre. la comunicazione è prerogativa femminile, e credo anche, per indole naturale, la soluzione pacifica dei conflitti.

    quanto all’episodio che ti riguarda, che hai descritto per spiegare la progressione di sopruso che conduce alla reazione violenta, senza tener più conto che finirai con il soccombere, quindi obnubilando la razionalità, nel caso di sottecchi, lui non è il più debole ma il più forte fisicamente. già questo imporrebbe da sè una maggiore necessità di controllo. inoltre, tu non potevi sfuggire alle derisioni e agli insulti mentre lui, da persona che agiva in regime di obiettività, avrebbe dovuto evitare di portare avanti una relazione che gli stava dando più malessere che gioia. è ragionevole prevenire gli eccessi, anche quando fa male per altri versi.

    puoi continuare a fare l’avvocato del diavolo all’infinito. non mi convincerai mai che la violenza nei confronti del più debole è giustificabile.

  5. 25
    rossana -

    wolverine,
    hai perfettamente ragione: anch’io ho potuto constatare nel tempo che gli uomini che alzano le mani sulle donne, spesso non hanno nemmeno il coraggio di replicare a parole ad altri maschi che li criticano, magari pure amichevolmente.

    non sarà il caso di sottecchi, ma in generale è proprio così: si sfogano sui più deboli, per mantenere alta lo loro autostima di pusillanimi.

  6. 26
    TiPrendoeTiPortovia -

    wolverine
    Io giustifico? Forse dovresti leggere più attentamente i miei posts ed anche quelli di sottecchi del quale, peraltro ho più volte espresso la mia CONDANNA per ciò che ha fatto! Scrivi ” non penso che Raymond Carver con quella citazione(…parla di parole giuste, vere…) volesse sdoganare la cosa…” La madre invischiata in problemi con la giustizia non sono parole vere? Non è la verità assoluta USATA nel modo più subdolo che si possa fare per ferire una persona? Un figlio. Mi dispiace che ti senti nel clan dei ridicoli, non volevo offendere nessuno.

  7. 27
    TiPrendoETiPortoVia -

    Rossana
    “quasi certamente me ne andrei” mi lascia qualche dubbio, forse, magari, te ne andresti..oppure no…
    Io non voglio convincere nessuno che la violenza nei confronti del più debole è giustificabile, voglio convincere che La violenza ha molteplici facce, subìta dal più forte, subìta dal più debole, fisica o mentale, verbale, con minacce, con ricatti, con botte calci e pugni…sempre VIOLENZA rimane.
    Ed io lo stò dicendo dal mio primo post,
    NO alla violenza FISICA
    NO alla violenza VERBALE
    GRAVISSIME ENTRAMBE ALLO STESSO MODO
    …devo convincere qualcuno di questo?…

  8. 28
    valerio -

    Avvocato TiPrendoETiPortoVia, tu che accusi chi dice GIUSTO, permettendoti di dare dei “cretinetti inutili” e di non saper leggere le righe di Sottecchi, forse non ti sei accorto che Sottecchi non parla di nessuna madre nella sua lettera, solo dopo racconta la sua storia. Chissà se TiPrendoETiPortoVia e Sottecchi non siano la stessa persona?! Sottecchi forse non sei stato brillante tu nel cogliere la brillantezza di questa donna.

    “10
    rossana – 8 luglio 2010/10:04
    sottecchi,
    mi sembra tu ti comprenda già abbastanza.

    a poco a poco, senza dubbio, comprendendoti, ti perdonerai e dimenticherai, ed è giusto che sia così.

    probabilmente ti perdonerà anche lei, con la differenza che lei difficilmente dimenticherà, per il resto dei suoi giorni…”

    Rossana mi piace cio che dici.

  9. 29
    TiPrendoeTiPortoVia -

    Valerio
    Io non difendo nessuno, soprattutto Sottecchi che, come ho più volte sottolineato, è INDIFENDIBILE.
    Nel suo post numero 5 (Mi condanno per aver ceduto ad una , seppur infida e feroce, provocazione.) leggo tra le righe che deve avere ricevuto una offesa enorme, poteva essere riferita alla madre, al padre, alla sorella, al suo più caro amico…forse non sono io quello che nn sa leggere tra le righe 🙂
    Mi spiace deluderti (anche se credo poco ti importi) ma non sono Sottecchi, però potrei essere magari Valerio, se la mettiamo su questo piano ^_^

  10. 30
    rossana -

    TiPrendoETiPortoVia,
    ho scritto “quasi certamente me ne andrei” perchè, pur conoscendomi abbastanza bene, non mi arrogo il diritto divino di sapere sempre cosa farei. comunque, ribadisco, dovrei aver perso del tutto il senno per alzare le mani su qualcuno più debole…

    non è nelle mie corde e non riesco nemmeno ad immaginarlo… ho fatto sempre un mare di fatica a dare scapaccioni o schiaffi a un figlio bambino o adolescente, quando pure li meritava ampiamente. sta di fatto che gliene ho dati troppo pochi…

    ho capito cosa vorresti affermare ma non posso accettare quanto proponi. la violenza verbale e la violenza fisica stanno su due piani diversi, come non solo io ho cercato di puntualizzare. sarebbe come combattere con un coltello contro qualcuno che, SE più debole, potrebbe difendersi solo con un temperino….

    valerio,
    grazie per l’apprezzamento.

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