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Convivenza finita, restare insieme

Dopo due anni insieme vissuti a distanza (siamo di due città diverse a circa 500km) siamo andati a convivere nella sua città. Ora dopo quasi altri due anni siamo costretti a tornare divisi dato che con il mio lavoro non va e in più lui ha deciso di proseguire con altri 2 anni di studio.
La scelta non è stata semplice, io fino a che lavoravo ero abbastanza positiva, ma perdendo il lavoro e con il solo diploma ho trovato solo lavori precari (commessa ecc) e infatti sto valutando anche io un proseguo scolastico a casa (nonostante abbia 27 anni sarei ancora in tempo per un pelo dato che in Italia dopo i 30 sei un appestato), adattarmi a questi lavoretti di pochi mesi non è la scelta migliore solo per tirare avanti.
Lui, di un paio di anni meno di me, ha scelto di terminare a breve il suo contratto di lavoro (un lavoro che non lo appaga soprattutto in termini economici) proprio per dedicarsi allo studio per cui è portato (fare entrambi sarebbe impossibile per via degli orari).
Ora il punto è che tra di noi le cose sono andate molto bene, la convivenza è stata la prova ulteriore che ci ha fatto capire che stiamo bene (nonostante i sacrifici che ha comportato dato che per i suoi impegni di lavoro e studio ci vedevamo poco,io ero spesso sola), e già so quanto mi farà male svegliarmi senza di lui e tutto il resto.
Vogliamo darci una possibilità studiando e vedendo di trovare un buon lavoro che ci faccia stare bene con noi stessi e che permetta poi di vivere da soli senza l’ansia dei pagamenti.
Si tratta di farci almeno due anni separati non sapendo bene cosa accadrà dopo, questo spaventa. Inoltre non so come farlo accettare alla mia famiglia dato che per loro se torno a casa è = a storia finita.
Lui mi ha fatto capire che è disposto ad aspettare, dato che non giudica questa la fine della relazione, ma che anzi è ancora più convinto che siamo fatti per stare insieme. Io non vorrei che ci lasciassimo perchè non voglio che ci siano interruzioni, magari altre relazioni, per poi rivederci forse un giorno tra due anni. La soluzione è stata farci una promessa dove in ogni caso non andremo ad interrompere la storia, ma solo a “congelarla” in attesa di sistemarci.
Crediamo alle favole se pensiamo sia possibile tornare a vivere a distanza dopo aver convissuto?

Lettera pubblicata il 26 Novembre 2018. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Angwhy -

    Ma siete sicuri che proseguendo gli studi troverete un lavoro migliore?io ve lo auguro e mi dispiace molto per voi e per i giovani in generale,tutto ciò è molto triste

  2. 2
    estrella -

    Angwhy non siamo sicuri,ma almeno ci sono buone possibilità se lo facciamo. Al momento purtroppo non sembrano esserci altre strade per poterci realizzare lavorativamente e di conseguenza poter poi essere autonomi e sereni da questo punto di vista.

  3. 3
    Bohemien82 -

    “non siamo sicuri,ma almeno ci sono buone possibilità se lo facciamo”

    Guarda scusa se faccio cadere le tue illusioni ma non é detto assolutamente. Non so che studi intendi frequentare ma se pensi ad un titolo accademico che ti Proietti in un ruolo dirigenziale stai sbagliando. Io ti consiglierei un qualche corso per imparare un qualche linguaggio informatico. Nel giro di due anni starai lavorando.

  4. 4
    Estrella -

    Bohemien82 la penso come te, infatti entrambi puntiamo a corsi di appunto di due anni consigliatoci da chi lo ha già svolto dove è previsto, per i più meritevoli, inserimento in contesti lavorativi attinenti al settore scelto.

  5. 5
    Yog -

    Il livello delle scuole in Italia rende ridicolo l’accanimento sul conseguimento del titolo, salvo non sia nell’Area Medica. Avete fatto le vostre scelte, ciò comunque è lodevole, solo il tempo potrà dirvi se ci avete imbroccato. Senza possibilità di ritorno, ovviamente.

  6. 6
    Bohemien82 -

    “Bohemien82 la penso come te, infatti entrambi puntiamo a corsi di appunto di due anni“.

    Prediligi il settore informatico, meglio se orientato alla gestione di servizi medico sanitari. Lavorerete di sicuro e se sarete anche bravi potrete permettervi di cambiare aziende anche spesso.

  7. 7
    Gabriele -

    Più che altro è reso ridicolo dalla massa di gente che parla a sproposito e senza un buon motivo. In ogni caso un livello più alto di formazione dovrebbe fornire più porte. È vero anche perchè, se anche aveste una carriera avviata, senza un titolo di studio, come la laurea, è difficile progredire in carriera. Molte persone arrivano ad una certa età, lavorando, e quando si tratta di raccogliere i frutti, non possono perchè non hanno la laurea. Quindi si, affrontate questa prova, e si è giusto farlo, perchè se siete anche volenterosi, arriverà il momento della promozione e sarete fra i papabili. Diversamente dovrete rimettervi a studiare verso i quaranta/cinquanta anni, caso molto più frequente rispetto a quel che si pensa. Non tenere in considerazione commenti stupidi di certi utenti, tipo Yog, lo fa con tutti.

  8. 8
    Yog -

    Forse, Gabriele, devi farti un esame di coscienza: sei SICURO che il mio commento sia stupido? O è una boccata di pura realtà?

  9. 9
    Gabriele -

    Non c’è nessun tipo di esame di coscienza da fare. È stato posto una domanda alla quale ho risposto seriamente, come farei con chiunque me lo chiedesse. La dinamica che ho descritto è quella che conosco. Poi è chiaro che ci sono situazioni e circostanze diverse e differenti, ma questo non significa mortificare il pensiero di altri solo perchè siamo veloci con la tastiera, o perchè siamo colmi di invidia nei confronti del mondo. Ognuno ha quel che cerca e che si merita. Se poi vogliamo fare un caso di un giovane che ha trovato lavoro, penso di poter essere io: ho trovato lavoro grazie alla mia umiltà, rispetto ed educazione. Mi è capitato di trovare un portafoglio per terra, nel supermercato dove vado sempre, e mi sono attivato per restituirlo al proprietario, che fortunatamente aveva un proprio biglietto da visita dentro. Gli ho portato il portafoglio nella sua azienda, e mi ha offerto uno Spritz, voleva darmi soldi, e io ho rifiutato. Poi mentre parlavamo mi ha chiesto:

  10. 10
    Gabriele -

    Mi ha chiesto:” come mai tutto questo disturbo per un portafoglio?”. Io sono stato sincero e gli ho detto: “perchè sono una persona pratica, è palese che lei lavora col portafoglio, così ho scelto di venirle incontro e risparmiarle del tempo; oltretutto mi dà un fastidio enorme non disporre delle mie cose, ed entrare in possesso di cose altrui, senza che questi lo sappiano.
    Mi ha assunto, senza farmi fare nemmeno il colloquio, nonostante avessi poca esperienza nelle mansioni richieste. Tutto questo per dire, che essere troppo “accidiosi”, “invidiosi”, delusi, cercare di incasellare in categorie, o cercare di etichettare eventi e persone è controproducente. Molto dipende da noi è dal nostro carattere. Ho trovato lavoro grazie al mio essere, non alla formazione. É incredibile ma è così. È può capitare, a chiunque. Siate gentili?

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