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Considerazione su “Lettera a Bergamo” di Vittorio Feltri

Caro e gentile direttore, la sua ”lettera a Bergamo” mi ha fatto venire i lucciconi agli occhi. La sua città, il capoluogo della provincia più colpita d’Italia, seconda solo alla città cinese di Wuhan per numero di morti e contagiati. E per questo provo una indicibile tristezza. Non riesco a spiegarmi come mai il maledetto coronavirus abbia portato via tantissime persone in questi giorni proprio in questa terra. Mi si strazia il cuore nel vedere in Tv mezzi militari che trasportano le bare in altri cimiteri italiani. In questi giorni di grande sofferenza ho apprezzato non poco l’operato dei medici, gli infermieri e i volontari che si sono spesi con tutte le loro energie e hanno dato un grande esempio di servizio e donazione. Dico, senza alcuna retorica o piaggeria, che la gente di Bergamo è di una forza d’animo eccezionale, saggia, determinata e lavora con alto spirito di abnegazione. Non cede facilmente alle avversità della vita. Si piega ma non si spezza. Ne ho contezza diretta per tutte le persone bergamasche che ho avuto il piacere di incontrare nella mia vita. Il mio vivo desiderio-speranza è che questo popolo laborioso superi le difficoltà presenti e gli si apra un futuro di serenità interiore e di grande rinascita morale, sociale ed economica. Abbia ,suo tramite, esimio direttore, le mie espressioni più sincere e affettuose della mia solidale partecipazione al cordoglio dell’intera città orobica.
Con molti sentimenti di stima e cordialità.
Ringrazio caldamente per la cortese ospitalità e porgo molti cari saluti.

Franco Petraglia – Cervinara (Avellino )

Lettera pubblicata il 5 Aprile 2020. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Salute

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    LEOPOLDO LUCIBELI -

    Egregio sig.Petraglia
    Lei, meridionale,nato a Cervinara, in Irpinia, dimostra con i suoi cosi’affettuosi sentimenti di vicinanza alla popolazione bergamasca,quanto siano generosi e civili i meridionali, certamente non “inferiori”ai fratelli del nord come afferma il “direttore”da lei tanto stimato. chissa’ se apprezzera’la sua lettera ringraziandola e pregandoci di scusarlo.io non credo.
    Tanti saluti

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