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di LAD
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 21.511 commenti

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  1. 21011
    Golem -

    Suzy, se analizzassimo tutte le acque, minerali e non, nessuna risulterebbe “perfetta” come lo era quella di Adamo ed Eva. È inevitabile, perchè già le sole emissioni in atmosfera che producono piogge acide in tutto il pianeta, finiscono sul terreno come in falda e alterano quella che dovrebbe essere la purezza di un acqua ideale. E questo vale sia per le minerali che per quella degli acquedotti. È chiaro che le normative tengono conto mano a mano anche delle nuove acquisizioni in ambito clinico, adeguando i parametri della potabilità entro i limiti stabiliti dagli enti preposti a farlo, ma ripeto, nessun sindaco si metterebbe nei guai se lasciasse aperti gli acquedotti con il rischio di intossicare la gente. Come ho detto, io e tutta la famiglia beviamo acqua del rubinetto dagli anni ’80, anche quando siamo in Puglia, e continueremo a farlo per le ragioni che ho esposto. Tuttavia se vuoi essere tranquilla bevendo le minerali devi controllate solo una cosa: l’altezza sul livello del mare della fonte, e il perchè è logico》

  2. 21012
    Golem -

    》in quanto più questa è alta e meno contaminanti troverà nel suo percorso. Se non ricordo male, da un’analisi fatta da “Altro Consumo” la più pura risultava la Guizza, un nome di secondo piano, ma che di per sè non significa meno “buona” di quelle pubblicizzate. Anzi, ti direi di evitare proprio quelle pubblicizzate che fanno fare tanta plin plin, dove una di queste ha il punto di presa a…12 metri sul livello del mare. A proposito di questo dettaglio, non dimentico quando il nostro analista fece “l’esame” ad una nota marca francese di acque minerali, e non mi crederesti se ti dicessi che per i nostri parametri quella non sarebbe stata potabile. Eppure un litro di quella acqua con la erre moscia costava come duemila litri di quella che mettevamo nelle tubazioni, che per qualità si sarebbe potuta benissimo vendere come minerale.
    Io ho progettato tra l’altro anche le cosiddette “Case dell’Acqua” qua e là in provincia, (la più bella a Cologno Monzese) che forniscono anche acqua frizzante, e devo dire che la gente ha gradito. E quindi…meno plastica per tutti.

  3. 21013
    gabriele -

    Su questo, le acque ecc. la normativa è molto stringente sui limiti, tuttavia è entrata in vigore ed attuata ormai da un paio d’anni la Direttiva 2184/2020, recepita con notevole ritardo dall’Italia che abroga la vecchia Direttiva 98/83/CE, sui nuovi limiti, che aggiungono purtroppo nuovi elementi, che nella vecchia Direttiva non erano previsti, ovvero i limiti per l’Arsenico, eventualmente presente, specialmente nelle acque di falda, e i livelli di PFAS (Sostanze Perfluoroalchiliche), per completezza il Decreto legislativo di recepimento è il n°18 del 23 Febbraio 2023, che abroga il D.lgs 31/2001.

  4. 21014
    Trader -

    Golem, è paradossale che la Guizza sia tra le migliori, visto che sgorga in una località vicino a Venezia e non da una sorgente di alta quota.

    “nessun sindaco si metterebbe nei guai se lasciasse aperti gli acquedotti con il rischio di intossicare la gente.”

    Questo è vero per il rischio di un’intossicazione acuta, ma stiamo considerando anche una contaminazione dell’acqua tale da causare danni all’organismo lentamente, per esempio un aumento di tumori dovuto a sostanze cancerogene.

  5. 21015
    Golem -

    Trad, io ricordo vagamente quella notizia, infatti mi colpì che fosse emerso un nome poco conosciuto. Di per sè una fonte a bassa quota non è detto che sia necessariamente inquinata, tanto è vero che, come ho detto, le acque di molti acquedotti a quota zero ove ho lavorato risultavano pressochè pure alle analisi di laboratorio. Ma è chiaro che se un consumatore non ha mezzi per regolarsi al riguardo, il consiglio di affidarsi alla quota di prelievo è il più facile in assoluto, anche se non il migliore in assoluto.
    Io continuo a bere acqua del rubinetto che a Milano è buonissima, sia al gusto che batteriologicamente, eppure la fonte di prelievo è a quota zero, anzi, a meno 200 metri.
    L’acqua in bottiglia ritenuta come piu sicura, come ho detto, è frutto di una lunga propaganda che ha prodotto un business multimiliardario sul nulla praticamente.
    La gente spesso si beve acqua in bottiglie di plastica che è stata al sole per settimane, ed è convinta che sia purissima, ma se la osservasse al microscopio potrebbe evitare di andare all’Acquario di Genova.

  6. 21016
    Trader -

    Golem, quando vivevo a Venezia bevevo la Guizza per le scarse caratteristiche organolettiche dell’acqua del rubinetto. Tra tutte le marche, Guizza era quella che costava meno. A volte la mia immaginazione mi faceva associare la Guizza all’acqua antistante gli scarichi di Marghera e dei canali di acqua stagnante della laguna. Ovviamente era impossibile che ci fosse una contaminazione, altrimenti non l’avrei bevuta, ma era la mia immaginazione. Vita dura, all’epoca avevo pochi soldi. La città è bella da visitare, ma a viverci è terribile, perché è scomodissima per spostarsi. Troppi turisti che occupano le strette calli, rallentando il mio passo veloce. Ricordi veneziani.
    Vabbè, per tornare a bomba, avevo visto un filmato su YouTube che raccontava l’origine della commercializzazione dell’acqua, utile solo per le tasche di chi la vende, visto che l’acqua del sindaco è potabile. Solo MG poteva pensare al contrario, cioè che è sconsigliato bere l’acqua del rubinetto.

  7. 21017
    Trader -

    L’acqua milanese è batteriologicamente pura, ma lo è anche chimicamente? Vabbè, ovvio che i valori sono sotto la soglia consentita.
    Comunque sia, la plastica e di conseguenza le microplastiche stanno penetrando in ogni luogo del mondo. Fa sorridere che MG pensi che l’acqua minerale ne sia magicamente esente. In alta montagna la presenza di fibre di plastica nell’ambiente provengono da fibre di indumenti sintetici di turisti e alpinisti. Rifiuti fatti di materiali non biodegradabili sono stati trovati sulle rive dell’Antartide, trasportati dalla corrente a giorni di viaggio dagli insediamenti umani più vicini. Ma per certa gente il problema sono i veleni e i microchip contenuti nei vaccini per la COVID-19. Che poi non capisco perché questi sciroccati sono così preoccupati per quei vaccini, visto che non se li sono somministrati.

  8. 21018
    gabriele -

    Questa cosa del gusto rispetto all’acqua non l’ho mai capita, ci sono anche pubblicità che ultimamente dicono “ha anche un ottimo gusto”, poi si va a vedere fra i requisiti che deve avere un’acqua e vedi “l’acqua destinata al consumo umano, anche minerale ed oligominerale, deve essere inodore, insapore, e con i parametri di legge conformi alla medesima vigente ed in vigore”. Questa cosa non l’ho mai capita del gusto rispetto all’acqua…

  9. 21019
    Golem -

    Gabrio, l’acqua “ha” un sapore, anche se non lo ha, e dipende dalla nostra personale sensibilità. La percentuale di calcio, cioè la famosa durezza, viene percepito dai palati più “dotati” come sapore, per non parlare de cloro che, sia pure in quantità infinitesimali è usato per abbattere eventuali rischi batteriologici. Io li percepisco, per deformazione professionale e perchè bevo molta acqua di rubinetto, in qualunque posto visito tranne i paesi notoriamente a rischio come quelli africani. Per quanto riguarda la presenza di presenze chimiche, come arsenico o ferro, le normative si adeguano secondo le risposte cliniche più aggiornate, almeno in Italia. In alcuni pozzi dell’attuale Provincia di Lodi, una volta Provincia di Milano, avevamo pozzi con presenza di ferro, specie quelli prossimi alle zone fluviali, e per questi erano installati appositi impianti di deferrizazione che riportavano i livelli nei limiti di tolleranza.
    Come ripeto, per quanto mi riguarda, nessuna minerale sarà più controllata di quella potabile》

  10. 21020
    Golem -

    》E il fatto che quando apro il rubinetto so di bere acqua fresca di “giornata”, e non una che è in bottiglia da chissà quanto tempo, è un dato che mi rassicura più di qualunque altra cosa.
    Quanto alle eventuali presenze chimiche Trad -premettendo che le sostanze sono presenti in termini di milionesimi di parti per litro- l’arsenico, per dire, esiste anche nel cibo che mangiamo, e un chilo di frumento, o di riso soprattutto, ne contiengono più che un metro cubo di acqua di Milano, che ne ha 0,85 ųg/l (guarda “analisi acqua di Milano”) su un limite di legge di 10, e tutte le analisi certificate devono essere trasmesse alla ASL competente territorialmente. Comunque, io resto l’unico giudice della mia salute, e se dopo una vita che bevo acqua del sindaco (circa un metro cubo l’anno) le mie reni funzionano egregiamente e faccio tanta plin plin, oltre ad aver risparmiato soldi e plastica mi sembra di aver bevuto l’acqua giusta. Oltre al vino, ovviamente.

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