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Cambio vita

di

Salve, vi vorrei raccontare la mia storia. Innanzitutto mi presento ho 37 anni e vivo in puglia, sono sposato e padre di due figli. Da quando avevo 18 anni subito dopo il diploma mi sono messo a fare l’agente di commercio, pur sapendo che era una vita che per me non era tanto indicata perché dalla nascita sono cardiopatico, ma ho voluto sfidare me stesso e la malattia.
Si perché si sa quando una persona non può fare alcune cose e poi le fa ugualmente per ben 18 anni e una continua sfida con se stesso, fino a quando due anni fa’ mi e’ stato presentato il conto: inevitabilmente sono stato male, e posso dire di aver visto la morte in faccia.
Quindi io considero quel tempo come il BIG BANG che arriverà a LOS ANGELES negli STATI UNITI, dove tutti sanno che prima o poi arriverà. . . e quel periodo per me arrivò il big bang.
Potete immaginare come fu per me, giorni grigi senza speranza di sopravvivere, tutti i medici che contattavo non mi davano più speranza di vita, anche se in verità era già qualcosa che mi ero sentito dire diverse volte nell’arco della mia vita, ma questa volta stavo male e le cose non era più probabilità ma certezze.
Guardavo gli occhi dei miei due piccoli e mi angosciavo ancora di più, pregavo in continuazione la Madonna affinché anche questa volta mi aiutava, ma più i giorni passavano e più mi rendevo conto che era tutto in salita, ma speravo ovviamente che tutto passasse, e che si risolvesse. . . pian piano mi sono ripreso, dopo due mesi di convalescenza.
Ma il motivo della mia lettera che poi da titolo e’ che questa occasione mi ha fatto cambiare vita. . radicalmente. primo con la società e con chi mi stava accanto e poi con il rapporto con la malattia.
La società perché nei momenti di bisogno ti rendi conto del valore effettivo della gente e dia quanto ti vogliano bene, e di chi invece ti sta accanto solo per interessi o altro, e con la malattia invece che purtroppo quando esiste un problema non bisogna ignorarlo anzi devi cercare di convivere e apprezzare quello che la vita ti offre e le possibilità nonostante la malattia. . . ti riserva.
Grazie di avermi dato questa possibilità, non vuole essere un motivo di insegnamento per nessuno ma solo un piccolo segreto che avevo con me stesso e uno sfogo al mio stato d’animo.

Lettera pubblicata il 27 Dicembre 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    toroseduto -

    Sai Pieros, mi hai fatto venire in mente una storia di tanti anni fa.Avevo 18 anni, la scuola era un optional,suonavo con i miei amici a Ischia,ad un tratto nell’assolo di chitarra il batterista era steso per terra.Si fermo tutto il fracasso, era cardiopatico e nessuno di noialtri lo sapeva! Aveva paura che lo avessimo sostituito Corsa in ospedale e mesi di convalescenza,nessuno di noi aveva il coraggio di pensare ad un’altro batterista, anche perchè eravamo amici per la pelle e poi…era il nostro punto di forza,nell’incoscienza di quegli anni chiedemmo ad un medico se avrebbe potuto riprendere a suonare senza rischi,ma che siete matti? E’ stato in punto di morte, dovrà cambiare vita, la batteria per lui è finita.Anzi non si sarebbe dovuto accostare nemmeno a quello strumento.Eravamo in cinque compreso lui. restammo bloccati, l’unico che voleva riprendere era proprio lui, disse che preferiva morire giovane magari mentre suonava la batteria,che arrivare alla vecchiaia e morire in un letto d’ospedale.Seguirono discussioni a non finire, noi avevamo deciso di smettere,quando gli comunicammo la nostra decisione,ci riempì di parolacce e andò via dopo in po di tempo veniamo a sapere che stava suonando in germania con un un gruppo di figli di emigranti, aveva fatta la sua scelta. ci mandò una lettera dall’ospedale dettata naturalmente, il giorno dopo morì. Questa cosa mi ha segnato molto,anzi ha guastato il rapporto che c’era fra noi quattro…ebbi l’idea di organizzare una serata in piazza in suo onore chiedendo la collaborazione di tutti i gruppi (complessi a quei tempi)e non fu una serata triste ci siamo riappacificati con lui e fra di noi…..bisogna rispettare le idee degli altri anche quando vanno oltre la ragione. Anche Troisi e come se si fosse suicidato, sapeva di stare male ma voleva finire il film…a tutti i costi e lui ha pagato quello più alto. scusa se ho tergiversato,ma invece di stare da solo a pensarci ho scritto qualcosa che forse può sgnificare quanto siamo strani. Auguroni,e….in gamba sei un uomo di gran coraggio.

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