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Avere o Essere

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Lettera pubblicata il 31 Maggio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Zinn -

    Cara Rossana,
    premetto e spero che questi miei problemi esistenziali, siano semplicemente dovuti al fatto di non essere ancora orientato integralmente all’interno di un percorso di vita. Ovviamente quest’ultima è imprevedibile dunque non pretendo di poterla gestire passo per passo, spero però di poter almeno intravedere sempre un sentiero, il futuro poi mi dirà se era giusto imboccarlo o meno.
    Un mio pensiero è sempre stato, la solitudine porta a pensare e l’azione del pensare troppo in solitudine porta a logorarci dentro. Il mio volermi esulare dalla realtà, non significa perseguire la strada dell’eremita, quanto cercare di capire la differenza su cosa ho e cosa non ho, la condivisione con persone estranee, la meditazione costante su cosa voglio realmente fare nella mia vita, con la speranza che possa anche giovare al mio stato di saluto precario oserei dire.
    Forse il mio problema è proprio questo, ho tutto di conseguenza non riesco ad apprezzare quello che già ho, ho una famiglia che mi sorregge, ho degli amici che, malgrado la lontananza, mi vogliono bene, ho un'”indipendenza” economica,dovrei concentrarmi su questo e cercare di carpire il significato intrinseco di queste “piccolezze” che ai miei occhi appaiono scontate?
    Sono molto stanco, ogni qualvolta che ho un confronto con l’esterno mi rendo conto di quante poche possibilità ci siano per me, continuerò ad andare avanti e vedremo se, nonostante la mia volontà e la mia voglia di fare, il destino avrà in riserbo qualcosa anche per me.
    Le cose non piovono dal cielo, ma tutto è possibile, il tempo c’è e prima o poi da solo o con l’aiuto di qualcuno, riuscerò a rispondere alla domanda “cosa vuoi fare?”.
    Ci sono persone che per una vita intera cercano una risposta e non la trovano, altri che si rendono conto a metà percorso di quello che realmente volevano, io, a 22 anni, mi ritengo fortunato a potermi porre ora, prima ancora di iniziare, quesiti di questo genere.
    In merito all’esperienza (rappresentata per me dal fiore) vorrei condividere questa poesia, che purtroppo, nella società odierna, appare molto utopistica:
    Andavo per i campi
    così, per conto mio,
    e non cercare niente
    era quello che volevo.
    E lì c’era un fiorellino,
    subito lì, vicino,
    che nella vita mai
    ne vidi uno più bello.
    Volevo coglierlo,
    ma il fiore mi disse:
    possiedo radici,
    e sono ben nascoste.
    Giù nel profondo
    sono interrato;
    per questo i miei fiori
    son belli tondi.
    Non so amoreggiare,
    non so…

  2. 12
    Zinn -

    Non capisco perchè non mi abbia interamente pubblicato gli ultimi due commenti visto che non avevo superato la soglia dei caratteri disponibili ad ogni modo.

    NEVER:…non ho rimpianti, ed ogni episodio della mia vita può e potrà essere considerato un tassello del mio percorso di vita ed un’esperienza da aggiungere al mio bagaglio personale.

    ROSSELLA: (la fine della poesia)

    Non so amoreggiare,
    non so adulare;
    non cogliermi devi,
    ma trapiantare.

    Confido in un’adeguata interpretazione.

  3. 13
    Stanko -

    Povero Zinn. Non troverai mai nessuna risposta e nessuno mai ti trapianterà. Ma non se ne accorgerà nessuno. Impara ad amoreggiare, piuttosto, che è materia inizialmente ostica ma poi torna utile.

  4. 14
    rossana -

    Caro Zinn,
    gradevole la poesia: anch’io amo molto tutti i fiori (organi sessuali delle piante, simbolo dell’amore). in linea con il mio temperamento, preferisco quelli più semplici, che trovo sui bordi delle strade…

    torno sul tema dell’amicizia: hai ragione nel ritenere ottimi amici le persone su cui puoi fare affidamento che, però, stanno ora percorrendo strade di vita lontane dalla tua non soltanto in senso spaziale. l’amicizia che è in loro ora può essere qualcosa in sottofondo, che in realtà sta offrendo ad altri i suoi fiori più belli. non è soltanto questione di qualità delle persone e di affinità ma anche di interessi e di tempo da condividere. in questi casi si è costretti a cercare nuovi amici, con cui percorrere un tratto di strada, nè più nè meno di come può succedere in amore. dipende dalla nostra capacità di individuare persone adatte a noi e disponibili ad aprirsi. cosa per niente facile!

    un tema particolarmente importante, come evidenziato da Never, è senz’altro la salute, e te lo dice una che è stata seriamente ammalata per parecchi anni, al punto di non poter lavorare. in questo ambito, come nelle fattezze fisiche, non si può far altro che tendere al meglio, adattandosi alle condizioni in cui ci si trova.

    non è il mondo ad accettare i nostri dettami, siamo noi che dobbiamo cercare di realizzare le nostre aspettative partendo dai talenti di cui disponiamo. in parole povere: ci sono dei presupposti soggettivi con i quali si deve giocoforza imparare a convivere, con la maggior serenità possibile, senza farsi troppo condizionare e senza assumerli come scuse per lasciarsi andare.

    il nocciolo della questione per la gran parte del genere umano è la soddisfazione dei propri istinti (autoconservazione della specie, sopravvivenza personale, riproduzione). l’ultimo è particolarmente significativo in quanto, secondo me, il bisogno d’amore e il timore della solitudine sono le due facce della stessa medaglia.

    ha ragione Stanko: può essere utile imparare ad amoreggiare, non in senso negativo, superficiale e deleterio ma come obiettivo di conoscenza di sè e del prossimo. soltanto guardandoci nello specchio che ci è dato dal prossimo possiamo approfondire la nostra conoscenza e cercare di dirigerci verso gli obiettivi adatti a noi. impresa fra le più ardue e faticose, vero banco di prova della nostra maturità. attitudine che non deve ferire e che ci deve salvaguardare dall’essere feriti.

    per oggi mi fermo qui…

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