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Annoiarsi a lavoro

di Anika
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 2 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 444 commenti

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  1. 371
    Alice -

    Effettivamente @misonorotta non è assurdo, a livello di costi per l’azienda non cambia nulla tanto pagarti 40 ore per lavorarne comunque 20 non fa differenza, ma dubito che ci sia qualcuno disposto ad accettare.
    Io ci ho pensato e ripensato e sono arrivata alla conclusione almeno per quanto mi riguarda che il titolare non ha la men che minima idea di come funziona l’ufficio di conseguenza è impossibile stabilire le ore necessarie, noto tra l’altro che se ho necessità io di stare a casa mi viene fatto presente “Tutto fatto?” “Portati avanti con tutto” “Organizzati tu” se invece per un qualsiasi motivo è lui ad avere un impegno, un imprevisto, o semplicemente pensa a chiudere una giornata/mezza giornata prima di una festività o di un ponte viene dato per scontato che io non abbia nessun tipo di scadenza da portare a termine.

  2. 372
    Alice -

    Il venerdì prima di Pasqua? Sono arrivata in ufficio alle 8 e mi è stato comunicato che avremmo lavorato solo mezza giornata. Il ponte del 25 aprile? Tutti davano per scontato che avremmo fatto il ponte, lo abbiamo fatto, ma io sto ancora aspettando che mi venga data la conferma. Uguale sarà ad agosto per le ferie, generalmente l’azienda chiude 3 settimane, lo scoprirò il giorno stesso. Tutte queste piccole cose, non dico siano problemi esistenziali, ma pesano sempre più perché è impossibile fare programmi, l’unico anno in cui ho prenotato le vacanze la seconda settimana di agosto abbiamo fatto 2 settimane di chiusura e io in spiaggia a rispondere ai messaggi. E’ come andare avanti per inerzia senza un qualcuno preparato che sappia quali siano gli obbiettivi da raggiungere ecc.
    Tornando al discorso, temo quindi che il problema sia questo, nelle piccole imprese non c’è organizzazione nelle grande è tutto talmente frazionato su tante persone che è un attimo non avere nulla da fare.

  3. 373
    Alice -

    Poi si creano situazioni dove alcune persone hanno troppo da fare e altre che invece non per scelta devono inventarsi cose da fare.
    Io ho sempre cercato di sfruttare il tempo facendo le cose più disparate. File di excel dove elencavo entrate/uscite, riepilogo acquisti materie prime, analisi fatturato per anno ecc. ecc. insomma vari report per tentare di ragionare su certe situazioni e poi intervenire la conclusione? File ignorati palesemente forse perché nemmeno in grado di comprendere i dati figuriamoci analizzarli e la conclusione è che se te la cavi con excel sei una maga del computer quindi ogni problema con i PC mi trasformo in un tecnico.
    Capisco che visto da fuori possa scappare una risata a me invece deprime perchè mi sento totalmente svuotata e demansionata non valorizzata ma al tempo stesso non ho quella fiducia in me stessa da prendere e andarmene da un’altra parte perché penso subito “sei brava qui perchè non sanno niente” e quindi mi colpevolizzo di tutto.

  4. 374
    gabriele -

    In effetti devo dire, che in questo periodo, mi sono meravigliato di come diverse attività, abbiano preferito allungare le ferie, per esempio a Pasqua, d’accordo Pasquetta, ma il Martedì? Pure il Martedì chiusi. Poi stesso discorso per il 25 Aprile, alcuni chiusi pure il 26 Aprile, ponte del 1 Maggio idem. Se poi viene detto che magari si può fare festa solo un giorno e non fare ponte, vieni guardato con estraneità da tutti, a prescindere da quello che avete scritto sui commenti, ho riscontrato effettivamente queste chiusure “anomale”, che potrebbero essere un indice di scarsa affluenza di commesse? O proprio non cisi rende conto, da quello che scrivete sembra più la seconda…

  5. 375
    Santa -

    Purtroppo la triste realtà è che il mondo del lavoro funziona proprio così a parte in certi ambiti specifici dove le competenze sono fondamentali nella maggior parte dei lavori “standard” le competenze contano ma un buon 50% o più è il saper vendersi, se non siamo noi a credere in noi stessi è difficile che riusciamo a trasmettere agli altri il nostro valore.
    Nel tuo caso specifico @Alice dovresti imparar un po’ di amor proprio, leggevo che è un problema che ti porti avanti da anni prova a sviscerarlo, affrontarlo e passare oltre.

  6. 376
    Alice -

    Ciao Santa, hai centrato il punto del discorso, ne sono perfettamente consapevole ma non so da dove cominciare.
    Non sai quante volte ho pensato di voler iniziare un percorso d’analisi ma poi mi sono sempre fermata per il costo dando priorità ad altre spese (lo so che è assurdo ma è la triste realtà).
    In realtà negli anni a forza di rimuginare sulla cosa ho perfettamente capito quali situazioni mi hanno portata ad essere oggi così, sostanzialmente è una corazza che mi sono costruita.
    Sono cresciuta con un fratello e altri 3 cugini tutti con pochi anni di differenza l’uno dall’altro. Ero una bambina tutto sommato espansiva, creativa, sognatrice e non stavo mai zitta, figuriamoci quando mi sentivo attaccata, non sono mai stata maleducata ma l’ultima parola doveva essere la mia!
    Dei 3 cugini una aveva la mia stessa età e ho passato gli anni dalla prima elementare alla terza media costantemente messa a confronto su tutto.

  7. 377
    Alice -

    Dai voti a scuola al taglio di capelli, dal peso all’altezza, dal numero di sport praticati alle compagnie frequentate, ogni cosa era un pretesto per far scattare il paragone da parte di mia nonna e di mia zia, sminuire me per elevare lei.
    Con il senno di poi ho metabolizzato quanto la cosa mi abbia fatta soffrire e quanto abbia influenzato alcune mie decisioni/comportamenti, la mia autostima si è a poco poco sgretolata e non ho fatto altro che chiudermi sempre più in me stessa e ad evitare tutte e dico tutte le situazioni in cui devo dimostrare qualcosa a qualcuno per il terrore di essere giudicata. Odio essere al centro dell’attenzione, odio conoscere persone, odio parlare con estranei, ordinare al bar, chiamare al telefono, tutte le situazioni che non conosco perché il solo pensiero di fare una figuraccia mi toglie il fiato, sono terrorizzata dal non essere all’altezza della situazione.

  8. 378
    Alice -

    Ad esempio pranzo di Natale, per la paura di dire o fare qualcosa di sbagliato e fare una figuraccia mi parte un blocco, rimango muta e fingo di partecipare al discorso annuendo con il capo o sussurrando “si” “certo” ma la realtà è che darei di tutto per fuggire e mettermi nella mia comfort zone.
    Con le mie amiche storiche con le quali non mi sento giudicata sono l’opposto parlo solo io, dispenso consigli di qualsiasi genere ecc. ecc. e vista da fuori sembro la classica str*** quando in realtà è timidezza.
    Tornando al discorso del topic per questo mi colpevolizzo perché da una parte sono quella scritta sopra dall’altra so che qui dove sono non avrò mai nessuna opportunità di crescita, non verrò mai apprezzata per quello che faccio, non arriverà mai il giorno in cui avrò le mie 8 ore coperte e soprattutto non mi piacciono né l’ambiente né le persone ma sono bloccata da questo non sentirmi all’altezza che nel cercare un altro lavoro porta con con se la sua massima espressione.

  9. 379
    Alice -

    Non temo neanche il rifiuto mi fermo proprio alla base l’idea di inviare il cv nella mia mente scatta in automatico “Chi ti assumerebbe”, “Dove vuoi andare” “Non hai le competenze” “Non sei capace”, se penso di essere selezionata per un colloquio vado in ansia all’idea di non trovare l’ingresso e dover fare una figura di *** per trovare l’entrata dimostrando di essere una buona a nulla ancora prima di iniziare. Sostanzialmente quello che mi è stato detto per anni la mia mente non fa altro che ripetermelo e anche se razionalmente so che non è così non vado oltre, non ci riesco!

  10. 380
    Misonorotta -

    @Alice sembri un po’ me. Quanti anni hai? Io 25. Comunque sia, io per il fatto del fare figure di merda ormai mi sono imposta il pensiero che tanto nessuno si ricorderà della figuraccia dopo un po’ di giorni (a meno che non sia una cosa stratosferica). Se ci pensi, ti ricordi solo le tue figure di merda o anche quelle degli altri? Per lo meno con me questo pensiero ha funzionato, dato che io le figuracce degli altri non le ricordo assolutamente, penso sia lo stesso per gli altri. Poi per il fatto di non sentirsi all’altezza e di avere paura ad esprimersi perché si pensa che gli altri siano meglio di te, è proprio questo quello che devi toglierti dalla testa, pensa invece che gli altri siano inferiori a te e riuscirai ad avere più fiducia in te. Parti dal presupposto che la persona con cui parli sia meno intelligente di te. Però devi crederlo davvero, anche se magari non è vero. Senza diventare degli sfacciati ovviamente! (Il che dubito sia possibile)

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