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Ancora qui

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Stasera ho bisogno di parlare con qualcuno che non mi conosce. Non si tratta questa volta di problemi sentimentali o altre stupidaggini che puoi raccontare all’amica. Questa volta l’argomento è così delicato, che non può essere raccontato a chi ti conosce.

Si tratta della mia storia. 31 anni, con una laurea inutile alle spalle, cresciuta in una famiglia povera, con una madre infelice, che non si è mai fatta problemi a vomitarmi addosso con insulti, sensi di colpa, sfoghi e lacrime, e un padre assente. 

Dopo la laurea ho fatto tutti i lavori. La cameriera, la cassiera, la commessa, ultimo l’operaia. Ho familiarità con la psicoterapia, tutt’ ora lo sono. Facendo l’operaia ho sviluppato un’insofferenza tale che ho deciso di farmi licenziare per iniziare un corso, che pago IO, che mi è costato 3000,00.

Mia madre ovviamente non è mai stata felice delle mie scelte perché, quando lavoravo, mi rinfacciava che avrei dovuto ambire a qualcosa di più, ora che ci sto provando, invece, mi sarei dovuta accontentare di fare l’operaia. Le nostre sono liti violente dove lei non manca mai di dirmi quanto gli faccia schifo. Quanto sia svogliata e non abbia voglia di lavorare, quanto sia viziata e quanto, tutto ciò che faccio, risulti un fallimento. 

Ora, pur percependo una disoccupazione, mi ritrovo per la prima volta nella mia vita, ad avere problemi economici. Ci tengo a precisare che è da due anni che non mi concedo nulla. Una vacanza, un weekend fuori, un concerto. Ora avrei la possibilità di andare a Roma per un concerto. Stare via una notte a luglio. Oltre ad un weekend ospitata da un amico.

Data la scarsezza delle mie finanze, ho deciso di rimpinguarle vendendo dei gioielli in oro che mi sono stati regalati da piccola, e che non porto mai. Apriti cielo. Il solo fatto che sia stata pagata con un bonifico ha scatenato scenate terribili ed il solito teatrino: tutti ti fregano, tutto ciò che fai è un fallimento, hai rovinato la nostra vita. Se dicessi lei che l’ho fatto per concedermi un weekend a Roma penso…no non ci voglio nemmeno pensare.

Molto spesso però penso di farla finita. Ho paura di aver sbagliato facendo il corso al quale mi sono iscritta. Ho paura che non concluderò mai nulla. Non ho più slanci. Non ho più voglia di nulla. Sogni il giorno in cui me ne andrò da questo inferno, ma mi chiedo se ci riuscirò mai. Forse avrei dovuto abbandonare le mie ambizioni e continuare a fare l’operaia in un posto di lavoro che, per la prima volta nella mia vita, mi dava la nausea. Non ce la faccio più. Sono sola. Cerco dell’ affetto che non c è. Cerco qualcuno che mi dica ce la farai. Ti sono vicino. Ti aiuto. Puoi contare su di me. E non c è. Mi chiedo che senso abbia tutto ciò. Mi chiedo che senso abbia vivere se vivere significa morire dentro ogni dannato giorno.

Lettera pubblicata il 19 Aprile 2018. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Angwhy -

    Intanto,se posso,di quel che pensa tua madre te ne devi fregare altamente visto che se non ho capito male hai 31 anni e comunque si sa che x i genitori quello che fai non andrà mai bene.lasciando il posto invece hai commesso una leggerezza perche immagino che tu viva ancora con lei e cosi ti sei preclusa la possibilità di avere la tua indipendenza che dovrebbe essere il tuo obiettivo principale

  2. 2
    Gabriele -

    Io credo, che di questi tempi, anche riuscire avere un reddito qualsiasi sia un’impresa. Un mio carissimo amico, di recente, ha fatto un contratto di lavoro per una sola giornata, e poi di nuovo a spasso, entrambi siamo laureati nella stessa disciplina (richiesta) ma lui è riuscito a trovare questo lavoro, cioè di una giornata. Io non so perchè, ma anche se una persona facesse l’operaio o un altro lavoro umile, consideriamo la cosa che sta a monte: riuscire a percepire un reddito, solido. Si è vero, con quello stipendio non fai moltissimo, ma cribbio, in fase di questo genere non mi sentirei di fare tanto lo schizzinoso, Perchè è un reddito vero, ci pensiamo che sono soldi veri e liquidità pura?
    Poco o tanto comunque ti pagavano e avevi un reddito, in giro cosa trovi? Contratto a sei mesi con contributo spese di 400-550€ massimo. Ora mi sembra che uno stipendio di 1200-1300€ sarebbero proprio uno svolta ca**o

  3. 3
    Yog -

    Lettera interessante. Non so che laurea tu abbia “preso” ma, se parli di tua madre, si dice “le” e non “gli”. È indicativo questo errato uso del pronome, dal punto di vista freudiano. Senza pretese di correggerti, ci mancherebbe altro.
    Fare l’operaia o un qualsiasi altro mestiere è abbastanza uguale, non cambia niente. Non nell’Italia o nel mondo di oggi.
    Sopporta. A tempo indeterminato. E tieni conto che anche prima della Fornero ci volevano 40 anni prima di potersene sbattere di tutto e di tutti.
    Per il resto, 3.000 € possono essere bene investiti o male investiti. Dipende.
    Se ti stai pagando il primo anno di odontoiatria o medicina, ci sta.
    Se è un corso per fare le unghie finte alle ragazzine (non mi viene il nome de ‘sta arte, è nail-sar ca@@o che viene dopo), la vedo duretta.
    Dipende. Però magari ci imbrocchi, la vita è tutto un tentare.

  4. 4
    Suzanne -

    Dividerei la tua lettera in due parti: I problemi reali, e quelli psicologico-emotivi. I primi, mi paiono abbastanza risibili. Le lauree sono inutili quasi per tutti, e ci si deve spesso e volentieri accontentare di lavori che ci disgustano. Non mi torna tanto il lato economico, perché non capisco come tu non sia riuscita a metterti da parte qualcosina, se vivi coi tuoi. Poi c’è invece la parte più complessa, quella della tua percezione del mondo e degli affetti, su cui non mi permetto di commentare più di tanto. Ti consiglio solo di capire quali sono in questo momento le tue priorità: meglio un lavoro che non soddisfa ma ci rende parzialmente liberi oppure sopportare genitori negativi e ingombranti pur di costruirsi una prospettiva lavorativa gratificante? Questione di punti di vista.

  5. 5
    Aloneinthedark -

    Ciao cieli, secondo me ce la farai, devi solo essere ottimista e non dare peso alle persone anche se care che ti vogliono distogliere dal tuo traguardo. Sono sicuro che ce la farai perché ce l’hai fatta fino ad oggi. 🙂

  6. 6
    Cieli -

    Si, chiedo scusa per gli errori grammaticali ma al momento era l’ultima cosa a cui pensavo.
    Purtroppo non sono riuscita a mettermi da parte nulla perchè mensilmente aiuto con una cifra la mia famiglia. I miei stipendi sono sempre sati piuttosto scarni. E anche quando c’era qualcosa da parte, quei soldi servivano.. il corso in questione è di graphic design, cosa su cui mia madre ha sempre puntato molto, e, devo dire, molto spesso l’idea ha accarezzato anche me. Ho una preparazione artistica e l’arte è una delle poche cose che mi fa stare bene.
    Il mio primo lavoro è durato 4 anni, non era il massimo ed era piuttosto pesante, ma mi piaceva. Soprattutto mi piaceva l’idea che con l’indeterminato, che mi era stato promesso, me ne sarei potuta andare. Purtroppo il jobs act, o meglio il modo in cui è stato utilizzato dalle aziende, ha fatto si che venissi licenziata. A quel punto tutto è cambiato. Tutto. Ed oggi mi ritrovo in questa situazione non facile, che sarebbe tuttavia gestibile se mia madre non fosse la madre che è. Da qui è venuto fuori il post sopra.

  7. 7
    Maestoso -

    Ciao cieli, sono sicuro che ce la farai ad uscire da questa situazione non perfetta e tornerà il sorriso anche nella tua vita.
    Le difficoltà ci sono, lavorative innanzitutto, ma innanzitutto cerca di essere positiva e vedrai che qualcosa cambierà in meglio. Purtroppo il vivere con tua madre non ti aiuta in questo: molto spesso i genitori scaricano sui figli le frustrazioni che hanno, in particolar modo su ciò che non hanno realizzato nella loro vita.
    Mi permetto poi di farti notare una cosa: le lauree non sono inutili, come non è inutile il corso che ora stai frequentando. La cultura è fondamentale, ed il fatto che stai cercando di migliorare e non ti accontenti ti fa onore.
    Cerca di tenere duro e realizza i tuoi sogni, anche i più piccoli. La vita è una sola ed è troppo breve per passarla a realizzare i sogno degli altri.

  8. 8
    Rossella -

    Non ti consiglio di vendere l’oro. Per me l’oro è una cosa di famiglia, si deve fondere con la persona… ma più che altro si deve avere per diletto: per vedere e posare. Quando non c’è non c’è. Io non lo venderei per un viaggio. Lo farei per necessità. Ma si tratta di punti di vista. Non corro questo rischio. Mi è stato “promesso”, ma non ci voglio mettere il pensiero. In realtà non si è trattato di una promessa. La comunicazione durante la visita è avvenuta in maniera silente. Magari ho capito male. Non ci conto. Non lo considero un mio diritto.

  9. 9
    Cieli -

    Inoltre, la cosa assurda, è che me ne sono sempre fregata di questa sorta di realizzazione professionale. Il mio desiderio era essere semplicemente felice. Avere un compagno. Avere una vita serena. Andarmene di casa.
    Era la mia famiglia a farmi sentire ogni volta una mer@a per il fatto che “mi accontentavo”. Anni di studi buttati nel cesso.
    C’è da aggiungere che le mie relazioni sono sempre state disastrose, scelgo sempre uomini sbagliati e ho forti problematiche relazionali.
    Sono arrivata a provare un’ infelicità profonda e una consapevolezza: dovevo, dovrei, devo darmi la possibilità di fare un lavoro che mi stimoli. Dato che il resto fa pietà.

  10. 10
    Cieli -

    Grazie Alone e grazie Maestoso.
    Come si suol dire, never give up.
    Ieri ero particolarmente sconvolta, oggi sono un po’ più realista.

Pagine: 1 2

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