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Amore con mutuo a carico! (per non parlare della suocera…)

di tigrottamatta
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 15 Marzo 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 30 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    Ari -

    Lo chiami “il mio ragazzo”, perciò immagino che non siate sposati, a che titolo quindi dovresti pagare il suo mutuo?
    Non acquisteresti mai la proprietà del bene e perderesti i tuoi soldi.
    Se lui pretende questo da te è un infame e un ladro.
    Quanto alla sua famiglia, se non hai sposato lui figurati loro.

  2. 12
    vavava -

    ma che c’entra essere sposati?
    non ho capito in effetti, per aver letto forse in fretta, se alla tua partecipazione corrisponderebbe aver titolo ad una percentuale della proprietà
    probabilmente no, in ogni caso puo anche essere logico che se lui sta impegnando tutti i suoi soldi per pagare la cas dove siete, tu debba pagare in maggior parte altre cose come la spesa…. non capisco bene chi paga cosa…. se lui semplicemente non ce la fa perchè mette lo stipendio nel mutuo, devi per forza aiutare: i tuoi soldi li spendi solo per te? che razza di convivenza è?

  3. 13
    Ari -

    Bè, mia cara Vavava, tra sposarsi e convivere c’è, dal punto di vista del diritto civile, una gran bella differenza!
    Se il ragazzo in questione sta pagando un mutuo per comprarsi una casa di cui sarà il solo proprietario (o peggio ne sarà comproprietario con la famiglia di origine) deve pagarselo da solo. La ragazza deve contribuire alle spese di convivenza per la parte che le compete, e null’altro.
    La generazione che ha inventato la convivenza perché crede che l’amore “non abbia bisogno di contratti”, si trova spesso in un mare di guai.

  4. 14
    joey 69 -

    scappa ce’ di meglio a sto mondo

  5. 15
    minurta -

    Perchè Ari, che si sposa non si trova spesso in un mare di guai? Guai anche più grossi direi. Matrimoni e convivenze creano solo grossi casini. Bisognerebbe essere tanto saggi da fermarsi ai primi momenti dell’innamoramento, senza andare avanti, proprio per evitare l’inevitabile parabola discendente che ogni relazione in ogni caso attraversa.
    Perchè stare da soli è considerato tanto spaventoso?
    Perchè non si può amare senza necessariamente dover condividere OGNI singolo attimo della propria vita?
    E comunque, inevitabilmente, ogni questione economico-pratica non può che togliere poesia all’amore.

  6. 16
    Luna -

    ARI e MINURTA: Concordo sul fatto che anche chi si sposa può ritrovarsi in un mare di guai. Io non mi sono mai sposata, ma conosco persone per cui il matrimonio non è stata una tutela. Non una tutela per la felicità di sicuro.
    Conosco matrimoni riusciti e convivenze riuscite, matrimoni falliti e convivenze fallite.
    Con Ari concordo sul fatto che a volte un pezzo di carta fa la differenza, se parliamo di diritti sui beni immobili.
    Ma, se non erro (se non erro) comunque il coniuge, anche in comunione di beni, non ha diritti sulle proprietà comperate prima del matrimonio. Potrei sbagliare, ma mi pare che le cose stiano così.
    Al contempo persone che non si sono sposate, ma che hanno preso casa insieme, si sono trovate più vincolate (quando la storia è finita) tra loro di due sposati che vivono nella casa che è solo di uno dei due.
    Ogni questione economico-pratica in qualche modo toglie poesia all’amore, ma d’altra parte, a meno che non sia due eterni fidanzati che vivono entrambi a casa di mammà, e che non escono neanche a mangiare una pizza (paga uno dei due? o alla romana?) credo che le questioni economiche facciano parte di questo mondo… che ci piaccia o no.
    E spesso non ci piace, e credo bene… soprattutto in un momento storico in cui i soldi sono un problema un po’ per tutti… e non solo un po’… in cui i lavori precari abbondano e mandano in ansia riguardo il presente e il futuro…
    molto però, anche in tempi di maggiore quiete, dipende anche dal rapporto che, singolarmente, i due della coppia hanno con il denaro e dal rapporto che c’è tra i due.
    Amici miei hanno tre figli, lavora solo lui perché lei aveva un lavoro precario che ha perso con la nascita del terzo figlio, hanno comperato, diversi anni fa, per pochi soldi, una casa che era tutta da rifare, e ci hanno messo anni per metterla a posto, un pezzetto per volta. per un tot ci hanno vissuto dentro (con due figli piccoli), poi, quando c’è stato da fare il grosso del lavoro, per un tot sono andati a vivere dai suoceri… Non sarà stato tutto un paradiso, ci saranno state preoccupazioni, e ci saranno tuttora. Ma sono sereni. E non fanno finta. Sono una squadra, per davvero.
    Per come la vedo io si può stare bene sia da soli che in coppia. L’importante, banalmente, è stare bene per davvero.
    Che si viva in casa insieme, o in due case separate.
    Fermarsi ai primi momenti dell’innamoramento senza andare avanti per evitare la parabola discendente? E quali sarebbero i primi momenti? I primi dieci minuti, le prime dieci ore, i primi dieci giorni, i primi mesi…?
    E come si fa a capire, in anticipo, quando sta per arrivare l’inizio della parabola discendente? E poi sarebbe davvero gratificante e saggio mollare tutto quando ancora si sta bene??? Girare con il freno a mano???
    Forse spesso manca il vero coraggio di tentare di costruire… e di correre anche il rischio. C’è chi lo ha affrontato ed è stato insieme una vita, davvero. Se si fosse fermato alle prime fasi non si sarebbe

  7. 17
    Luna -

    perso qualcosa in nome dell’ideale?

    La poesia può essere nel quotidiano, affiancata alle cose e alle decisioni pratiche che la vita di tutti i giorni impone. Probabilmente, in una storia che funziona, c’è posto per entrambe le cose.
    Ci sono momenti belli da vivere insieme, momenti brutti da superare insieme.
    Spesso le persone, deluse dall’amore, o impaurite dall’amore, danno la colpa all’amore, che non dura, che non esiste, che si affievolisce per sua stessa natura. O danno la colpa alla quotidianità che non può che rovinarlo, svilirlo, spoetizzarlo.
    Quasi che l’amore fosse una specie di entità, davvero il puttino che gira con alucce e freccine. Quasi che Amore svenisse difronte all’arrivo di una bolletta.
    Ma è tizio o caia che sta male, o reagisce in un certo modo quando arriva una bolletta, non è Amore.
    E’ tizio o caia che, quando ha avuto una giornata stressante, arriva a casa e vomita addosso rabbia o frustrazione a chi c’è c’è.
    E’ tizio o caia che a 40 anni ancora sta lì a farsi manipolare dai suoi o che vuole che il coniuge sia uguale o totalmente diverso da sua madre oppure gli vien voglia di scappare dalla finestra…
    E’ tizio o caia ad usare la maggiore forza economica contro chi ha accanto…
    L’amore può anche finire inspiegabilmente, non dico di no. Può finire e basta. Ma il problema è che le storie sono fatte dalle persone, e sono le persone ad essere spesso viziate, irrisolte, impaurite, vincolate al modello che hanno vissuto da bambini, a non riuscire ad instaurare un dialogo, a non sapere veramente cosa vogliono, a temere l’impegno e la responsabiità, o a chiedere all’altro un impegno prestabilito, e a non vedere l’impegno che invece c’è, fissandosi.
    Sono le persone a volte, contro ogni evidenza, a non capire che si sono innamorate di qualcuno che non fa per loro, che provoca più malessere che benessere, e a sbattere contro l’evidenza dando la colpa all’amore, alle promesse che avrebbe fatto, ma che non mantiene mai, mentre non sanno accettare che alle volte ci si può semplicemente innamorare di qualcuno che si rivela diverso o che cambia.

    Io ho avuto una brutta esperienza riguardo il fatto che i soldi possono spoetizzare l’amore. Ma non è stata colpa dei soldi, ma del rapporto che il mio lui aveva con i soldi e con l’ansia e il pessimismo, e la paura di essere abbandonato, che proiettava sulle questioni economiche.
    Ci sono persone che non hanno un solo problema economico, ma che si tirano piatti in testa tutto il giorno.
    E coppie in cui i soldi sono solo un pretesto per litigare, umiliare l’altro…
    Ma anche coppie che riescono a trovare un equilibrio anche quando i problemi economici ci sono.

  8. 18
    vavava -

    leggo considerazioni filosofiche, ci siamo allontanati dal problema di questa persona.
    Quando si inizia a dire c’è questo e c’è anche il contrario, c’è chi è ricco ma infelice e chi è povero ma senza ansie… non si sta dicendo nulla, siamo a un passo dal qualunquismo.
    Parliamo concretamente di questi problemi: presenza della suocera, propietà della casa, divisione delle spese. Non è col romanticismo che possiamo consigliare chi ha apeto il post
    Ancora non capisco come questa coppia divide le spese e se lei in effeti contribuisce in qualche modo, perchè potrebbe essere lecito che il marito avverta l’ingiustizia di dover essere lui a pagare tutto il mutuo e magari pure altro.
    In linea di massima, potrebbe essere giusto che se lui paga il mutuo, lei debba pagare tutte le spese di casa. quando il mutuo sarà finito poi si riorganizzeranno. Se invece lei intende non contribuire no nva bene.
    Diverso il discorso dei suoceri in casa: è un errore grave da parte di lui, inacettabile e veramente retaggio di culture del passato…. non ci sarà MAI una vita famigliare serena se una coppia vive nella casa dove vivono anche i suoceri, dimenticatevelo: loro vivono davvero in quella casa?

  9. 19
    Luna -

    Vavava: francamente sorrido, perché non mi fa sorridere chi crede che ci siano delle regole di comportamento che sono valide per tutti, e situazioni che sono uguali per tutti, perché quella è la sua opinione.
    Molto spesso le persone hanno bisogno di credere che ci siano degli schemi buoni per tutte le stagioni.
    Ma mi fa sorridere chi accusa chi è mentalmente più elastico di qualunquismo, semplicemente perché punta invece su una verità che non è affatto filosofica, ma molto pratica: e cioè che non esistono ricette valide per tutti e per tutte le stagioni, ma che le persone, anche poste nelle medesime situazioni, le vivono diversamente. E che quindi più dei fatti contano le sensazioni e le proprie reazioni a quelle situazioni.
    E che, ripeto, non sono i soldi ad essere il problema base, ma il rapporto delle singole persone con i soldi e tra loro, e il dialogo tra loro. Perché se qualcuno ti impone qualcosa che non vuoi evidentemente c’è qualcosa che non va. Sopratutto se senti di non poter opporti in alcun modo, pacificamente, a questa imposizione.
    E questo può essere un tratto generale della relazione, fuori dallo specifico problema dei soldi o dei suoceri, e che può essersi proposto in passato e potrà proporsi in futuro.
    Ecco perché ho fatto degli esempi che a te sembravano molto relativi, ma che partivano dal presupposto che a volte un problema nasconde una incomunicabilità o un malinteso di fondo.
    Possiamo dire fino a domani cosa è lecito o cosa non lo è, ma se due persone si trovano in una situazione di questo tipo spesso il problema è un malinteso a monte.
    “Non va bene”, “Mai”, “Sempre”…
    questi sono giudizi.
    Come, peraltro, “qualunquista”, “non si sta dicendo nulla”, “errore grave”, “potrebbe essere lecito”…
    Lo noto semplicemente, a me non cambia nulla che tu sia giudicante. Nè mi infastidisce che qualcuno la pensi diversamente o si esprima diversamente da me.

  10. 20
    tigrottamatta -

    Eccomi di nuovo.Intanto volevo di cuore ringraziare tutti per i vostri consigli.Mi sono resa conto di aver scritto di getto in un momento di esasperazione e quindi di non essere stata molto chiara…Rimedio subito. Io non sono sposata con lui e la casa è intestata a lui (i suoi fanno da garanti e lo aiutano pagando mezzo mutuo…parliamo di €1900…mica bruscolini!)Io sono arrivata dopo 2 anni dall’inizio di questo progetto scellerato!E naturalmente contribuisco.Io pago il cibo, ho comprato le librerie dello studio,i costi per verniciare la mega-casa (sto parlando di una monumentale casa di 400mq).
    IO: è vero..pagherei lo stesso un affitto…ma io con il mio stipendio non affitterei mai una casa da €900 (metà mutuo).Che diavolo me ne dovrei fare?
    Suo padre viene a mangiare quando sono io a cucinare.In questo momento sono due settimane che sono andata a trovare i miei e sono a casa loro.Visto che non sono più lì a cucinare,mio “suocero” (non siamo sposati,ma non so come chiamarlo!)non viene più.E la “suocera” è incarognita nera con me.Me lo ha fatto anche capire per tel in modo neanche troppo velato e si è lamentata per il fatto che SUO marito ora sta sempre a casa e che lei deve cucinare per lui (Vi supplico…no comment!Io vengo da una famiglia dove cucinare per il proprio uomo è una gioia e non una seccatura!).E’ proprio questo fatto che mi fa incavolare: io sono andata a stare con lui e mi sono ritrovata con due uomini a carico!Temo che il mio ragazzo si sia piegato a questo progetto solo per fare felice il padre.Viviamo in campagna, sogno del “suocero” e non del mio tesoro (che comunque amo!).La mia preoccupazione è che se lui è tanto teso è perchè si è imbarcato in un sogno non suo e ora deve affrontare dei sacrifici assurdi.Non è che in tutto questo lui se la stia spassando più di tanto…Io convivo da quasi un anno, ma ci conosciamo da quando eravamo piccoli.
    La cosa che mi ha ferita di più è che durante le ultime discussioni per decisioni banali lui abbia già cacciato fuori la frase in un momento di rabbia che potevo anche andarmene.E io mi sono vista fuori da quella casa dopo i sacrifici già fatti e i soldi spesi,con le librerie e la mia roba accanto senza un posto dove andare( io non sono di Torino e non conosco nessuno che potrebbe anche solo ospitarmi per una notte).So che parlare di soldi in una coppia non è il massimo del romanticismo..Ma ora sembra l’unica a non averci pensato fino ad ora sono io.Mi pare che gli altri si siano già fatti tutti i loro conti.E mi sento stupida.
    Perchè i miei mi hanno insegnato a mettere il cuore davanti a tutto, se poi mi hanno mandato allo sbaraglio in un mondo che pensa solo ai soldi?

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