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L’Amico Devoto

di

Ragazzi vi lascio i compiti per lunedì.
E dai con quei musi lunghi ogni volta che vedete il mio nome.

In riferimento alla lettera di TEOLLO intitolata EGOISTA PER TROPPO AMORE.
Mi è tornato alla mano dopo tanto tempo un vecchio libro di scuola, reduce nel baule. E’ di Oscar Wilde e sfogliando le pagine mi sono soffermato su questa storia, che parla di amici ipocriti e sfruttano l’amico vero fino alla morte.
Soggetti moralmente tarati che fanno dell’amicizia il loro vessillo ma solo a parole, mentre l’altro deve accontentarsi del pensiero o l’idea di avere un potenziale buon amico affannandosi per lui e annullando sè stesso.

Brevemente riassumo la favola perchè mi ha ricordato in pieno la situazione di TEOLLO.
Poi vi lascio stare e parto per il fine settimana con i miei PERALTRO:

“Antonio aveva una casetta dove viveva solo e gli piaceva coltivare il suo orto. Non era ricco e viveva del suo.
Aveva però un amico ricco, era un mugnaio e ogni volta che questi lo andava a trovare si faceva riempire canestri di frutta, ortaggi e fiori, fino a svuotare l’orto del povero Antonio.
Quando fu inverno e Antonio si ridusse a dover vendere la sua carriola, i bottoni della giacca da festa, e alcune poche cose di valore per sfamarsi – visto che non aveva potuto vendere il suo raccolto al mercato – saltò tante volte i pasti e condusse l’inverno al freddo, poichè non potè comprarsi legna. Ma era forte del pensiero di aver un amico vero.
Il ricco mugnaio invece stava comodamente seduto davanti ad un caminetto accesso, con la tavola imbandita, con la moglie e i figli, sostenendo che se non invitava a casa sua Antonio era solo perchè sapeva che quel povero ragazzo stava passando un brutto momento, e un amico – si sa – non va a disturbare in casa d’altri quando ci sono periodi in cui occorre essere riservati.
Tornata la primavera ecco il ricco mugnaio andare a trovare il giovane Antonio che stava coltivando amorevolmente il suo orto. E arrivatogli con un cesto più grande del solito gli chiese di riempirlo di primule. Antonio quelle primule voleva venderle al mercato, per riscattare almeno la sua carriola.
“Ti do la mia di carriola” disse il mugnaio “E’ da aggiustare perchè c’è un buco, ma si può accomodare.”
“Ho una bella asse di legno”- sorrise Antonio – “Potrei aggiustarla anche subito, volendo.”-
Sentendo parlare di quell’asse di legno, il mugnaio chiese ad Antonio se proprio con quel legno nel pomeriggio sarebbe potuto andare a casa sua a riparargli il tetto del mulino, poichè in fin dei conti lui gli aveva regalato la carriola. E in più si fece riempire il canestro di tutti i fiori che Antonio aveva, tanto cosa gli serviva andare al mercato a riscattare la carriola. Gliel’aveva appena regalata il mugnaio.
Da quel giorno, Antonio, aiuta-aiuta-aiuta, divenne schiavo del mugnaio e si dovette prodigare in mille favori, fatiche e sacrifici perchè il pensiero di avere un amico vero come il mugnaio lo faceva star bene.
Fin quando, Antonio, stremato per le fatiche, per la fame, e rendendosi conto che non aveva più tempo per sè, si guardò attorno e si vide solo, povero, affamato e il suo orto che era ormai ridotto ad una secca sterpaglia. E la carriola promessagli dal mugnaio non si era ancora vista.
Ma non bastò, perchè una notte buia e tempestosa arrivò il mugnaio chiedendogli di andare a chiamare il dottore perchè ne aveva urgenza. Suo figlio si era fatto male e non poteva andare certo lui fino giù in paese, perchè lui doveva tornare a casa dalla moglie e dal figlio. Allora Antonio corse sotto la tempesta, riparato da un vecchio mantello, chiamò il dottore, lo guidò fino alla casa, ma poichè era buio il giovane Antonio cascò dentro ad una buca piena d’acqua e morì annegato. E con lui tutta la sua solerzia.
E al funerale il mugnaio in lacrime volle il primo posto perchè era il suo migliore amico, e disse disperato:
E pensare che gli avevo regalato la mia carriola, e ora che è morto che me ne faccio di quell’aggeggio? Non farò mai più regali, si hanno sempre dispiaceri ad essere generosi.”

Approvo in pieno Teollo, e quando s’arriva ad un punto in cui ci si sente stanchi come te vuol dire che è arrivata l’ora di tirare i remi in barca e di dire BASTA. In amicizia (e parlo dal canto mio) e in amore occorre avere la controparte, altrimenti l’amicizia e l’amore diventano solo fredda “politica”.

Lettera pubblicata il 5 Settembre 2008. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Cultura - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 26 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Spectre -

    […] Approvo in pieno Teollo, e quando s’arriva ad un punto in cui ci si sente stanchi come te vuol dire che è arrivata l’ora di tirare i remi in barca e di dire BASTA. In amicizia (e parlo dal canto mio) e in amore occorre avere la controparte, altrimenti l’amicizia e l’amore diventano solo fredda “politica”. […]

    Sacrosante parole riguardo amore e amicizia.
    Di mio, dico che se dovessi trovarmi così stanco come teollo, per me sarebbe LA sconfitta nella battaglia più grande che ho, cioè l’amare. L’amicizia per me arriva dopo. Non so se sia un bene o un male vederla così.

    Ora io SONO STANCO, ma perché ho talmente tanta voglia di uscire da questa gabbia, che spendo tantissime energie mentali, oltre che fisiche. La spinta è fortissima a tal punto da frustrami. Spero di trovare un dritto a tutto questo, sennò finirò come dicevo prima… sconfitto.

  2. 2
    luc -

    eh, quanti danni ha fatto il cristianesimo! TUTTO deve avere una contropartita (gli indios vivono immersi nella “partita doppia”)… ma allora… l’amore assoluto e INCONDIZIONATO non esiste! quell’Amore Ideale di cui tanto si blatera. GRANDE RISULTATO. perchè la contropartita è una CONDIZIONE. e se io dò e poi voglio avere non è più amore ma COMMERCIO. allora abbiamo 2 casi: 1)dò e non mi aspetto niente in cambio, in questo caso si può parlare di Amore ma sono un MALATO MENTALE 2)dò e pretendo qualcosa in cambio, in questo caso sono mentalmente sano ma non si può parlare di Amore, solo di COMMERCIO. a voi la scelta.

  3. 3
    afra -

    ho il magone allo stomaco…

  4. 4
    Raffaele -

    L’amico devoto c’è sempre, ma quando si ha a che fare con un pazzo non si ragiona.

    Vi invito tutti a non ascoltare HELMUT, LIU’, CARLO ed altri.
    Nessuno di voi se ne è accorto finora ma è la stessa persona.

    Ascoltatemi tutti davvero, è tutto un inganno di una persona che si sta vendicando, è una persona che odia gli uomini da quando è nata ed i suoi problemi psichici li vuole riversare sugli altri.

  5. 5
    leilaluna -

    Antonio era un tonto.. meglio essere senza amici che averne uno come il mugnaio.

  6. 6
    liù -

    STATE ATTENTI TUTTI! Anche Raffaele,Spectre e altri sono la STESSA PERSONA!…. MA buttati nella vasca del letame !

  7. 7
    afra -

    Luc, chiamalo come vuoi, malato mentale o commercio, in ogni caso, nell’ambito dei rapporti di coppia ciò che si definisce Amore (che sia vero o no; ma poi, l’amore vero quale é?) é una chimica particolare, un feeling, un trasporto accompagnato da tutta una serie di aspetti legati alla razionalità, come il “costruire”, l’organizzare una vita, CON l’altra persona. CON. e non é commercio; non é un baratto; non é un guardarsi reciproco, é un guardare verso la stessa direzione. Insieme. Non é commercio questo. Se uno dei due partner non c’è, gli aspetti elencati prima NON POSSONO PIù esistere. E nemmeno l’amore.

  8. 8
    micione72 -

    Condivido pienamente questa riflessione (ma solo questa, al momento!) di Luc!

  9. 9
    Raffaele -

    Liù io sono Raffaele, il tuo Raffaele, dai amore su…

  10. 10
    Spectre -

    liù ti tengo un angoli al mio fianco 🙂

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