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Si può amare una persona che non è in grado di farlo?

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Mi sono imbattuta in questo spazio per caso, mentre cercavo spunti per uno scritto da riprendere in mano e proseguire. E altrettanto per caso ho iniziato a sfogliare le lettere e… eccomi qui.
Sono grande ormai, a fine anno avrò 36 anni. Madre di un bambino di 8 anni, da 3 anni separata da suo padre, un narcisista non dichiarato con cui da 10 anni avevo una relazione malata che stava distruggendo entrambi. A fatica ho trovato la forza di uscirne, di ricostruirmi un mattone alla volta. Non è stato facile, non lo è tuttora. Soprattutto perché il figlio che abbiamo in comune è diventato la sua arma per continuare a farmi del male.
In mezzo a questo uragano di liti, recriminazioni, denunce, attacchi di panico, tribunali è arrivato lui. E io non la volevo una relazione. Il primo anno dopo la separazione ho fatto cose di cui non vado fiera, mi sono buttata via, ho alzato un po’ troppo spesso il gomito, sempre lucida ma sempre un po’ sopra le righe. Stavo fuggendo. Da me stessa, dal mio fallimento. Dalle mie responsabilità, dalle decisioni da prendere. Mi nascondevo dall’amore, non volevo mi ritrovasse, mi riportasse in quel vortice malato che era l’unico modo che conoscevo per amare.
Lui mi ha trovata che stavo così. Sospesa in questa vita da funambola in cui una sola mossa sbagliata avrebbe potuto portarmi alla rovina, incredibilmente ancora in piedi. Era da poco finito il lockdown, ero reduce da mesi di lavoro intenso (lavoro in un supermercato, non mi sono fermata mai) e di grande solitudine, in cui finalmente ero riuscita a rimettermi un po’ in carreggiata. Le regole mi avevano imposto la distanza da tutti, smettendo di uscire nei locali ho smesso anche di bere, non di fumare, quello sarebbe arrivato dopo. Era fine maggio 2020, quindi. Abbiamo iniziato a scambiarci messaggi sui social, era piacevole parlare con lui, così tanto che ne rimasi sorpresa. Finalmente qualcuno con cui lo scambio di pensieri fosse realmente stimolante. Poi ci siamo incontrati, dopo quasi due messi di chiacchiere. Confesso che appena l’ho visto avrei voluto scappare. Voltarmi, risalire in auto e sfrecciare più veloce che potevo. Ma non l’ho fatto. Non so perché. Ma allora mi buttavo ovunque capitasse, volevo provare tutto, succhiare la vita fino al midollo. Gli ho dato una possibilità quella sera e lui ha giocato bene le sue carte. Nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su di noi, neanche noi stessi l’avremmo fatto. Ma stavamo così bene a godere della reciproca compagnia, che un passo dietro l’altro siamo andati avanti. Lui non è mai stato stabile nelle sue relazioni, prendeva, lasciava, tornava… ho avuto un cognato che si comportava in questo modo, ero consapevole di quello a cui stavo andando incontro. Ma ho scelto di buttarmi comunque. Sono trascorsi poco più di due anni, ci siamo lasciati per un mese e mezzo a dicembre 2020, ci siamo ripresi e in fondo non ci siamo lasciati più. Ma a intervalli regolari gli prendono i dubbi, si allontana qualche giorno, torna. Continuo a ripetergli che a me sta bene e so che è vero. Continuo a non volere una relazione, pur cercandola con tutta me stessa. Forse è questa l’unica forma di amore che conosco, non lo so. Vero è che, quando mi sono sentita dire “Volevi liberarti dei narcisi (sono stata innamorata due volte prima di lui, entrambi narcisi), perché ora ti ostini a cercare lui?” “Qualcuno dovrà pur farlo…” ho replicato scrollando le spalle.Sono stata in ferie con mio figlio settimana scorsa. A ferragosto ho avuto uno screzio con lui, che mi ha detto di non voler più essere il mio ragazzo, ma che alla fine non se ne è andato neanche stavolta. Neanche quando gli ho detto “Prendi tutto quello che ti ricorda me, mettilo in uno scatolone e buttalo da qualche parte. Togli le mie foto dalla tua parete, dimenticami. Abbiamo bisogno di chiudere il cerchio”. Nemmeno quando, in risposta al suo chiedermi di essere io a lasciarlo, ho risposto invitandolo a uscire da casa mia, con la promessa che non l’avrei inseguito. Non ne ha avuto il coraggio. Ma sapevo che andare in vacanza con mio figlio avrebbe portato a un altro tracollo; è quando mi allontano che lui si perde. Quando io cedo. Veniamo alla domanda che mi tormenta, dunque. Sono tornata dalle ferie, stiamo facendo dei passi avanti ma anche tanti indietro. E lui mi ha detto di sentirsi a disagio, di sentire di non meritare il mio amore, perché lui non sa se può ricambiarmi. Ha smesso di dirmi che mi ama, ma continua a comportarsi come se nulla fosse cambiato. Per questo sono tornata a chiedermelo: si può amare una persona che non è capace di farlo? Può bastare il mio amore per sostenere entrambi? Sono da sempre l’avvocato delle cause perse, ho sempre amato le cose disperate. Per questo ho scelto lui. Mi piace amare chi apparentemente meno lo merita, perché sono profondamente convinta che sia chi più ne ha bisogno. Il mio dubbio non è se continuare o no in questa relazione, la risposta a questo quesito è fuori discussione da diverso tempo ormai. Il dubbio riguarda piuttosto il come. Sto vivendo in questo limbo da una settimana, un limbo in cui non solo lui mi ha gettata: la vacanza con mio figlio ha riaperto vecchie ferite che sapevo non del tutto rimarginate, ma che aprendosi hanno mostrato un’altra parte di un’infezione di cui ancora non ero a conoscenza. Ho molte cose da gestire dentro, per questo lui ora sta vacillando. Sono il pilasto portante della relazione e ho iniziato a scricchiolare pericolosamente. Ma non voglio cedere, non ancora. Un passo dietro l’altro, come abbiamo sempre fatto. Come ho sempre fatto io stessa con la mia esistenza. Come si può restare accanto a una persona che non sa amare? Sono fermamente convinta di voler trovare il modo.

Lettera pubblicata il 17 Settembre 2022. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    La verità -

    Poverino tuo figlio…

  2. 2
    Golem -

    No.

  3. 3
    rossana -

    LalliO,
    lettera interessante.

    Secondo me, è ammirevole dare amore a chi meno lo merita, pur avendone bisogno, come la gran parte degli esseri umani.

    Ma… bisognerebbe poterlo fare in un modo che diventa sia inumano che “professionale”, cioè senza aspettarsi niente, ma proprio niente, in cambio.

    Sai farlo così? Vuoi mettere la tua vita nelle mani di chi non sa gestire con buon senso neppure la sua?

    Se amare in questo modo colma un tuo bisogno, il riscontro potrebbe essere abbastanza soddisfacente. Ma se così non fosse, non avresti che da perderci tempo, risorse emotive e fiducia nel genere umano.

    Scusa la franchezza.

  4. 4
    Golem -

    Tu troverai il modo solo di rovinarti la vita.
    Se vuoi scommettere 100mila euro sono pronto.

  5. 5
    Emanuele -

    Te li vai a cercare col lanternino??? Quanti anni hai?? Smettila di fare la ragazzina hai un figlio da crescere. Sembri molto confusa, del resto sei uscita da una storia di dieci anni con uno psicopatico prendertene un altro non mi sembra il caso.
    Hai detto che dopo un periodo da sola stavi meglio è di quello che hai bisogno ” stare da sola”…lo so per voi femmine è molto più difficile…tira fuori le “palle” e riprendi la tua vita in mano. Chi non sta bene da solo vuol dire che è in cattiva compagnia

  6. 6
    MisterT -

    Sei uscita da un amore malato e ne sei entrata in un altro…hai un bell’ istinto da crecerossina. Fattelo passare e cercati qualcuno che sia piú normale in quanto hai anche un figlio a cui badare e questi continui tira e molla di certo non giovano neppure a lui.

  7. 7
    piero74 -

    Lallio, sai perchè sei l’a mante dei casi disperati come ti definisci tu? Forse perchè nella tua vit hai sofferto molto: Anch’io sono come te nel senso che mi affeziono a queste persone; questo sai perchè? Nella nostra vita si è sofferto molto, allora accade che soffrendo o non abbiamo mai avuto amore o siamo rimasti delusi dalla vita; però lallio, noi ci affezioniamo ai casi disperati perchè chi ha sofferto come noi è pieno di amore da dare.

  8. 8
    Lallio -

    È vero, non si può. Io testarda ci ho voluto provare lo stesso, forse perché so che significa sentirsi indegni d’amore. Ora lui mi ha lasciata e, benché sia sopraffatta dall’ansia, una parte di me si sente sollevata. Forse è giusto così, qualcuno di noi è destinato alla solitudine.

  9. 9
    piero74 -

    sara, ma come dice un aforisma, la solitudine è la patria delle grandi menti: sì, magari sei destinata alla solitudine come me, ma in cambio abbiamo grandi pensieri, cosa che gli altri non sanno neanche cosa vuol dire avere grandi pensieri.

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