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Ama il tuo peccato e sarai innocente….

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Lettera pubblicata il 17 Luglio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 130 commenti

Pagine: 1 9 10 11 12 13

  1. 101
    rossana -

    Andrea_The_Original,
    “sino a trent’anni o giù di lì ero ancora insicuro sia in testa che fuori.” – pur ricordando le incertezze dell’età, non si esita a condannare un giovane, che non ha fatto del male più di altri, solo perché in rapporto a una ragazza affine alla moglie (di cui sono quasi certa che, come M., è stato uno dei pochi utenti a rivelare pubblicamente il nome, forse in un momento di carenza di controllo, che nella quantità può sfuggire anche ai “migliori”). M. che spesso compare soltanto per applaudire, sempre più forte!

    gira e rigira si finisce di continuare ad esprimere da ambo le parti gli stessi concetti, sul caso di LaD che tiene banco da anni. avete ragione sia tu che Camy quando suggerite di lasciar perdere, di dare “partita vinta”, anche se non si condivide quasi niente di quello che si continua a propinare a tutti, in molte lettere, nell’intento di ottenere consensi.

  2. 102
    Golem -

    MG, M. L’apprezzamento è reciproco, perché si è lontani dall’onanismo mentale. E quando si decide di agire le azioni sono per forza le stesse per tutti: decisione e volonta. Se i nostri progenitori non avessero avuto queste caratteristiche non saremmo mai diventati la specie dominante del pianeta.
    Ciao a entrambi.

  3. 103
    Golem -

    Hahaha. È raro che rida sguaiatamente sul forum, ma l’abbinamento tra me a trent’anni è quel feticista, voieur e segaiolo con tendenze omosessuali proprio non ci azzecca per niente. Io ero quanto di più banale e scontato ci fosse, sia dal punto di vista sessuale che delle curiosità erotiche, anche per mancanza di “documentazioni” che non fossero riviste porno. Manco video, visto che non avevo all’epoca il videoregistratore che costava un botto, e forse a malapena c’era il televisore. E non sapevo neppure che esistessero i travestiti. Mi piaceva la “patatina acqua e sapone”, pensa che ingenuità.

    Condannare? Se la descrizione di Vale è corretta si puó prendere solo atto di uno stile di vita. Immagino che tutti vorrebbero un genero con quelle caratteristiche così invidiabili. Rossana, anzi: rossana, sicuramente, a quanto pare. Io no, ma sono “antico”, è comprensibile. Sul fatto che non abbia fatto male più di altri effettivamente è vero, ma solo perché per la povera Vale era il primo , che invece di un babà, ha trovato un povero stronzo viziato e mantenuto che a trent’anni guarda i Manga e si fa le seghe guardando i travestiti che si spogliano. Povero giovane, va capito. Certo che se poi dietro questa difesa di ufficio dell’ennesimo caso umano ci sono ragioni recondite che attengono a inopinate identificazioni, che si puó dire. Che sarebbe assurdo.

    Quasi certa o certa? Io non ricordo di aver mai comunicato il nome di mia moglie, altrimenti avrei continuato a farlo, visto che ne parlo stesso. Comunque niente di male, anzi aggiungo che il nome completo è Sally-Ann. Bello no?
    Si, che strano che M abbia espresso un apprezzamento su un’argomento sul quale più volte ci siamo trovati in sintonia.
    Rossana, sinceramente, darla vinta o darla persa. Io non sono in gara con nessuno. Quindi non mi interessa nè vincere nè perdere. Vuoi che dica che hai vinto tu? Per me fa lo stesso.

  4. 104
    M. -

    Decisione e volontà come elementi imprescindibili anche solo per tentare di mettersi in gioco seriamente, quindi.
    Io questa considerazione la condivido, ma non si può fare a meno di immergere questi due elementi nella cultura dominante degli ultimi decenni, e mi riferisco al capitalismo.
    Adesso qualcuno potrà pensare “ma cosa cavolo c’entra il capitalismo con i sentimenti umani?”. C’entra, e anche parecchio.
    Non siamo forse giunti all’apice della ideologia della mercificazione covata nel capitalismo? Non fa parte della nostra cultura l’ansia dell’accumulo? Non è forse considerato più figo un uomo che accumula più donne, rispetto allo sfigato che magari ne “accumula” solo una o due?
    E come faccio a perseverare nell’accumulo di donne, e più generalmente di relazioni umane, con quella facilità che ci passa sotto al naso tutti i giorni?
    Il metodo è semplice: sottraggo valore alla relazione con l’altro/a.
    E per svalutarla non devo far altro che crearmi quelle seghe mentali di cui parlavo prima, in maniera tale da usarle come giustificazione alla mie mancanze, e per poter continuare ad accumulare bambole o bambolotti con una facilità quasi disumana.
    Un po’ di anni fa un grandissimo pensatore con la barba uguale a quella di Babbo Natale parlò di “feticismo delle merci”, e gli esseri umani sono merci.
    I valori che un tempo non avevano mercato, oggi si comprano, si barattano.
    Quando il sonno della mia volontà è cullato dalla possibilità di trovare sempre di più, di più, di più, di trovare qualcosa di nuovo, sempre nuove “fidanzate” e “fidanzati” (operazione resa possibile dalla “grandissima” rivoluzione cuRturale del ’68 e dalle coscienze addormentate), chi me lo fa fare di rompermi testa e co...... con una relazione che si trova a percorrere quei naturalissimi momenti di flessione che tutti i rapporti umani hanno?
    I mercificatori troverebbero immediatamente la risposta a questa domanda: una nuova F*GA.
    La lettera mancante è una U e si usa…

  5. 105
    M. -

    per arrivare a una nuova I.

    Bye

  6. 106
    Golem -

    “fi.. della libertà” si potrebbe dire parafrasando il mio amato libro di Fromm, adeguando questo titolo alla tua corretta analisi degli effetti del consumismo sulle relazioni interpersonali.
    Resta peró la sensazione che le vittime di questa congiura da Grande Fratello (non quello televisivo. Si sa mai) ignorando di essere dei polli di allevamento si sentano inevitabilmente galli. È questa la geniale trovata del sistema, farti sentire quello che vorresti essere senza mai diventarlo, così che la giostra continui all’infinito. E se per un momento metti i “piedi per terra”, ti gira la testa, al punto tale che ritorni sulla giostra per non avere le “vertigini” della realtà
    Siamo sempre nel campo dell’illusione onirica di cui abbiamo avuto illuminanti e concreti (ossimoro?) esempi anche qui, e che le parole pronunciate nella “Tempesta” di Shakespeare esprimono benissimo:
    “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e la nostra breve vita è circondata dal sonno”.
    Buona notte.

    Andrea, pure tu con la “partita”. Si discute, animatamente, si polemizza, non si vince e non si perde. Sono gli argomenti che possono essere convincenti o meno. E poi chè successo di massa. Con le donne non ho dovuto neanche sforzarmi. Che merito ho. Io amo le sfide difficili. Lo so che ti sembro sbruffone, ma è andata cosi.
    Stucchevole? Va bene. Non mi interessa piacere a tutti. Non mi interessa neanche piacere.
    Aloha.

  7. 107
    M. -

    Golem,

    Il fatto è che l’essere umano è per sua natura un animale da compagnia che, sempre in nome della natura, ha la necessità di intrecciare delle relazioni con altri esseri umani. Intrecci che hanno come scopo quello di rafforzarsi a vicenda.
    Fondamentalmente l’istituto del matrimonio è nato per questo; si alleano due famiglie (o più) e da questa alleanza derivava una maggiore possibilità di sopravvivere in caso di attacco dal nemico.
    Quindi non c’era l’esaltazione dell’UNO, ma dei MOLTI.
    Poi è cambiato tutto.
    Il capitalismo prima, e il neocapitalismo ora, ha tentato e tenta di rompere tutti gli schemi relazionali (famiglia, matrimonio, relazioni generiche ecc…) svuotandoli del loro valore.
    E da qui c’è stato il salto: da animali da compagnia in nome di una ragionevole natura dell’alleanza, a vuoti individui.
    Individui soli, e quindi più facilmente manipolabili dal pensiero unico che ha buttato sul mercato ogni cosa e dà un prezzo ad ogni valore che, per sua natura, un prezzo non ha.
    Che cosa dice il pensiero unico sulle relazioni amorose?
    Dice: godi più che puoi e sopporta il mondo.
    Secondo questa logica una relazione come la tua Golem, in questo caso un matrimonio, deve PER FORZA essere un sinonimo di gabbia, deve per forza essere generatrice di tradimenti reciproci, e deve per forza racchiudere la falsità del sentimento, in questo caso di tua moglie, che deve, sempre per forza, aver visto in te il pollo che le dava la possibilità di attaccare il cappello al chiodo.
    Una persona che ha una visione del genere sui rapporti umani, come potrà mai relazionarsi con altre persone?
    Molto probabilmente sarà incapace.
    E come si potrà giustificare questa sottomissione inconsapevole a questo tipo di regime di pensiero? Dando la colpa agli altri.
    E sai chi sono i primi polli che si fanno manovrare dal pensiero unico?
    Sono quelli che si auto definiscono anticonvenzionali.
    Invece sono perfettamente allineati con ciò che “combattono”.

  8. 108
    maria grazia -

    Buongiorno ragazzi! è sempre interessante leggere le analisi di Golem e di M. sulla società attuale. sopratutto perchè mi aiuta a farmi meglio comprendere, ma sopratutto ACCETTARE RASSEGNATAMENTE, il perchè delle dinamiche che “regolano” i rapporti di oggi tra le persone. Oggi ci si ILLUDE di essere liberi. In realtà, per tutti i motivi che avete espresso voi e che non sto a ripetere, l’ essere umano è più schiavo che mai.
    Nell’ ultimo secolo abbiamo assistito a genocidi, stravolgimenti culturali, malcontento e disagio tramutati in terrorismo, e molti altri sconvolgimenti. ma, a mio avviso, mai come ora si è assistito al totale assopimento dell’ UMANA VOLONTA’.

    AndreaT.O., francamente io ti trovo uno degli uomini più stucchevoli con i quali ho interagito ( seppur solo virtualmente ). e dire che io non rientro certo “nella massa”. Parere personale, per carità!

  9. 109
    Golem -

    M, se non avessi incontrato questa donna non avrei e non mi sarei realizzato neanche per un decimo di quello che sono oggi. La tua disamina dell’istituzione famigliare è corretta, a partire dal neolitico. L’unione di una coppia, assieme ad altre coppie, crea una comunità che è utile A TUTTI. L’amore è una conquista della ragione, e non dei sentimento come qualcuno pensa. Più la cultura si espandeva e maggiore era la riflessione su certi moti dell’istinto, ancorchè modulati dalla morale, religiosa in primis.
    Ma una scelta “consapevole” che preveda anche il “rischio” insito in ogni relazione è costituzionale all’esistenza dell’uomo in questa vita. Non accettare il “rischio” significa non vivere.
    Domani mia moglie si innamorasse di un altro è una condizione che è prevista come possibile ma altamente improbabile, per lo stesso motivo per cui è possibile in me ma altamente improbabile che accada. Questo perché si è creata una tale simbiosi che anche dal punto di vista strettamente “utilitaristico” se vogliamo, sappiamo quanto sia difficile ricostruire una fusione analoga. Non ci sono innamoramenti che tengano, sarebbe come tagliare noi stessi a metá. É difficile da spiegare per chi non ha provato questa sensazione. Che è frutto di un cocktail di ragione e sentimento, attrazione fisica e intellettuale, quindi istinto e ragione, che si alimentano a vicenda. È la metafora dell’uomo di oggi che “conosce” se stesso e le sue emozioni ma sa, o dovrebbe sapere come dominarle e indirizzarle.
    Chi non si conosce resta vittima delle paure dell’ignoto e dei “comandamenti” che gli vengono imposti “dall’altro”.
    Allora finisce per rifugiarsi nel sogno o nell’autodifesa. Ma in entrambe i casi resta “fermo” , e sa di esserlo, ma se il timore supera la volontà di rischiare, sceglie una giustificazione che lo consoli, che, pur tuttavia, non lo soddisfa, perchè sente di NON VIVERE completamente. Gli amori immaginari sono la stessa cosa, un rifugio. Ognuno per quel “timore” si scava la propria tana e vi si rifugia all’interno, e mentre aspetta che il proprio “destino” venga a trovarci si immagina quello che preferisce. Invece di uscire e andarlo a cercare quel destino, e magari cambiarlo. Come fece Prometeo che sfidó gli dei, e ne rubó il “fuoco” della conoscenza. Questo lo condannó all’eterno supplizio di avere divorato le interiora continuamente, metafora dell’angoscia umana che ci proviene dalla sete di conoscenza , che peró paghiamo con la coscienza della nostra “temporalità”

  10. 110
    maria grazia -

    è esattamente come dici tu Golem! sia l’ estrema diffidenza che porta a non legarsi mai VERAMENTE a qualcuno, e sia il rincorrere amori illusori, sono i due lati della stessa medaglia: IL RESTARE FERMI DOVE SI E’, FUGGENDO DALLA REALTA’. in altre parole, il rinunciare A CRESCERE.

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