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Aldilà Aldiquà e Insicurezza, la triade che squarcia la triade

di

Scrivo malissimo e faccio una gran fatica a mettere in ordine i miei pensieri in una lettera. Vi prego quindi di essere comprensivi.

È una vita che cerco di ”non fare la differenza’ e purtroppo e per fortuna spesso ci riesco e per me è una cosa bellissima oltre che tremenda e non solo. L’altra sera dei ragazzi mi hanno chiesto cosa pensassi a proposito delle differenze in generale tra gli esseri umani. Ho dovuto rispondergli spogliandomi di tutte le vesti passate presenti e future e ho cercato di essere ironico (goffamente) sacrificando tutto quello che ho (poco) in poche righe. Nascosto da un nick name ho voluto ghignare affettuosamente ai loro stati d’animo e al mio. Premetto che ho scritto in un forum di persone tristi e forse ho solo peggiorato le cose. È stato un tentativo il mio, un tentativo di mostrare loro l’alternativa che do a me stesso, rischiando di non essere capito o frainteso (per colpa mia) .

Blatero sulle differenze in generale, su questo mondo, in risposta a quei ragazzi.

‘’Le differenze: l’arroganza delle disco e dei vestiti fighi e degli hippie e dei punkabbestia, anarchici e professionisti e di tutte le persone che NON hanno mai scordato le buone/cattive maniere per scimmiottare i loro miti e la loro carriera scimmiottati dalla miseria.

Ecco invece le differenze che ”non fanno la differenza’: la gente insicura e priva di arroganza urbana, totalmente esposta al male del mondo ma anche al bene e oltre. Persone belle nonostante i difetti che hanno, persone prive di buone/cattive maniere, per evadere via, perché loro sanno farti sentire a casa chiunque tu sia e ovunque tu sia. Persone senza principio né fine, persone in/complete, che con questa barra divisoria giocano a Shangai ma anche a Parigi ma anche a Voghera, perché fondamentalmente loro abitano ovunque e si riconoscono molto nella barra divisoria e sono simpatici. Loro sono un agglomerato universale in cui il professionista si fonde con l’ hippie e l’anarchico con l’ On. Avv. Ignazio La Russa perché loro riescono ad essere persino le differenze che non amano perché per loro è troppo facile amare solo un cucciolo di cagnetto stronzetto. La loro vanità non è nient’altro che una bellissima barra divisoria riflessa nei loro specchi ma anche molto di più (ma anche molto di meno) e molto altro ancora.

Quindi ragazzi! È arrivato il nostro/vostro momento! Rivoltate le vostre tute da metalmeccanici dalla parte leopardata e afferrate la vostra barra divisoria e scatenatevi in un Foxtrot interplanetario (ma anche di periferia va bene) sopra le note di Once In A Lifetime (ma anche Profumo Di Mare) come masciorette ghignanti arrivate dagli spazi siderali di Sondrio che con la loro barra divisoria si scagliano contro i brutti musi per sacrificare tutto in nome dei vostri/nostri e loro balli proiettando le differenze altrove, lontano dai nostri occhi e dall’ umanità tutta.
Se voi vi ammazzate chi altro si preoccuperà di non fare la differenza? Chi combatterà i brutti musi? I sicuri? ”

Ho da poco saputo che la terra in proporzione è la superfice più liscia che l’uomo conosca, quindi, se avessimo mani grandi come il sole la terra sarebbe più liscia di una biglia di vetro. Dove sono le differenze qui? Dove diamine sono? Solo oltre l’atmosfera in direzione del globo si iniziano ad intravedere le differenze. Ma le differenze sono relative nella loro complessità/diversità e insieme sono completezza in un ossimoro liscissimo e straordinario e fatto di miliardi di combinazioni differenti, esattamente come una biglia di vetro vista al microscopio. Noi esseri umani siamo così diversi e così uguali e così semplici proprio come un grande pianeta o una piccola biglia. Io credo che un’ Opera di Mozart sia assai ‘’ / ‘’ (una moltitudine) , e se solo noi esseri umani riuscissimo a riscoprirci ‘’ / ‘’ (una moltitudine) , avremmo la possibilità di diventare delle grandi opere d’Arte. Mozart non è stato diverso da noi, solo ha preso coscienza d’essere una anima folle, o una folla di anime (le nostre) , in un unico spirito.
Riflettevo sul mantra che siamo se pensate ad ogni singolo ciclo vitale che si ripete e ripete ancora e alla Terra che gira e ai soli rotanti e alle parole dette e ripetute e alle avventure e alle vetture che percorrono sempre le stesse strade. Ogni cosa si ripete, ogni singola cosa a partire dall’Atomo: ‘’È un mantra che dona significati dozzinali di continuo perché è un mantra che accende i sensi, È LA VITA SULLA TERRÀ’, credo. Le persone insicure invece, quelle che non fanno mai la differenza, si scoprono all’altezza dello sterno in un vuoto senza sensi, o in un sorriso (insicuro) , di un altra persona. Evadere dal mantra per diventare una bellissima /, una moltitudine, per scagliare via una volta per tutte gli stati d’animo al cielo. Genio? Santo? Moltitudine? Mousse al cioccolato? Non sono forse la stessa cosa..?
Io gli ho dato il simbolo / ma anche un fiocco rosa o altro sarebbe andato bene perché per i Santi/Geni e per tutti coloro che vedono l’eterno ovunque, e anche in una Mousse al cioccolato, tutto è eterno/bellissimo e altro. Credo che tutti gli esseri umani siano una moltitudine e credo che tutti coloro che se ne siano resi conto debbano aiutare il prossimo a riscoprirsi tale. Ora esagero.. Dio/cosmo è una grandissima moltitudine! Sa essere persino Gasparri!
Gasparri è una moltitudine ma il problema è che non lo sa e in vita sua non può essere nient’altro che Gasparri. Siamo tutti una moltitudine o una ” / ” (dategli pure il nome che volete o il simbolo che volete) ma spesso non lo sappiamo. Io stasera faccio il primo passo e divento un po’ Frankenstein perché è troppo facile amare solo un cucciolo di cagnetto stronzetto! Il problema è che dobbiamo rendercene conto TUTTI per sacrificare all’amore i gesti più belli e per diventare ciò che non vogliamo e farci largo tra i cuori della gente nella più nobile delle rivoluzioni.

Questa lettera, per quanto poco possa interessarvi, l’ho scritta l’altra sera, e ora ho fatto un copia e incolla qui. È la bandiera dell’ insicuro che sventola soltanto in assenza di vento. È la bandiera di chi non fa mai la differenza, è la bandiera di tutti coloro che hanno lo sguardo rivolto altrove e che non prestano mai attenzione al nemico (pur conoscendolo bene, esattamente come conoscono bene loro stessi) . È la bandiera di tutti coloro che in questa battaglia vengono colpiti da fucilate continue, perché loro non sanno difendersi, non vogliono difendersi: ”Loro si distraggono proprio quando sono sotto tiro, e lo fanno di proposito” commenta il telecronista ucronico che telecronicizza con voce nasale la voce dell’umanità in battaglia. ”Loro” dice ”Nonostante la cosa migliore da fare sia tenere d’occhio il nemico, guardano per aria, nudi come culi e completamente vulnerabili e sotto tiro, sono convinti pazzamente che a guardare le stelle ci si possa salvare per davvero, a costo di morire’.
Questa battaglia (persa in partenza) i soldati insicuri la dedicano all’Utopia, all’Ucronia e all’ Ironia e alla Relatività che gli fa mettere in dubbio tutti gli istanti e gli istinti passati/presenti/e futuri sempre e per sempre e da sempre, noi, con lo sguardo rivolto oltre i Bastioni di Porta Venezia, oltre Proxima Centauri, oltre gli Spazi Siderali dei nostri vicoli, costruiamo mattone dopo mattone un aldilà rivoluzionario in cui l’animo è essenziale alla vita e non necessita di miti e qualità; gli stati d’animo, le gioie e le tristezze non saranno più ricordate…
Diversamente, come dicevo prima, possiamo sforzarci di diventare ciò che non vogliamo, e prendere in mano la redini dell’ Aldiquà.

Lettera pubblicata il 13 Febbraio 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    cinzia -

    un groviglio di emozioni, che anche senza senso riflettono il puro non senso della vita…mi piacerebbe leggerti ancora e ancora e ancora…

  2. 2
    Ian -

    Grazie

  3. 3
    Giulia -

    Mi chiedo cosa tu faccia ora, come va la vita… Mi chiedo continuamente cose a cui non so rispondere, e quando si tratta dell’altro non riesco a pensare al suo mondo. La mia mente è come una stanza piena di oggetti ai quali non so più dare definizione. Riconosco la lampada, il letto, la finestra… Ma non ho alcun pensiero, il vuoto nella mia testa. È così che mi sento e ciò mi ha permesso di trovare questo tuo scritto. Cerco inutilmente di comprendere i dolori esistenziali che attanagliano la vita di tutti e ciò mi spinge a commentare e saperne di più, null’altro che questo. Una risposta, qualcosa che mi permetta di dubitare ancora una volta sui miei propositi legati a porre fine qualcosa a cui nessuno sa dare un senso. Cerco continuamente risposte ma so che nessuno le darà a me dall’altra parte, come la filosofia, l’uomo tende verso ciò che non può conoscere, ma ne ha bisogno. Necessita di dare una risposta ai perché. Quando scrivo è come se per un momento il mondo in cui mi sento oppressa si fermasse… Anche se questo vuol dire scrivere cose che possano generare spiacevoli malinconie, o dare noia… Sento che per un momento smetto di essere quella persona inibita e stupida che non saprebbe tirare fuori 2 parole,…

  4. 4
    Esther -

    Questo è la mancanza di lavoro che lo genera. Ecco perché un antico monaco diceva: ora et labora. Così non ci pensi. E ti ritrovi dritta in Paradiso. Il problema qui non è il senso della vita terrena che serve solo in funzione del Paradiso, ma il lavoro! È il lavoro il vero problema! Qui manca il “labora”! Vedi che un contadino che lavora da mane a sera, tutti questi problemi non se li pone, soprattutto se prega. Ma ringrazia Dio! E la sera, la lampada ed il letto sono una altra occasione per ringraziare Dio, di vero cuore!

  5. 5
    Ian -

    Ciao Giulia, se leggi questo messaggio possiamo metterci in contatto via email per scambiare due chiacchiere, così ti aggiorno sulla mia vita che ha preso una piega curiosa

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