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Rimpianti dopo la chiusura

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Lettera pubblicata il 22 Luglio 2015. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 31 commenti

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  1. 21
    maria grazia -

    “Non dare ascolto a nessuna vocina, non rifugiarti delle false speranze, e soprattutto non ti anestetizzare!! Rimani vitale, presente a te stesso e sensibile, rimani quello che sei, anche se al momento fa male!!!”

    PREZIOSISSIMO, saggio consiglio, LEGGE UNIVERSALE. avrei voluto riuscirci anch’ io, a suo tempo. ma non ce l’ ho fatta.

  2. 22
    Actarus2011 -

    @maria grazia perché? Cosa ti è successo?

  3. 23
    LinuX -

    Mi ci sono voluti 6 anni per lasciarla definitivamente, perché tutte le volte che provavo a farlo, davo ascolto alle “vocine” che mi facevano sempre vacillare e tornare sui miei passi.
    Credo tu non abbia ancora toccato il fondo, credo tu non riesca ad “ascoltare” nel giusto modo le umiliazioni che ti vengono inflitte, credo tu non abbia ancora perso stima ed amore verso te stesso, credi di essere pronto a dire basta ma in realtà non lo sei, ci tornerai assieme ancora, una, due tre volte…fino a quando un giorno, troverai la forza dentro di te, inaspettatamente e meravigliosamente ti sentirai arrivato “davvero” al capolinea. Io l’ho fatto, ci sono riuscito ed anche tu lo farai, quando sarà il momento.
    Ora, forse ancora non è tempo.

  4. 24
    maria grazia -

    ciao Actarus
    mi è successo esattamente quello che descrive Linux: mi ci sono voluti quasi 6 anni per chiudere DEFINITIVAMENTE con chi mi usava, sfruttava, mentiva, logorava, umiliava. e ho dovuto toccare veramente il fondo per riprendermi in mano LA MIA vita.

  5. 25
    rossana -

    LinuX,
    “credi di essere pronto a dire basta ma in realtà non lo sei, ci tornerai assieme ancora, una, due tre volte…fino a quando un giorno, troverai la forza dentro di te, inaspettatamente e meravigliosamente ti sentirai arrivato “davvero” al capolinea.” – è proprio così: un’esperienza di qualsiasi tipo, una volta che è iniziata, spesso non può che essere portata fino in fondo. si deve arrivare alla base del pozzo per poter poi, definitivamente, risalire!

  6. 26
    Actarus2011 -

    Io sono d’accordo quando dite che le esperienze a volte vanno fatte in modo estremo, toccando veramente il fondo, ma mi chiedo: chi decide quando si è toccato il fondo?
    Non creso sia giusto, ne rispettoso, riprendere in mano una storia d’amore sapendo di farlo come “cammino” verso il fondo di un pozzo, perchè la qualità della storia ne risentirebbe tantissimo e non sarebbe giusto nei confronti del partner. Con quale entusiasmo ci si butta in un burrone?
    Credo che a volte ci voglia molto tempo per capire quale sia la direzione giusta da intraprendere, ma non credo che si possa continuare a sbagliare consapevolmente, quello è masochismo.

  7. 27
    LinuX -

    Il cammino verso il fondo del pozzo non è irrispettoso, al contrario, è il tentativo ultimo e disperato per cercare di non lasciare nulla di intentato; dentro di te già lo sai che le probabilità saranno prossime allo zero ma questo cammino sarà la lenta agonia che ti porterà alla morte del sentimento, alla distruzione della tua identità, alla deprivazione…allora, forse avrai toccato il fondo e solo allora potrai risalire, a quel punto sentirai un vuoto immenso ma percepirai lei in maniera diversa…più lontana più annebbiata…quasi il fantasma di ciò che era, rimarrai solo tu e sarai incredibilmente e meravigliosamente pronto “davvero”, ricomincerai a vedere ciò che prima era invisibile dentro di te ed intorno a te.
    Sono stato in questo limbo per molto tempo, poi, quando tutto sembrava morto, ho intravisto una luce…ed ho scelto “me”.
    Continua pure il tuo lungo cammino e se non perderai di vista la strada ne uscirai cambiato, in meglio, e ti accorgerai che “il bello deve ancora venire”.
    Auguri

  8. 28
    maria grazia -

    Actarus, io ho detto che da certe situazioni ne puoi uscire solo toccando il fondo, non ho detto che questo è giusto! la cosa VERAMENTE giusta sarebbe riuscire a districarsi PRIMA ANCORA di averlo toccato, quel fondo. ma non tutti ci riescono e non sempre è possibile.

  9. 29
    Actarus2011 -

    Linux non credo che intraprendere un cammino che sai già in partenza essere una lenta agonia sia rispettoso – in primis – verso te stesso e poi verso il partner. Son cose che si possono dire solo dopo aver completato questo percorso ma non durante. Durante la frustrazione sarebbe troppo forte. Con quali occhi guardi il tuo partner sapendo che sei con lei solo per portare il sentimento alla morte? O per vedere il suo fantasma sbiadito? Io non ce la farei e non mi viene nemmeno in mente. Non sei il primo che me lo dice, intendiamoci, in tanti seguono questa linea, ma non è nelle mie personali corde.
    Maria Grazia, ok, sono d’accordo con te e mi hai commosso quando hai detto che “non sempre è possibile”, è proprio così, è tra ciò che è possibile e ciò che è impossibile che si sta dilaniando la mia anima.

  10. 30
    LinuX -

    Un tentativo ultimo e disperato per cercare di non lasciare nulla di intentato è una speranza. La speranza che le cose possano cambiare, la speranza che stavolta potrebbe essere diverso. Il sentimento viene portato alla morte dal tuo istinto di conservazione, quando capisci che tutto è irrecuperabile. Io ho dovuto completare questo cammino; se avessi avuto la forza di chiudere, come diceva giustamente MG lo avrei fatto molto tempo prima. Se tu avessi davvero la forza di seguire “altre corde” non avresti scritto questa lettera e nemmeno le precedenti.
    Credo tu abbia davanti soltanto due possibilità, parafrasando Matrix, devi fare una scelta:
    Pillola azzurra: Fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Rimarrai ancorato alla tua assurda relazione, cercherai di migliorare un rapporto ormai rovinato, cercherai di migliorare te stesso e durante il tempo che passerà inesorabile, dovrai essere pronto al “quasi impossibile” decollo della relazione ma anche e soprattutto pronto a lasciare da parte orgoglio, rispetto di te stesso. identità, percepire deprivazione e frustazione, questa è la lenta agonia che intendevo.

    Pillola rossa: Entri nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.

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