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Il mio futuro… il mio sogno è quello di diventare medico

Buonasera Direttore, le scrivo questa lettera per esporre un argomento che da molti anni è diventato prevalente nella mia vita: il mio futuro.
Sono una ragazza di 22 anni e il mio sogno è quello di diventare medico. Non è un’idea astratta e una volontà basata su influenze esterne, ma un pensiero maturato negli ultimi anni di Liceo Scientifico, dopo un attento esame di coscienza e dopo una lunga serie di valutazioni. Esiste però un grande problema: all’alba dei miei 23 anni non sono ancora nemmeno riuscita ad entrare nella facoltà di Medicina, in quanto prevede un test a mio avviso del tutto inconcepibile per il lavoro che prevede questo tipo di studi, un test in cui invece di valutare le capacità psicoattitudinali di ogni singolo iscritto, si basa sulla valutazione di mere informazioni, poco utili a un medico che dovrà andare a mettersi in contatto con una persona in difficoltà.
Arriviamo al punto: io sono iscritta alla facoltà di Biologia, è un ripiego per me, e detta in tutta sincerità ho spinto me stessa al punto di farmela piacere per non trovarmi senza lavoro. Non studio con passione, non metto me stessa in quello che faccio e molto probabilmente, con gli occhi di adesso, non metterò mai tutta me stessa nemmeno nel lavoro che andrò a fare un giorno.
Credo che in Italia parecchie persone abbiano sbagliato a valutare il loro ambito lavorativo, sia al momento della sceltà di studi, sia al momento della concretizzazione del loro operato.
Perché non si cerca un modo per selezionare gli studenti sulla base della loro vera e sincera volontà di adempire a un compito che sentono insito dentro di loro? Perché compiere questa scrematura (nella mia città entra circa un decimo degli iscritti al test) solo alla facoltà di Medicina, e invece, per esempio, alla facoltà di Giurisprudenza non è presente nulla del genere? Perché in un paese dove c’è carenza di medici, e alcuni dei medici presenti e lavoranti negli ospedali sono stranieri, continuiamo a storpiare i sogni di molte persone cariche di volontà?
E soprattutto, vogliamo un paese in cui esistono persone che lavorano senza passione e di conseguenza senza il massimo dell’impegno, al fine di adattarsi a un sogno inespresso? Personalmente no, e mi dispiace se sarò parte come protagonista di questo disservizio.
Vorrei che il mio futuro fosse nelle mie mani, che potessi decidere in prima persona IO cosa fare della mia esistenza, vorrei assumermi io le responsabilità dei miei eventuali errori. Vorrei essere trattata come una persona adulta e che le persone che selezionano i futuri medici fossero dei professionisti in grado di capire in modo concreto e non casuale le vere persone atte a compiere questo lavoro.
Io voglio scegliere il mio futuro.
Cordiali saluti.

Lettera pubblicata il 19 Febbraio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    SAM -

    Eh…è l’intero sistema che va cambiato…sono terribilmente sconfortato nel dirtelo…e non saprei proprio come aiutarti, perchè non sono consigli che cerchi…la tua è semplicemente una costatazione e io non posso fare altro che darti semplicemente ragione…

  2. 2
    dott50 -

    Cara “miss futuro”, uso questo appellativo perchè non ti sei firmata; intanto devo evidenziare che viviamo in un paese dove esiste una pletora di medici e non una carenza, così come affermi. I test di ingresso, opinabili quanto vuoi, sono rivolti a saggiare la maturità dell’esaminando, ma oltre ai tests di cultura generale (chi ha frequentato con profitto un liceo dovrebbe essere in possesso degli strumenti cognitivi per conoscere le risposte, almeno di una parte), vi sono anche tests di matematica, biologia che sono più congrui rispetto alla facoltà di Medicina e la risposta esatta al 100% di questa sezione di tests sarebbe sufficiente a farti rientrare tra coloro che hanno accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia; purtroppo a me sembra che Tu sia animata da una voglia generica di fare il medico, ma senza supportare questa voglia con un impegno fattivo. Hai 23 anni e a quest’ora dovresti essere gia laureata, mentre in realtà gli unici che si impegnano per il tuo futuro sono i tuoi genitori che ti mandano i soldi per vivere a Bologna; spero che almeno non gli costi sacrificio. Scusa la mia franchezza, ma dovresti fare un VERO esame di coscienza e capire prima ditutto quello che vali e poi impegnarti al massimo per sfruttare le tue capacità, molte o poche che siano. Auguri!

  3. 3
    Davide -

    Le domande che ti poni me le sono poste anche io all’epoca prima e dopo non aver passato il test di ammissione in infermieristica. Ho provato due volte il test, la prima volta è andata male e ci rimasi malissimo. La seconda volta, l’anno successivo, andò bene grazie anche all’estate passata a casa sui libri e la paura di andare incontro ad un nuovo insuccesso che mi avrebbe messo KO. E invece la seconda volta è andata bene, arrivando nelle prime posizioni (234esimo su 600 posti disponibili con un totale di 1200 iscritti). E se ce l’ho fatta io, ce la puoi fare benissimo anche tu. Anche se la mia facoltà si trova sotto medicina e chirurgia, entrare a fare medicina è molto più difficile che fare infermieristica anche perchè gli scritti in medicina sono il triplo di quelli iscritti in infermieristica. Se è quello che vuoi fare, se è il tuo sogno, non farti abbattere dalle difficoltà e metticela tutta. Studia giorno e notte, riservati tutta un’estate a casa a studiare seriamente ma non ti abbattere. Trova conforto e forza negli amici o nella famiglia. Quelli che passano il test non credo siano migliori di me o di te. Lo studio e la bravura, e perchè no anche in minima parte la componente del fattore C (fortuna per non usare un altro termine) ti porterà lontano. Da me a Milano (ma anche in altre città italiane) fanno i corsi pre-post tenuti da studenti di medicina per affrontare al meglio il test di ammissione. Se è davvero ciò che vuoi fare, fallo.. buttati. Impegnati. Non hai nulla in meno degli altri. Chissà magari un giorno ci ritroveremo a lavorare nello stesso reparto senza neanche saperlo. La vita dal tronde è più fantasiosa di ognuno di noi. Io faccio il tifo per te, però tu mi raccomando, tienici aggiornata. Per qualsiasi altra info mi trovi qua, seguo la tua pagina. Un bacio

  4. 4
    s. -

    concordo con dott.
    e probabilmente il test così com’è ora non sarà il massimo, ma pare che un’idea migliore non sia ancora venuta a nessuno, almeno niente di facilmente applicabile. anche un test psicoattitudinale sarebbe improponibile, per nulla obiettivo e standardizzabile.
    trova altri strumenti…fallo in un’altra facoltà,studia ancora di più, cambia strategia. e soprattutto guardati dentro un po’ meglio. sei davvero sicura?hai davvero fatto tutto il possibile?

  5. 5
    alessandro -

    Auguri allora!
    Vorrei dirti tante di quelle cose, non so se per confortarti o solo per darti maggiore consapevolezza di questo mondo, che è un inferno, ma adesso l’ora è tarda e non ce la farei…
    Io sono uno psichiatra trentenne e davvero ne ho viste di tutti i colori, a partire soprattutto dagli anni di internato e specilizzazione, qualcosa di assurdo e patologico in un sistema che va cambiato, anzi rivoluzionato alla radice, perchè è marcio, logoro, vecchio, controproducente.
    Scusamo, non volgio è demoralizzarti nè spaventarti, ma è gusto dirle le cose, perchè sennò non si va da nessuna parte.

  6. 6
    francesca -

    Rispondo a dott50. Nella mia città esiste un ospedale che ora come ora, leggendo gli articoli del giornale locale, ha numericamente meno medici di quelli che servono. Sempre nella mia città però, hanno costruito un grande tre volte l’attuale e mi pare giusto chiedersi con che personale lo vorranno riempire. Dato che ho 23 e mi riferisco alla poca esperienza che ho mi vorrà scusare se baso le mie opinioni sull’esperienza che ho fino ad ora.
    Per quanto riguarda la mia reale voglia, le voglio far sapere che io sono già laureata nella triennale di scienze biologiche, quindi, appunto per non far sprecare i soldi ai miei genitori (non vivo e non studio a Bologna) devo andare avanti fino a fine luglio con gli esami della mia facoltà, e il mese di agosto fino ad ora non mi è bastato a preparare il test. Avendolo provato 4 volte credo di sapere meglio di lei come è fatto il test, in tutti e 4 i tentativi ho sempre fatto alti punteggi nella parte scientifica ma è sempre stata la cultura generale a togliermi punti.
    Io il vero esame di coscienza lo faccio ogni singolo giorno studiando e andando avanti in una facoltà che poco mi attrae per non pesare neanche un po’ sulle spalle dei miei genitori, mi sono laureata a dicembre con un ottimo voto e non sono proprio la persona che ha sbagliato a farsi l’esame di coscienza o non si impegna.
    Come s’è detto in altri commenti, è certo che io non ho dato il 100% delle mie capacità per poter realizzare il mio sogno, ma sappia che negli ultimi due anni il mio sogno non si è realizzato di una decina di posti entrambe le volte, e il prossimo settembre ce la metterò tutta per fars sì che quei dieci posti non esistano più.
    Prima di campare frasi per aria le consiglio di, magari, porre delle domande perché buona parte di quello che ha scritto ha poco a che vedere con quello che ho scritto e poco a vedere con quella che è la mia esperienza. Il mio pezzo è ricco di polemica e questa risposta di autocritica.
    Un’ultima domanda: ma secondo lei quindi una persona che ha fatto studi di tipo psicopedagogico quindi, e che ha deciso di intraprendere questo percorso, non è maturo se non passa questo test con una prevalenza di domande di cui non ha una base? Non dovrebbe essere l’unico modo di saggiare la maturità di una persona la conoscenza di fatti e avvenimenti e formule chimiche, perché la bravura del medico, in qualità solo di paziente fino ad ora, non è assolutamente proporzionale unicamente alla sua conoscenza.
    Spero che un giorno qualcuno trovi un modo, non alternativo ma solamente parallelo, per valutare le modalità di scelta.
    Si informi su come vengono scelti i medici in tutta l’Europa. Saluti.

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