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Una conoscenza on line che mi lascia turbato

Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Salve a tutti, sono un ragazzo di 32 anni, e di certo non mi sarei mai aspettato in questa fase della mia vita di scrivere quello che sto per raccontare. Credo che un qualcosa del genere sia “normale” se accade prima, quando ancora non si ha acquisito una certa maturità e si tende ad agire più facilmente seguendo l’istinto.
Andiamo nel concreto ai fatti. Qualche mese fa decisi, un po’ per noia, un po’ per non so cosa, di iscrivermi in uno di quei siti di incontri on line. Non mi interessava particolarmente trovare l’anima gemella, lo feci con lo scopo di ammazzare un po’ la noia nei momenti in cui per lavoro o a casa mi trovo a stare davanti al pc. Chiacchiero con molte persone, alcune più interessanti di altre, con qualcuna ci scappa anche l’incontro, ma tutto si svolge in piena serenità e con la consapevolezza che spesso da questo tipo di incontri può nascere veramente poco. Finché un pomeriggio della prima metà di agosto mi capita di chiacchierare con una ragazza in particolare, di due anni più grande di me. Ci scriviamo per tutto il pomeriggio, e noto che nonostante in chat sia di poche parole, e mi sembra quasi di doverle tirare fuori le parole con le tenaglie (diffidenza anche da parte sua? ) , mi trasmette un qualcosa che con altre non era accaduto. Noto poi, anzi notiamo, che questa sensazione tutto sommato è reciproca, quindi le chattate si intensificano, al punto che decidiamo di passare alle telefonate. Inizio quindi a scoprire che al telefono è una persona molto più loquace, e le chiacchierate che facciamo diventano sempre più piacevoli, al punto di iniziare a passare pezzi di ore al telefono. Inevitabilmente accresce il desiderio di vedersi, ma viene prontamente smorzato da un particolare piuttosto importante. Lei è uscita da pochi mesi da una situazione sentimentale che ha avuto un finale piuttosto travagliato, e tutt’ora ci sono molti aspetti della sua vita (lavorativa e non) che ne sono ancora condizionati. Lei mi spiega che la natura della sua frequentazione di quel sito sia praticamente la stessa della mia, di fatto entrambi abbiamo smesso di entrarci. O almeno io non ci sono più rientrato, e lei riesce a trasmettermi una fiducia incredibile, che mi induce a credere che anche lei non sia più entrata li. Vista la nostra affinità, per me è stato spontaneo offrirle una spalla su cui sfogarsi, o semplicemente parlare d’altro per distrarsi. E di fatti questo accade. Lei parla, si sfoga, e quando serve la faccio distrarre e divertire. Inizia a nascere un rapporto strano, tanto che la sera se le capita di uscire con le amiche, mi rende partecipe di ciò che fa, dove si sposta, chi incontra, e tutto questo senza che io le abbia chiesto nulla, benché la cosa mi faccia un certo piacere. Insomma, se qualcuno vedesse il mio telefono, dal numero delle telefonate e gli sms scambiati penserebbe che in realtà stiamo insieme. Mi è venuto spontaneo parlarne con lei, per capire cosa potrebbe accadere in futuro, considerato il fatto che, nonostante non siamo neanche lontani, non ci siamo ancora visti. Le piace chiacchierare con me e rendermi partecipe, nonostante avesse una marea di amiche che conoscono e capiscono la sua situazione meglio di me, e che le sono davvero molto vicine. Un po’ ho attribuito la cosa all’entusiasmo del momento, e che tutto sarebbe lentamente sfumato col passare del tempo, ma in realtà più ci sentiamo, più abbiamo voglia di farlo. E sinceramente, in me inizia a crescere il desiderio di stare più vicino a lei, di farle sentire la mia presenza in maniera più concreta. Iniziamo a discuterne e mentre lo facciamo mi accorgo che in me è nato in un certo senso il timore che vedendoci possa crollare tutto. Questo non tanto per una questione fisica in sé, le foto sono relative, occorre vedersi dal vivo per capire molte cose, le immagini non bastano. Ma anche ipotizzando che possa esserci interesse reciproco, è come se avessimo comunque un muro che ci divide, che consiste nella sua fase attuale, in cui sta tentando di superare la sua precedente storia. In parole povere, per lei è finita, non ne vuole più sapere, ci sono state molte cattiverie da parte del suo ex, ma ovviamente non sarebbe durata anni una storia se non ci fossero stati anche bei momenti e bei ricordi. Per cui con queste premesse, cosa accadrebbe se in realtà scopriamo di piacerci, ma come è giusto che sia, il suo dolore è ancora troppo fresco per permetterle di pensare a un altro? Cosa accadrebbe se piace a me, ma io non a lei? e viceversa? Tutte cose delle quali insieme abbiamo discusso, ed entrambi non riusciamo a trovare una soluzione. Lei desidera vedermi, ma ha paura che il suo giudizio possa essere condizionato dal fatto che sia ancora in fase di ripresa. Io desidero vederla, ma la sua condizione frena me. Abbiamo persino ipotizzato di uscire non da soli, ma unendo le rispettive comitive, per rendere più leggero l’impatto. Ma questo ipotetico muro inizia ad essere un peso per me, andrei sotto casa sua anche in questo momento, ma ho paura. Ci siamo ripromessi che qualunque sia l’esito dell’incontro, non avremmo smesso di sentirci, visto che comunque caratterialmente siamo molto affini, e ci piace molto parlare e raccontarci a vicenda. Ma col tempo mi rendo conto che ho iniziato a pensarla un po’ egoisticamente, visto che a me piace, ha uno stile di vita, un modo di porsi, e un modo di ragionare che si accostano perfettamente al mio pensiero di ragazza ideale. Per farvi capire un po’ di più il nostro attuale rapporto, oggi all’ora di pranzo mi telefona. Mi accorgo subito che la sua voce è strana, e le chiedo cosa stesse succedendo. Capisco che sta piangendo, mi racconta che per cause lavorative, ha avuto a che fare col suo ex, anche se indirettamente, non si sono visti ne sentiti. Mi racconta tutto, e mi spiega in particolare che le dispiace che sia proprio io la sua valvola di sfogo, e che mi stia trovando in una situazione del genere. Può benissimo rivolgersi alla sua migliore amica, che conoscendo meglio di me i fatti, riuscirebbe a darle maggiore conforto, ma desidera comunque chiamare me. Io la consolo, la lascio sfogare, le dico che non deve preoccuparsi di cosa possa sentire io. In quel momento l’avrei stretta tra le braccia, mi stringeva il cuore sentirla in quel modo. Nonostante tutto, riesco a farla smettere di piangere e a farla sorridere un po’. Mi dice che sto facendo davvero tanto per lei, anche se solo al telefono.
Ora, io non so più cosa fare, da una parte vorrei forzare le cose, perché lentamente mi sto cuocendo. Dall’altra temo possa sparire tutto il bello che è stato costruito fino ad ora.

A conti fatti mi rendo conto che, nonostante la sua situazione, lei riesce a ragionare in maniera più razionale di me.

Lettera pubblicata il 19 Settembre 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Andrea74 -

    Quoto Golem.. il rischio che ‘sta tizia sia ancora troppo coinvolta emotivamente col suo ex è molto alto, e come non solo Golem ha già detto, scivolare nella situazione “migliore amico e confessore” ti allontana dal potenziale ruolo di suo nuovo compagno.

    Che cosa vuoi essere per lei? Un platonico e virtuale Padre Brown? Io non credo, ho l’impressione invece che vorresti giustamente giocare con lei al dottore.

    Ed ho un’altra (brutta) impressione: mi pare, da quello che racconti, che questa donna si stia ponendo nei tuoi confronti in modo molto egoistico. Mi spiego meglio.. anche se a parole si dispiace perché racconta “proprio a te” certe cose, non si è comunque trattenuta dal farlo, mentre sarebbe stato molto più adulto, responsabile e rispettoso astenersi dal condividere proprio con te i suoi crucci sentimentali per un altro. Non solo: mi permetto di contestare la tua ultima affermazione per quanto riguarda la presunta “maggior razionalità” che lei sarebbe in grado di usare nel rapporto con te. Non si tratta di maggior razionalità, ma di distacco e di minore emotività, tradotto: non si sente coinvolta da te, non a sufficienza, altrimenti morirebbe dalla voglia di vederti subito, combatterebbe con le sue paure perché il fine ultimo di incontrarti (anche solo per un banale caffè, come ha detto Sarah) andrebbe ad asfaltare i suoi dubbi e le sue incertezze. Secondo me non le piaci, non abbastanza. Spero di avere torto, ma devi porti questa domanda ed in base alla risposta che ti darai, scegliere magari di tirartene anche fuori.

  2. 12
    Tonyk182 -

    Grazie a tutti per le vostre opinioni e consigli.Aggiorno solo ora la situazione, visto che gli sviluppi più rilevanti si sono svolti la settimana scorsa. Alla fine è successo. Ci siamo visti. La decisione è arrivata non priva di lunghe e cervellotiche discussioni, che col senno di poi hanno lasciato il tempo che trovavano. Ma alla fine abbiamo deciso, approfittando dei suoi spostamenti per lavoro. L’ho raggiunta giovedì pomeriggio. Inutile descrivere il primo quarto d’ora d’imbarazzo e mutismo totale da parte di entrambi, anzi, cercavo di dar fondo alla mia già scarsa loquacità per cercare di rompre il ghiaccio. Ma diciamo che sostanzialmente il primo incontro, durato circa un’oretta, è stato tutto così, e per smaltirlo un po (almeno da parte sua) c’è voluta la classica telefonata serale. Con essa è più facile scambiare le proprie impressioni, e scoprire che una volta tanto nella vita siamo come credevamo di essere. Il giorno dopo decidiamo di uscire a cena, diciamo la classica uscita a 4, un po per stemperare eventuale imbarazzi e coinvolgiamo 2 amici. Il ghiaccio direi si è sciolto parecchio, chiacchieriamo dal vivo come se fossimo al telefono, mi propongo di farla ridere e divertire senza troppi perchè, insomma, mi propongo di viverla così come viene. Curioso durante la serata, al tavolo, mentre siamo fianco a fianco e navighiamo su internet dal mio telefono, mi arriva una notifica della chat di facebook da parte di un’amica. Innocua e senza particolare significato, ma ha generato piccole reazioni di gelosia da parte sua che tutto sommato mi ha fatto anche piacere notare.Il resto della serata è trascorso grazie alla complicità degli amici che, mettendosi in disparte, ci hanno permesso di passare del tempo da soli. In quei momenti si percepiva che si sarebbe anche lasciata andare, ma che allo stesso tempo si tratteneva. Non ho forzato minimamente la cosa, non ho cercato baci o altro, semplicemente ho lasciato che la spontaneità di entrambi facesse tutto. CONTINUA

  3. 13
    Tonyk182 -

    CONTINUAZIONE
    La stessa scena è accaduta domenica pomeriggio, ci piace stare insieme così, anche semplicemente fissandoci.
    A questo punto resta l’incognita della sua situazione, la sua precedente storia è finita male e da troppo poco tempo. Ne ha risentito anche fisicamente, e per ora non posso fare altro che coltivare questa amicizia che sembra qualcosa di più, ma neanche io so come definirla. Resta il fatto che continuiamo a fare le nostre consuete lunghe telefonate, ora intervallate da momenti in cui parliamo di persona, con la stessa intensità.
    Cosa ne pensate?

  4. 14
    Alfonso -

    Penso che i primi commenti di questa lettera siano corretti, per il momento sei una distrazione, uno sfogo, un amico con il quale lenire i suoi dolori.
    Se almeno tu fossi più intraprendente invece di vivere una vita contemplativa, diventereste trombamici. Invece al massimo si evolve in un amore platonico, ovvero di un rapporto inconcludente, come dici tu state a fissarvi.
    Vi siete visti di persona dopo due mesi, dopo lunghe e cervellotiche discussioni, neanche doveste pianificare lo sbarco in Normandia. Quando pensi di inzuppare il biscotto?

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