Un pene piccolo fa godere lo stesso?
di
ciabattina
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maia grazia,
Tra le opzioni vi è anche la versione “uccellus canis”.
Tra ironia e feste natalizie, andate al min 2:19 e ditemi se le dimensioni non contano, caro Fantasma. Unpic, per me, ha sempre più ragione.
https://www.youtube.com/watch?v=NPSlCccAQr0
A quanto pare piacciono i “pacchi” – logicamente natalizi – piacciono abbastanza
Da notare che solo 1 dice che il pacco piccolo va bene uguale.
Mi pare una statistica confortante, che dici fantasma?
roland,
A te certamente è sfuggito quello che dice la signora a cui il pacco non piace né piccolo né grande ,bensì di qualità,come a dire che delle dimensioni non gliene frega nulla purchè funzioni bene.
Hai invece enfatizzato la ragazza che ridendo mostra il mignolo per indicare il pisello piccolo; è quello ciò che tu temi moltissimo:il rimpicciolimento della tua immagine sociale considerata alla stessa stregua delle dimensioni del pisello.
La vergogna,la ferita narcisistica indotta dalla suggestione di chi dà per scontato il proprio parere.
Quella ragazza certamente ignorava il “range” della normalità e la sua ignoranza in materia,come l’ignoranza di tante altre persone le ha fatto dare per scontato che il pisello fosse ridicolo.
Quel comportamento induce complessi,non il pene piccolo di per sé.
fantasma, potrà anche essere come dici te, ma il resto fa riflettere. Ma poi mi faccio domande sulla veridicita’ di quelle interviste…
Ho notato che quando per un periodo si smette di discutere su questa lettera, prima o poi c’è sempre la stessa persona (roland) che cerca di riattizzare il fuoco della discussione.
Lo capirei, se davvero avesse dei dubbi sul tema.
Il punto è che non ne ha, sostiene sempre la stessa posizione da anni ormai (almeno 4 per chi segue il forum).
Allora mi chiedo, dato che roland è già straconvinto di una cosa, perché cerca di continuo il modo di discuterne ancora?
Credo che il motivo sia che sa che la sua posizione è sconveniente, minoritaria e inconcludente…ma riconsiderarla gli costa più fatica che cercare conferme.
L’altra alternativa è che ha capito che ci sono persone con un pene piccolo o sottomedia che vivono benissimo la sessualità, e per dimenticarlo vuole e cerca compagnia nell’autocommiserazione.
Ciao Michele,occhio a non sollevare un vespaio..!!scherzo…
Sul problema dell’immutabilita’ delle posizioni puoi avere ragione.Pero’ non dimenticare (e questo vale per tutti)la componente della “fissazione”dei concetti:da cosa si determina?C’e’ stato un episodio o un rifiuto?Oppure sono posizioni preconcette dovute a una difficolta’ di relazionarsi?Ogni caso e’ a se e non si puo’ giudicare.Ma soprattutto secondo me l’elemento dominante e’ la necessita’ di buttare fuori l’angoscia(ed e’ per questo che il thread va avanti)Inconsciamente e’ difficile( o non si vuole) trovare una sintesi perche’ un po’ per cipiglio personale si rimane arroccati sulle proprie posizioni e un po’perche’ anche se razionalmente uno e’ convinto che l’altro ha(in parte o in tutto) ragione la parte emotiva non accetta comunque una visione dei fatti diversa.E’ questa scissione il problema di tutto perche’ la lacerazione emotiva o comunque una ferita nell’orgoglio narcisistico o una semplice percezione di una valutazione negativa” si attacca” e non e’ facile allontanarla. .Risottolineo parlo per tutti.
E comunque ho fatto caso che quando la discussione langue qualche fake birichino che si finge donna e la spara grossa ecco che tutti escono .Ormai cambiano le finte protagoniste ma il copione e’ lo stesso:continuare a parlarne sempre e comunque.Se il thread si chiudesse si andrebbe a cercare lo stesso argomento su altro forum…E comunque se un 90% dicesse una cosa e il restante 10% dicesse altro si tenderebbe a credere a quest’ultima percentuale anche se il 90% porta elementi credibili e verosimili..
Nel mio ultimo post ho voluto dare una visione femminile “vera” perche’ sentita con le mie orecchie e detta da una persona che non ama aggirare le cose.E ci sono cose che possono dare degli spunti e che pensavo potessero essere approfonditi.
E dove non c’e’ automatismo scontato tra un pene di un certo tipo e il piacere femminile perche’ se e’ vero che in teoria ci puo’ essere un plus (ed e’anche logico ) nella realta’ non e’ cosi’scontato che lo sia perche’ entrano mille altri fattori.
Io non so di preciso quanti partners sessuali prima di me abbia avuto la mia donna(secondo me le avventure si omettono o non si ricordano).Ufficialmente 5…3 storie serie e 2 flirt.Quelle che lei considera soddisfacenti (fisicamente e non)sono 3.E questo indipendentemente dalle misure del pene.E se uno dei 3 soddisfacenti era (come scritto)extra long size gli altri 2 erano nella norma..E almeno uno degli insoddisfacenti ( di cui era stata innamorata peraltro)pare non privo di dotazione generosa.Ma con lui mancava intesa,feeling,compatibilita’ .Come detto il suo spartiacque era(ed e’) l’attenzione,l’alchimia e la capacita’ di sentirsi soddisfatta ma soprattutto la capacita’ di lasciarsi andare(cosa che ha imparato strada facendo)e se raggiungeva o no l’orgasmo. .E difatti emotivamente considera piu’ forte non la prima esperienza ma quelle successive(perche’ la testa era diversa…)
Il riattizzare la discussione da parte di roland potrebbe essere semplicemente espressione di un inconsapevole disturbo ossessivo(quindi una dinamica),agganciatosi all’oggetto(pene piccolo).Tutto ciò in sovrapposizione alle reali difficoltà che si incontrano nell’approccio.
Alberto, sei sempre impeccabile nei tuoi post. Concordo su tutto e aggiungo che il novero delle esperienze della tua donna e la relativa sua classificazione dovrebbe per te essere ulteriore motivo di “tranquillità” quando si viene alle dimensioni del pene.
Invece tornando al quadro generale, ti dico: esistono (numerosi) uomini con pene normale dal punto di vista medico sia pur statisticamente sottomedia, che vivono BENE o talvolta benissimo la propria sessualità e il rapporto con l’altro sesso. E questo è un primo punto, un dato di fatto.
Sono sicuro che in parte puntano su altro, in parte sanno compensare con la propria ars amatoria…ma ciò che veramente permette loro di viversela bene è che se ne fregano dell’eventuale giudizio negativo. Ho più di una testimonianza in merito e lo asserisco con certezza.
Fantasma, ma se nell’approccio roland già parla di pene, non credi che si ponga sua sponte in una posizione poco mascolina, insicura, suscettibile di valutazione e anzi ansioso di riceverla?
Un atteggiamento del genere anche se fosse riferito alla dimensione del naso e alle sue implicazioni psicologiche (esempio), le farebbe scappare.
Tutti veniamo valutati (e anche valutiamo) e a tutti più o meno le valutazioni fanno un certo effetto specie se negative; ma se dai a vedere a una donna che la considerazione che hai di te dipende dalla sua valutazione, le spegni ogni libido perché divieni ai suoi occhi l’esatto cobtrario del maschio alfa e contemporaneamente le conferisci apertamente un potere psicologico su di te che poi è dura ridimensionare sul serio (penso possa essere successo grosso modo ad alberto).
Michele 1991,
Certamente è come dici tu.
E’ necessario però considerare che l’atteggiamento sbagliato nell’approccio non è espressione di una modalità comportamentale concepita in modo autogeno
bensì la risultante di un imprinting che è sequenziale ad un “primum movens” esercitato dall’esterno.
I buoni propositi di agire nel modo giusto non servono a nulla a meno che non si riesca a modificare l’imprinting errato.
In passato avevo ipotizzato un qualcosa che chiamai”meccanica applicata alla psiche”,ma la teoria non fu accettata poiché necessitava di una specifica collaborazione da parte delle donne.
Anche solamente a livello di semplice teoria essa fu concepita scandalosissima, nonostante la presunta modernità delle donne di oggi.
Si trattava di forgiare un nuovo imprinting che potesse ridare al soggetto una forte autostima tramite l’innalzamento dell’emotività a cui far conseguire un esperienza di successo,in pratica,un trauma al contrario.
Potrebbe anche funzionare…ma non credi che questo trauma al contrario di cui parli, potrebbe benissimo verificarsi da solo (e quindi forse funzionerebbe anche di più) se solo semplicemente ‘ci si lanciasse’?
Capisco che siamo fatti di imprinting, di emotività e di sensazioni, ma usare la razionalità imponendosi di buttarsi, non fosse altro che per fare ulteriore esperienza delle relazioni e del mondo annesso, proprio no? Le emozioni seguirebbero esperienzalmente e con spontaneità.
Tutti a fare gli illuministi e i razionalisti quando c’è da discutere di calibri, di grossezza, di centimetri e di riempimento vaginale e sensazioni fisiche femminili, e quando poi si tratta di affrontare il ‘problema’ invece no?