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Tradito nella notte

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Lettera pubblicata il 6 Febbraio 2012. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    maximum -

    premesso che faccio anche io fatica a credere a alcuni punti della tua lettera…non tanto per il contenuto ma piú per il susseguirsi degli eventi temporali…diciamo.
    tipo “Chiamò il ragazzo con cui mi aveva tradito e davanti ai miei occhi gli disse che non avrebbe mai più voluto vederlo ne sentirlo..”
    faccio fatica a credere che subito dopo l avvenimento questa chiama l altro che subito viene e si presenta davanti a voi due…
    ma vabbe…

    il ricatto col suicidio era palesemente l’ultimo appiglio che le rimaneva per tenerti buono…in quella situazione di sgamata estrema !

    tranquillo, non si sarebbe suicidata per questo.
    é tutto un teatrino, un dramma ad arte per non perderti…lacrime comprese

    non penso neanche che con quello sia stata la prima volta…semplicemente quello é giá da un po che saltuariamente se la bomba…

    ci sono donne (piú numerose di quel che si creda..) che hanno bisogno di un ragazzo bravo e premuroso che le dia stabilitá e sicurezza emotiva ma che poi non disdicono il cosí detto “scopamico” per quelle ore fugaci e nascoste di pura passione scottante e clandestina…che le fa sentire cosí femmine…

    la situazione potrebbe esser questa…oppure l altra versione, cioé che si sia trattato veramente di un unica e del tutto inusuale “sbandata”…dovresti prima di tutto far chiarezza su questo.

    del resto devi saperlo tu…io non ci crederei troppo che lei abbia capito l’errore e che non capiterá mai piú…si, magari non capiterá per qualche tempo…ma chi te lo dice veramente ?
    si tratta di inclinazioni/deviazioni profonde, un vizio, un po come chi ama giocare d’azzardo…o un alcolizato…puó imporsi di rimandere “pulito” ma la ricadutina é sempre dietro l’angolo…soprattutto una volta vissuta l’ebbrezza….

    se tu vuoi vivere un amore da favola, basato sulla fedeltá e la fiducia é ovvio che la vedo molto male con questa ragazza…

  2. 12
    AlexandreDantes -

    Vi ringrazio davvero.

  3. 13
    MR X -

    bel raccontino….hai del talento….ma non credo ha una sola parola che hai scritto! Comunque sei bravino, meglio di tanti altri…

  4. 14
    LUNA -

    …più che altro mi ha fatto un po’ sorridere l’espressione “codardo”.
    Se uno si diletta a scrivere a volte scrivere serve non solo per sfogarsi quanto per mettere distanza tra gli sè e gli avvenimenti, pur raccontando se stesso o qualcosa che, in qualche modo, lo ha ispirato e colpito personalmente. In realtà l’enfasi “tirata” in alcune situazioni e termini, che vorrebbe avvicinare il lettore, in qualche modo forse fa percepire una distanza. Ecco perché il lettore, forse, la sente e non ti crede, non riuscendo a entrare del tutto in una scrittura che appare poco naturale e chequi sente fuori contesto. Per quanto non sia scritto da nessuna parte che una persona non possa esprimersi anche così. Tecnica e spontaneità in chi ha una certa dimestichezza con la scrittura di solito si amalgamano, pure in una scelta di “registri”. L’avresti scritta proprio così questa storia concentrandoti meno sul “bello scrivere”? Scusa, una mia curiosità. Può darsi anche di sì, eh.

    Non so se questa storia sia vera, ma il tema del perdono di un tradimento e della caduta della fiducia è sicuramente qualcosa su cui si può riflettere, che la storia sia reale o usata come spunto.

    Quale sarebbe esattamente il demone di cui parli? la compulsione?
    Non sono gli altri a scacciare le nostre compulsioni, sono una faccenda nostra in cui guardare dentro. Una nostra modalità di “reazione”.
    Mi domando se il protagonista di questa storia, inventata o vera che sia, abbia fatto un ragionamento anche di questo tipo: anche lei ha reagito ad un battibecco con un sua irrazionale compulsione.
    Da parte mia in parte capisco (direbbe forse il protagonista) perché è accaduto anche a me.
    Tuttavia se una persona al primo battibecco o alla prima difficoltà alzasse il telefono per farsi qualcun altro, uscisse a sperperare lo stipendio al casinò, si prendesse un’ubriacatura colossale o che, mi domanderei se sono in grado di reggere questa sua insicurezza o modalità automatica di reazione al conflitto o alla frustrazione. (so già la risposta, per quanto mi riguarda: no), pur potendo ravvedere anche che si tratti di una risposta compulsiva.

    Lo avrebbe chiamato errore se tu non l’avessi mai saputo?
    Se non ci fossero state delle conseguenze palesi da pagare?
    O sarebbe stato, come dice TD, un semplice atto di giustificato egoismo?
    Sicuramente è vero che possiamo imparare dai nostri errori (anche da quelli altrui, a volte), e penso che quello che ha detto a se stessa oltre a te, rispetto al suo “errore”, ha il suo peso.

    Conosco persone che hanno perdonato un tradimento e hanno recuperato la loro fiducia nell’altro e nella storia. Non è mai una faccenda all’acqua di rose, è sempre un percorso.
    Sicuramente il protagonista di questa storia ha tutto il diritto di manifestare il proprio disagio e non il dovere di tenerlo nascosto di fronte alla minaccia che l’altra persona non possa reggere l’emotività dell’altro, anche parlando di spararsi
    un colpo in testa. Il piano è di parità

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