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Sono stanco della vita che faccio

di 1962
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 23 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 17 commenti

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  1. 11
    rossana -

    1967,
    “é meglio vivere la vita fatta dalle proprie decisioni, che essere vissuti dalla vita come semplici spettatori.” – mi è piaciuta molto la sintesi “ESSERE VISSUTI DALLA VITA”.

    intuendo che stai per prendere decisioni amorose che coinvolgono altri nella tua scelta, ti auguro vivamente di non sbagliare, perchè si tratta comunque di snodi importanti, dai quali è spesso impossibile tornare indietro.

    è vero che la vita è una soltanto e che andrebbe vissuta pienamente. bisognerebbe, però, anche comportarsi in modo da evitare che la propria felicità sia costruita sulla sofferenza altrui, o almeno far sì, con grande impegno, che questa sofferenza sia il più possibile limitata.

    tieni presente che il destino è formato quasi esclusivamente da eventi accidentali, ai quali dovremmo essere in grado di dare riscontri ragionevoli, ma anche che raramente siamo noi a “vivere”. infatti, accade abbastanza spesso di essere “vissuti”, come ad esempio con un lavoro che siamo costretti ad accettare per molte ore al giorno, a volte per tutta la vita, ma non si confà alle nostre inclinazioni.

    un incontro imprevisto, in un momento particolare, può essere quello che ci “vive”, in quanto siamo incapaci a sottrarci… spero di essermi spiegata abbastanza. se no, cercherò di farlo meglio, se di tuo interesse.

    in bocca al lupo!

  2. 12
    luna -

    Chissa’ com’e’ finita con quella situazione di stallo di 1962. 1967, si, vero, interessanti commenti al suo topic. Sono stata attirata dal titolo appena messo giu’ il tel con un’amica che si sfogava nuovamente per il suo “vicolo cieco”, in cui, nel prendere una decisione, le oggettive difficolta’ nell”andarsene sono aumentate considerevolmente dal fatto che si da’ molte piu’ ragioni per restare. Non conosco la tua storia, le tue ragioni, a che punto sei nelle tue rielaborazioni e decisioni. Concordo in generale che “scegliere”, si spera non in base all’impulsivita’ (ma anche li delle motivazioni interne ci sono) spesso smuove e toglie da una sensazione di stallo e passivita’, nella quale comunque si sceglie di continuo lo stesso, sebbene come riuscire a stare in equilibrio. La via d’uscita e’ la porta diceva qualcuno e non aveva torto. A volte gia’ solo aprire la porta fa gia’ cosi tanta paura che avvenga un terremoto che non ci si consente neanche di oltrepassarla, senza per forza

  3. 13
    luna -

    pensare gia’ ai 100 passaggi sucessivi. Non nel senso di ignorarli o sottovalutarli, ma nel senso che quando scegli da «protagonista» come dici tu anche movimenti apparentemente non eclatanti tolgono da un senso di inesorabile passivita’, se stessi – e quindi gli altri – e il resto poi viene anche da se’. Su un nostro senso di infelicita’ non possiamo, temo, costruire nulla di buono e a favore di nessuno. A volte per capire perche’ realmente siamo infelici o insoddisfatti e concederci di ascoltarci con sincerita’ dobbiamo aprire la porta. Che sia pure per osservare/ci da un’altra prospettiva. La nostra intelligenza intuitiva, credo, ha potenzialita’ molto piu’ ampie di quelle che abitualmente usiamo. E il dibatterci razionalmente tra i pro/contro, se e ma in una situazione che viviamo come un inesorabile cul de sac spesso la mette in “cantina”.

  4. 14
    seven -

    Non vedi muoversi niente xke non stai facendo niente!!!! Inizia non guardare il problema nell’insieme spezzalo e inizia!!! Inizia da dove vuoi ma inizia poi le cose vengono da sole

  5. 15
    Simone -

    Allora 1962, qui è Simone che ti scrive tre anni dopo.
    Ci sono novità?
    E’ cambiato qualcosa?

    Per me sì, in meglio: ho trovato coraggio e forza, amici sinceri e ho imparato a stare molto bene da solo, concentrandomi sul lavoro, sulla mia soddisfazione e sulla cura degli affetti.

    Ho 30 anni e sento che le cose sono tutte dove dovrebbero stare: tu? Aggiornaci 😉

  6. 16
    PAOLO -

    Ciao a tutti sono paolo. Sono sposato da 25 anni ma gia’ da un po il mio matrimonio e’ stanco. Sono in pensione a 52 anni. Ho due figli di 24 e 22 anni. Ho conosciuto una donna di 49 anni ed ho deciso di vivere con lei. Gia’ qualche anno fa decisi di lasciare tutto per andarmene ma poi i bambini erano piccoli ed ho riflettuto. Mia moglie ha fatto una scenata. Ora ho deciso di riprovare. Le ho detto che voglio andarmene sono stanco. Lei mi ha risposto di andare pure in comune per la separazione e che comunque fuori non avrei trovato di meglio. L unico problema e mio figlio di 21 anni il quale sicuramente avra’ una reazione negaiva. Cosa mi consigliate

  7. 17
    vento di primavera -

    Paolo,
    hai scritto abbastanza sulla situazione ma, a mio avviso, poco su di te.

    da quanto tempo frequenti la donna di 49 anni? sei sicuro del tuo orientamento amoroso nei suoi confronti e almeno a grandi linee del suo nei tuoi?

    in termini economici, come si presenterebbe la separazione e saresti in grado di contribuire adeguatamente alle spese di una nuova convivenza?

    quanto ai figli, sono tutti maggiorenni e le loro reazioni dipenderebbero sia dalle loro attuali “mappe mentali” ma anche dalle modalità con cui entrambi i genitori sono in grado di fronteggiare la svolta.

    hai ancora molti anni davanti a te: vedi di giocarteli al meglio!

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