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Il poliamore salverebbe l’umanità dal femminicidio

di Seneca
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17 commenti

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  • 11
    Max -

    Inoltre bisogna imparare, banalmente, a fare i conti con le frustrazioni. Il che non significa accettarle con gioia (il disappunto per esse è più che legittimo), ma imparare a controllare le proprie reazioni al riguardo. E qui, dopo tanta accademia, permettetemi una parentesi personale. Chi mi conosce sa che io sono una persona che non vede. Questo nella mia vita ha comportato numerose delusioni e frustrazioni, delle quali, senza volerlo, sono state concause anche le persone che mi circondavano. Quanti sabati sera, nell’adolescenza, ho trascorso a casa, perché nella macchina dei miei amici che uscivano non c’era un posto libero. E quante ragazze alle quali ero interessato mi hanno più o meno esplicitamente scaricato perché non potevo andarle a prenderle sotto casa per scarrozzarle in giro. Queste son cose che mi hanno fatto male e che mi avrebbero spinto a reazioni incontrollate, ma ho, appunto, imparato a controllarmi, a meditare, a leggere, a incassare e a non ammazzare nessuno.

  • 12
    Trader -

    Max, ragiono in base alle tue definizioni di femminicidio e patriarcato.
    Femminicidio: uccisione di una femmina.
    Max, tu dici: “Se vogliamo dire che l’uccisione della donna è più grave perché essa, in quanto donna è più debole, questo può avere un suo senso”.
    Ma una donna, in quanto donna, non è per forza sempre più debole di un uomo. Una campionessa di pugilato confrontato con un uomo anziano non è più debole.
    Inoltre, secondo la definizione costituisce femminicidio anche l’uccisione di una donna per mano di un’altra donna. In questo caso la logica che la vittima sia più debole della sua assassina non ha senso.
    Inoltre, secondo questa logica sarebbe più grave il femminicidio per mano di una donna che il maschicidio per mano di un uomo.
    Max, tutelare maggiormente la vita di una donna rispetto a quella di un uomo, da un altro punto di vista significa tutelare meno la vita di un uomo rispetto alla vita di una donna. Gerarchia degli esseri viventi: animali ed esseri umani? No,…

  • 13
    Trader -

    animali, uomini, donne. Gli uomini a metà strada tra animali e donne.
    Infatti anche tu prosegui dicendo “ma appunto implica che una certa differenza fra i due generi appunto ci sia”.
    Patriarcato: supremazia del padre.
    Anche tu noti che ormai da noi è un sistema di organizzazione sociale rara. Possibile che sia la causa dei femminicidi dei giorni d’oggi? No. Ma è un termine utile per dare la colpa all’uomo sempre e comunque. Il patriarcato, questo fenomeno che uccide le donne, va cambiata questa mentalità patriarcale dei maschi. In altre parole, i maschi vanno educati alla sottomissione alla donna. Allucinante.

  • 14
    Argo -

    Il maschicidio viene chiamato leggitima difesa

  • 15
    Golem -

    Max, tu hai mostrato correttamente gli effetti dell’epifenomemo, ma le cause originarie vanno ricercate nelle origini del rapporto uomo/donna. Questo nasce principalmente per ragioni economiche, in un reciproco do ut des dove il sentimento che oggi riconosciamo dobrebbe essere fondante era secondario, e semmai legato alla soggettiva sensibilità dei protagonisti, e non cime valore precipuo della relazione.
    In questo gioco delle parti, il potere era detenuto dal “capofamiglia”, termine ancora oggi usato nei documenti ufficiali, che contiene un significato in termini di quel “potere” che non avrei bisogno di spiegare. E qusl’era questo potere? Quello economico, a l quale era sottoposta la donna che implicitamente assumeva un ruolo di subalternità.
    Questa posizione ha cominciato a scricchiolare dopo la Rivoluzione Industriale quando la donna ha iniziato ad avere un ruolo economico concreto, quando cioè portava a sua volta soldi a casa, oltre a sobbarcarsi il lavoro di gestione di quella》

  • 16
    Max -

    Infatti, Trader, io ho detto che il considerare, come molti vorrebbero, il femminicidio come cosa più grave del semplice omicidio, troverebbe una giustificazione proprio nel considerare la donna come l’elemento più debole fra i due. Ma io rifiuto il termine femminicidio proprio perché ritengo che la donna non sia più debole puramente e semplicemente perché donna, per cui l’omicidio a suo danno è cosa comunque gravissima e deprecabilissima, ma lo è tanto quanto l’omicidio a carico di chiunque altro. E come già ho detto: non sto giustificando o sminuendo tale azione orrenda, ma semplicemente portando i termini della questione in quella che ritengo la sua giusta prospettiva. Peraltro, nelle mie aggiunte di oggi pomeriggio ho argomentato ampiamente come secondo me certi casi di omicidio a danno di donne non hanno a che fare con il presunto patriarcato – che semmai sarebbe meglio chiamare andriarcato – ma con problemi di immaturità affettivo-relazionali di altro genere e altra complessità.

  • 17
    Golem -

    》Tralasciando le tribolate vicende che hanno caratterizzato le rivendicazioni femminili, a partire da quel tragico 8 marzo negli USA, la perdita di quel potere maschile si è mostrato quasi sempre attraverso la repressione violenta di quelle istanze, sino a quelle odierne, che attenzione, non sono aumentate rispetto al passato, ma solo più visibili. E lo sono perché i valori pregressi, incentrati sul noto patriarcato, non hanno più senso. Ma resta un dettaglio importante che spesso viene trascurato che ha un ruolo misconosciuto negli episodi di violenza di cui si tratta, ed è l’istinto maschile. L’istinto di possesso.
    Quello non lo elimina nessun cambiamento dei valori morali, può farcela solo la cultura. Che, se parliamo dell’Italia, non consente grandi speranze, vista la posizione che da quel punto di vista occupiamo nel consesso quanto meno europeo.
    Io, che ho sposato una donna inglese, ho notato DA SUBITO la differenza di “cultura”, e di quanto la Rivoluzione Industriale, là dove è iniziata, questa abbia influito, prima che da noi, sull’emancipazione femminile.

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