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Novellina..

Ho quasi 25 anni e una vita bella, non mi sento nemmeno di dire apparentemente bella perché la mia vita è oggettivamente bella. Ma si può definire “oggettivamente bella” la propria vita o , ancor peggio, la vita altrui? 

“Novellina..” è il titolo che ho scelto perché oggi per la prima volta ho navigato in internet digitando su google le frasi più assurde; quasi me ne vergogno. Ho letto le storie altrui e ad ogni storia ho tentato di immaginarmi il volto e lo stato d’animo dell’autore dello sfogo. Ho letto di miei coetanei, di ragazzi molto più piccoli e di uomini e donne molto più grandi di me. Ogni storia mi ha colpito e sopratutto ogni storia mi imponeva a smettere di cercare quelle assurde frasi su google perché al mondo ci sono storie davvero serie, davvero delicate; io non posso permettermi di stare male, di lamentarmi, di mettere la mia vita in pausa. Ho anche pensato mentre leggevo, ma cosa spinge le persone a scrivere in internet le proprie storie,magari rischiano anche di poter inciampare nella lettura di qualche commento poco sensibile. Magari,però, si sentono meglio e allora voglio provarci anche io perché oggi ho tanto bisogno di sentirmi meglio e vorrei sentirmi meglio prima che i miei genitori rientrino dal lavoro:sono due mesi ormai che mi vedono stare così male e lo noto che sono preoccupati e che fanno di tutto per farmi riprendere. Mi scuso se il mio articolo non avrà una forma o se forse già non ce l’ha. 

Come ho detto quando ho iniziato a scrivere, la mia è una vita oggettivamente bella. Ho avuto i miei problemi familiari e non e ho anche vissuto situazioni più drammatiche e difficili da digerire, ma con il tempo ho superato tutto; sono caduta e mi sono rialzata. Ho sempre visto la luce infondo al tunnel e ogni volta che mi perdevo, arrivava il giorno in cui mi alzavo dal lettoni rimboccavo le maniche e continuavo a correre come un treno. Ho sempre avuto nella mia vita  fidanzati, amici, un medio andamento universitario, viaggi e momenti di svago. Non sono troppo grassa e non sono troppo magra. Non mi sono mai sentita molto bella, ma nemmeno così brutta da crearmi problemi. Vivo in quella che sono chiamati i quartieri “alti” della città o in quella parte della città che ad esempio è chiamata la “Milano bene”.  Forse è proprio questo parte del problema. Due anni fa (o anche meno) fa il mio ambiente, le persone hanno iniziato ad essermi strette. Non mi vedo in loro, le priorità delle mie amiche non sono le mie e il loro ragazzo tipo, è il tipo di ragazzo che io detesto. Proprio quando stavo per iniziare questa “crisi”, questo mio sentir bisogno di evadere, ho incontrato una persona che era tutto quello che volevo. Non aveva nulla di più e niente di meno rispetto a quello che desideravo per me nonostante i suoi difetti. Non voglio dilungarmi troppo, ma la storia è finita. Scelta sua e sostanzialmente per incompatibilità caratteriali che io traducevo in mancanza di interesse e lui detestava ormai il mio carattere. Il comportamento avuto ex post di questa persona mi ha distrutta, mi è caduta la persona, la storia e ho iniziato a vacillare e a vacillare perché faceva, fa troppo male. è un male che non riesco a raccontare. Un male che racchiude la delusione ma d’altro canto la paura di non incontrare mai più una persona come lui. Il dolore forte che causa la delusione e il senso di essere rifiutati, ma “non eri tutta la sua vita?”. 

Ho anche finito gli esami anche se non nel modo migliore, anzi quel voto di quell’esame è stato il motivo da cui è scaturito la fine della storia quindi quello che doveva essere il momento più leggero per uno studente universitario è diventato il mio peggior incubo. In questi mesi non ho scritto la tesi e a breve sarà la consegna e mentre tutti si aspettano la mia laurea in estate io non so come giustificarlo agli altri. Dovrei giustificarlo in primis a me stessa se solo mi importasse qualcosa, ma la verità è che l’idea di quel giorno mi provoca ansia e paure. So che dopo la laurea è tutto ancora più difficile ed io completamente già allo sbando non avrò la forza di affrontarlo. Sono anche ritornata alla mia “vecchia vita”, non avevo abbandonato le mie amicizie e i miei luoghi, ma era tutto un pò meno perché era quello che volevo e avevo solo trovato la persona giusta con cui condividere altro. 

La mia vecchia vita mi sta stretta molto più di quando l’ho lasciata. Non mi trovo, non sono io e sopratutto non sono felice e spesso sono a casa, come oggi , da sola, indossando il pigiama e avendo a mala pena lavato i denti. Questa volta per quanto tutto può essere banale per tutti, per me non lo è, non ho forze di reagire e non ci vedo una luce infondo al tunnel e mi sembra di impazzire. 

Giorni e notti ormai passati pieni di pensieri e vuoti di cose concrete. 

Lettera pubblicata il 4 Maggio 2018. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Ciao,
    hai fatto bene a lasciare. Si arriva ad un punto della vita in cui si deve avere un posto, anche il più insignificante per il mondo avrà una sua dignità; ti devi accontentare di fare affidamento sulle tue risorse per conservare un’identità. Io conto di trascorrere gran parte delle mie giornate in casa. Non voglio incontrare nessuno al di fuori delle persone che fanno parte della mia vita. In casa per modo di dire… non voglio impegnarmi stabilmente nelle pubbliche relazioni. Anzi voglio evitarle. Voglio vivere una vita privata nel senso di mia.

  2. 2
    Gamba.88 -

    Che dire, davvero uno scritto che fa capire benissimo il tuo stato d’animo. Sarebbe facile dirti che tutto passa, che col tempo ti chiederai come hai fatto a stare con una persona cosi e balle varie. Magari è pure vero, incontrerai qualcuno ancora migliore ai tuoi occhi, però certe conoscenze, brevi o lunghe che siano, quando se ne vanno lasciano dei segni indelebili per un po’ di tempo. Capisco bene il periodo che stai passando ( anche se per me fu per altri motivi) anche per il fatto di non ritrovarti nelle persone che frequenti, fella vita che ti sta un po’ stretta. La vita però è qualcosa di incredibile, cadi pure, ma non arrenderti mai, perché davvero le cose cambiano in un batter d’occhio e domani potresti ritrovarti a stare decisamente meglio.

  3. 3
    Yog -

    Date le cause e il pretesto, traggo le opporrtune conclusioni: se vivi nella Milano Bene e sei figlia unica, divertiti i prossimi 20 anni e poi vendi la proprietà di quelli che ti hanno generato. Ci campi, e pure bene, per una generazione e mezza.
    Per la tesi, dipende: di solito è qualche risma di carta di fuffa.

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