Quando la finiranno con le menzogne sul “femminicidio”?
di
maverick2011
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Rossà, con me non fare il gioco delle tre carte, lo sai che non sono scemo.
Quando la finirai di lanciare le frecciatine “criptiche” nascondendo la mano la smetterò.
La risposta con morale esopiana non è stata gratuita, lo sai, quindi regolati.
Golem,
così come tu spari a zero su chi non ti va a genio o non condivide le tue ben comprovate opinioni (MG esclusa), mi prendo la libertà di evidenziare (in astratto e con modalità ben più moderate delle tue) le attitudini e i temperamenti che considero sgradevoli o eccessivi.
Nel caso del continuo e spocchioso vanto di sé, a beneficio di chi puo’ restarne ferito. Cosa che personalmente non mi tocca neanche di striscio.
Stigmatizzo quello che mi sta indigesto e che, come te, fatico a tollerare. Chi ha la coda di paglia si sente punzecchiato? Pazienza!
Il mio modo di essere e di interagire non piace? Pazienza!
Così sono da sempre, e così resto, anche se tutto di me ti infastidisce.
Magari… non sarebbe il caso che cominciassi a regolarti un pochino anche tu? Almeno di tanto in tanto?
“La vita semplice deve essere una libera scelta dettata da una “vocazione”, non un qualcosa in cui ci si ritrova per via delle circostanze e in cui ci si sente frustrati.” – sottoscrivo la seconda parte.
Personalmente, nemmeno da piccola ho avuto grandi obiettivi da raggiungere, né, purtroppo, vocazioni.
Per la verità, una l’avrei poi trovata, non certo arricchente, adatta a me e a cosa mi sarebbe piaciuto fare, ma era troppo tardi per metterla in pratica.
Ho comunque attuato quanto nella mia formazione era stato posto come prioritario: l’autonomia economica, che mi ha sempre permesso di attuare libere scelte.
Non altrettanto proficua è stata l’atmosfera di vuoto d’amore fra i miei genitori, che entrambi si sforzavano di compensare nelle occasioni di festa con ricorso a romanticismi di fine ‘800.
Secondo me, i condizionamenti possono essere tanti, e non sempre facili da individuare. Anche in questo caso spesso se ne acquisisce consapevolezza troppo tardi…
É l’ipocrisia che dà fastidio di te, Rossazade, quella che in tanti tuoi commenti finge di stare sulle generali mentre ti stai togliendo un sassolino di vecchia data dalla scarpa. Sai che l’interessato lo noterà ma sai anche che chi non ti conosce non percepirà la subdola manovra e continuerà a ritenerti “perbene”.
Qui siano rimasti in due o tre ad avere il codice “Emigma” per decriptare i tuoi “messaggi”.
Interessante è vedere come tu regolarmente, quanto ingenuamente, mostri attenzione nel notare o sospettare differenti comportamenti nei confronti di questo o quella utente, a riprova di quello che realmente ti interessa di questo sito.
Un classico atteggiamento da portinaia.
Rossana, non so perché ti metti a illustrare le tappe della tua vita e i traguardi che hai raggiunto, io facevo un discorso generalizzato. Comunque, personalmente sono giunta alle seguenti conclusioni, giuste o sbagliate che siano:
1. Le “libere scelte” sono sempre relative alla propria situazione familiare e personale e al contesto storico, e la propria evoluzione può derivare anche da percorsi non convenzionali, dove però – pare strano – spesso vi è molto meno inquinamento mentale che non tra la “normal people”.
2. Non esiste un “troppo tardi” in termini assoluti, perché ognuno ha una sua storia, una sua indole e una sua “missione”. Il dover realizzare determinate cose entro un tempo stabilito, è perloppiu’ un condizionamento sociale.
3. È impossibile che una decisione sia giusta o sbagliata a prescindere. A meno che ovviamente non leda qualcun altro o non danneggi noi stessi fisicamente ed emotivamente. Se così non è, l’eventuale disapprovazione che riceviamo dall’ esterno per le nostre scelte, è dettata unicamente da pregiudizi.
Golem,
ma che sassolino vuoi che mi debba togliere dalle scarpe? Pensa al paio di massi ossessivi che riprendono a cozzare nella tua mente ogni volta che viene pubblicato un qualsiasi mio commento!
Non sono incline a giudicare, né a spettegolare o ad alimentare polemiche. Le critiche di chi non stimo non sono che un invito ad osservare con maggior attenzione il temperamento e le motivazioni di chi le esprime.
Per MG
Ho accennato a miei vissuti per dare una testimonianza di come si possa non essere particolarmente interessati a un certo tipo di successo.
Esperienza di vita che ho sperato di poter condividere, magari anche solo con utenti della mia età.
“Non sono incline a giudicare, né a spettegolare o ad alimentare polemiche…”
Ah sì? Ce lo ricordava anche quella famosa Esse, che inopinatamente proprio tu hai riportato alla luce dall’oltretomba del passato cercando di spettegolare su di me, con una mano del Karma che non ce la faceva più manco lui di sentire i tuoi pianti da prèfica.
Vizi privati e pubbliche virtù, as usual.
È un bisogno umano del tutto legittimo quello di voler condividere le proprie esperienze con chi sentiamo affine a noi. Il rischio però in certi casi è quello di una deriva che ci porta a cercare istintivamente il “caso umano” che in qualche modo ci rassicura perché dinnanzi a costoro ci si sente meglio, meno inadeguati. Allo stesso tempo, accade di vedere con sospetto o addirittura con ostilità chi invece appare soddisfatto dei propri risultati, e non di rado si cerca di buttare giù queste persone, sminuendole. Di solito lo fa chi nella vita non ha ottenuto quello che desiderava.
Anche la persona che riesce a riscattarsi brillantemente da un passato difficile suscita odio, perché tale persona non conferma i convincimenti di chi si è sempre basato su preconcetti. Il quale vede così crollare tutte le sue certezze.