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Se lei era il massimo, il resto che senso ha?

di
Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Non sono mai stato così male. Non credevo nemmeno si potesse arrivare a soffrire così tanto.

Ogni mattina, quando apro gli occhi, comincia l’angoscia, è uno strazio continuo.

La mia giornata procede lenta, ha un copione sempre uguale: lavoro, pranzo, lavoro, casa e letto. Il fine settimana è diverso, non lavoro, ma il resto coincide a parte qualche uscita con amici che normalmente sono anche fidanzati.

Avete presente cosa significa passare le giornate senza stimoli o emozioni gradevoli e gratificanti? Ha senso vivere così? Penso di no, non ha nessun senso. Si sta male, ti imbruttisci dentro e anche fuori, ti consumi e consumi tutte le giornate, il tuo tempo, la tua vita, ti svuoti senza accorgertene.

Ho pensato di farla finita? Spesso, quasi tutti i giorni ormai, però non ho il coraggio di farlo, ho paura del dolore (quello fisico, visto che quello emotivo lo sto già provando) e poi, non di meno, ho paura di non aver dato tutto prima di buttare via la mia vita. Alla mia vita, anche se la odio con tutto me stesso, un po’ ci tengo, sono comunque un ragazzo giovane, qualcun’altro nelle mie condizioni saprebbe sfruttarla meglio, la mia vita, ma non io. Io non ci riesco. Non so come si fa, so solo che sto sbagliando tutto e questo mi fa schifo, ma non so davvero come far passare questo lunghissimo periodo che ormai è diventato per me opprimente.

Ho 30 anni, un lavoro che mi dà uno stipendio e mi fa vivere tranquillo, nient’altro. Il lavoro mi ha portato a vivere vicino ai miei, ma lontano dalla mia fidanzata e dal mondo che faticosamente avevo costruito ai tempi dell’università.

Ecco, il finale è più o meno scontato, ho cominciato a sentirmi insofferente e insoddisfatto, a stare male con me e con gli altri, la mia fidanzata (dopo due anni di relazione) mi ha lasciato e io sono colato a picco, esattamente come ho descritto qui di sopra. Ormai ogni cosa mi fa schifo, paragono tutto a quando stavo bene, ogni donna che incontro non è per me paragonabile alla mia ex e il circolo vizioso si stringe in cappio che tende a soffocarmi e a lasciarmi senza fiato, anche se purtroppo questo accade solo nella mia mente.

Sapere che qualcuno potrà vivere la vita che volevo io con lei al posto mio, mi distrugge ogni volta che ci penso. Non esiste una distrazione, ho paura che ormai sia diventato un pensiero patologico del quale non riesco più a liberarmi, eppure è passato un anno, ma io la voglio di vivere non la trovo più, non la vedo, so che mi manca, ma non so dove trovarla, so tutto quello che ho sbagliato, ma non so come trovare una soluzione, non lo so.

Mi sento una nullità e ogni volta che vedo che lei va avanti senza di me, per me è ancora peggio.
La vedo bellissima e piena di vita (immagino almeno), ed è come se qualcuno volesse sbattermi in faccia il fatto che io mi sono giocato già le mie carte e che ormai una ragazza così potrò solo immaginarmela perché nessuna sarà mai come lei, e per me qualsiasi persona incontrerò sarà solo una brutta copia di quella persona che, in qualche maniera, non sono riuscito a meritare.

Lettera pubblicata il 25 Luglio 2016. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    ets -

    più ambiziosi. Inoltre in questi anni ho investito molto su me stesso, il mio lavoro, la mia autonomia e la mia profesione.
    Ho costruito casa e ho speso già un bel po di soldi, e per un paio di anni nemmeno stare dietro a questo era molto facile perché appunto, non capivo il motivo per cui continuavo a fare casa.
    Ma dentro di me lo sapevo che era una cosa passeggera e quindi mi sono buttato nel lavoro che, devo dirla tutta, mi ha veramente salvato.
    Ora sto bene, sono autonomo da tutti e da tutto e credimi, è una sensazione veramente esaltante.

    Forza che la risalita è dura, ma avrai un sacco di soddisfazioni.
    ciao:)

  2. 12
    JoP -

    Ciao Michelle,
    hai proprio centrato nel segno: vivo ancorato al mio passato, che rimpiango e cerco di rivitalizzare. Non riesco a trovare spunti utili per ripartire, proprio non li vedo, perché il mio pensiero sul tempo perduto è continuo. Non riesco ad andare avanti perché vivo nel passato che, sapendolo tale, non rieco a rivivere. Forse sì, ho la mente bloccata e sto malissimo. Non faccio passi avanti, a volte sono piccolissimi, ma dopo qualche giorno i passi indietro sono enormi.
    Dovrei parlarne con uno psicoterapeuta, lo so, l’ho già fatto qualche volta, però ho come l’impressione che al netto delle chiacchiere, il brutto periodo (lungo davvero) si supera solo con l’arrivo di un periodo bello che, ahimè, ho paura arrivi da solo, indipendentemente dal mio impegno.

    Yog ti ringrazio per il consiglio. Quella parola che dici mi fa paura. Quella parola riferita allo stato d’animo triste di continuo e senza un motivo apparente va affrontata, ma è subdola, non è un livido che va via con un po’ di pomata. Magari scomparisse in due mesi, ci metterei la firma subito, ma quel tempo ho paura che non basti nemmeno per fare una terapia farmacologica minima.

    Marinella ciao,
    grazie per lo sprone, è bello sentirsi compresi. Resistere è la parola giusta anche se è molto difficile e, quando stai male, pensi che piuttosto che resitere sarebbe più semplice smettere di soffrire, in qualche modo…

    Rossella mi stai dicendo che l’ideale è star da soli per stare bene? Questo non lo credo, penso che il mio sentirmi incompleto da solo forse derivi da un’insicurezza di fondo.
    Sentirsi amati per quello che si è, senza doversi sforzare di apparire in qualche modo, è la sensazione “di ricreazione” più bella che si possa provare, hai ragione. Anche se penso che nella realtà delle coppie, il compromesso si debba sempre trovare per il bene dell’altro. Per altro, rispetto all’idea di stare insieme a qualcuno che mi ami, visti i miei quasi 30 anni, mi sento molto in ritardo…

  3. 13
    JoP -

    Ets: “Il commento di Harlock non mi convince; ma JoP dato che sta può dirci come ha trovato questo lavoro, se vive da solo o con i suoi etc.. così potremo farci un quadro più chiaro.”

    Il lavoro l’ho trovato dopo uno stage effettuato l’anno prima di essere assunto. Ho sempre lavorato fin da piccolo, anche se normalmente il lavoro era limitato al periodo estivo.
    L’azienda presso la quale lavoro ha potuto “provarmi” prima di assumermi, anche se, non essendo previsto nessun tipo di concorso, forse sarò stato anche fortunato.
    Vivo con i miei ma, come ho scritto in un precedente messaggio, ho comprato casa e fra non molto (il tempo di sbrigare alcuni adempimenti ed effettuare piccoli lavori) mi trasferirò lì.
    Purtroppo non ho molti amici, uno molto importante sul quale so di poter sempre contare, però mi sento solo e i tempi in cui facevo amicizia facilmente entrando in un’aula universitaria mi mancano terribilmente.
    Sono quì, ho un lavoro e una casa, ma non mi sento al mio posto, vuoto, stanco e senza prospettive.

  4. 14
    Marco Azzinnari -

    Beh…ti racconto la mia. Onestamente parlando,io sono nelle tue stesse condizioni. All’età di 21 anni mi lascia e si trova un’altro,la sua carriera in Marina Militare finisce a merda e torna. Io me la riprendo,pensando che il tutto è dovuto all’età ed inesperienza. Si torna assieme,all’età di 25 anni risuccede. Va a lavorare in un istituto di vigilanza,mi lascia x poi ritornare 7 mesi dopo. Si è subito rifatta una vita con un suo ex collega che dopo averla “usata” la molla e lei torna nel suo porto sicuro. Io lascio la persona con la quale stavo per riprendermelo,scatenando guerre in famiglia per farla riaccettare. Conclusione: a febbraio a 7 mesi dal matrimonio mi lascia,lasciandomi solo e con tutti gli amici fidanzati o sposati. Da premettere che ogni suo addio,naturalmente è stato x colpa mia (dice lei)…il dramma è che IO sono stato con una tro.. x 10 anni e non me ne sono accorto!!!

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