Vorrei solo raccontare la mia storia. Sento il bisogno di farla conoscere ad altri. Ho quasi 30 anni, ho avuto un tumore alla testa quando avevo dieci anni e da allora sono rinata un’altra persona. Una persona che cammina in modo strano, sente poco e ha un po’ difficoltà a farsi capire, ma anche fiera di quello che ha passato, tant’è che si e’ laureata, va in palestra, fa volontariato, viaggia… Tutto portandosi dietro le sue cicatrici, che lei preferisce definire le sue medaglie, anche se non le permettono di essere completamente quella che vorrebbe essere. La malattia è stata una dura prova che non è ancora finita perché mi ha lasciato segni che porterò sempre con me. Si e’ trasformata in una sfida continua verso questo mondo freddo, che solo a parole e’ vicino a chi e’ diverso. Dall’altra parte mi ha anche regalato l’entusiasmo per la vita, per ogni giorno di sole, che altrimenti non so se avrei avuto. I problemi che la realtà impone però, riescono spesso a oscurare anche la giornata più luminosa. Mi sento mutilata di una parte della vita che mi manca come un organo fondamentale. Niente amicizia, niente amore. Nessuna possibilità di diventare indipendente grazie a un lavoro. E’ un vivere una battaglia continua, cercando di non sentirsi troppo soli e sperando sempre in un futuro migliore. È un continuo scendere a compromessi costretto dalla situazione. Un accontentarsi delle cose più superficiali, perché sembra che a te siano escluse quelle più importanti, più profonde, a cui gli altri non fanno neanche caso. Come un attesa infinita alla vita vera. Per tanto tempo ho pensato che la vita fosse in debito con me, che per forza doveva concedermi una ricompensa per quello che mi ha fatto passare. Adesso invece ho capito che bisogna sempre lottare e chi è svantaggiato deve lottare ancora di più. MAl ARRENDERSI!!!
Aida
Secondo me dovresti iscriverti da qualche parte, in qualche associazione e li’ puoi trovare gia’ delle amicizie (scusa, non ho letto tutto, non so se gia’ lo fai), e per il lavoro perche’ non qualcosa con il computer, anche a distanza, qualcosa in proprio dove puoi offrire le tue competenze, se non riesci a trovare altro (non sei la sola).
Sennò ti carichi un borsone verde marcio sulle spalle e fai la rider consegnando dell’ottimo sushi in tempo reale. È uno dei lavori che ti permette di campare senza vivere.