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La mia triste esistenza

Trovi il testo della lettera a pagina 1.

La mia prima lettera, non mi basteranno mai 1000 parole, perché voglio raccontarvi tutto, tutti i miei pensieri e la mia vita. Mi ritrovo a 18 anni lungo sul letto di camera mia, a cercare su internet storie di persone che in vita hanno subito le mie stesse inquietudini. Molte sono simili alla mia, ma nessuna uguale. Scrivo quindi perché chi la pensi come me possa trovare qualcuno in cui rispecchiarsi e, perché no, per poter leggere i commenti e le riflessioni di chi ha speso il proprio tempo per conoscermi. Cercherò di essere il più breve possibile: partiamo dall’infanzia, ero proprio un bel ragazzo, direbbero i miei genitori o i nonni, magro, sempre allegro, attivo, socievole e con la solita ingenuità infantile. Ero ad ogni modo buono, molto buono, forse per via degli innumerevoli litigi di mio padre e mia madre che urlavano e si picchiavano in casa davanti a me, per motivi sempre diversi e stupidi. Nonostante ciò mi volevano molto bene, sebbene toccava a me, con la mia grande fragilità, consolare mia madre quando la ritrovavo a piangere e a disperarsi. Questi eventi molto probabilmente mi hanno reso la persona che sono tutt’ora, una persona che tenta ad ogni modo di schivare il dolore e la rabbia, demoni del mio passato, e che tenta sempre di essere gentile e buono. Fu forse per questo mio carattere che mi isolai dal resto dei ragazzi del mio piccolo paese, i quali invece spesso si insultavano a vicenda, erano superficiali e si comportavano molto spesso con un atteggiamento di superiorità nei miei confronti, cose che io invece non avrei mai fatto. La mia pacata accettazione delle insolenze dei miei “amici” mi ha portato a racchiudermi nel mio ambiente familiare, nel quale ero felice solo se potevo stare con uno dei miei genitori alla volta, in quanto averli insieme avrebbe comportato assistere ad una violenta lite. Le elementari passano in questo modo, ed io, non uscendo spesso di casa con gli amici, inizio ad ingrassare e poco dopo a ripudiare il fisico ottenuto. Ed ecco sorgere un altro problema. Negli anni successivi sono dimagrito con immensi sforzi ma non sono mai stato veramente magro, e questo mio fisico mi porta ancora una profonda vergogna. Le medie rappresentano anni di quiete e serenità, conosco persone con le quali stringo forti amicizie, mi fidanzo anche, sebbene scopro di essere ancora abbastanza inadatto a certe cose. Ero ancora un bambino d’altronde, che poche volte è uscito fuori dal proprio ambiente familiare. A scuola vado bene, molto bene, ma non perché mi piacesse studiare, tutt’altro. Tuttavia la voglia di non deludere i miei genitori e i miei parenti che vedevano in me un piccolo genietto era troppo forte. Arrivano le superiori, gli anni in cui ho sofferto e soffro di più, ma gli anni in cui sono cresciuto di più moralmente e umanisticamente parlando. Finite le medie ho perso i rapporti con i miei amici e ne ho instaurati di nuovi nella nuova scuola. Il primo biennio lo trascorro allo stesso modo delle medie, sempre con amicizie belle ma temporanee, infatti ogni estate mi ritrovavo da solo chiuso in casa. La cosa mi faceva soffrire ma ci ero abituato. Tuttavia c’era qualcosa che non andava. Ed ora parlo al presente poiché queste riflessioni sono recenti e/o contemporanee. Tutti gli “amici” che ho sembrano sempre ignorarmi, sembra che debba sempre conquistarmi il loro interesse, o la loro disponibilità, mettendomi spesso in ridicolo per strappare loro uno sguardo o un sorriso. Quando parlo e dico qualcosa di interessante o magari una battuta nessuno mi ascolta, o se mi ascoltano non mi rispondono, mentre io sono sempre pronto a sentire le loro (concedetemi il termine) cazzate, le loro frasi senza senso, effimere e stupide. Tutti che insultano, che usano la bestemmia come intercalare per far ridere o per aver ragione, che parlano di fumo, alcol, sesso, sempre con un atteggiamento da esseri superiori. Ho cercato più volte di adeguarmi al loro comportamento (che ingenuo che ero) ma ho sempre fallito diventando ogni volta più certo della mia ineguadezza nel mondo dei giovani di oggi. Ah, tra l’altro, io sono abbastanza brutto, o anche se non lo sono mi reputo tale, anzi, credo che la gente mi reputi tale, e ho una voce che odio, che annoia, che non si sente nel trambusto, che nessuno ascolta quando c’è qualcun altro a parlare. Non è importante (forse) ma ci tenevo a dirvelo. Tornando al discorso di prima…… A un certo punto, circa in terza superiore, apro gli occhi, letteralmente. Sono stufo di dover cercare di essere qualcun altro per poter ricevere interesse da qualcuno, sono stufo di stare ad ascoltare stupidi discorsi per poi non essere neanche considerato minimamente, perché lo faccio? Cosa ottengo da loro? In che modo dovrei sentirmi migliore ricevendo l’interesse di persone così stupide? Inizio a cambiare, nel carattere, in tutti gli ambiti della mia vita. Perdonatemi, ho tante cose da dire ma la mia mente le dispone in modo confuso. Sono diventato agnostico. Prima ero un estremo credente, ogni sera pregavo Dio perché smettesse di farmi soffrire, perché smettesse di far litigare i miei genitori, perché mi facesse dimagrire e far star meglio con me stesso, perché mi facesse avere degli amici. (I motivi magari ve li spiego in un’altra lettera, divagherei troppo) Ora ho sviluppato una concezione del giusto, del bene e del male assoluta, indipendentemente da Dio. Ora lo prego solo per dirmi se esiste o meno, per darmi un segno, per capire se sono veramente solo o c’è una sorta di destino per me. A scuola ancora studio per dovere ma ho iniziato ad appassionarmi alla filosofia, alle lettere, ritrovo i miei pensieri in quelli di Pascal, di Foscolo, e quelle che alle medie erano solo parole senza senso ora cominciano ad acquisire un significato molto importante. Ma passiamo all’argomento più cruciale. Con gli amici la situazione è cambiata. Ho smesso di correre dietro a quelli che avevo, ho iniziato a star bene da solo, con me e il mio pensiero, la mia ragione. Un’amicizia però è cambiata e mi ha molto deluso. Ho stretto un forte rapporto con un amico, che come me ha vissuto esperienze profondamente negative e dolorose, con lui ho condiviso tutto, pensieri, inquietudini, abbiamo trovato punti in comune nel nostro modo di pensare, nel vedere il mondo, il significato della vita, di ciò che è bene e di ciò che è male. A lui ho dedicato tutto il mio affetto da troppi anni riservato solo ai miei genitori. Ma, sfortunatamente, tutto si è concluso. Io detesto coloro che per moda o per seguire il gruppo bevono alcol, fumano, si drogano o vanno in discoteca. Per me queste cose sono il capolinea del genere umano, provo letteralmente ribrezzo, e anche se per anni ho cercato di adeguarmi ai miei vecchi amici non ho mai accettato nessuna di queste cose. Il mettersi a ballare ubriachi, a saltare e a urlare è ciò che più mi rattrista e che mi fa infuriare. Forse ciò che più mi fa arrabbiare è che nessuno (o pochi) si ribella, nessuno pensa a questo, ma tutti si fanno trasportare. Ed è ciò che è successo a questo mio amico…… Dopo esser stati per molto tempo migliori amici, ha iniziato a bere, a fumare, ad andare in discoteca per poi vantarsi con gli altri per essere tornato a casa alle 5 di mattino, tutto questo per ricevere attenzione. Ha iniziato a mettersi in ridicolo alle feste (dove c’ero anch’io ovviamente) sfiorando il limite della decenza. È diventato peggio degli altri……. E questo ancora non l’ha capito. Tutti i discorsi fatti, tutti i pensieri condivisi, andati in fumo…… Io non mollerò mai, anche se questo mondo marcio sembra venirmi contro, io so che c’è del bene, e piuttosto credo di essere pronto a vivere da solo. Oggi ho litigato con mio padre perché lui vuole che esca e vada a ballare, a divertirmi ecc. invece di passare un’altra estate da solo. Per la prima volta si è messo a piangere, io vedo la sua sofferenza, ma vedo anche la mia, e non posso combattere contro le mie convinzioni. Finalmente nella vita ho capito qualcosa, ho capito cosa è sbagliato, e non posso cambiare rotta ora. La mia professoressa di italiano sembra capirmi perfettamente. Però se scrivo qui è perchè ancora l’incertezza mi attanaglia le vene, perché ancora soffro e non so se magari è meglio andare a “sfasciarmi” insieme agli altri, ad ubriacarmi, a perdere ogni controllo e a fare alba tutte le sere…… Dio mi vengono i brividi, cosa ci proveranno mai in tutto ciò. Ma vale la pena soffrire così tanto, a tal punto che persino tuo padre, la persona che hai tanto amato da sempre, piange e vuole che ti unisca alla marmaglia di decelebrati? Io spesso parlo da solo ma non mi considero matto, non ho veri amici e forse non ne avrò mai, ma mai mi suiciderò, perchè so di essere nel giusto………. Ho superato le 1500 parole e mi sembra di non aver detto ancora niente. Spero di avere il coraggio di continuare a scrivere un altro giorno. Ditemi qual è la vostra opinione e grazie del vostro tempo.

Aymelek – l’angelo lunare

Lettera pubblicata il 26 Giugno 2016. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Yog -

    Mah. Inquietante che tuo padre ti sproni nel senso da te indicato, fino ad arrivare alle lacrime. Io l’ultima volta che ho pianto è perché mi è caduta a terra una boccia di narda, ma sorvoliamo… Se ti vergogni della tua voce, ascolta quella di rensi e pensa: “Quello è il premier!”. Se ti senti grasso invece dovresti bere molta narda, che per esempio a me ha aiutato a solubilizzare i tricliceridi, ma poi non guidare per nessun motivo. Per il resto, dice bene chi ti dice di non isolarti: piuttosto monta un differenziale da 10 mA.

  2. 12
    bateman -

    Yog:Mi hai fatto morir dal ridere aahahaaa Ma si può sapere cos’è questa “narda”?aha Forse ho capito cos’è

  3. 13
    Conte Dooku -

    Ciao,
    siamo estremamente simili, noi e i nostri percorsi di vita. Unica differenza: il mio isolamento è cominciato a 19 anni, subito dopo gli esami di maturità, e dura fino ad oggi, che ho 27 anni.
    Vedo intorno a me tanta superficialità che mi fa arrabbiare: i giovani vanno a ballare fino a tardi, bevono, conquistano le ragazze (io non sono nemmeno mai riuscito a dare un bacio a una ragazza), e chi non si non si vuole o non si può adeguare(per me entrambi, visto che ho qualche limite fisico e non devo trasgredire certe regole di vita sana), viene escluso.
    Non credo che i giovani siano necessariamente privi di valori: vedo anzi attorno a me tanta voglia repressa di dare e ricevere amore e amicizia; solo che la moda impone di vivere in modo materialista per sentirsi migliori e si è troppo deboli, spesso, per ribellarsi.
    Vivo momenti di accettazione della mia condizione alternati ad altri in cui mi sento abbastanza depresso. Un mio percorso spirituale mi aiuta ad esser forte sempre più. Non credo in nessuna religione, ma semplicemente in una Forza superiore, nell’Anima umana, e che tutto ciò che viviamo è stato programmato per farci evolvere.
    Dire di più mi verrebbe difficile, in questo poco spazio, ma se vuoi, tu o altri che si riconoscono nelle mie parole, scrivermi, fatelo a signor.paperino23@gmail.com.
    Spero di aver scritto qualche parola utile.

  4. 14
    D-Ego -

    7
    iswearjannawas18 – 26 giugno 2016 22:53

    “Ti sbagli di grosso, se adesso che dovresti goderti la vita non lo fai allora sei desinato a non avere felicità”.

    Nella vita devi essere felice di Chi sei, non di cosa prendi. Fai attenzione.

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