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Io… amante…

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Lettera pubblicata il 28 Dicembre 2015. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 321 commenti

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  1. 301
    Dany -

    @golem….ehm….”molle” di sicuro…”be”…vedi tu :)… posso sapere la tua età ?

    Mi hanno dedicato la canzone “tempesta”…mi sa che la tempesta è arrivata fino al forum…300 commenti.

    Posso mandarvi l’IBAN???

    Tengo prole e non accetto soldi dagli uomini. Sarò un’amante ma onesta rimango. 😉

    Conto su di voi perciò. …ahahaha…soprattutto golem e il compare alla ricerca di una “brava donna”…chissà mai cosa intende per “brava”.

    Boooooo….

  2. 302
    Golem -

    Cavoli Dany, be…molle: mi hai fregato.
    Come ho fatto a non pensarci che avresti potuto essere così sagace.
    Età? Circa 3000 anni ma non li dimostro. Sembro uno di duemilaecinque, e vivo ancora coi genitori. Mamma si chiama Torah e papà Talmud. Ho anche una zia che si chiama Kabbala. Questa è la mia vita.
    “Ha” dimenticavo: sono fatto di creta e sono piccolo. Di creta, ricordarlo, e piccolo.

  3. 303
    Dany -

    Piccolo…si . Soprattutto nella testolina.

    Ahahahaha

    Ciaooo

  4. 304
    maria grazia -

    rossana, e che vuoi da me? io ho sempre preferito essere la donna NON ufficiale! 😀

    per quanto riguarda le oche, sono animali di tutto rispetto. e che vengono tra l’ altro sottoposti ad un brutale quanto consueto rito di alimentazione forzata allo scopo di ingrassarne le carni. una cosa atroce per le povere ochette che avrebbero invece il diritto di nutrirsi solo quando hanno fame e ne hanno voglia.

  5. 305
    Yog -

    Non le carni, Maria Grazia. Il fegato. C’è chi se lo fa grosso su LaD e chi con l’alimentazione forzata. Io me lo ingrosso con la Nardini Stravecchia. Parlo sempre del fegato.

  6. 306
    rossana -

    Dany,
    anch’io non sono affatto facile da “plasmare”, e mi va più che bene così, esattamente come sono, nonostante tutti i difetti che mi sono stati di recente appioppati (QUALCUNO pure, purtroppo, abbastanza veritiero)… 🙁

    a Golem piace continuare ad “attrarre” e “cuccare”, anche solo virtualmente. se così non fosse, non dovrebbe avere problemi a far cenno alla sua età, scalando qualche annetto, come di solito tende vezzosamente a fare quando si concede di essere almeno in parte persona, e non solo personaggio virtuale…

  7. 307
    Golem -

    Dany. Sbagliato. Di creta e piccolo ti avrebbeto dovuto suggerire “cretino” no? Quella sul bemolle me la aspettavo, e infatti non mi hai deluso. Con questa sei stata scarsina. Vabbè dai, ci riproveremo. Mi sembri portata comunque.

  8. 308
    Dany -

    Non è, golem, che devi obbligare le persone ad arrivare dove tu vuoi.

    So giocare con le parole… le mie. Non le tue..m Buona sfida?

  9. 309
    Yog -

    Non mi sembra affatto portata, invece. Secondo me, è una di quelle a cui non devi raccontare le barze di venerdì.

  10. 310
    Golem -

    E daje Rossana. Adesso lui è a fare il bagno di fango (è di creta, per forza) e ti rispondo io. Qui è Golem che agisce, e lui ha il vezzo di scalarsi qualche centinaio di anni, ne ha circa tremila, ma come hai letto ne dichiara duemilaecinque.
    In effetti, detto in confidenza, anch’io trovo singolare che questo imponente e inumano automa, senza una vera espressione che ne faccia trapelare una pur minima emozione, usi questa civetteria femminea, con un atteggiamento che crea un singolare contrasto con quello sguardo freddo e impenetrabile che crea angoscia in chi lo osserva. Ma c’è un episodio che mi ha colpito e te lo voglio raccontare
    Anni fa ero in Puglia, al mio paese natale, famoso per il suo artigianato ceramico e della terracotta, e mi aggiravo verso l’imbrunire per le botteghe del quartiere figulo, anche per riassaporare il piacere delle atmosfere e i profumi della mia infanzia che la vita in cittá non mi ha mai restituito.
    Golem – che mi segue ovunque, anche in vacanza – lo avevo lasciato a casa, anche a causa della lentezza dei suoi movimenti, impediti dalla mole e dalla sua fattura di creta non certo adatta alla deambulazione. Era lì quando sono uscito, fermo, monumentale, con quello sguardo puntato all’infinito, pronto ad eseguire i miei ordini ogniqualvolta li ritengo necessari, ai quali risponde sempre, con la sua voce metallica e cavernosa insieme priva di inflessioni : “זה ייעשה נשים” (sarà fatto signore. Lui parla in ebraico).
    Dopo aver goduto di quell’antico piacere, mentre il sole stava tramontando lasciando un alone arancione sui muri bianchi delle case del quartiere, che assumevano così un delicato tono di rosa, mentre il gelsomino cominciava a far sentire il suo conturbante profumo serale – quasi un preludio di erotismo notturno- mi avvicino ad un antico cortile che dava accesso ad un palazzo dall’altissimo ingresso che introduceva ad un androne buio e inquietante. Era il palazzo abbandonato dei principi Cicinelli, tenutari del paese sino ai primi dell’800 e mai amati dalla popolazione, che allontanò con un ‘insurrezione” popolare prima dell’Unita d’Italia, lasciando che la dimora venisse saccheggiata dalla gente affamata che li svuoto di tutti i beni di valore, lasciando solo qualche vecchio contenitore di liquidi o di cereali di produzione locale. “Minzane” e “capasoni” tipici di ogni antica casa del sud, troppo ordinari e rovinati e troppo pesanti da trasportate per poter interessare qualcuno.
    Quell’antro noi bambini lo chiamavamo ” Lu purtone d’ lu Principe”, e nei racconti dei nonni ce lo raccontavano come abitato da fantasmi e spettri che rapivano i bambini cattivi, e nessuno di noi piccoli ci entrava naturalmente, portandoci anche in età adulta una sorta di timore inspiegabile. Ma quella volta ne fui attratto. Stranamente.
    Adulto e lontano da quei racconti, il ricordo dei quali mi dava un vago senso di malinconica nostalgia, vi entrai con tranquilla circospezione mentre mi appariva cosi diverso da quella che era…

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