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Il suicidio

di beppino
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14.941 commenti

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  • 9941
    alessandro -

    E’ capitato spesso anche a me di ricorrere a questa frase. Spesso, davanti all’impotenza del mio essere e dei miei mezzi, me la sono auto dedicata, nel senso che tante volte penso che per me vivere significhi poter sperare di fare quello che ho scelto, desiderato essere e diventare: un medico.
    Poi mi accorgo dello scarto abissale tra l’ideale e il reale, mi accorgo degli interessi, delle meschinità, delle bestialità vere che imperversano e imperano in medicina e, ancora di più, in psichiatria.
    E allora scopro di non stare vivendo, vivendo davvero, di una vita autentica e piena. Mi accorgo di quanto sia complicato portare aiuto o conforto o un minimo di sostegno ad uno schizofrenico catatonico, di quanto sia complicato entrare in relazione umana con una persona gravemente depressa, di connotazione psicotica, che non parla e non comunica, persa nel suo mondo ghiacciato dove si sono inaridite tutte le speranze, le emozioni, i sentimenti, di quanto è difficile garantire dignità e rispetto ad un coercizzato, sottoposto alla violenza del Tso, trattamento sanitario obbligatorio, un acronimo che nasconde la vergogna di un contenuto malcerto (trattamento sanitario…il che significa soltanto forzare il malcapitato ad una dose assurda di devastanti psicofarmaci, spesso inopportuni) sotto l’unica evidente certezza (obbligatorio), con poliziotti quasi mai consapevoli di ciò che fanno che a forza porteranno in un Spdc, organizzati come bunker spietati e terribili, murati da sbarre e da porte chiuse, che ne sanciscono la diversità irrimediabile dal resto dell’Ospedale. E allora, ci si trova costretti in quel luogo spesso sporco e disorganizzato, come segregati, e a me medico è capitato di assistere a come colleghi psichiatri scrivano con una facilità disumana che le ‘condizioni cliniche’ di quel paziente hanno richiesto la coercizione ‘in prima’, ‘in seconda’ o addirittura ‘in quinta’, vale a dire vedersi legati al letto con cinque legacci a umiliare la tua sofferenza già soffocata e non compresa dalla schifosa chimica. Una sofferenza umiliata e soffocata e quindi inchiodata all’annullamento di ogni dignità e rispetto, nonché negata ad ogni possibilità di venire superata.
    E mi è stato possibile conoscere persone che si sono portate dentro, per questo, cicatrici psicologiche profonde fino alla loro morte, spesso volontaria, per suicidio. Perchè quel dolore è stato aggravato e infine travolto dall’incomprensione di chi doveva essere lì per ascoltare e provare a capire, soffocato da dosi farmacologiche assurde prescritte da chi, paladino della ‘giusta distanza terapeutica’, se ne fotte di quel che ti divora dentro e resta freddo e indifferente, anche quando trova il tempo di stare a sentire, al senso e alle parole provenienti da un cuore straziato e da una mente profondamente provata.
    Ho conosciuto, anche, psichiatri che hanno ripudiato la medicina e la psichiatria per tutto questo. Io ci sono vicino, ed anche questo significa non vivere!
    Sereno Natale a voi !

  • 9942
    MrDwight -

    Un caro saluto a tutti voi,amici sconosciuti.Dopo aver scoperto che il mio adorato genitore ha un male incurabile,dopo l’orrore che sto provando nel vederlo ogni giorno consumarsi davanti a me,dopo essere stato risucchiato in un imbuto di angoscia e indicibile dolore,quello che sto facendo è sopravvivere a me stesso.E quando avrò finito di vegliarlo giorno e notte,credo che preparerò i miei bagagli per il grande,ultimo viaggio.
    Sento di non appartenere più a questo mondo corrotto e fatto con il sangue,ho gia provato tutto nella vita,depressione compresa.Ho toccato il fondo,sto raschiando il barile.L’unica cosa che rimane è la risalita,e credo si possa ottenere solo in un modo.E quello che mi fa più orrore è l’indifferenza,la disumanità di chi mi sta attorno,l’egoismo e la superficialità che fanno dell’essere umano il protagonista più intelligente e più crudele che mai sia esistito.No,non voglio essere così,io non sono così.
    Un saluto a tutti voi,fratelli che avete avuto a nausea la vita.

  • 9943
    ExAndrea -

    ———–
    messaggio cancellato dall’autore
    ———–
    Un saluto a tutti

  • 9944
    alessandro -

    Tutti con una personalità scissa, o un’identità in crisi o in bilico su più aspetti? Tutti ex…ed ora, per curiosità, cos’è che siete?

  • 9945
    Erica -

    Anchio ho sofferto per amore , è doloroso , sono caduta in depressione , prendevo psicofarmaci poi mi sono rinnamorata e li ho lasciati , l Amore è un sentimento forte , ma quello vero te lo da solo Dio , pregate Dio che vi aiuti , ora sono di nuovo sola , mi manca una persona al mio fianco ma prego che Dio possa mettermela vicino e che sia quella giusta questa volta , il senso della vita è seguire Lui e i suoi comandamenti per arrivare alla vita eterna dopo la morte , cercatelo e scrivetemi se posso esservi di aiuto ne sarei davvero felice

  • 9946
    Piergiorgio -

    Che difficile che è trascinarsi in questa vita.

  • 9947
    marina -

    Già ..trascinarsi!!!!molto dura.

  • 9948
    MrDwight -

    @Piergiorgio
    @Marina
    Già,trascinarsi è la parola giusta.Non a caso esiste la metafora della croce che ognuno di noi deve portarsi sulle spalle,e non a tutti pesa allo stesso modo.
    Ci sono persone che non sopportano questo peso,ne rimangono schiacciati e non c’è nessuno attorno che possa venire in soccorso…oppure qualcuno c’è,ma si guarda bene dall’intervenire: egoismo e disempatia.
    Perchè se notate,la costante universale che aleggia sull’anima di chi cerca la fine,è sempre la stessa: la solitudine.
    Sentirsi soli (dentro) e abbandonati,sentirsi trascurati,sminuiti,banalizzati e poi depressi.Altro che psichiatria,gli psicofarmaci alleviano gli effetti,ma la causa è sempre li sopra la nostra testa; questa solitudine che si trasforma in una cosa gelatinosa e opprimente,che non ti lascia respiro,non ti fa muovere,ti lega mani e piedi e alla fine ti chiude gli occhi.Tutto parte da quella: per una persona sensibile è assolutamente impossibile non rimanere schiacciati da una croce troppo pesante,da soli non si va avanti.E quando si viene abbandonati da una persona che si ama,quando si perde una persona cara ,quando la vita ci presenta dei conti troppo salati per le nostre possibilità,e non c’è più nessuno che ci dia sollievo nel sostenere questa croce, in un massacrante quanto inutile trascinarsi avanti, si viene schiacciati inesorabilmente.L’unica via d’uscita appare l’oblio estremo.
    Vorrei con tutto il cuore che chi soffre e fatica a vivere,trovasse la forza necessaria per proseguire il cammino.Ma se uno non la possiede dentro di se,come fa? Gli psicologi possono aiutarci a capire che il male che proviamo può essere spento,che proviene dalla nostra esperienza,dalla formazione,che siamo il prodotto del nostro passato; gli psichiatri possono aiutarci con la medicina,impedire che il tutto si trasformi in un male fisico e autodistruttivo; ma se si è particolarmente sensibili,e se la solitudine non ci abbandona,sembra tutto inutile.
    Quante volte abbiamo perso amici e persone care che hanno deciso di andarsene,e ci siamo chiesti come mai nessuno di essi abbia urlato il suo disagio o abbia chiesto aiuto? Semplice: solitamente chi urla il suo disagio o chiede aiuto sa che qualcuno può ascoltarlo.Chi è dentro alla solitudine estrema,invece,è consapevole che nessuno potrà mai venire in suo soccorso.L’estrema consapevolezza della propria condizione insopportabile,un gesto che agli occhi di chi può contare sul sostegno valido di qualcuno,può apparire insensato.Un gesto che agli occhi di chi ha perso tutte le forze e i sostegni,può apparire risolutivo e benefico.
    La linea che separa le due condizioni,talvolta è sottilissima.

  • 9949
    Eme -

    MrDwight :”E quello che mi fa più orrore è l’indifferenza,la disumanità di chi mi sta attorno,l’egoismo e la superficialità che fanno dell’essere umano il protagonista più intelligente e più crudele che mai sia esistito.”

    Probabilmente mi ripeterò come un giradischi rotto ma non m’importa. Se si desse agli altri l’importanza che questi altri hanno (ossia l’importanza che si deduce dai loro stessi comportamenti, tanta, tantissima, zero, sottozero a seconda dei casi) probabilmente non si socccomberebbe alla stronzaggine di certi comportamenti così come non ci si prostrerebbe riconoscenti di fronte ad un minimo di umanità.
    Tra l’eliminarsi pur di evitare un certo contesto ed il sentirsi avulsi dal contesto stesso c’è la stessa differenza che passa tra chi si siede a terra, si arrende all’ineluttabile e si lascia morire e chi, magari saltando su una gamba sola, va comunque avanti.
    Perchè esiste ed ha tutto il diritto di restare su questo mondo finchè morte naturale non lo falci via.
    Il che non è una questione di volontà. In certi casi la forza di volontà è azzerata ed è inversamente proporzionale ai propri desideri (mi ammazzo perchè vorrei, avrei voluto, tanto vivere”.
    La frase “volere e potere” è, secondo me, una colossale fregnaccia perchè, purtroppo, nulla (o quasi) dipende da noi e solo da noi.
    Ci sono di mezzo, la fortuna, le occasioni, la salute, i soldi, parenti, amici, “amici”, colleghi, superiori, il destino ereditato da scelte scellerate dei propri genitori etc ….insomma, troppe circostanze contigenti perchè una persona possa ciò che realmente vuole.
    Ma si può, comunque, decidere di difendere ciò che si sente proprio ma non si ha, non si ha ancora e concedersi la possibilità di vedere se il giorno dopo qualcosa cambierà.
    Sapere di avere ancora dei desideri, delle speranze, dei principi, dei sogni o ci fa sentire dei gran co...... o ci da una forza incredibile.
    E con questo rispondo anche alla tua domanda Alessandro. Non volendo ritenermi una gran cogliona mi sento una persona che ha riacquistato una forza che non pensava (o non pensava più) di avere.
    Un saluto a tutti.

  • 9950
    Francesco -

    A ERICA
    Sono contento che ti sia risollevata grazie alla fede in Dio. Io invidio ed ammiro molto le persone come te che riescono a dare un senso alla vita grazie alla fede. Io non ci riesco. Sicuramente sarà per la mia testa quadrata, gli insegnamenti, gli studi fatti e dagli eventi della vita. Non capisco però, visto che hai trovato il vero Amore in Dio, perchè ti ostini tanto a volerne uno Terreno ad ogni costo! Considerate le brutte esperienze passate che ti hanno portato alla depressione, perché vuoi un altro amore? E se poi questo si rivelerà uguale se non peggio del primo? Potresti avere una ricaduta ed allora potrebbe essere irreversibile. Io parlo da uomo, diciamo meglio da maschio, prima di riavventurarti di nuovo nell’imprevedibile Universo dell’amore, pensaci mooooolto bene.
    Da maschio ti posso dire di stare bene attenta, perché conosco molto bene la psicologia femminile, anche se non la capisco. Il maschio sa sempre quello che vuole trovare in una donna, mentre la donna (a parte il desiderio materno)ha le idee molto confuse. La donna si costruisce Universi amorosi e situazioni irreali che non corrispondono mai alla realtà. Valuta bene cosa vuoi e cosa vorresti trovare. Se non lo trovi, rimani da sola, altrimenti è peggio.
    Il mio non è per niente un tentativo di condizionare le tue scelte di vita, è solo la MIA semplice opinione di maschio e ateo.
    In ogni caso, tantissimi Auguri di Buon Anno e che tu possa avere quello che desideri di più. Ciao!
    Francesco

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