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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.902 commenti

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  1. 14781
    Golem -

    Giusto, senza contare che in quasi in tutti i settori -non i tutti- ce ne sono di ancora peggiori: i cialtoni gonfiati.

  2. 14782
    Beppino -

    Ogni giorno batte il mio cuore. Ogni mattina mi sveglio, per una nuova giornata. Alcuni sono affetti dal cancro, e stanno in ospedale. Io…mi vergogno per il male che c’ho dentro, e che non è cancro, né patologia grave. Mi vergogno perché nonostante l’amore della mamma ( per mio padre non so ), ho sciupato diciassette anni della mia vita, e se niente cambierà, sciuperò ancora qualche anno. Eppure, di salute, sono in gamba. Sono giovane…e ho sempre voluto morire giovane. Ho desiderato avere un cancro, e morire presto. Cosa tremenda, che una persona affetta da cancro non potrebbe capire.
    Ho chiesto a Dio di riprendere la mia anima…e non l’ha fatto. Per ora no. Ho dei rimproveri da fare a Dio…:
    Perché mi ha fatto male? Perché non mi ha liberato dalle mie dipendenze?
    Perché ha permesso questa Via Dolorosa, senza aiutarmi?
    Perché non riprende la mia vita, troncata via da una malattia subitanea e mortale?
    Non penso che mi rivolterei. Vivrei per l’essenziale, fino alla fine.
    Non ho mai voluto fare parte del mondo.
    Non ho chiesto di venire alla luce.
    Amo la vita, però potrei lasciarla senza rancore, senza amarezza.
    Però invecchiare no: non mi va. Sono già vecchio.
    Ho già visto troppo male su questa Terra.

  3. 14783
    Beppino -

    Perché Dio mi lascia su questa Terra, a respirare aria inquinata, per ottant’anni…in mezzo a delle persone impazzite per il riscaldamento globale, e per il carovita, o le preoccupazioni materialistiche…?
    Perché Dio, siccome per me esiste, permette ch’io veda tutto l’orrore successo sul pianeta, senza ch’io possa cambiare le cose?
    Perché le mie care nonne sono morte, anche se una non sembrava di amarmi molto…?
    Perché oggi sono vivo, io, mentre muoiono tante altre persone…?
    Perché nel 2010, non sono morto impiccato?
    Chi mi mantiene in vita, da diciassette anni? Chi mi fa attraversare incubi, tormenti, dolori…e ciononostante mi lascia in vita, depresso, agitato?
    Qual è lo scopo di tutto questo?
    Non mi merito il respiro. Non mi merito la vita.
    E poi, se muoio a ottant’anni, o a settanta, che cosa cambia?
    Se un giorno o l’altro si muore…preferisco morire giovane. Prima dei miei genitori. Prima dei miei fratelli e sorella.
    Prima della mia amica migliore.
    Così non soffro più in questo mondo, e non rattristo più Dio, con i miei peccati.

  4. 14784
    toroseduto -

    Non sei il solo che ha vissuto sulla sua pelle tutto il marcio che c’è sulla terra. Le tue paure non sono ingiustificate. Si va verso un nuovo mondo con la costanza e con lo spirito giusto. Tu con la religione e questo dio sordo ai tuoi appelli, io con la mia voglia di spendere bene la mia vita con chi è ormai perduto. Passo le notti tra ubriachi e drogati, cose che tu neppure conosci. Non cerco sconti o premi per quello che faccio, “sento” che devo farlo. Come prendere una medicina che mi innalza a credere che con l’amore si possono fare miracoli. Smettila di essere egocentrico, vai nelle stazioni di notte con qualcosa da mangiare per degli sconosciuti che non hanno neanche la forza di dire grazie. C’è tanto da fare, per gli altri intendo, apri i giornali, leggi il numero dei morti per fame o altro, renditi utile, il prossimo ti è vicino e tu nemmeno lo vedi. Se fossi credente ti direi che questo è il tuo peccato più grande. Smettila con questi calcoli sull’eventuale morte, per il momento sei in vita, spendi meglio i tuoi talenti.

  5. 14785
    rossana -

    Beppino,
    tante domande per comprendere e accettare un malessere costante, a cui, come ben sai, non possono esservi risposte.

    non ti ricordo molto interessato alla lettura, altrimenti, ti potrebbe interessare “Il dolore innocente” di Vito Mancuso, dottore in teologia sistematica. è il primo saggio che affronta l’handicap dal punto di vista filosofico e teologico nell’ottica della teologia cristiana, senza trascurare i riferimenti alla scienza.

    Intorno agli anni 2000, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 5% dei bambini che nascono ha un handicap, il che significa 8000 individui ogni giorno, 3 milioni ogni anno. puoi immaginare la loro sofferenza e quella delle loro famiglie?

    tu NON rientri affatto in quella casistica, se non vuoi essere tu a infilartici. potresti però avere una visione più approfondita della problematica, dal punto di vista religioso.

    sul fronte laico, per quanto mi riguarda, benché esista sempre, per tutti, una possibilità di scelta, questa talvolta, viene a decadere proprio in alcuni aspetti fondamentali. in sintesi: per me esiste, A CASO, sia la buona che la cattiva sorte. vedi, ad esempio, la vita che trovi riassunta, non da me, nel post che segue.

    continua…

  6. 14786
    rossana -

    segue per Beppino

    “Abbandonato dal padre alla età di 3 anni; cresciuto con 3 diversi patrigni; dislessico; il sogno di diventare giocatore di Hockey infranto da un brutto incidente; una figlia morta durante il parto; sua moglie morta in un incidente stradale; la persona a cui tiene di più, sua sorella, affetta da leucemia; il suo migliore amico, River Phoenix morto di overdose. Con tutto quello che ha passato, Keanu Reeves non perde occasione per aiutare le persone che ne hanno bisogno.”

    mi rendo conto che i suoi guai sono indiretti e che ha avuto la fortuna di trovare in sè sia la forza sia di sopportarli che quella di sublimarli. la sua scelta, probabilmente di temperamento, è stata di certo favorita anche dal successo ottenuto come attore (“L’avvocato del diavolo” con Al Pacino e “Le riserve” con Gene Hackman, ad esempio).

    forse, si tratta soltanto di trovare la strada soggettiva che meglio si adatta al mantenimento del proprio equilibrio, partendo, ovviamente, di quanto di positivo si ha a disposizione. non è facile: tutt’altro! ma non c’è bisogno di dare più di quanto si sia ricevuto: basta utilizzare al meglio quanto c’è, che si può via via incrementare, senza porsi obiettivi di idealistica perfezione.

  7. 14787
    Beppino -

    Questa lettera, così tormentata, anche così bella, sta morendo. Dov’è Dago44? Dove sono tutti? Esistono tante lettere sul suicidio, ora…e questa è ormai finita.
    Non è necessario continuarla.
    Riposi in pace.

  8. 14788
    Beppino -

    E lo dico anche a me stesso:
    Ch’io possa riposare in pace.
    Voglio conoscere la felicità, ormai.

    Addio.
    PS: è ora di bere il caffè.

  9. 14789
    Beppino -

    Sono egocentrico, sì, lo so.

  10. 14790
    Beppino -

    Sono anche schifoso. Brutto. Ingiusto. Cattivo. Immaturo. Pigro. Difettoso.
    I miei difetti li conosco.

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