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Il 6 in condotta

di scrivocosanepenso@gmail.com
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 19 Settembre 2023. L'autore ha condiviso 20 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 33 commenti

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  1. 11
    Max -

    Mio padre, come persona cieca, ha fatto il liceo e l’università gratuitamente e, sempre gratuitamente, era ospitato presso l’Istituto per Ciechi che, a quei tempi, svolgeva le funzioni del pensionato studentesco. Riceveva vitto, alloggio e assistenza allo studio (lettori ecc.), ma per poter fruire di tutto questo doveva conseguire una media non inferiore al 7. Insomma, diritti e aiuti, ma in corrispondenza di doveri e di responsabilità. Questa è la formula che una sinistra degna di questo nome può e deve perseguire, al di là di degenerazioni ideologiche e comportamentali che sono io il primo a detestare ma che non sono estranee anche a persone di collocazione politica diversa.

  2. 12
    rossana -

    Trader,
    appena minimamente possibile, a me piace concordare ma in questo caso, concordo due volte, molto banalmente, sul concetto che la diversità è una risorsa.

    A mio avviso, andrebbe maggiormente rispettata in ogni contesto, persino su un forum online… Altrimenti diventa facile supporre che si viene qui per indottrinare, deridere o sovrastare, con qualsiasi modalità si faccia.

  3. 13
    Suzanne -

    Hai ragione Max : in realtà volevo usarlo al singolare e ho formulato scorrettamente la frase. E mille anni fa avevo nove di latino! Tutto rimosso.
    White, concordo, le colpe dell’attuale sistema scolastico sono da imputare ai diversi partiti succedutisi negli anni, senza sostanziali differenze tra destra e sinistra. Poi, se vogliamo esprimerci per luoghi comuni, si finisce per mettere insieme una serie di baggianate come nei commenti 5 e 6. Addirittura i professori di destra sarebbero belli (forse biondi e di razza ariana? Mah) e quelli di sinistra delle ciofeche. Ma mi facci il piacere!
    Trader, credo che piú che altro manchi la competitività con sé stessi, cioé quello slancio che ti spinge a cercare di ottenere risultati sempre migliori superando i tuoi limiti e le tue carenze, laddove possibile, o comunque sfruttando appieno le tue potenzialità. La scuola dovrebbe spronare a far questo.

  4. 14
    Golem -

    Trad, la diversità é una gran risorsa, altroché. Ma perchè diventi una risorsa “utile” è necessario che le singole risorsine “conoscano” bene le proprie REALI caratteristiche e valore. E questo accade raramente, ecco perché è difficile far funzionare il mondo.
    C’erano due matematici giapponesi, Yutaka Taniyama e Goro Shimura, due genii della matematica, ma che più diversi non potevano essere. Uno preciso, ordinato, scrupoloso, l’altro impulsivo, umorale, incasinato, incapace di farsi il nodo alla cravatta. Bè, questi due, così male assortiti, che peggio non si poteva, sono riusciti a sviluppare la teoria delle equazioni ellittiche, che ha permesso di avere strumenti
    matematici per i calcoli necessari alla corsa allo spazio e alla conquista della Luna. Era la congettura di Taniyama-Shimura
    Come ci sono riusciti? Perchè entrambi mettevano a disposizione quello che AVEVANO e non quello che CREDEVANO di AVERE.
    Capìta la metafora? Quel piccolo dettaglio fa la differenza, che quando è conosciuto fa miracoli, quando non lo è fa solo disastri.

  5. 15
    white knight -

    Ritornando un attimo “on topic”, direi comunque che gran parte del danno deriva dalla demonizzazione della “repressione” in generale. La repressione è come un arma, un automobile, una penna o una teiera bollente: uno strumento. Nelle mani giuste farà cose buone o quantomeno utili, in quelle sbagliate farà disastri.
    Ma la cultura del “voemose ben” e del “tana libera tutti” l’ha dipinta come uno strumento di tortura che nemmeno l’inquisizione spagnola… invece la vera tortura è il dover sopportare l’esistenza e l’avanzamento nella scala della vita di coloro che l’hanno fatta franca. E non perché particolarmente furbi: ma perché il sistema particolarmente stupido (e buonista).

  6. 16
    maria grazia -

    Come sempre, pur di portare acqua al proprio mulino si distorce completamente quello che dico. Ma questo succede perché dall’altra parte non si è capaci di argomentare. Ho fatto semplici osservazioni sull’ aspetto fisico di alcune persone di destra che ho conosciuto, osservazioni che non miravano assolutamente ad alludere ad alcunché. Ma qualcuna, chissà perché, si è sentita toccata. Così come non penso affatto che la diversità non possa essere una risorsa. Ma non lo è in un mondo senza regole e senza riferimenti, ma in una società dove viene applicata una sana repressione ( per ricollegarmi a White knight ) e dove i diritti del singolo esistono in quanto esistono i doveri della collettività. Solo così può diffondersi la cultura della responsabilità. Oggi, da questo punto di vista, viviamo in un far west e imperano il bullismo e il lassismo assoluti. Io penso che una bella raddrizzata e un po’ di olio di ricino in certi casi male non farebbero.

  7. 17
    maria grazia -

    Del resto i genitori dementi, quelli che allevano futuri narcisisti perversi o di contro che maltrattano i figli fino a negarne la dignità e talvolta la vita, esistono in qualunque fazione politica. Ecco, io comincerei a rieducare i genitori, prima ancora di prendermela con i ragazzi. Più che di repressione, parlerei di un bel reset generale per fare piazza pulita, cominciando a togliere i figli a tutti quei genitori che avrebbero fatto meglio a farsi sterilizzare. A cominciare da tutti quelli che praticano stalking condominiale, dando così un pessimo esempio ai loro rampolli.

  8. 18
    Suzanne -

    È quantomeno singolare che si parli di “sana repressione” laddove banali doveri della collettività in epoca di pandemia sono state viste come un’inammissibile violazione della libertà individuale. Andava usato per caso olio di ricino quindi? Coerenza, questa sconosciuta…
    Il termine repressione in ambito educativo è decisamente inappropriato, anche perché se le regole della collettività non vengono interiorizzate e condivise, si farà di tutto per infrangerle.

  9. 19
    Max -

    Con spirito democristiano, ovvero mediatorio, posso dire che la persuasione, ovvero l’interiorizzazione delle regole, e la repressione vanno di pari passo e sono entrambe importanti, un po’ come, in caso di malattia con febbre alta, la tachipirina e l’antibiotico. Se la febbre ti sta arrivando a 41, è opportuno prendere la tachipirina per farla abbassare un po’, prima che porti a meningiti con conseguenti danni cerebrali, ma per capire cosa sta causando questa febbre è opportuno curare il problema alla radice e quindi ricorrere, ad esempio, all’antibiotico. Ebbene: se ci troviamo di fronte a qualcuno che attua dei comportamenti incompatibili col vivere sociale, in primis dobbiamo reprimerlo per impedirgli di nuocere, poi cercheremo, com’è giusto, di capire alla radice cosa non ha funzionato. Cattiva educazione? Famiglia in condizioni indigenti? Ambiente sociale degradato? Tutte cose, queste, che avrebbero dovuto essere attenzionate prima, lo riconosco.

  10. 20
    Max -

    Ma se ciò non è avvenuto, per ragioni delle quali la società può avere, certo, una sua parte di responsabilità, ciò non vuol dire che i fenomeni emergenti vadano tollerati. Vanno, appunto, condannati e repressi, nel momento in cui si presentano. Ma poi bisogna ricorrere all’antibiotico, ovvero curare il male alla radice, comprendere quali ne siano le cause profonde e cercare di porvi rimedio, affinché né quella persona specifica, né altre, riproducano i comportamenti devianti che non possono essere accettati. Purtroppo, come già ho detto, ciascuna delle due parti in discussione valuta solo un aspetto del problema, mentre, a mio avviso, andrebbero tenuti presenti entrambi, perché entrambi sono importanti per garantire la convivenza e il funzionamento sociali. Questa la mia opinione, e scusatemi se il tono è stato un po da “lezioncina”, ma certe cose le sento più nel profondo di quanto non sembri, perché hanno a che fare con persone e esperienze che mi hanno riguardato da vicino.

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