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Frustrazione per situazione economica, non avrei voluto crescere

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Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Ho 19 anni e molti sogni, come tutti i miei coetanei.E questa, più che una domanda, è uno sfogo.

Mi ritengo fortunato: abito in una casa di proprietà accogliente e vivibile, con la mia famiglia, posso studiare all’università. Ma più il tempo passa più prendo consapevolezza degli stenti dei miei genitori, del conto in rosso prima della fine del mese… Non siamo poveri, e nemmeno ricchi, ma ho notato che con il passare degli anni molte cose sono cambiate, ed in peggio. Possiamo spendere solo per il necessario, non ci concediamo alcun tipo di sfizio, qualche giorno prima della fine del mese si va sotto con il conto, poi arrivano gli stipendi, si salda ,si va sotto, arrivano gli stipendi, si salda…è un ciclo vizioso che non finisce più ed impedisce qualsiasi spesa extra al di fuori del pagamento di bollette, del mangiare , di una maglietta ogni due\tre mesi e della benzina per l’auto.

Questa continua tensione ha fatto peggiorare anche i rapporti in famiglia : si litiga spesso, il clima familiare non è più quello di 6-7 anni fa. Siamo sempre stati una bella famiglia molto unita, e da quando sono iniziate queste difficoltà niente è più come prima.

Io vedo i miei amici e coetanei partire,viaggiare, spendere in sciocchezze. Non sono il tipo a cui piacerebbe spendere in vestiti, macchine o cose simili, mi piacerebbe semplicemente viaggiare, anche nel peggiore dei modi, anche a piedi. Ma servono soldi. Ho cercato qualsiasi tipo di lavoro, dal lavapiatti al pizzaiolo, sarei disposto a fare anche lo sturatore di fogne pur di metter da parte due spicci. Il 96 % delle volte mi hanno risposto con un “Cerchiamo con esperienza”, il restante delle volte ho guadagnato molto molto poco ,ma pur sempre qualcosa.

I miei genitori più volte m’hanno invitato a partire ed a non preoccuparmi, ma non riesco a chieder loro soldi con le tasse universitarie, con il conto in rosso e con le spese alla porta…non posso chiedergliene, non ci riesco.

C’è di peggio al mondo, ma in questo momento provo un grande senso di frustrazione : ce la metto tutta, ma non riesco a raggiungere quell’obiettivo. Non posso raggiungerlo.Non guardo più la televisione da un pezzo; quando per sbaglio l’accendo, sento sempre le solite parole :”Disoccupazione record, giovani a casa, nessun lavoro”. E continuo a studiare, con l’incognita di un futuro.  Presente e futuro non fanno altro che angosciarmi, facendomi vivere male.

L’unica mia distrazione è la birra del sabato sera con gli amici e la musica, senza la quale non riuscirei ad andare avanti…  le difficoltà son molte ma vanno affrontate di petto. Solo che non riesco a scacciare questa frustrazione, quest’angoscia di fondo che mi tormenta…

Lettera pubblicata il 1 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 13 commenti

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  1. 11
    M. -

    Gep,
    studi ingegneria, ma di che tipo? In quale università?
    Impara da Dio l’inglese e un’altra lingua come il russo, per esempio.
    Ho amici ingegneri (ingegneria civile) che hanno fatto esperienza all’estero, come Libia e Irlanda, e poi sono rientrati in Italia, con un lavoro.

  2. 12
    sara -

    l’università, purtroppo, ha poco valore, è un dato di fatto. Io proverei ad andare all’estero, magari facendo il lavapiatti, o lavorando in un pub, informandoti sul paese dove vai. Potresti col tempo restituire i soldi ai tuoi nel caso te li prestino. e magari trovare un posto da condividere, dimezzando così le spese.

  3. 13
    trader -

    Sara, il tuo commento è avvilente: l’università è inutile, è meglio andare a lavare i piatti a duemila chilometri da casa. E dopo? Vivi così per sempre? Spero che non intendessi questo. I laureati italiani vanno all’estero con dei contratti di lavoro, non partono all’avventura per pulire i cessi a Londra.
    Io ho lavorato anni a centinaia di chilometri da casa, ma in Italia, però ho fatto lavori umili, finché mi sono laureato. Infine ho intrapreso questa bellissima attività, altrimenti oggi starei ancora a spedire curricula vitae per un posto allo sportello di una banca. Il mio lavoro mi impegna tanto, ma mi rende indipendente, non ho nessun superiore che mi tratta male, non ho colleghi stupidi con i quali dover litigare. Insomma, lavoro sodo, ma sono soddisfatto, è un lavoro mentalmente stimolante. A volte è un lavoro stressante, come ieri, quando il ftse mib è franato di quasi il quattro per cento, mentre contemporaneamente monitoravo strumenti in valuta estera che ho comprato qualche giorno fa e scricchiolavano in modo preoccupante. Ma è un lavoro che mi piace, lo preferisco a lavare i piatti in un ristorante.
    I RACCONTI DEL TRADER – PROSSIMAMENTE SU LETTEREALDIRETTORE

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