Caro direttore,
ho 15 anni e le scrivo perché sono abbastanza preoccupato su un tema in particolare che riguarda la guerra in corso. Assistiamo infatti da mesi al surreale dibattito sull’invio di armi all’Ucraina, sul quale Mario Draghi è sempre stato chiaro, schierandosi subito dalla parte giusta della storia. C’è da parte di molti una grande mistificazione su questo tema, tesa a spostare l’attenzione da un evento incontrovertibile, ovvero l’immotivata guerra scatenata da Putin. C’è un dato di fatto che spesso non viene preso in considerazione, forse anche in malafede: sono gli ucraini a voler combattere fino alla fine per la loro patria (e noi non possiamo negarglielo). Gli stessi ucraini che, se non avessero ricevuto le nostre armi, avrebbero combattuto anche a mani nude, con un epilogo molto più amaro di quello odierno: un paese finito, conquistato e tantissimi morti (tutti ucraini), molti più di quanti ce ne siano stati finora. La strenua resistenza degli ucraini, che spero non venga mai dimenticata, è (purtroppo) la cosa migliore che possiamo avere in questo momento, perché ci permette di evitare una guerra mondiale e di difendere al contempo i nostri valori occidentali, proprio quelli ai quali la democratica Ucraina voleva legittimamente aderire. Ecco, questa è una guerra di valori. È innegabile che gli ucraini stiano combattendo anche per noi occidentali, ma ciò non toglie (anzi, lo rafforza ancora di più) che permettere all’Ucraina di difendersi sia sacrosanto e necessario. Chi lo nega è in malafede, e vorrebbe la morte di uno stato europeo sovrano e la messa in pericolo dell’Occidente intero. È un dato di fatto, incontrovertibile proprio come la guerra voluta solo da Putin. Certo, non è equo che gli ucraini combattano per tutti noi occidentali, ma è purtroppo l’unica cosa giusta e possibile ad oggi. Un popolo ha tutto il diritto di difendere la propria storia e i propri valori di identità e d’indipendenza, specie se aggrediti in questo modo. Dobbiamo definitivamente capire che “non inviare armi” non corrisponde a “pace” o a “tregua”, bensì a “resa” e “morte dei nostri valori”. Gloria all’Ucraina.
Flavio Maria Coticoni
A Bucha sono stati per poco tempo, chissà cos’hanno avuto il tempo di combinare nel Donbass.
Quei maledetti hanno sparato anche contro il cardinale.
https://sun6.userapi.com/sun6-23/s/v1/ig2/4Tg0s8k4yxmjeDLnqR0n3Xkv5qUju_6G89l2gO7iAnPPd0jezFobb03cujTjsHqDbsW52L8V3yiCRBlqZmasDLs9.jpg?size=426×604&quality=95&type=album
Onore al crociato hahaha schifosi