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Declino ineluttabile o ciclo che si ripete?

di Bottex
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 7 Gennaio 2024. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 50 commenti

Pagine: 1 3 4 5

  1. 41
    Bottex -

    Ha ragione, Claudio. Mi scuso per il commento tardivo, ho aspettato a rispondere per dare modo a tutti di dire il loro parere e perché poi i commenti erano andati fuori tema, questa storia sulla bellezza non era il tema della lettera. Sia come sia, ovvio che cercherò di dare a mio figlio tutto ciò che gli occorre, sia dal punto di vista affettivo che di quello materiale, nei limiti delle mie possibilità. Spero di riuscire a farlo bene. Di certo non sono pentito di aver cercato e infine “ottenuto” (almeno si spera) questo figlio. I pensieri da me espressi ovviamente rimarranno, ma come ho potuto vedere, sono pensieri che affliggono molte persone oggigiorno, non solo me. Inoltre, quello del genitore è un ruolo molto importante, ma prima o poi i figli diventano indipendenti e spetta a loro decidere che cosa fare della loro vita e del mondo in cui vivono, quale che esso sia. E come ha detto qualcuno, probabilmente ci rimprovereranno alcune cose, apprezzandone invece altre. Grazie a tutti.

  2. 42
    CLAUDIO -

    Bene,bottex, lieto di averti dato una dignitosa e(lo spero!!) pertinente opinione sul tuo dilemma ed ancora Buona Fortuna a te ed alla tua famiglia!

  3. 43
    rossana -

    Bottex,
    ho letto soltanto poco fa il tuo chiaro e lucido confronto fra situazioni di base ed evolutive di temperamenti e condizioni esistenziali di tre generazioni, con proiezioni sul futuro per la quarta.

    Per me, il declino del nostro Paese è ineluttabile. Potrà forse rinascere dopo un periodo affine al medioevo, se ci saranno alcuni uomini capaci di dargli nuovi impulsi e nuove prospettive. Elementi al momento inesistenti.

    Tuo figlio si adatterà a questi cambiamenti in negativo, che saranno collettivi, e quindi vissuti come normalità.

    Opinione personale, tendente al pessimismo, che spero tanto di fare in tempo a veder rovesciata.

  4. 44
    sekiro -

    ciao Bottex, io ho 40anni come te e anche io sono tra i fortunati a cui non è mai mancato nulla senza essere ricchi intendiamoci, la società di oggi è cambiata, mio nonno a 20 anni si poteva già definire un uomo a 25 anni aveva già comperato una casa, io a 40anni gioco ancora alla playstation ho una casa di proprietà comperata grazie soprattutto all’aiuto di mio padre, lavoro 7gg su 6 e i soldi sembrano non bastare mai. Mio nonno a 12anni forse anche meno andava a lavorare nei campi, io tra università e caxxate varie ho cominciato a 30anni a lavorare, come puoi ben immaginare lui aveva i soldi per comperare casa a 25anni perchè aveva iniziato prima io invece, iphone weekend con la ragazza, la moto, i viaggi, la playstation, le scarpe firmate i concerti eccetera et voilà dove sono i soldi, bhoo e potrei continuare all’infinito, un detto dei nonni diceva anche questo, mondo era, mondo è, e mondo sarà, vivi come meglio puoi e alle generazioni future ci penseranno loro stessi.

  5. 45
    Urbex -

    Io credo che la vita uno la vive appieno solo se è belloccio. Se uno è nella media se la cavicchia in base al carisma che ha, se però uno è sotto la media non vive ma sopravvive.

  6. 46
    ARGO -

    Vero. Invece le donne vivono tutte pienamente, che sia Concettina o la stangona bionda

  7. 47
    Inlakech -

    Ciao Bottex.

    “questo schema può ripetersi, oppure i tempi sono cambiati definitivamente e il declino definitivo è ineluttabile? Oppure tutto questo declino è solo una cosa apparente e mi faccio troppe paranoie? O ancora: i nostri figli potrebbero dissentire sul fatto che i miei sono stati tempi migliori perché non c’erano internet, gli smartphone e whatsapp e per loro saranno ormai queste le cose che contano?”

    Nelle tue domande c’è preconcetta solo la via pessimistica, o negativa, se preferisci.
    E’ quel che è.
    Non trovo particolarmente interessante rispondere a queste domande, anche perché non c’è una risposta univoca, mi viene invece da chiedermi, dopo aver letto il tuo scritto: ma se i bei tempi andati erano tanto belli e sani, come mai la società che è nata da quei bei tempi è tanto malata come descrivi?
    A leggere le tue riflessioni verrebbe anche da dire che bisogna sentirsi in colpa se la nostra infanzia è stata migliore di quella dei nostri genitori e…

  8. 48
    Inlakech -

    … bisogna sentirsi in colpa anche per ciò che lasciamo agli esseri umani di domani.
    “Mai una gioia” come dicono a Roma.
    Se era tutto così idilliaco e prosperoso com’è che gli esseri umani successivi sono così deboli?
    Com’è che non si vede la minima traccia di amore in giro?
    Com’è che qui, come in altri siti internet, leggo tanta disperazione sociale, difficoltà a gestire le emozioni e le relazioni intime, preoccupazioni, ansie, paure, litigi, scarso ascolto, incomprensione e chi più ne ha più ne metta?
    Forse c’è una lezione che non impariamo?
    Forse la prosperità economica non è la cosa più importante?
    Forse dire a un bambino che non ha fatto la guerra, come fosse sinonimo di essere migliori di un altro essere umano l’aver vissuto una vita tragica o l’aver vissuto una tragedia, non è educativo né vero né sensato?
    Come vengono trattati i bambini nella nostra società?
    Praticamente sono spesso trattati e concepiti dall’adulto come dei piccoli esseri umani scemi…

  9. 49
    Inlakech -

    … e si pensa che basti pagargli le spese e addomesticarli alle ferree regole di una società che li vuole tutti uguali, mentitori seriali, senza emozioni, senza senso critico, schiavi del pensiero unico e dei vari dogmi che, dopo averli subiti, a nostra volta insegniamo loro.
    Di emozioni non si parla, di toccarsi, abbracciarsi, amarsi, men che meno.
    Oltre a sopravvivere meglio che possiamo, cosa c’è di bello e gioioso nel vivere in questa società dove conta solo l’ognun per sé a discapito dell’altro?
    Le famiglie dovrebbero essere nidi d’amore no? Parlano tutti di valore della famiglia… eppure il film “Parenti serpenti” mostra cosa spesso è la famiglia italiana: un nido di serpi.
    I traumi infantili iniziano in famiglia e segnano le nostre vite profondamente, ad esempio.

  10. 50
    Inlakech -

    Non so cosa ognuno di voi pensi di quanto hai scritto o quante risposte possano esserci alle tue domande, ma una cosa la so per certo dentro di me: non è come doveva essere.
    A volte mi piace pensare che sarebbe stato molto più semplice vivere degnamente come fa qualunque animale a parte quello più intelligente, ma di questo fallimento, come ben dici, tutti siamo responsabili e l’errore maggiore è stato delegare ad altri il nostro destino.

    Buona serata e buonanotte

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