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Non so se continuare questo lavoro da schiavo o no

Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Ciao a tutti, ho bisogno di un vostro parere. Sono una ragazza di 33 anni, sto studiando per vincere un concorso, a cui parteciperò con la mia laurea. Non vi racconto la mia storia difficile, fatta nella prima giovinezza di depressione, di isolamento, di scarsa conoscenza di sé, andavo a scuola e tornavo a casa per dirvela in breve. Comunque, dopo i 25 sono riuscita a svoltare nel mio piccolo, mi sono fidanzata, ho studiato, ho amato soprattutto conoscere, studiare, cambiare, impegnarmi, dare un senso alla mia vita così. A 32 anni mi sono laureata a pieni voti, e ora sto studiando ripeto per un concorso.
Ho accettato un piccolo lavoro da cameriera nel weekend, perché alla mia età è dura alzarsi la mattina e non avere un impegno come il lavoro, nonostante la fatica dello studio. Ebbene, vengo pagata 2.50 l’ora per dieci ore o più consecutive, le prime due settimane ho accettato perché la fatica era tanta ma comunque potermi sacrificare e guadagnare qualcosa significava molto per me, adesso invece tutto si è trasformato tutto in un inferno a cielo aperto. Vado lì con l’ansia, non so cosa mi aspetterà, le mie responsabili sono sempre nervose e sgarbate, ti trattano male e ti urlano addosso, poi se l’errore lo fa la loro amica diventano agnellini docili e non si lamentano mai. Siamo sempre troppo pochi per le mansioni, che spesso sono durissime, alle tre di notte stiamo ancora ad alzare tavoli pesantissimi, o comunque dopo una giornata che ti distrugge spesso mi aspettano i bagni e da lavare a terra da sola. Specie ora che è inverno i proprietari ci stanno addosso perché appena ci fermiamo 5 minuti loro ti spostano a fare un’altra mansione, quindi non c’è nemmeno il giusto riposo diciamo così. Dire che siamo schiavi è poco…mi sono consultata con gli altri, che fin dal primo giorno ho trovato pieni di lamentele, e mi hanno detto che scappano tutti da quel locale e se loro non sono andati via è solo perché al momento non hanno che gli occhi per piangere. So che molti sono andati via imponendo al proprietario un aumento della paga o niente ma la risposta è stata “andate via”. Eppure è un locale che guadagna benissimo, i proprietari fanno una vita di lusso con barca a mare, con il suv, i figli indossano solo vestiti di stilisti, ebbene si lamentano sempre che non trovano personale e amano dire che i giovani di oggi non vogliono lavorare. C’è da dire che due ragazze che stanno da 1 anno (le uniche) fanno entrambe fisioterapia alla schiena perché si sono seriamente fatte male. Io penso però che quando paghi 2 euro e 50 l’ora questo sia schiavismo, un conto sarebbe che ci fossero ore diciamo “vuote”, un altro conto è che non ci lasciano prendere fiato 5 minuti e ogni volta che ci spostano di mansioni sono sempre fisicamente logoranti. Non so cosa fare. Il mio è un momento di vita delicato perché sto studiando per un concorso che forse è l’unico treno che passerà nella mia vita (ho una laurea umanistica), però la solitudine mi logora perché non avendo denaro per spostarmi in città dove avevo tutte le mie amicizie, so che soffrirei molto a non stare in un ambiente in cui si socializza. Infatti volevo un lavoro per sentirmi costruttiva, per stare con gli altri, per vedere gente, si volevo tanto sacrificarmi ma ho il batticuore solo a pensare che devo andare a lavoro perché poi le mansioni cambiano di volta in volta, non sai mai quando ti spremeranno come un limone o quando ti romperai la schiena una volta per tutte. Eppure vi chiedo consiglio perché non voglio essere una di quelle 30enni viziate che non hanno mai lavorato in vita loro e si lamentano subito. Solo che ho paura che stiamo oltrepassando i limiti tra l’altro con ripercussioni gravi sul mio stato di salute psicofisico, considerato anche quant’è delicato il concorso che sto studiando. Grazie per qualsiasi consiglio!

Lettera pubblicata il 29 Settembre 2019. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 27 commenti

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  1. 11
    scarcio -

    Non ascoltare chi dice che la una laurea non vale niente. QUella è gente fallita a prescindere. Gente che si lamenta e non sa fare una c..... Gente che poi quando ha problemi non può far altro che affidarsi a professionisti. L’Italia è piena di questi falliti. Magari sono quelli che hanno preso una laurea a non hanno le palle di buttarsi nel mercato. Leoni da tastiera e pecoroni nelle piazze. Se hai la possibilità denuncia il datoreo. Studia per il concorso e non mollare. Se hai la possibilità e la forza di guardare altre nazioni fallo…L’italia e gli italiani ti sfrutteranno.

  2. 12
    berry_191 -

    @Gabriele, grazie per la tua testimonianza. Non sai quanto mi dispiace per tua cugina, veramente. Voglio augurarmi che guardi sempre gli annunci di lavoro e che chi le sta attorno le dia tutto l’aiuto necessario, anche se purtroppo so bene che quando si torna a casa da un mestiere del genere poi il giorno dopo l’unica è svegliarsi a pranzo, mangiare e uscire di nuovo per andare a lavoro! Sentire storie così mi fa stare male, veramente. Non so suo marito che lavoro abbia ma inizio a pensare che l’unica sia andare via dall’Italia per vivere più dignitosamente (qui nemmeno i sacrifici bastano)

  3. 13
    berry_191 -

    ciao @scarcio, grazie per le tue parole. Purtroppo il problema delle lauree umanistiche è reale, certo non darei mai ascolto a chi mi dicesse che una laurea non conta niente, che il sapere non vale nulla. Non è assolutamente così, e sarebbe bello se tutti avessero la possibilità di studiare e laurearsi, qualsiasi sia il campo di studi scelto. Anche perché come società ne abbiamo tremendamente bisogno!
    Grazie per tutti i consigli, io aspetto un concorso proprio adesso ma se continua a non sbloccarsi niente a livello di vita migliore penso di andare per un periodo fuori, poi magari in Italia ci torno giusto per fare un concorso ogni tanto. Ormai vivere al sud significa essere dei morti che camminano…siamo in una situazione tremenda.

  4. 14
    Esther -

    Servono raccomandazioni! Raccomandazioni servono! Bisogna fare sacrifici a trovarle! Funziona così qui! Se non volete adeguarvi, cambiate Country!

  5. 15
    maria grazia -

    L’ intelligenza e la creatività non dipendono da una laurea. Mi sembra chiaro. L’ Italia è piena di gente ottusa con una o più lauree. Il titolo di laurea ti permette però di accedere a posizioni lavorative che altrimenti ti sarebbero precluse. Penso che la tua idea di spostarti all’ estero e di appoggiarti all’ Italia solo per i concorsi sia molto valida e che dovresti proseguire per questa via. Questo è un paese vecchio ( sotto tutti i punti di vista ) e non ha niente da offrire a chi ha capacità e idee e non si vende al potente di turno, oppure a chi non diventa la concubina di questo o di quel signorotto. E comunque all’ estero si sta troppo bene rispetto a qui e se ti stabilisci là non avrai più voglia di tornare: condizioni di vita più normali, immigrazione controllata, sistema più civile, maggior rispetto delle regole, uomini mediamente più attraenti e più aperti mentalmente. L’ unica nota dolente è il cibo: la pasta di grano duro là non esiste. Ma d’altronde non si può avere TUTTO 🙂 Ti rinnovo il mio in bocca al lup. E sopratutto.. buon viaggio.

  6. 16
    Bottex -

    Alcuni dicono che la laurea non serve a niente e altri invece che oggi ci vuole la laurea per tutto. Come spesso accade, la realtà sta nel mezzo. La laurea serve sicuramente per poter svolgere certe professioni e per avere più possibilità di trovare lavoro. Poi ovviamente, dipende dalla laurea, inutile negare che ci sono lauree che offrono più sbocchi di altre. Però, ovviamente la laurea da sola non è sufficiente se si vuole arrivare a una posizione lavorativa elevata: servono anche l’ambizione e le idee. Queste non sono cose da tutti e se non le si hanno non c’è certo da vergognarsi. Inoltre, avere un lavoro decente e non una schiavitù travestita da lavoro è fondamentale. Ma non è detto che un lavoro di alto livello con un’alta retribuzione sia davvero quello che uno vuole. Ben più importante è fare un lavoro che piace e per cui si sente portati e magari per questo la laurea non è detto sia necessaria, pur servendo comunque a livello di cultura.
    Ho in programma infatti anche di pubblicare una lettera su questo tema, molto attuale, ma la sto ancora scrivendo, la pubblicherò nei prossimi giorni

  7. 17
    white knight -

    2.50 €/ora è uno stipendio da caporalato… nemmeno i “di colore” vengono pagati così poco per raccogliere pomodori. Detto questo, non ti offendere, ma anche a me sembra un po’ strana la tua lettera. Descrivi il tuo lavoro (che sarà sicuramente faticoso per carità) come se ti costringessero a remare in una galea turca con tanto di nostromo pronto a scudisciarti il gobbo alla minima mancanza. Detto questo, facile o difficile che sia il tuo lavoro, la paga da sola si configura come motivo più che valido per dare le dimissioni. Dovresti calcolare il costo-opportunità di quelle dieci ore che, per esempio, sarebbero meglio impiegate nello studio per il concorso o nella ricerca di un lavoro il cui onorario sia adeguato al tempo/energia richiesti.

  8. 18
    Yog -

    Tienti caro il lavoro e tieni dritta la schiena: con una laurea umanistica e un’età over 29, i giochi son chiusi, a meno che tu non voglia fare il supplente di italiano a quattro caproni dell’ITIS puzzolenti di ormoni, anfetamine o farmaci oppiacei venduti con ricette opinabili.
    Meglio il cameriere.
    In fondo, uno stipendio ce l’hai, e non è poco. Concentrati sul lavoro e fallo bene, vedila in positivo, io noto che nei 4 o 5 stelle che frequento più o meno regolarmente è il servizio a fare la differenza.

  9. 19
    maria grazia -

    Bottex, oggi senza una laurea non ti prendono neanche a fare il portantino. Se ti va bene, riesci giusto a trovare un lavoro come quello descritto da berry in questa lettera: mansioni e orari massacranti e paghe da paese asiatico. Poi certo sono d’ accordo con te che per carriere dorate servono qualità fuori dal comune e un titolo accademico di per se non è sufficiente ma questo è un altro discorso. Ma comunque in Italia non c’è meritocrazia e si avanti solo per nepotismo o per amicizie e raccomandazioni.
    La situazione lavorativa ormai è drammatica anche qui al nord ma immagino che al sud sarà davvero una tragedia.

  10. 20
    Bottex -

    Stai esagerando, Maria Grazia. Per carità, è verissimo che le raccomandazioni aiutano parecchio (e non è certo una novità), ma io conosco personalmente diverse persone che hanno trovato un lavoro decente col solo diploma. E meno male, anche perché, non tutti purtroppo hanno le capacità per fare l’università. Le persone che arrivano a prendere una laurea in Italia sono poco più del 30% oggigiorno e anche se sono aumentate rispetto al passato sono comunque una minoranza.
    Oppure, se vogliamo fare un esempio concreto, nella ditta dove lavoro cerchiamo costantemente degli operai e un saldatore. Figurati se per questi profili ci importa se hanno la laurea! Non sarà chissà quale lavoro, ma gli orari lavorativi sono normali e la paga non misera (anzi, un bravo saldatore prende un sacco di soldi). In compenso però, fatichiamo a trovarli, a meno che non siano extracomunitari.

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