Come riconquistare un amore
di
alessio76
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Ciao a tutti..anche io sono nella situazione di “attesa” come dire….Leggo in molti una certa acredine,forse dettata dalle pause di riflessione finite poi con la fine della storia…Però io non dico che un distacco sia da vedere solo in senso negativo…Io nn sò come finirà la mia di storia…Io ci credo,e anche se alcuni giorni stò male,non sono,non voglio essere pessimista…Ogni storia è un discorso a parte,non si può generalizzare…le persone non sono tutte uguali e neanche i sentimenti…Cosa fare!?Aspettare(se interessa) e per quanto possibile contniuare a vivere….solo così si hanno chance…se una persona è confusa è inutile chiederle certezze,non te le darà anzi si chiuderà a riccio e si allontana ancora di più….Sò quanto è difficile…ma cosa abbiamo da perdere?!!…la domanda che mi pongo invece è un altra….se la pausa si risolve…come conituare poi!?Ovvero…si riinizia piano piano o si riparte e stop!?!?…come si fa a calibrare i gesti,le parole nel primo caso?…
xSARA
forse e’ ancora presto..ma se il tuo ex non sentisse niente per te e ti odiasse non ti avrebbe baciata no?
Raffi ciao. Le pause di riflessione sono esattamente la fine di una storia, non di un amore. Infatti un amore non ha bisogno di pause di riflessione, poiché un amore non finisce e al suo interno non succedono manfrine, mentre una cosiddetta “storia”, cioè una infatuazione con la botola di un imbroglio incorporata, sì, quella ha un andamento fognario di quel tipo. Ti prendo, ti racconto alcune cose spostando il loro asse logico per plagiarti, tu che sei innamorata te le bevi, ti posteggio, mi faccio gli affari miei con l’altra o comunque valuto fra dimostrare di essere un uomo o un subnormale, poi torno perché tanto tu sei lì che pensi che io stavo immerso nel silenzio zen pensando a noi, ti uso un po’ sfruttando il diritto di recesso, ti racconto la balla finale (non ci amiamo più, rimaniamo amici/ti vorrò per sempre bene) e poi che ho assicurazione con il terzoincomodo ti abbandono. Chiediti a cosa serve una pausa di riflessione. In realtà. E forse capirai davvero come stanno le cose.
Dici inoltre che le storie non sono tutte uguali, ma perché lo dici? Perché c’è l’happy end, dunque ci sono quelle che tu chiami chances, possibilità, opportunità, o per rassicurarti sul contrario di qualcosa che non vuoi sentirti dire, o meglio che hai timore di conoscere? Credo che sia per questa seconda
opzione. Leggi i commenti su questo forum e scoprirai a malincuore delle cosucce.
Non farti sentire è giusto non tanto per orgoglio ma per rispetto nei suoi e, soprattutto, nei tuoi confronti. Il silenzio la farà riflettere e ti aiuterà a mentenere la tua dignità. Lasciale il suo spazio: se torna valuta bene le sue ragioni. Se non torna soffri, piangi, sfogati e poi ricomincia più forte di prima!
X Ale: il tuo prmo mess di questa pagina è commovente. È proprio come dici tu,sei
molto saggio,spero questa storia me ne dia un po anche a me!! Che false
giustificazioni le loro..”sono fatta cosi ecc..”
Saluti amici facciamoci forza!
Giuly la tua storia mi sembra simile, mi scrivi una mail? Sr17@Virgilio.it
Fermo restando che vorrei uscire a cena con tutti voi, mi siete di aiuto come nn potete
immaginare!
Tony
X ale….ODDIO però che tristezza…che delusione!!!Se stai con una persona,se ami quella persona…vuol dire che in quella persona hai trovato qualcosa di buono,qualcosa o tanto che te la fa amare….In fondo siamo persone,anche noi abbiamo dei limiti,dei momenti di crisi…e proprio quando c’è amore,quando c’è volontà,quando c’è voglia si può ricominciare….Le brutte esperienze ci fanno cambiare è inevitabile….ma non è inevitabile smettere di credere nelle persone…in Quella persona,in quell amore…Si sta male è vero,spesso viene da chiederci “ma meritiamo tutto questo?” forse no,è vero….però se l altra persona è sincera,se è vera se ama…quando tornerà…Ne sarà valsa la pena…
VANDA: ciao 🙂 non sono molto d’accordo con gli esperti a dire la verità… cioè, a parte con la faccenda dei 36 mesi, secondo me uno dei problemi anche culturali che ci troviamo a volte ad aver interiorizzato è che l’amore passionale debba essere per forza privo di tenerezza e complicità e travagliato e che per contro ci sia l’amore sicuro, ma amorfo e sciacquetta…
non dico che tutti lo abbiano interiorizzato, però è un’eredità culturale, dei tempi in cui passione uguale pericolosa per la stabilità della coppia, che temo abbia influenzato con luoghi comuni un bel po’ di visioni dell’amore. Anche se, certo, le motivazioni interiori per restare invischiati nella dipendenza, sono varie e personali, però secondo me anche quell’aspetto fa brodo.
mentre in realtà può esistere assolutamente un rapporto ricco di passione e insieme di tenerezza e complicità e che dura più di 36 mesi, tra l’altro.
Ma forse non ho capito bene io cosa si intende per amore passionale nella cosa che citavi.
Non mi ricordo se lo dicevo qui, in questa lettera, molto tempo fa, comunque in realtà se si va a leggere un romanzo sentimentale dell’ottocento, per esempio, un classico è:
il matrimonio è noioso e poco passionale ma sicuro (notasi che all’epoca spesso i matrimoni non erano decisi direttamente e che comunque le persone non avevano molto modo di conoscersi prima e che l’affinità sessuale, poi, meno che meno)
la passione è il demone delle relazioni extraconiugali, ma finiscono sempre male (suicidi, rovina della protagonista… chi incarna la passione è quasi sempre un mascalzone, e la passione quindi un malefico incantesimo che turba i sensi della donna ma la porta sulla pessima strada e la confonde… mentre il marito magari è una pianta ornamentale però è nu bravo uaglione… peraltro se il marito cornifica invece è più lecito, perché il matrimonio non è la culla della passione, ma di altri valori, tra cui la stabilità… però se il maschio non mette in pericolo la stabilità del matrimonio poiché lui è capace di suddividere fisicità e cuore anche se fa un paio di corna ma con discrezione che male c’è… tanto colei che è veramente rispettata è la moglie, non l’amante…)
Pausa: se la pausa è gestita da uno solo dei due, che la usa per scaricare sull’altro le proprie crisi, anche personali, o caratteriali, e l’ambiguità, e diviene una sorta di arma anti-parità, o viene usata per non affrontare il dialogo o le esigenze di entrambi nella coppia, o per sviare la progettualit
è una cosa ben diversa che se due persone, consenzienti entrambe, e in sicurezza, decidono per un momento di spostarsi in una situazione di tensione, ma ripeto in sicurezza, tenendo il contatto.
Ci sono persone che grazie ad una breve pausa (ma breve, e rassicurandosi a vicenda, rendendosi conto che la pausa può comunque essere un pesantissimo strappo) riescono effettivamente a riavviare il motore di una relazione che vale, e far ripartire il dialogo.
anche perché, al di là dei concetti ideali, le relazioni sono un qualcosa di dinamico, e in continua costruzione, che presuppongono costante cura e voglia di incontro reciproco, anche per guardare nella stessa direzione. e in cui due persone si dimostrano vicedendevolemente l’importanza l’una per l’altra. Non in maniera dipendente ossessiva o isterica, ma costruttiva.
Ma le pause non sono un gioco, e alcuni le usano come forma di violenza.
RAFFI: sono assolutamente d’accordo con il fatto che ogni storia e a sè e che non sia necessario essere sempre pessimisti, negativi. Semmai costruttivi, ma realisti, però. Ho visto persone che hanno attraversato crisi pesanti risolverle, insieme. Però appunto è anche il fatto di farlo insieme che conta, no uno o una che corre come un criceto sulla ruota e l’altro che manifesta menefreghismo, chiusura, o addirittura smonta persona e relazione ecc.
Non conosco la tua storia, quindi parlo in generale, non nel senso di generalizzare, perché appunto ogni storia è a sè, però è anche vero che esistono dei concetti abbastanza universali su cosa sia il rispetto e cosa non lo sia.
Poi, certo, ognuno ha il suo concetto di relazione, e conosce i suoi bisogni, desideri e la sua realtà. Ci sono persone che si sposano, che decidono di convivere o anche di vivere in due case diverse.
Però sentono se stanno bene o no, se la relazione dà una sensazione di arricchimento, serenità, espansione o implosione, frustrazione, avvilimento ecc…
insomma, se è vero che non si può generalizzare capire se stiamo davvero bene o no con una persona penso sia fondamentale, e anche cercare di guardare le persone e le situazioni con realismo. che non significa non essere romantici o sentimentali eh. solo non vedere più le nostre aspettative astratte per esempio che l’uomo o la donna che sta davanti
Raffi, sei su un concetto diverso. Non siamo nello stesso concetto con
delle differenze, ma siamo su concetti diversi e quello in cui stai tu
è uno pseudoconcetto, cioè une serie di informazioni ingannevoli
spacciate per principi. Tu probabilmente lo condividi non per
inclinazione ma perché ancora non hai preso coscienza della sua infima
natura, come non lo sapevo nemmeno io mesi fa. Ti ho spiegato
nettamente: l’amore non ricomincia daccapo. Chiediti cosa è l’amore.
Tu puoi amare anche un serial killer, non metto in dubbio la tua
capacità di amare, mi preoccupa di più l’integrità psichica del
soggetto in questione. Leggi indietro nelle pagine di questa lettera e
capirai, a malincuore, ciò che cerco di comunicarti. Chi scrive qui
non se la racconta, ma affronta senza placebo quel che c’è da
affrontare. Il ritorno è escluso, parti da questo e fatti una idea.
Poi se vogliamo credere alle favole se non alle balle allora è un
altro discorso e tutti gli ex son meravigliosi, vanno capiti,
perdonati, perché infondo sbagliare è umano e dobbiamo andare tutti
d’accordo e i limiti ce li abbiamo tutti. Non ti parlo con questa fermezza perché sono incarognito, sapessi…, ma perché è il modo che può essere più utile per capirci senza fraintenderci mentre scriviamo. Siamo netti, precisi, senza
coperture o facili autoinganni, e così riusciamo a vederci chiaro nelle situazioni
di chi chiede una mano.