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Claustragorafobia

Come dite? Non esiste nel vocabolario?
Allora la invento io per rappresentare cosa provo spesso. Claustragorafobia. Sentirsi in gabbia fra quattro mura e provare angoscia, sentirsi persa in grandi spazi con forte ansia. La soluzione? La sto cercando, ma intanto spesso perdo ottime occasioni per vivere.
Un esempio? Ieri un’amica mi ha invitato a vedere un suo spettacolo. Non sono riuscita ad andare. Era in un luogo aperto al pubblico, dove ci sarebbero state molte persone, e io, non trovavo nessuno che venisse con me. E io, da sola, in mezzo a molte persone, non riesco a stare. Nella vita di tutti i giorni me la cavo, se ho un ruolo, riesco a svolgerlo. Non ho problemi ad uscire, andare a fare la spesa, portare a spasso il cane etc… Ma vedere uno spettacolo, da sola, implica lo stare ferma in mezzo a persone per più o meno un’ora e da sola, non ci riesco. Comincio a sudare freddo, mi agito, mi viene la tachicardia. Penso di aver capito quali pensieri sono alla base di questa sensazione. Sono spesso sola, e il mio essere sola rappresenta per me il mio status di “sfigata”. Un’etichetta a cui in fondo non credo che però mi è stata spesso attribuita. E così, evidentemente, temo mi venga attribuita di continuo, ogni qualvolta mi si vede sola in circostanze in cui solitamente non lo si è. Forse per questo non riesco ad andare al cinema, andare a feste, andare a eventi, sola. So che è una sciocchezza ma, non riesco a superarla, sto male proprio fisicamente. E se alcune rare volte riesco a superarla, la maggior parte delle volte finisco per contorcermi dall’ansia e scappare.
Sono in psicoterapia anche per questo, ma sembro non riuscire ad uscirne. Altri conoscono questa sensazione?

Lettera pubblicata il 5 Ottobre 2012. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    kombo -

    Conosco bene il problema, se vuoi qualche spunto scrivimi: vegetto1989@live.it

  2. 2
    ste -

    ahimè conosco ciò di cui parli. e condivido soprattutto l’ipotesi riguardo lo status di “sfigata”. me ne sono accorto quando un giorno all’università ero in aula, in attesa che arrivasse il docente. vedevo tutti gli altri che scherzavano, ridevano. sembrava che mi guardassero e ridessero di me. sembrava quasi che stessi impazzendo, sentivo rimbombare nella mia testa quella confusione e mi sentivo prossimo a svenire.
    di situazioni del genere ahimè ne ho vissute parecchie. ricordo quella volta per il semplice fatto che da quel momento ho deciso di provare a risolverla. ti dico che ci sono più o meno riuscito. l’unico modo è abbracciare ciò che ti spaventa. secondo me non è la solitudine….bensì gli altri e il loro giudizio. se ti va, fammi sapere…ti lascio la mia mail!

  3. 3
    Glory -

    Capisco benissimo , ho provato mille volte quelle sensazioni descritte da te e da ste.
    E’ un po’ quello che mi è successo ieri, ci ho sofferto per tutto il giorno, finché ieri sera sono scoppiata in lacrime.
    Io credo che vivere in un contesto sociale dove qualsiasi cosa tu faccia o non faccia, dica o non dica, è spunto di giudizi, o peggio derisioni, in un modo così acerbo, meschino, cattivo, insolente, vivere sia difficile o perlomeno non piacevole. In particolare per i sensibili. Le persone sensibili sono considerate dagli ignoranti deboli. Non è vero nulla.
    Sono sensibile, irrimediabilmente e profondamente. Dentro provo quello che senti tu. Eppure sono orgogliosa, non dò a vedere che sto male a chi mi vuol vedere stare male. E farlo richiede una forza che devi strappare da qualsiasi fibra di te stesso, superandoti. Questo non toglie che io ci soffra, come è naturale che sia. Mi porta esattamente come te ad evitare “la gente”, sempre di più.
    Le scene di derisioni, gestacci, sguardi o anche i più subdoli pettegolezzi malvagi fanno parte di un film che ho visto e rivisto da sempre, già da bambina. Non sono particolarmente brutta, o particolarmente scema. Sono solo una che si fa gli affari suoi, speso sola sì. Perciò sfigata, perciò meritevole di subire questi comportamenti villani quanto ignoranti. Ho girato un po’ non dico il mondo, ma l’Europa sì. Amo l’Italia, il mio Paese, ma devo dire che molti italiani sono dei gran cafoni. Scene di questo calibro non le ho mai provate fuori da un’Italia così vergognosamente legata alle apparenze e ai cliché.
    In un contesto come questo, quelli che sembrano “pazzi”, visionari, paranoiati sono coloro costretti a subire le gravissime mancanze intellettuali, maleducazione e maldicenza dilaganti. ciao.

  4. 4
    dreamer -

    Grazie ragazzi,
    di mio un po’ la sto affrontando, giorno dopo giorno, cerco di gettarmi in mezzo alla gente, al lavoro, fra colleghi, grandi sorrisi, cerco di uscire…
    però dentro di me resta un grande vuoto. Quello dell’incomprensione. Non chiedetemi perché ma il sentirmi sola nonostante io sia in mezzo alla gente… non so che dirvi…
    sento sempre l’esigenza di parlare…sempre di comunicare…
    miao…
    tristezza….

  5. 5
    il_cuoco -

    Come stai oggi? Prendi qualche ansiolitico al bisogno ?

  6. 6
    Haless -

    Ciao dreamer,
    anche a me capita spesso di sentirmi solo in mezzo alla gente,l’impressione di essere additato come un disadattato solo perchè si è da soli ad un evento in cui tutti sono in coppia,anch’io evito di andare al cinema o a teatro se non ho compagnia,ma non credo che sia un male da curare dallo psicologo,credo che sia del tutto normale avere certe sensazioni,ti posso dire che a me ha aiutato molto l’osservare gli altri,se guardi bene ci sono parecchie persone che vanno da sole a certi eventi,alla fine l’impressione che ho avuto è quella di una grande indipendenza e quindi grande forza.
    Te lo dimostra anche il fatto che già in questo forum hai trovato diverse persone che la pensano come te,quindi vedrai che anche nell’ambiente in cui vivi se guardi bene ne troverai altre.
    un abbraccio

  7. 7
    dreamer -

    Beh…ragazzi miei…ieri ero proprio in un momento no…ero a casa,c’era il mio ragazzo,e c’era un mio amico,o quello che credevo essere un mio amico…finche non ho avuto la fantastica idea di presrntarlo al mio ragazzo…
    Beh si capisce,fra ragazzi ci si intende di piu,ci si fanno meno problemi…
    Non e proprio gelosia la mia,ma una storia che si ripete negli anni,il mio essere costantemente un tramite…
    Anche lui,come altri amici/amiche,mi hha baipassato…
    Quando ho qualcosa di speciale,sono il tipo di persona che ama condividerlo…cosi anche con le amicizie…
    Non sono possessiva,amo espandere le amiicizie..e questo nonostante io finisca sempre per essere tagliata fuori,forse perche non in linea con il pensiero comune,forse perche troppo impegnativa o appunto,troppo sensibile…
    Pero io sono io…non so cambiare e forse,non voglio neanche,Non mi riconoscerei….

  8. 8
    dreamer -

    Rientro ora a casa dal lavoro…
    Paradossalmente, quando sono impegnata con grandi responsabilità, l’ansia si manifesta dandomi grinta. E’ dopo, che ritorna a sbattere…e ora mi chiedo:avrò fatto bene in quelle emergenze? avrò gestito nel migliore dei modi le situazioni? non ho modo di saperlo. Vi auguro una buonanotte

  9. 9
    mony -

    Io al contrario nn riesco piu ad uscire di casa, e se devo viaggiare devo farlo da sola. Nn trascurare questa situazione io pian piano da piccole ansie sn arrivata all’ansia generalizzata e alla fine alla depressione per il fatto che nn riesco piu a far nulla e nn vivo piu nn mi fido piu di nessuno, racchiusa in una palla di vetro per paura paura non so della gente, ho sofferto tanto.. pero pian piano tutto si risolve.

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