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Chi sono

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Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Eccomi. Ho sfogliato qua e là lettere di persone che hanno il mio stesso problema, eppure non mi consolo affatto. Il punto è che ho quasi 30 anni e ancora non ho capito chi voglio essere, ancora non ho preso in mano le redini della mia vita. Mi limito a raggiungere traguardi senza sapere se sono veramente miei, ovvero veramente desiderati, quasi fossi un automa.
Domani mi laureo in legge. Una laurea per cui ho lottato, sudato e pianto. Una scala santa fatta di innumerevoli rese e successive riprese, speranze, ricadute. Domani, finalmente, avrò quel pezzo di carta in mano, dopo 7 anni.
Lavoro. Diamine. Quando il professore ci ha detto ironicamente che avremmo smesso di esser studentiu dopo la laurea, per divenire, finalmente, disoccupati, mi sono sentita un tantinello sollevata a sapere che non lo sono. E al giorno d’oggi, so bene di essere fortunata. Anche il lavoro, l’ho sudato superando una selezione che sembrava infinita, sono cosciente e orgogliosa di non aver avuto alcun tipo di spinta, mi rendo conto che c’è un mondo che si venderebbe l’anima per avere il lavoro che ho io eppure, per me è solo un modo per portare a casa uno stipendio. E adesso, oltre a questo, sembra esser diventato anche un peso che non mi permette il lusso di sognare. Quando non hai nulla da perdere puoi inseguire i sogni, in fondo non potrebbe andarti peggio, ma quando hai una certa concretezza, sebbene ti faccia schifo, hai l’obbligo di tutelarla e lasciar perdere sogni strampalati. La mia laurea, ovviamente, non ha niente a che vedere col mio lavoro.
Ho un ragazzo che, ringraziando il cielo, è perennemente comprensivo con me, sebbene abbia i suoi difetti. Mi sostiene in ogni scelta, ripone grande fiducia in me, a volte anche troppa, delegando tutte le decisioni sempre a me. Questa totale fiducia mi fa sentire in gabbia, a volte avrei bisogno io di qualcuno a cui appoggiarmi, di qualcuno che mi permetta di allentare un po’ la presa, qualcuno che mi stimoli, e invece no.
La vita mi ha messo davanti degli obiettivi e io li ho raggiunti senza pensare a cosa volessero dire per me. Sono stata così brava a pensare a cosa volevano gli altri da aver completamente dimenticato cosa voglio io e non riuscire neanche a capirlo. Ho passato anni di bipolarismo, con picchi altissimi e picchi bassissimi, costantemente in balia delle emozioni. Anni che hanno distrutto chi mi stava intorno che non riusciva a gestirmi. Poi, all’improvviso, mi sono calmata. Ho preso le redini, ho raggiunto obiettivi, e sono diventata una figlia, sorella, fidanzata, amica modello. Sono stimata e ammirata. Sono finalmente amata. Eppure sento di aver avuto bisogno di trasformarmi per ottenere tutto questo, e ciò rende la vera me, nascosta da qualche parte, ancor più priva di valore, non in grado di essere apprezzata per quella che è.
Quella me si sta facendo sentire ora, creando scompensi in me che, dovrei gioire ed essere presa dalla costruttiva ansia della tesi che domani finalmente discuterò. Dovrei gioire di questo successo. Dovrei esser orgogliosa. E invece mi ritrovo a contare i cocci, a chiedermi se questa non sia la gioia di qualcun altro. Tutti saranno lì ad applaudire finalmente ma io…. io non so dove andrò a finire. O più che altro, so dove andrò a finire continuando così ma, non so dove vorrei invece finire. E finché non riuscirò a capirlo, non potrò fare neanche un passo nella direzione giusta.
Ora, su due piedi, ho un’immensa voglia di fuggire, e un’immensa rabbia per chi ha preferito non ascoltare la mia disperazione e continuare a lodare quella finta me. Provo rabbia nei miei confronti. E provo un senso di frustrazione forte. avrei voglia di fuggire per un po’ da questa casa, fuggire dal mio ragazzo che si appoggia celando tutto dietro la parola amore, che si accontenta di tutto. Scappare dalla mia famiglia che invece non si accontenta di niente, da un fratello i cui amici non sapevano neanche della mia esistenza prima del mio lavoro, che mi ritiene degna solo ora. Vorrei fuggire da tutte le sovrastrutture e le maschere che ho dovuto indossare per ritrovarmi, e sapere io chi sono, e scegliere poi, consapevolmente, dove voglio andare.
Qualcuno può capire?

Lettera pubblicata il 7 Aprile 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 26 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    Angwhy -

    A quest’ora sarai dottoressa,spero di si.
    Angwhy

  2. 12
    aisha -

    Sono dottoressa….quel momento e stato stupendo…non ci credo ancora,eppure sono arrivata. Finalmente. E ora….le porte si aprono….ora sono costretta a prendere scelte consapevoli,ora nuente arriva percaso….ora….lascio o tengo questo lavoro? Una nuova porta potrebbe aprirsi,se solo ne avessi il coraggio….un sogni forse,o un’altra condanna….e se poi non sono in grado? Quante porte,quante strade e adesso una esclude l’altra….e io mi sento immobile,insofferente in questa mia immobilita.
    Guardo la mia vita,e non fa poi cosi schifo. C’e chi ci metterebbe la firma. Ma non riesco a gioirne a pieno. Meglio un uovo oggi che una gallina domani? Meglio non rischiare? O rischiare tutto per inseguire sogni che forse non hanno fondamenta? 30 anni quasi….molti a quest’eta pensano a costruirsi una famiglia….io non me la sento. Farei un torto a quella famiglia non essendo ancora pronta. Eppure mi sento quasi in dovere di pensarla cosi….vorrei essere consapevole e saggia,fare la cosa giusta….e allo stesso tempo,vorrei essere me.

  3. 13
    rossana -

    Aisha,
    “essere te”, ammesso che tu abbia una qualche idea di chi vorresti essere, resta per me l’obiettivo più importante a cui dovresti tendere, sia pure con i compromessi, spesso inevitabili, che si renderanno necessari.

    soprattutto, non legarti a un compagno e non ambire a una famiglia prima di esserti realizzata come meglio puoi e più desideri.

    buona sorte e buona vita!

  4. 14
    aisha -

    Ciao Rossana, infatti questo mi manda in crisi. L’idea di non volermi ancora legare e formare una famiglia. Mi manda in totale confusione e mi fa sentire in colpa. Ma sento di non poterlo fare ora, i motivi non sono quelli giusti, ne ho viste troppe di coppie e famiglie premature che poi scoppiano per insoddisfazione e repressione. Se non so chi sono io, come posso vedermi in una famiglia, ora? Come posso essere un riferimento per altri se non riesco ad esserlo per me stessa? Vorrei davvero staccare un po’ la spina da tutto.

  5. 15
    rossana -

    sì, Aisha, staccare un po’ la spina da tutto potrebbe aiutarti a chiarirti le idee.

    se ti può consolare, dopo aver smesso il ruolo di madre, duranto 20 anni e assunto prematuramente, e quello di lavoratrice, durato 40 anni e assunto anche quello troppo presto, prima dei 18 anni, ho impiegato più di dieci anni non tanto a capire chi sono ma cosa mi piace fare, essendo in grado di farlo, quindi evitando sogni e illusioni, e da cosa e da chi posso trarre gratificazione e/o piacere.

    sarebbe stato preferibile arrivarci molto prima, se non fossi stata in tutt’altro orientata e affacendata…

  6. 16
    Giorgio -

    Un solo consiglio mia cara, te lo dò con il cuore dopo che sono stato intrappolato come te per anni……segui i tuoi sogni ed i tuoi desideri e nulla potrà mai andare male, perché è la strada che hai scelto di percorrere…un bacio ed in bocca al lupo.

  7. 17
    aisha -

    Ringrazio tutti di cuore e vi chiedo: come avete fatto a capire quali erano i vostri sogni veramente? Sto andando a lavoro. Sento nontare un’insoddisfazione molto forte. Uno stipendio vale andare contro i propri principi?( non mi riferisco a compromessi per mantenere un posto di lavoro,mi riferisco al fatto di lavorare per qualcosa in cui non credo,ma oggi come oggi il lavoro non lo si puo rinnegare.) Rinnegarlo è sputare sulla fortuna che molti vorrebbero? Vuol dire essere solo bambini viziati? Perche prendo un discreto stipendio,il mio ragazzo prende molto meno nonostante il suo lavoro sia piú qualificato. Posso sputarci sopra? Posso dire che un discreto stipendio non mi rende felice?

  8. 18
    Jaetan -

    Assolutamente no! non ci devi sputare sopra. Lotta per far divenire ciò che resta del tuo tempo extra-lavorativo più sereno.
    Non troverai mai un lavoro appropriato perchè sempre c’è qualcosa che ci scontenta. Abbandona il tuo posto solo se sei sfruttata in maniera sfacciata e per questo non ti meritano. TU hai bisogno di arricchire di piacevolezze il tuo tempo libero. Viaggia come diceva qualcun’altro o semplicemente dai svago ai tuoi piaceri.

  9. 19
    rossana -

    Aisha,
    non lasciare il tuo posto di lavoro. di questi tempi bisogna tenersi ben stretto il ricavo che ne può derivare, se non sei in grado di farne a meno.

    cerca, però, di capire cosa ti piacerebbe fare e di portarti gradualmente e cautamente, se e quando ti sarà possibile, verso un’attività che sia per te gratificante non soltanto dal punto di vista economico. un lavoro che piace è la soluzione di almeno i due terzi di una vita, ed è giusto potervi aspirare.

  10. 20
    Aton -

    Povera Aisha. Sei schiava di quattro euro e giustamente ti dimeni. Ma poni un tema interessantissimo. Mi riservo di scriverci sopra con ponderazione, perché la madre di tutte le domande è come capire quali sono i nostri sogni veramente. Bella domanda, incardinata tra un avverbio preoccupante e una presunzione assunta ad assioma.
    Credimi, non avrai vita facile. Aspetta le mie ponderazioni prima di dimetterti.

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