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Che vita (2)

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Buongiorno a tutti sono Sicily di Busto Arsizio, ancora una volta vi scrivo sperando che qualcuno mi possa capire. Tutti i giorni spero in un risveglio diverso, ma alla fine e’ la solita vita quella della tristezza. Vorrei tanto che la mia vita fosse diversa con quell’entusiasmo e quel sorriso che avevo una volta quando la vita aveva un senso. Ho 49 anni ma e’ come se ne avessi 80 perché ho perso la speranza che qualcosa possa cambiare, mi sento stanco perché non mi sento piu’ una persona utile. Questa societa’ ci ha portato al punto che non puoi piu’ sognare, quando cammino per strada incontro tante persone che parlano sempre del lavoro che non c’e’, della spesa che aumenta sempre, delle bollette troppo care pero’ non si fa mai niente per cambiare si parla e basta. Io che non ho un lavoro che non neanche un reddito e che vivo di carita’ altrui me ne sto zitto perché mi vergogno a dire che queste cose non posso piu’ pagarle. Non immaginate neanche come mi sento nel cuore quando parlo con gli altri delle cose che per altri sono la normalita’ mentre per me la normalita’ non esiste piu’ a che servono fare certi discorsi quando non hai piu’ nulla? Darei tutto per poter parlare di lavoro, di spesa, di bollette, di pensione ma sto zitto perché ormai non ho neanche questo privilegio. Sono arrivato in Lombardia nel 1987 come tanti altri per avere un futuro che al sud veniva negato ma alla fine sono piu’ povero di quando sono partito anzi forse ero ricco prima perché ero scapolo senza nessun problema, unica mia entusiasmo era quello di avere un lavoro per essere indipendente dalla mia famiglia e farmi un avvenire. Tutto cio’ e’ avvenuto ma poi ho perso il lavoro nel 2006 a causa della crisi nel settore tessile e da li e’ iniziato il calvario nel senso che ho fatto fatica a trovare un lavoro e nel momento in cui l’ho trovato me lo sono fatto rubare da datori di lavoro che non hanno scrupoli a lasciare un padre di famiglia a casa solamente perché ha avuto la sfortuna di stare in malattia per qualche mese a causa di un intervento che era di necessita’ e di urgenza anche se era banale (emorroidi di quarto grado) ma che non riuscivo piu’ a sostenere per le continue emorragie. Tutto cio’ lo sto ancora pagando sulla mia pelle perché l’errore che ho fatto di firmare quel maledetto accordo ha penalizzato la mia vita perché la mia famiglia sta soffrendo e mi sento in colpa. Darei al mia vita per non veder soffrire la mia famiglia ma alle volte il potere dei soldi e’ piu’ importante della dignita’ di una persona c’e’ chi a cuore e ti considera c’e’ invece quello che ti calpesta solamente perché non hai i soldi per far valere i tuoi diritti. Adesso mi sento una nullita’ certe volte non ho neanche la voglia di alzarmi dal letto perché ho perso la speranza di riacciuffare la vita che ho perso. Io spero in Dio che mi dia la forza di continuare se vado avanti e’ solo per la mia famiglia.
Un saluto a tutti.

Giacomo

Lettera pubblicata il 12 Novembre 2013. L'autore ha condiviso 33 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Angelo9 -

    Qualunque cosa ancora io possa dirti potrebbe risultare offensiva. E’ troppo facile dare conforto da parte di chi, come me, non ha simili problemi, almeno al momento. Posso soltanto pregare per voi, come ho già fatto, e sperare che la vita, che per sua natura è mutevole, possa presentarvi al più presto una soluzione. Non devi vergognarti di vivere della carità altrui nè dei tuoi presunti errori. Deve vergognarsi chi non ha scrupoli in nome del dio denaro. Inoltre, tutti abbiamo bisogno degli altri: ora tu, ma in passato avrai aiutato qualcuno e in futuro sicuramente arriverà il momento in cui qualcuno chiederà aiuto a te, magari anche solo una parola, può essere importante anche quella.Mantenete la vostra dignità e il vostro coraggio. Forse questo è un periodo di prova in attesa di qualcosa di nuovo che si sta avvicinando. . . Sono io che mi vergogno di non poter fare altro che non scrivere stupidaggini. . . Ciao.

  2. 2
    giacomo -

    Ciao Angelo io ti ringrazio tantissimo per le tue splendide parole di conforto anche se mi offendevi non me la prendevo affatto anche perche’ in un certo senso me lo merito,perche’ mi sento in colpa per avere agito senza riflettere, stupido orgoglio di siciliano. Io spero tanto che nella vita di non incontrare mai persone come quelle che adesso sanno della mia situazione e che si devono vergognare per aver ridotto un padre di famiglia in mezzo alla strada, e pensare che questi hanno figli, ma comunque io mi metto nelle mani di Dio non voglio vendetta ma solo giustizia. Ripeto sempre che adesso farei la pecorella pur di avere il lavoro e vedere ridere mia moglie e i miei figli. Ieri mentre ero in bici perché non ho neanche piu’ la macchina, pensavo dentro di me speriamo che mi mettono sotto almeno la mia famiglia con i soldi dell’assicurazione sta bene, ma poi la fede che ho in Dio mi mette sulla buona strada. Ancora una volta vi ringrazio tanto per le vostre parole di conforto, mi danno tanta forza e coraggio. Grazie Cari Amici.

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