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LAD
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“le insicurezze emergono quando qualcuno anche involontariamente le fa emergere“
Golem, già. Hai descritto la dinamica in modo preciso, soprattutto con questa frase.
E mi hai ricordato il condominio in cui abitavo in Italia.
“le tue deduzioni sono frutto di acquisizioni cognitive corrotte da una visione paranoica della realtà, che tu ovviamente non puoi osservare ma chi le osserva dall’esterno nota benissimo” – Se a notarle sei tu, non potrebbero giungermi più gradite! Hai finito di essermi molesto con zampate da bullo di periferia, caro gentleman, protettore di vecchiette!
Da appunti sparsi sulla tanto vantata coerenza:
– (…) la vendetta dichiara pur sempre un interesse emotivo che potrebbe persino inorgoglire la…vittima. Meglio ignorare chi ci non ci merita. Si è superiori.”
– “avrei dedicato la mia vita al loro dolore, e qualcuno si è pentito di non averci creduto.”
Nella seconda versione ci hai provato, con il massimo impegno, e ti sei pure divertito.
Chi è sicuro di sé e non cerca approvazione non ha bisogno di raccontare di continuo la sua dorata quotidianità, accantonando fallimenti e frustrazioni.
Rossana: “A mio avviso si può “raddrizzare” un sito ma bisogna essere almeno in 2. Meglio se in 3… sempre se molto affiatati nel comune intento…”
Hai ragione, due interlocutori possono aprire un dibattito, ma qua si viene disturbati da troll che si inseriscono nella discussione, oppure sono i due interlocutori ad essere distratti, rispondendo alle stupidaggini che dicono gli altri. Accade anche a me, quando leggo certe castronerie di altri utenti. È irresistibile, non si riesce ad evitare di contestare le stupidaggini grandi come case che scrivono gli altri.
Suzanne, è difficile da spiegare, forse tu riesci a capire.
Quando si parla di fare soldi, tutti pensano a fare soldi per se stessi, per spenderli per comprare cose per sè, perché è quello che farebbero tutti con i loro soldi. Oppure per non spenderli e tenerseli sotto il letto, ma è uguale, spenderli per se stessi o tenerseli in banca è egoismo.
Intanto per me i soldi sono un mezzo, non il fine. Uno strumento per raggiungere gli obiettivi. Per la maggioranza l’obiettivo è, appunto, comprare cose per sè. Si può spenderli per bere, drogarsi, oppure comprarsi l’auto di grossa cilindrata, bei vestiti, andare dall’estetista, in palestra, oppure finanziare un viaggio, comprare un libro per accrescere la propria cultura. Meglio spenderli per la propria cultura che per drogarsi o per il lusso, ma è pur sempre un atto egoistico, finalizzato ad fare qualcosa per sé, non per gli altri.
Poi finisco di spiegare.
Ma la mia non è vendetta Ros, è la lenta spoliazione dai veli che ti vestono da persona “perbene”.
Anche nelle tue difese mostri i valori ai quali “fai credere di credere”, e la dipendenza dai giudizi altrui, pensando che a me disturbi il tuo mettere in evidenza quelle che a te appaiono incoerenze.
Non mi frega niente Rossana, io, lo ripeto, non ho nessuna reputazione da salvare, tu sì, tu l’avevi.
La mia quotidianità la racconto solo se è utile a completare il quadro discorsivo in corso. È il tuo dente dolente che fa battere la lingua su certi dettagli, anche quando sono irrilevanti, mostrando così, con l’invidia sociale, di non sentirti quello che ritenevi di meritare di dover essere, con un “anelito” tradotto in quel modo dalla tua qualità interiore.
Chissà dove credi di arrivare andando a spulciare intere annate di LaD con la speranza di prendermi in castagna. Ancora non capisci che io non ho niente da perdere mentre tu, per quel poco che ti resta, sì.
Ma se nel cercare di fare soldi facciamo qualcosa che ci piace, il problema dove starebbe? Io ho creato una app perchè spero/penso di guadagnarci, ma anche perchè mi sono divertita a crearla. Così come mi piace fare molte altre cose che potenzialmente mi possono portare un guadagno, come ad es. i libri che sto scrivendo.
Suzanne collega il denaro a situazioni deprimenti, e i discorsi di Trader colpevolizzano chiunque si concede cose per se stesso/a. Il senso di colpa è la prima cosa da evitare se si vuole attrarre abbondanza ( e quindi benessere finanziario ), in quanto il senso di colpa genera energie molto basse che influenzano negativamente il nostro campo vibrazionale. Tutto questo allontana da noi le situazioni positive e le opportunità. Il concedersi piacere e fare cose che ci allietano smuove invece in noi frequenze alte, che a loro volta faranno accadere quello che desideriamo. E’ una vera e propria legge fisica.
La generosità e l’ altruismo sono cose belle, bisogna però anche convogliarli nella giusta direzione, verso qualcosa o qualcuno che merita il nostro gesto. Altrimenti – e parlo per esperienza – tanto vale lasciar perdere, perché non solo sprecheremmo il nostro tempo e le nostre risorse, ma verremmo anche contaminati a livello spirituale.
Bisogna anche evitare di essere eccessivamente attaccati al denaro ( pensiamo ad esempio a quelle persone che indossano scarpe o abiti ormai logori o non offrono mai la cena a nessuno per risparmiare ). La tirchieria è come il senso di colpa: attrae povertà. La soluzione è sempre il giusto equilibrio tra il risparmio e il godersi le gioie della vita.
Il gesto di offrire qualcosa deve essere del tutto disinteressato. Non bisogna ad esempio pensare: “io pago la cena a quella tizia se me la dà”, perché questo equivale a non offrire. Naturalmente vale anche l’ inverso: donna che offre qualcosa all’ uomo senza aspettative, per il puro gusto di offrire.
Dall’ Universo per il momento è tutto.
Mah.. a me risulta il contrario. E cioè che è proprio l’ esperienza che ti aiuta a capire molto meglio quello che vuoi.”
Il discorso è un po’ diverso. Il primo o i primi innamoramenti, sono più spontanei e istintuali.
Si scorge qualcosa nell’altro/a ma spesso si rischia di idealizzarlo, soprattutto se sa cosa dire per tenere agganciata la persona.
In questa fase, che può protrarsi anche fino all’età adulta, la ragazza preferisce fantasticare piuttosto che apprezzare ciò che di reale ha l’altro.
L’esperienza aiuta a scegliere chi è più affine e possono nascere relazioni anche più belle a patto che la scelta sia sincera e non di comodo.
Per il resto basta con ste stronz**e. Molti hanno smesso di scrivere semplicemente perché non c’è quasi mai un reale confronto e su certi temi non ci sono le competenze per portare avanti dei dibattiti interessanti. I problemi degli altri non possono certo essere risolti da chi ne ha ancora di più grossi e manco se ne accorge (o finge di)
“Ma se nel cercare di fare soldi facciamo qualcosa che ci piace, il problema dove starebbe?”
In altre parole, che male c’è fare un lavoro che ci piace? Nessuno. Su questo sono d’accordo. La parte demenziale è la storia dell’app e dei libri di MG che dovevano renderla milionaria.
“i discorsi di Trader colpevolizzano chiunque si concede cose per se stesso/a.”
Boh, non ho accusato né menzionato nessuno. Se qualcuno la prende sul personale, sentendosi preso in causa, significa che il mio ragionamento è corretto e lui ha la coscienza sporca. MG non ha di questi problemi: non si sentirà mai in colpa anche se la prendi in castagna, crede che sia sempre colpa degli altri. Sono gli altri che la fanno sentire in colpa, non lei che sbaglia. Ok, inutile ragionare con lei.
Proseguo il discorso.
Dicevo che comprare un libro per acculturarsi è un’azione che si fa per se stessi, quindi è un comportamento egoistico, esattamente come comprare un’auto e beni di lusso per fare schiattare…
gli altri. Nel secondo caso cambiano i bisogni personali da soddisfare, a causa di diversi valori della persona: per esempio nel primo caso si vuole imparare, accrescere le proprie conoscenze, nel secondo caso si vuole ostentare. In nessuno dei due casi l’obiettivo è dare qualcosa agli altri. Bisogna anche pensare a se stessi. Se tutti facessimo il bene per noi stessi, senza che ciò vada a scapito degli altri, tutti vivremmo al meglio. Ma è una condizione impossibile da realizzare, quindi ci sarà sempre una parte della collettività che sta male e che va aiutata.
Insomma, pensare a se stessi di per sé non è sbagliato. È sbagliato pensare SOLO a se stessi.
Passiamo alla percezione della generosità. Tizio che offre un caffè ad un amico, passa per persona generosa. Ma Tizio si aspetta che la prossima volta l’amico paghi per lui. Il saldo è sempre zero, come se ognuno avesse pagato per sé, ma in questo caso i due amici verrebbero etichettati come avari.
Proseguo dopo o domani.