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Il suicidio, la soluzione del disperato

Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Io non ce l’ho con voi. Spesso sono stato giudicato in malo modo, ma io non vi giudico a mia volta. Non è colpa vostra se non avete subito gravi traumi sessuali, ne è colpa vostra se non avete subito in generale tutto lo schifo che ho subito io. Faccio una fatica enorme ad esprimermi, ogni parola mi pesa, ma ci sto provando. Preferirei essere un tossicodipendente, un criminale o qualsiasi altra cosa, tutto tranne quello che sono. La sofferenza psicologica (almeno nel mio caso) non ti uccide subito, ma ti fa a pezzettini, fino a quando di te non rimane altro che una merda, un rifiuto umano. Non posso nemmeno parlare dei miei drammi, entrando nel particolare, in quanto non voglio che dopo le etichette “disadattato”, “nullafacente”, “matto”, mi venga affibbiata anche l’etichetta “persona perversa”. Magari potrei diventare un alcolista, per sentire di meno il mio dolore, ma dubito che anche questa opzione possa aiutarmi realmente. Non ho nulla da dire in realtà, nulla di interessante. È molto difficile che qualcuno possa commettere gli errori che ho commesso io. Io sono contento di morire, farei qualsiasi cosa per fermare questa sofferenza incessante, e mi dispiace leggere che spesso l’atto del suicidio viene considerato un atto da vigliacchi. Sapete perché? Voi non sapete nulla di quello che provo io, come non sapete nulla di chi vuole morire. Voi sapete giudicare, in quello siete dei professionisti. Se una persona sta male la volete lontano da voi, la prendete in giro, però non sia mai che quella persona si ammazzi. Perche uno si dovrebbe ammazzare, dai? La vita è bella, no? Per chi? Per voi, ecco. So che siete dei tuttologi, però almeno l’argomento “suicidio” lasciatelo a chi lo conosce, almeno quello. So che spesso chi scrive di “sofferenza psicologica” e “suicidio” viene trattato male, ma sapete che c’è? Ho sofferto e soffro talmente tanto, che certe cose non mi toccano più come prima. Sia chiaro, so che magari qualche brava persona tra voi c’è, però è anche vero che tutti, e ripeto tutti, abbandonano quelli come me. E alla fine non è nemmeno un grosso problema questo. Non voglio essere polemico, il mio è un grido di dolore, che non serve a nulla, inghiottito dalla sofferenza più atroce.

Lettera pubblicata il 6 Marzo 2022. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 26 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 21
    rossana -

    Darkitty,
    diventando sempre più pigra (potendomelo permettere), scelgo l’incipit di un articolo di Novella Toni, per focalizzare l’argomento.

    “A volte per consolare gli altri basta parlare della propria esperienza personale. Altre, invece, è il dramma di chi ci circonda a spingerci a rendere pubblico il proprio. Come se questo servisse ad alleggerire il carico.”

    A me è sempre servito lo sfogo verbale, indipendentemente da come era accolto dal malcapitato di turno. Di recente ho capito che, se la persona a cui mi rivolgo sta attraversando guai molto opprimenti, e pressoché irrisolvibili, qualsiasi possa essere l’entità di quanto le racconto non la sfiora minimamente, anzi, l’infastidisce.

    Sempre impossibile immaginare come si snoda l’esistere altrui. Ancor meno intuire cosa si nasconde dietro le quinte del suo apparire. Riusciamo più o meno a supporre entrambi gli aspetti simili al nostro modo di essere/pensare quando, invece, il più delle volte, questi sono lontani anni luce dal vero.

  2. 22
    rossana -

    Segue per Darkitty

    Un mattino una donna di più di 85 anni, sentendo imperversare il vento all’esterno, è uscita per vedere da cosa derivasse il frastuono che le faceva temere seri guai al tetto. Si trattava di un grande cancello in ferro, che il vento sbatteva a piacere, essendo riuscito a scollegarlo dal chiavistello.

    Quando volle rientrare, scoprì che la porta le si era chiusa alle spalle. Tentò di raggiungere la casa del figlio, e poco dopo, il vento, che soffiava a quasi 200 km all’ora, la sbatté di colpo sull’asfalto della strada, ferendole un braccio e facendole battere la testa.

    Non avendo con sé il bastone per potersi rialzare, si trascinò a lato della carreggiata e si aggrappò a una ringhiera. Passarono due auto, senza fermarsi.

    Infine una giovane donna si fermò e, incurante del sangue che poteva macchiarle l’auto, l’accompagnò dal figlio.

    Episodio del tutto irrilevante, per chi è giovane e forte, e per chi fatica a sopravvivere, materialmente o emotivamente. Comprensibile solo per gli anziani, come me.

  3. 23
    Darkitty -

    Rossana, ho capito benissimo che chi soffre attraversa emozioni e sensazioni che un’altra persona non può immaginare ne comprendere fino in fondo, che ci si indurisce e si diventa sordi e ciechi, ma questo non c’entra nulla.
    A me non è piaciuta la risposta nei confronti di Ana, persona che ha sofferto e che vedo ancora più delicata sotto certi aspetti.
    Ricordo che anche tu ad una sua risposta avevi ribattuto in modo meno “tollerante” e io avevo ribadito che trovare comunque sconosciuti che si interessano in modo amichevole era una cosa positiva, non l’ho giustificato, perciò mi sembra incoerente questa tua risposta oltretutto.
    Mezzo è una persona intelligente e infatti ha capito. Inoltre non è che se una persona soffre diventa ritardata, comunque capisce.
    Non voglio neanche andare avanti ad allungare il brodo di questa storia, per me è chiarito.

  4. 24
    rossana -

    Darkitty,
    forse non sono stata capace di spiegarmi in modo chiaro. Non avevo nessun intento di contrastare il tuo punto di vista in positivo sul provare a dare sostegno a parole.

    Era una riflessione per un confronto sulla difficoltà che sto affrontando nel reale nell’impegnarmi a dare sostegno a una persona cara, senza più riuscirvi.

  5. 25
    Mezzouomo -

    Cercherò di non scrivere più,anche perché mi sembra di mettere la mia sofferenza in pubblica piazza,con tutte le brutte conseguenze del caso.Buon proseguimento.

  6. 26
    Darkitty -

    Ragazzi, capita di non capirsi nella vita vera, quando ci si conosce, figuriamoci virtualmente. Siete due delle persone che stimo di più qui dentro e che sento sulle mie corde, se devo “scontrarmi” con qualcuno preferisco mille volte farlo con chi sento affine.
    Non cambia di una virgola le cose positive che ho già espresso su entrambi in altri post.
    Sono venuti fuori i limiti di tutti, il mio caratteraccio per primo, sono una strnza lo so, però Mezzo c’è un lato di te che è anche bello combattivo, quando risponde per le rime o quando usa l’ironia, mica per una cosa così devi andartene via da qui, non ti permettere.
    Ognuno scrive quello che gli pare, a volte ci si scornerà, pazienza! C’è di peggio.. no?
    Per me amici come prima più di prima nessun problema con voi. Nella vita ho chiuso contatti per molto meno, ma ripeto, se c’è stima, vado avanti.

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