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La mia storia… tra mostri mentali e problemi di relazione

Trovi il testo della lettera a pagina 1.

Ciao sono Sebastiano, un ragazzo di 26 anni. La mia storia forse si rispecchierà in altre pubblicate in questo sito, ma voglio comunque raccontarla.
Sono il tipico ragazzo timido, e la mia timidezza si ripercuote drammaticamente su altri aspetti: scarsa autostima, paura nel cercare attivamente un lavoro, difficoltà a trovare una ragazza, difficoltà a parlare ed interagire con estranei, difficoltà a parlare in pubblico, buonismo per evitare problemi. Queste parole però possono dire tutto e niente, ora vado più in dettaglio.

A scuola ho riscosso abbastanza successo, pur non con risultati eclatanti… mi sono laureato in biologia… la scuola però è stata anche il luogo dell’emarginazione e delle continue prese in giro. Forse un ragazzo introverso e affetto da una forte miopia è un bersaglio facile.
Fatto sta che non mi sembra di essere cresciuto di testa, non ho fatto le esperienze degli altri, a 15/16 anni ero barricato in casa mentre gli altri vivevano in modo normale la loro adolescenza.
All’università era un po’ diverso, ma non sono mai riuscito a sciogliermi del tutto, soprattutto con le ragazze. Da dire che però ricordo quel periodo con piacere, ero molto allegro e spensierato.
In quegli anni ho iniziato anche a fare l’animatore nella parrocchia del mio paese, cosa che faccio tuttora e che mi dà un po’ di gioia di vivere.

Finita l’università mi sono trovato travolto da mille dubbi su cosa fare, ed ho deciso di fare un anno di servizio civile presso un orto botanico. Non avevo compiti strettamente correlati coi miei studi, ma sono finito in un bell’ambiente ed ho conosciuto tante persone nuove. Durante quest’anno ho quindi fatto nuove amicizie, e ho provato a buttarmi un po’ di più con le ragazze, con risultati a dir poco disastrosi. Io cercavo una ragazza e mi sono trovato con un po’ di amicizie femminili (che per uno come me è già tanto, diciamocelo). A dicembre però questa esperienza è finita, e sono caduto in una mezza depressione. Una fatica enorme a mettermi a cercare lavoro, e in più proprio in quel periodo ho avuto l’opportunità di una storia un po’ più lunga con una ragazza, che poverina si è sorbita tutte le mie pare mentali. E ora con lei è rimasta l’amicizia, e credo che indietro non si tornerà.

La tristezza va e viene, in alcuni giorni mi trovo in casa a piangere, ho pure abbandonato i pochi hobby che avevo, non mi dicono più niente. Solo la mia attività di animatore mi tira un po’ su ogni tanto. Per il lavoro, un po’ per la crisi generale che offre poche opportunità e un po’ per la mia gabbia di timidezza, non sta andando molto bene. Ieri il mio ultimo tentativo con una ragazza (le ho solo chiesto di uscire insieme una volta) si è risolto in un “Sono già impegnata” e in un ennesimo pianto.
All’inizio parlavo anche di buonismo: ecco, questo ha fatto sì che qualcuno si approfittasse di me. Vorrei diventare anche un po’ più “cattivo” e farmi valere, ci sto provando, ma il vecchio me stesso chiuso ed introverso continua a dominare.

Ora mi chiedo: ha senso che continui così? I miei vorrebbero che fossi come gli altri, con un lavoro, una ragazza e alcuni amici con cui uscire… alcuni miei coetanei si stanno per sposare, io sono ancora ad un livello preadolescenziale. Ho tanta paura… credo di avere bisogno di un percorso psicologico, nonostante non ami molto gli psicologi. La ragazza con cui ho avuto un rapporto più lungo continua a dirmi che sono una persona fantastica e che ne conosce pochi con i miei valori, ma mi sembra che esageri. Purtroppo coi valori non si vive, anzi sembra che il mondo sia fatto per i furbi e chi si sa arrangiare.

Non so che fare, sono in crisi profonda. Forse vi farò rabbia più che altro, me lo sento… però ormai sono abituato ai colpi bassi. Questo è il periodo più nero della mia vita. Se qualcuno ha qualche consiglio o vuole sapere altro di me, sono disponibile a rispondere. Vi ringrazio.

Lettera pubblicata il 11 Febbraio 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 11 commenti

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  1. 11
    Rossella -

    Per me non è possibile parlare in pubblico. Non riesco e ne vado fiera perché mi sento molto più donna che dimostrano quanto poco uomini sono. Pipipipi… che ridere! Mi ti sembra possibile? Dobbiamo risolvere ogni giorno equazioni impossibili… parliamo con i fantasmi. Non hai nessun problema. Per me essere una femmina viene prima di rendermi una caricatura vivente. macchiette. Questo si vede. Chi si umilia sarà esaltato. Il resto è un problema che si risolve con la pillolina blu. Mo’ hanno fatto pure quella rosa. Secondo me è un dovere di noi che ci diciamo cristiani far capire alla persona che ci troviamo davanti che dietro la cortesia non c’è il tono. Per cui si assumono la responsabilità delle loro azioni malevole. Noi abbiamo fatto il nostro dovere con l’emotività che fa parte delle funzioni sacre. E’ un campanello d’allarme. Quel sedicente nano sui trampoli resterà per sempre nel limbo. Affar suo! Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Voleva fare l’avvocato? Pensa di essere un dottore? quello è un professore? Ahahahhhh… io sono Babbo Natale. Quanti poveracci ci stanno “a giro”!

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