Come Socrate bevve la cicuta con la pietà del giusto e la calma del sapiente, anch’io sono costretto ad ingoiare un boccone amaro. In tempi in cui, da Churchill a Cristoforo Colombo, le icone della storia vengono travolte dall’ondata delle proteste antirazziste in giro per il mondo, in Italia non risparmiano personaggi come Indro Montanelli. A Milano, la sua statua, all’interno dei giardini di Via Palestro, è stata imbrattata con vernice rossa e insulti. Le scritte: “razzista, stupratore” sono ignobili e oltraggiose. Questo gesto di grave vilipendio-codardia ha suscitato in molti un’istintiva repulsione che nasce da un misto di rabbia e di dispiacere. Vorrei ricordare che Montanelli è stato uno dei più grandi giornalisti del ‘900. Personalmente lo reputo un mostro sacro della carta stampata, nonché il mio idolo. Una volta l’immenso Montanelli , rispondendo ad un lettore nelle “stanze” del “Corriere della Sera”, ebbe a dire: “ Sono circa settant’anni che scrivo e dispenso consigli, ma sono convinto che dopo la mia morte nessuno si ricorderà di me”. Mai, però, avrebbe immaginato che qualcuno potesse addirittura vandalizzare la sua immagine. La cancellazione della memoria del passato costituisce un vero pericolo. Si annullano periodi di civiltà, di cultura, di libertà e di democrazia. Le statue sono dei libri di storia. E lo stesso Montanelli diceva: ” Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”.
Ringrazio vivamente della cortese accoglienza e porgo molti cari saluti.
Franco Petraglia – Cervinara (Avellino)
Certo che lo so , un sistema arcaico molto diffuso all’epoca nelle colonie italiane ,in Libia ed Eritrea in particolare, ma che fu combattuto
dal generale Graziani e anche dal regime
fascista, per altri motivi, tipo la purezza della razza.
Tutte cose che a distanza di decenni sembrano
lontane anni luce.
A me delle statue interessa l’aspetto storico,
molte volte la storiografia ufficiale è distante dalla realtà. Ad esempio la presa della bastiglia
in cui non vi era neppure un detenuto politico,
,tanto che ne fu inventato uno, il conte di Lorges (preso dal nome di un detenuto di 100 anni prima), eppure… è la festa nazionale della Francia.