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Lettera pubblicata il 17 Novembre 2011. L'autore, linda31, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso - Spiritualità
cara linda,parlo per esperienza personale, dopo 4 ani di convivenza , dove credevo d’aver trovato pace e serenità, lui mi lasciò per un altra, ho sempre creduto in dio , pregavo, ma in quel periodo mi aggrappai di più alla fede e facevo rosari e novene, non dormivo manco la notte per recitare il rosario se conosci la preghiera dei 54 giorni , la feci per un anno, oltre le altre novene , ripeto pregavo notte e giorni supplicando la madonna che facesse tornare lui, la grazia non fu fatta, io persi la fede ancora oggi non credo perchè qualsiasi grazia non viene mai concessa. POi mi sono detta forse la grazia di farlo tornare non me la concessero perchè magari non eravamo destinati a stare insieme, fatto sta che lui è felice con l’altra e io guardo, .Con ciò voglio dire se non ti sarà concessa la grazia forse percchè dio o chi per lui ha altre meravigliose persone da mandarti con più amore nei tuoi riguardi perchè quando uno scappa così non ama o non è in grado di affrontare i dolori e la vita,, continua a sperare e pregare almeno per la tua serenità ti abbraccio
Si dve perdere per capire se era amore. Mi sono resa conto di aver perso la testa per un uomo. Lo stesso di tutta la storia, pensa. Per lui ho trovato quella determinazione che serve a cercare la maniglia della porta e adesso, forse, realizzero il mio sogno, perché ho recuperato l’entusiasmo necessario ad essere indipendente. Mi mancava la motivazione. Quando arrivai ero piccola perché il mio destino era oscuro e io mi cullavo nelle gioie domestiche, lasciando il resto per ornamento. Non è cambiato molto. Qualche pasticcio che mi è servito a prendere coraggio. Lui è stato sempre presente. Mi potrei definire una sua ammiratrice, anche se ammetto di aver aspirato subito al trono. Sono orgogliosa. Non capivo molto di queste cose, ma già ero ai suoi piedi. Una signora con la busta della spesa. Per la pesantezza del carattere. Lui mi ha spiegato tutto, diciamo così. Non si è fatto mai vedere, ma adesso sparirà. Prima ho sentito il dovere di dirgli tutto perché voglio vivere ancora.
Devo riprendere in mano la mia vita perché una storia ce l’avevo, ma non è una storia per agire. La devo riprendere in mano partendo dalle cose esteriori che mi davano sicurezza, in una prospettiva nuova che rimette al centro la famiglia. Non occorre il titolo. Ci vuole una storia robusta, io la possiedo. Dimenticherò ciò che mi fa soffrire e mi rimetterò in gioco a casa mia. Contano i simboli. Una persona a lui vicina mi ha fatto capire che il possesso, per come lo intendiamo noi, si è fermato all’età tenera. Il resto è andato sprecato. Io devo stare vicina ai miei, alla mia mamma e dimenticare ciò che mi somministra inutili complessi d’inferiorità per ragioni legate al confronto e all’amore sublime che alimenta nel cuore, lacerando la coscienza. la mia vita va bene così. Non posso prendere questa brutta abitudine. Il confronto è un’altra cosa. Serve quel tipo di posseso che io ho perso perché passa da un’altra persona. Per me sarebbe l’inferno. Lo ricorderò come un buon amico.