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Riflessione sulla Religione

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Lettera pubblicata il 9 Maggio 2009. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 101 commenti

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  1. 51
    Jar'kai -

    Secondo me le religioni sono invenzioni degli uomini, create per spiegare ciò che la ragione non può ancora spiegare, per dare un senso alle sofferenze della vita e per spingere l’uomo a “comportarsi bene” seguendo una serie di regole e comandamenti. Sono convinto che esse siano spesso utili alla comunità, ma non credo che esista realmente un qualche tipo di divinità. è sufficiente osservare la storia per capire che l’uomo ha creato dio: ogni civiltà infatti ha creato i propri dei in modo che si adattassero alle proprie usanze e necessità

  2. 52
    colam's -

    Certo che a me pare strano che non e’ praticamente mai esistita una civilta’ atea, mentre , come dici tu, ogni civilta’ ha avuto una religione.

    Non tutte le civilta’ hanno elaborato una forma di scrittura, ma tutte hanno considerato importante di elaborare una religione.

  3. 53
    alessandro -

    …Non tutte le civilta’ hanno elaborato una forma di scrittura, ma tutte hanno considerato importante di elaborare una religione…
    Parole che non significano nulla! il senso dell’assoluto, la tensione verso l’infinito, appartengono da sempre all’uomo, e da qui le religioni sono nate, nulla c’è di sovrannaturale, di rivelato, di donato, di concesso da una divinità…
    Ed oggi poi, il risultato delle religioni che l’uomo ha creato, strutturato ed imposto non è altro che una ‘civiltà’ dei privilegi, degli esclusi, degli emarginati, di chi sta dentro e di chi sta fuori. Una civiltà che sempre ammette, bonariamente e indifferentemente, l’ingiustizia, il sopruso, l’abuso, il malaffare, la violenza, una civiltà che ammette il doppio metro per misurare la stessa realtà, e questo è perverso!
    E le religioni, inventate dall’uomo forse per paura, forse per proteggersi, per rifugiarsi in un altrove concepito e vissuto come ricompensa o come punizione per le virtù ed i vizi di questa vita, in pratica come deterrente per i tanti abomini compiuti e che ancora si continuano a compiere e sempre si compiranno in questo mondo perverso, altro non fanno che saldare e confermare uno status quo sempre più ingiusto e meschino: nella nostra di civiltà occidentale, ad esempio, intessuta di cristianesimo, e nella nostra Italia intrisa (e lesa) di cattolicesimo, i sacerdoti, i ministri del culto, i papi in nome di un dio adorano, coltivano ed esercitano il potere ed in nome del potere complicano il mondo, e lo rendono infelice e sono felici essi stessi perchè sempre sopraffatti dalla paura di perdere quel potere (la chiesa annaspa e fa fatica, allora ci si attacca a tutto pur di mantenesi disperatamente e tragicamente a galla…). Il mio dio non c’è, non esiste, e nessuno può imporsi in nome di chi non c’è, in nome e per conto di qualcosa che non esiste e non è vera.
    I motivi, le ragioni, i convincimenti che possono indurre un uomo a credere sono infiniti, innumerevoli, spesso assurdi, e non c’è limite alla varietà di opinioni proposte, e spesso imposte nel corso dei secoli, e questa varietà è spesso alla base di disastri, macelli di vite umane, guerre, lotte ergo sconfitte e frustrazioni e, diversamente, vittorie e sopruso esercitato sui vinti, sugli sconfitti, sui perdenti, sui deboli, su chi sta dall’altra parte del vento, dalla parte dove non spira e non agita più…più nessuno alla rivolta, alla rivendicazione dei diritti, al riconoscimento della propria identità, al rispetto delle proprie scelte, alla libertà delle proprie convinzioni…e così repressi, le religioni che impongono e limitano, sono alla base di questa civiltà dell’invidia, della ricerca di ciò che è dell’altro, depositario di diritti che a molti non sono concessi (scendendo al pratico: penso alle coppie di fatto, agli omosessuali, ai privilegi ecclesiastici ecc…) e che per questo diventa il sogno da realizzare e poi avutolo si guarda oltre, a quello che ha un altro e manca e sè.

  4. 54
    alessandro -

    E allora diventa necessario e lo si conquista, se lo si conquista, con la forza della stupidità che si esprime in atti di esibizionismo, manifestazioni dove si fa solo mostra del proprio ego, atti di violenza e quant’altro e così, attraverso un ulteriore passaggio, dalla discriminazione all’invidia si approda alla stupidità, ad una civiltà della stupidità, della fatica per fare il male, del piacere di opprimere i deboli, di manovrarli, di mostrarli, esibirli come trofei, alla stregua di manichini senz’anima una volta ‘salvati dal loro destino di dannazione (Caritas, enti assistenziali religiosi e compagnia samaritando che esibiscono i loro dannati per fare pubblicità alle loro strutture, senza rispetto per l’uomo, per il suo dolore, per le sue difficoltà, per le sue cadute e mancanze…), il piacere di possedere denaro per imporre il proprio volere. Bella questa civiltà! Bellissima!
    Una civiltà nata dal bisogno di credere, dalla necessità di credere, nata da una religione inventata dall’uomo, strutturata in Istituzione organizzata ed imposta da una cricca di affaristi ipocriti, perversi e corrotti che si raccoglie e manovra dall’apoteosi del lusso e dello sfarzo eretto in nome e per conto e a devozione di chi ha parlato e vissuto di povertà e compassione: Cristo (che mai ha inventato nessuna religione, per l’appunto!). E se proprio vogliamo ora fare una rapida carrellata delle ragioni alla base del credere nel corso della storia, si potrebbero elencare queste: il desiderio di avere una garanzia dei valori morali (Platone e Kant), il bisogno di comprensione della natura (Epicuro), i sensi di timore, impotenza e paura nei confronti della vita e della morte (Hobbes, Hume, Voltaire), la coscienza dell’infinito (Feuerbach), la soddisfazione nevrotica di pulsioni e desideri infantili (Freud), l’attivazione simbolica di archetipi collettivi (Jung), il senso di solitudine dell’uomo nell’universo (Whitehead). Tutti processi che aziona la nostra mente, li mette in moto e li sviluppa…e poi inventa!

    ‘Eppure, se un attimo di pensare tu sospendi/ se un attimo, dico, appena/ il tuo respiro sottrai/ fulmineo/ il Nulla di nuovo ti inghiotte/ l’intero universo/ il Nulla/ tuo e nostro male…
    Il Nulla: tuo necessario limite!’…Poesia di David Maria Turoldo, Nulla, da Canti ultimi…

  5. 55
    colam's -

    Le mie parole significano qualcosa Alessandro, tant’e’ che hai capito benissimo cosa intendevo. Un punto in comune delle civilta’ e’ che tutte hanno una religione (mentre non tutte hanno una scrittura, o un codice del pudore). Le ragioni alla base del credere nel corso della storia possono essere tante, ma per me (e mi dirai tu quale altro pensatore della storia) questo puo’ essere un indizio che mi porta verso la direzione di Dio. L’uomo, essere finito in un mondo finito, ha dentro di se’ il senso dell’infinito.

    Tu chiamale se vuoi / emozioni…

  6. 56
    alessandro -

    Posso risponderti con Pascal Colam’s, il quale dice: ‘gettato in uno spazio che non conosco e mi ignora provo spavento e mi sento solo’…anche questa sensazione, che poi è in fondo la mia di non credente, tu chiamala, se vuoi, emozione!

  7. 57
    Jar'kai -

    L’infinito non è sperimentabile nel mondo fisico: questo concetto è presente solo nell’interiorità dell’uomo. Per questo sostengo che dio, che è una rappresentazione dell’infinito, è presente esclusivamente nell’interiorità dell’uomo; ciò implica che dio non può esistere senza l’uomo, e che quindi dio non ha creato l’uomo

  8. 58
    colam's -

    Beh non sono un gran filosofo, Jarkai, ma ci vuol poco a capire che una qualsiasi cosa non esiste solo un qualcos’altro se la rappresenta. Una cosa esiste o non esiste, indipendentemente se ci sono cose capaci di descriverla o pensarla.

    Infatti Alessandro: ti e’ piaciuto Battisti eh 😉

  9. 59
    Jar'kai -

    Un’idea esiste solo se viene pensata, e per me dio non è altro che un’idea

  10. 60
    fabio -

    salve…
    non ho letto tutti i post ma l’argomento e’ sicuramente interessante
    personalmente non credo nelle religioni,che altro non sono state e continuano ad essere un istituzione per ammansire la gente e poi in nome delle religioni si sono fatte le peggiori nefandezze umane ecc…

    mi ha colpito l’ultima frase letta quella di jar’kai….leggendola mi e’ venuto in mente questo; se e’ vero che un idea esiste solo se viene pensata e quindi e’ il pensiero che anticipa l’idea allora ce da chiedersi da dove viene il pensiero e perche

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