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Se vuoi mio marito te lo puoi prendere

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Lettera pubblicata il 8 Giugno 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 54 commenti

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  1. 31
    sarah -

    ci sono questi uomini che considerano la moglie una loro proprietà ma non è amore e poi è davvero un porco ma scusa ora che è in pensione e nessuna da farsi pretende da te il sesso?Io non so com’è tutta la situazione,di chi è la casa,i beni in comune ma è inutile continuare a vivere sotto lo stesso tetto,i figli sono grandi e comunque ti sei sacrificata abbastanza,lascialo definitivamente.

  2. 32
    rosadeibanchi -

    Ci sono passata anch’io da una situazione simile. Trovo ridicolo che due donne si contendano un uomo, c’è anche mancanza di autostima in questo e i maschietti ci sguazzano nel loro narcisismo, ci godono a sentirsi contesi. L’altra, tra virgolette, ci gode perché si sente “prescelta” e quindi superiore alla “rivale” (che poi è la moglie legittima). In genere la contesa viene vinta dalla moglie, perché alla fine il maschietto sceglie di non perdere quello che ha, comprese le comodità, tipo anche quella di saper dove bagnare il biscotto senza troppa competizione.
    Per me l’amica era del tutto insospettabile, e quando ho scoperto la faccenda mi sono sentita molto ingannata, ma, nonostante la rabbia e le mie scenate, mi sono tirata indietro da una volgare contesa. Non sono comunque riuscita a essere così tanto superiore da perdonare, ma invece ho cancellato quella persona dalla mia vita. Col marito c’è stato un anno di separazione dura voluta da me, poi le cose si sono ammorbidite, ma non tanto da tornare sereni, perché non potrà mai essere come prima: ognuno ha una sua casa e delle attività, si condivide solo qualcosa tipo mutuo soccorso. Lo so che fa schifo, ma trovare relazioni sincere, rifarsi una famiglia, una coppia, oggi non è facile, specie se non si è più giovani. La solitudine mi pesa, ma chissà, magari un giorno qualcosa capiterà di nuovo e potrò lasciar andare dei sentimenti.
    Pensa soprattutto a te stessa, alla tua dignità, alle cose che fai, ai tuoi figli, non dare a lui troppa importanza, ciò che importa è come stai tu e cosa fai per stare bene. I maschi sono abilissimi a girare le frittate e cercare di confondere le acque, noi donne siamo più determinate. Storicizza la tua esperienza, c’è un sacco di gente che si trova in situazioni simili e soprattutto ricorda che il problema è solo tuo: amiche, amici, parenti, conoscenti, se ne fregano oppure hanno così tanta stima che pensano che tu vali anche senza un marito, vali per te stessa.
    Auguri.

  3. 33
    lyra -

    Ciao albanascente…mi dispiace moltissimo per quello che stai passando. Da come scrivi si capisce che sei una grande donna. Provo ad entrare nei tuoi panni…e ripercorrere 30 anni di vita alla luce dell’aberrante fatto è allucinante, cambiare tutta la prospettiva e scoprire particolari che prima non hai potuto vedere,perchè la ferrea disonestà delle persone te l’hanno impedito. Io dico che il problema non è il perdono, in questi casi è del tutto indefferente. Perdono o non perdono ma cosa vuol dire? il tempo è andato e l’aspirale di dolore resta. Il punto invece è come poter sopportare di aver vissuto una vita (perchè 30 anni sono una vita) che non è mai esistita. Davvero è tremendo. hai tutta la mia solidarietà. Ti abbraccio

  4. 34
    albanascente -

    Ciao a tutti, carissimi, nessuno escluso.
    E’ confortante sentirsi capiti e ascoltati; sono interessanti e mi fanno pensare tutti i vostri commenti. Mi sono di grande aiuto.
    Non siamo in due a contendere mio marito.
    Per primo mio marito è ora un perdente, non ha nè lei (da 30 anni) nè me da un anno e mezzo e di sicuro mai più.
    Io non voglio vivere con una persona che ha voluto umiliarmi ed è tuttora senza scrupoli.
    E non c’è nessuna contesa tra di noi due donne, io di sicuro non ci penso nemmeno che possa sfiorarmi con un dito. Lei ha marito il quale si è preoccupato di dirmi (assieme ad altre stupidaggini, cioè che sua moglie è una brava persona e che sbaglio a non volerla più come amica; io gli ho detto che di amiche disoneste non so che farmene, chiuso) che per lui è una cosa di nessuna importanza essendo successa durante il primo matrimonio della moglie.
    Certo che il pensarli insieme mio marito e lei mi ha fatto male; se lei è orgogliosa per essere stata preferita, sa anche benissimo che mio marito stava sia con me che con lei in quel lontano periodo; comunque siamo due persone diversissime io e lei; lei dopo aver fatto 4 anni di psicoterapia a seguito della separazione dal primo marito e della la sua attività sessuale che l’aveva scombinata (me l’ha detto lei) ora fa una vita monacale, ristretta, si impegna da due anni in politica,(io da tre mesi ne sono uscita non riuscivo a starmene tra loro due) è ossessionata dalla paura, eternamente in ansia, una persona ombrosa, nessuna amica se non quelle conosciute tramite me.
    Non mi interessa proprio mettermi in gara nè a livello sessuale nè intellettuale con lei. Ho sufficiente autostima basata su fatti concreti che mi permettono di non considerarla affatto. In queste parole c’è durezza ma anche verità.

  5. 35
    albanascente -

    Per quanto riguarda l’aspetto economico sono completamente autonoma.
    Abbiamo una casa abbinata. Una parte la abitiamo e l’altra è vuota, ci va a dormire lui da un anno e mezzo.
    Dopo 13 anni dal matrimonio, (5 anni dal tradimento, forse ce ne sono stati altri, è legittimo pensarlo) avendo necessità di essere più presente con i figli che avevano 12 e 13 anni mi sono licenziata per andare a lavorare part-time da amici.
    Purtroppo però, dopo il licenziamento questi amici hanno preferito occuparsi in famiglia di quel lavoro ed io sono rimasta disoccupata.
    Avevo sempre lavorato e non mi trovavo bene in quella situazione.
    Per non sentirmi di peso ho chiesto a mio marito quanti risparmi avevamo messo da parte per valutare se gli interessi mi potevano permettere di essere più tranquilla. Mi ha risposto: “tu di risparmi non ne hai, quello che ho messo da parte è mio”.
    Stupefatta gli chiedo: “ma come, io ho messo in casa tutto il mio stipendio per 13 anni e mi ritrovo senza un soldo? Allora vuoi dirmi che sono pure cretina; io credevo che i risparmi fossero di ambedue anche se erano intestati a te”.
    Faceva tutto lui e a quell’epoca usava che era il marito l’intestatario, era così anche nella mia famigia ma mio padre non ha mai considerato che fosse l’unico proprietario.
    E lui: “no invece perchè io per guadagnare ciò che ho da parte ho investito nella mia attività e tu no, non ci hai messo un soldo, e poi, vuoi mettere? Il mio lavoro con il tuo, è molto più impegnativo, i faccio dieci ore al giorno”
    E io: “io curo anche i figli e la casa e ho lavorato 8 ore fuori sempre e soprattutto ho permesso a te che come me hai due figli e una famiglia di fare 10 ore al giorno, se puoi occuparti senza altra preoccupazione soltanto del tuo lavoro è perchè io mi occupo di tutto il resto”.
    E lui “ma di cosa hai paura, di che soldi hai bisogno, non hai bisogno di avere dei soldi, cosa credi, che se tu avessi bisogno io non te li dia?
    Questa frase mi ha apertogli occhi.continuo dopo

  6. 36
    albanascente -

    Mi ha aperto gli occhi perchè già in tredici anni era necessario solo ciò che riteneva lui necessario.
    Voleva il controllo sulle spese, diceva che spendevamo troppo.
    Non sapeva nulla di economia familiare, come faceva a dirlo?
    Non mi compravo nulla, eravamo in un’economia ristretta che di più non potevo, spendevo sempre il meno possibile, usavo il mio stipendio e dovevo essere controllata?
    Allora ho accettato qualsiasi lavoro che mi è capitato, non è mai stato facile trovare lavoro, avevo già 40 anni ma ce l’ho fatta e ho continuato a lavorare fino a pochi anni fa con soddisfazione e buona remunerazione.
    Mi sono subito fatta un conto bancario mio e metà del guadagno lo usavo per la famiglia, l’altra metà lo mettevo sul mio conto.
    Mi sembrava una cosa vergognosa, per un anno non gliel’ho detto, a lui chiedevo una cifra mensile per la famiglia.
    Non osavo dirglielo, pensavo che in una famiglia ci dovesse essere un mucchio unico, ma in questa l’unico mucchio doveva essere il suo e per me era umiliante. Lavorare ed essere sempre senza soldi?
    Doverli chiedere?
    Gliel’ho detto dopo un anno, ho ricevuto insulti a non finire. Mi diceva che ero io che volevo tenere i conti separati, per lui dovevo vergognarmi.
    Ho sempre accumulato, licenziamento, arretrati di pensione, un pò di soldi dai miei genitori, li ho investiti bene e mi rendono tuttora molto bene, il capitale è sicuro, niente borsa o fondi.
    Ho una bella cifretta frutto del mio lavoro che mi rassicura perchè posso disporne come voglio.
    Dopo il matrimonio (1973) senza dirmi nulla è andato a comunicare la scelta della separazione dei beni. L’ho saputo chiedengoglielo alcuni anni dopo. Io non avevo nulla e il problema non me lo ero posto.
    La casa che abbiamo, per intervento di mia figlia, è stata intestata a tutt’e due ma lui non avrebbe voluto, perchè anche lì si doveva fare solo e soltanto come voleva lui. Comunque ce l’ho e la voglio intendere come un riconoscento, almeno quella.

  7. 37
    sarah -

    beh devo dire che tutto sommato lui non ha potuto controllarti del tutto…ora cosa intendi fare?ci hai pensato?Voglio dire intendi chiedere la separazione?Andare a vivere altrove?

  8. 38
    shara -

    cara albanascente,ti capisco, anchio come te per anni ho subito critiche dal mio compagno e credetemi non c’e’ cosa pegiore sentirsi dire tu parli troppo ,oppure non interferire in una discussione perche’ si ha paura di dire qualcosa di sbagliato rilegendo la tua storia in eccezione acuni particolari mi sembra di rivivere la mia forse prima o poi mi decidero anchio a raccontarla per adesso mi fa male solo pensarci anchio come te sono stata tradita con l’amica e non solo comunque da quello che scrivi si capisce che sei una gran donna , tieni duro ormai penso che il peggio sia passato . Infondo di cosa hai paura ? Economicamente sei da quanto ho capito abbastanza autonoma percio?vai avanti per la tua strada a testa alta.ma poi dico come si fa aperdonare l’amica anche se il fatto e’ accaduto 30 anni fa e questo nuovo compagno come ripone tanta fiducia in lei , (il lupo perde il pelo ma non il vizio )

  9. 39
    albanascente -

    Care Sarah, lyra, rosadeibanchi, toro seduto e altri sopra per le vostre considerazioni importantissime, anche se non vi nomino tutti.
    E’ prezioso il commento di coloro che hanno già avuto questa esperienza. Non avrei mai detto di far parte delle persone tradite, non ci ho proprio mai pensato, soprattutto sono lontana anni luce dall’accettare che in una famiglia passi una cattiveria tale come quella che ha voluto esprimermi mio marito continuando a farlo anche in questi tre mesi col suo atteggiamento pavoneggiante.
    Cosa penso di fare?
    Sono arrivata alla conclusione che un rapporto del tipo SEPARATI IN CASA non è possibile. Non riesco ad essere tranquilla, lui controlla, svaluta, disprezza, commenta: poche parole, sguardi pesanti.
    A me dà fastidio se sta in casa, se esce.
    Se mi fa domande ed io cerco di rispondere coerentemente mi dice o mi fa capire con cattiveria che non rispondo correttamente, lui pensava sempre a qualcosa di diverso dalla mia risposta.
    C’è da impazzire, questo lo ha sempre fatto.
    Gli ho detto che la mia intenzione è separarci consensualmente.
    Mi ha detto “va bene, andrò nell’altra casa ma devo sistemarla e quindi mi serve tempo, non devi farmi fretta”
    Così la vita continua come sempre. Abbiamo ancora in casa mio figlio, 37 anni. Se lui è a cena allora ceniamo insieme tutti altrimenti no.
    I miei figli mi hanno detto: “se non ce la fai a superare decidi liberamente cosa fare”.
    Rifiuto che mi venga caricata la questione sulle mie spalle.
    Rifiuto termini come “farcela o non farcela” “se sono capace o non sono capace di….”
    Quindi ho detto loro che non è quello il punto, non devo decidere nulla perchè la cattiveria di volermi umiliare contiene già implicita la decisione. Questi ingredienti non ci stanno in un rapporto affettivo come non ci sta l’aspettativa che io possa “superare”. Mercoledì consulto due avvocati di DONNA DOVE.
    Non voglio aspettare qui il tempo che gli serve per passare di là e mi pare che non voglia farlo.

  10. 40
    sarah -

    si infatti tu intanto avvia le pratiche di separazione e poni un termine entro il quale lui deve andarsene altrimenti non se ne andrà mai,ti ha distrutto la vita che se ne vada ora.Mi dispiace tanto non ti meritavi tutto questo!

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