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Lei che cambia io che resto indietro

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Lettera pubblicata il 5 Ottobre 2013. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    panda -

    @ Never: Hai ragione, la causa vera, diciamo “psicologica” della fine dell’amore per me della mia ex metà non lo scoprirò mai, anche perché probabilmente non ne è completamente conscia nemmeno lei. Non potrò mai dire con certezza se è stata tutta colpa mia o se sarebbe finita comunque.

    Quello che so è che condivido parzialmente questo intervento http://www.letterealdirettore.it/con-la-fine-di-un-amore-inizia-unopportunita/ , in particolare queste parole:

    “Ebbene ci fa paura il rimanere da soli perchè abbiamo paura di noi stessi, NON ci piace ciò che siamo perchè ci riteniamo troppo poco! E magari ci spaventa la “fatica” il dover trovare un altra persona che ci ami, perchè non ci sentiamo all’altezza.
    Dunque questo è uno dei momenti della vita, l’abbandono, in cui ci chiediamo i perchè. Perchè mi ha lasciato? cosa c’è in me che non va? Cosa le ho fatto? Le risposte, spesso, corrispondono alle nostre più grandi paure per le quali ci sentiamo completamente nudi”.

    So che, già da prima di fidanzarmi, indipendentemente da tutto quello che poi è successo, ero una persona con poca autostima e poco amore per sè. Ho cercato di colmare le mie mancanze con una ragazza e in parte ci sono riuscito perché mi ha aiutato a crescere tanto. Però, adesso, di nuovo solo, mi rendo tristemente conto che molti problemi rimangono e che il fatto di essere solo deve essere stimolo per “riempire i buchi”, di modo tale da stare bene con me stesso, anche da solo, di modo tale da saper affrontare un eventuale prossimo abbandono in maniera non più semplice, ma essendo più forte.

    Certo, mi dirai che ognuno ha i suoi fantasmi e le sue paure. Io vorrei averne meno possibile e vorrei davvero imparare ad amare me stesso. Stare in coppia ti completa, ma non potrà mai farlo completamente. Io spero di riuscirci… non ci sono riuscito in 26 anni e la strada davanti a me non è facile, ma ho il dovere di provare!

  2. 12
    Never -

    panda
    Sisi, capisco le tue riflessioni e le trovo giuste. Però è inutile cercare troppo una perfezione che non esiste, proprio per la nostra natura. No arriverai mai alla pace dei sensi, al completamento, al nirvana 🙂 Secondo me bisogna cercare di vivere il più serenamente possibile,cercando di capire gli errori ma poi basta, passarci sopra ed andare avanti. Io non ci riesco a farlo bada bene, sono ancora in fase molto sofferente, ma credo che razionalmente sarebbe la cosa giusta da fare.

  3. 13
    scarcio -

    Ci sono molte persone che affrontano l’abbandono in modo relativamente sereno altre, come me, che si lasciano completamente andare. Si sbaglia la partenza ed il cammino. Un rapporto a due deve iniziare e proseguire conservando la propria individualità, le proprie passioni la stima di se. Non si può ri-cercare in una persona ciò che ci manca perchè a quel punto significherebbe rischiare ponendo la propria vita o una parte di essa nelle mani di un’altra persona.
    l’amore ti completa? se conserviamo sempre la nostra individualità senza porre le basi per annullarci all’altra allora si.
    PARLO DI ME-
    la maggior parte delle volte ho commesso sempre lo stesso sbaglio. MI ANNULLAVO. Le mie precedenti priorità man mano prendevano posto non alle mie ma alle sue esigenze. Ogni cosa, ogni comportamento pian piano venivano condizionati in funzione di lei. Se faccio questo sarò ai suoi occhi una persona migliore, se dico questo mi reputerà sicuro, se mi comporto cosi sai che reputazione avrà di mè. Queste considerazioni hanno avuto due effetti speculari: le mie insicurezze crescevano senza che nulla cambiasse; le insicurezze creavano un circolo vizioso in quanto nessuna conferma poteva esserti mai data in quanto erano solo mie paranoie; l’ultima è la più pericolosa: la mia individualità si è spenta lasciando posto alla paura ed all’insicurezza creando un distacco forzoso. La vita, la tua vita ad un certo punto mi ha chiamato, TI CHIAMA. E non ci puoi fare nulla quando accade, devi andare,solo. Come se ad un certo punto qualcuno ti dicesse: guarda che devi ri-trovare prima te stesso, te stesso che ora hai lasciato in un’altra persona e per giunta come surrogato. Quando ci si sente nudi è proprio per questo, sei niente, devi ripartire. Io ho iniziato la mia ex storia con dei buchi che l’amore non può coprire senza metterci una pezza a colori. Volevo smettere di fumare, partire per l’Italia, in giro scoprendo posti nuovi, gente nuova, volevo trovare una fede, volevo trovare una passione che non sia solo quella di ingegnere, volevo ridere, volevo stare bene con me. Ritrovarmi.
    Eppure in questi due anni lo sentivo dentro che qualcosa non andava. E lo sentivo quando ero consapevole che non riuscivo a stare solo! Mi mancava il tassello principale:IO. Essere non avere.
    COSA POSSO FARE.
    la strada sembra obbligata.bisogna passare prima da te/me.Ora vincono le paure: lei era stupenda, il suo odore, il sapore di lei quando lo facevamo ed ora??con chi sarà?chi…

  4. 14
    Never -

    Scarcio
    Bella riflessione. Guarda, secondo me quello che conta sono i valori di base. Se hai o ricerchi quelli se a posto. Il resto, i modelli comportamentali e tutto quello che ne consegue lasciano il tempo che trovano perchè ogni persona è diversa. Magari lavori su un fronte e poi trovi proprio la ragazza che magari avrebbe apprezzato quello che facevi prima. Per cui,secondo me, meglio migliorarsi ed essere seri, per il resto ci vuole anche un po’ di fortuna.

  5. 15
    panda -

    @ Scarcio: Forse il tuo commento non è stato pubblicato interamente.

    Comunque… penso che il mio/tuo errore sia evidente. Col senno di poi rivedo la storia della mia relazione nella seconda parte di questo articolo http://bit.ly/19dVhzH , dove si parla di “relazione disfunzionale di tipo simbiotico” e relativa fine.

    Credo sia un errore scusabile, specie se non hai esperienza, non di certo una “patologia”. Credo che, comunque, l’evoluzione e la fine non fosse così scontata e inevitabile nel mio caso. E, ripeto, non posso sapere se la colpa della fine stia solo dalla mia parte oppure no.

    Fatto sta che c’è qualcosa che possiamo fare per migliorare e non ripetere gli stessi errori.

    Per fare un po’ di “training autogeno” questi consigli possono tornare utili http://bit.ly/GKJtuN (spero).

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