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La grande farsa del volontariato

Vorrei condividere qui la mia esperienza, nell’eventualità che qualcuno possa condividere le mie riflessioni o invece, auspicabilmente, dare una testimonianza contraria. In questo ultimo periodo, un po’ per caso e un po’ per curiosità, mi sono avvicinata ad una delle tante associazioni di volontariato e, dopo un corso di formazione durato qualche mese (molto accattivante), ho iniziato attivamente il servizio. Bè, debbo dire che da subito l’impressione che ho tratto dal gruppo eterogeneo di cui facevo parte, è la presenza di motivazioni non così nobili nell’essere lì. Molte erano semplicemente persone bisognose di occupare tempo e solitudine, altri necessitavano riconoscimenti ed elogi che probabilmente non ricevevano nella vita privata. Ma l’aspetto più stupefacente, è che si riperpetuavano, così come in ogni aspetto della vita sociale e lavorativa, giochi di potere, in cui i “vecchi” temevano di venire esautorati, mentre i “nuovi” esigevano lo spazio appropriato per i loro momenti di gloria. Per diversi mesi mi sono semplicemente limitata ad osservare battibecchi, polemiche ed ammutinamenti col distacco di chi vuole semplicemente fare il suo senza venire disturbata, ma poi, essendo un tipo di volontariato fortemente connesso con il senso di gruppo, condivisione, comunicazione attenta ed empatica, mi sono resa conto di essere parte ahimé di una farsa ipocrita e imbarazzante. In un momento di impulsività ho deciso di lasciare, sebbene in parte mi sia pentita di una scelta non sufficientemente ponderata.

Lettera pubblicata il 11 Luglio 2018. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Società

La lettera ha ricevuto finora 24 commenti

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  1. 1
    floki_56 -

    ciao Suzanne
    anche a me era balenata l’idea del volontariato ma è contrario ai miei punti di vista. il volontariato in Italia deve sparire. lo stato, enti pubblici devono assumere. chi fa volontariato per poter essere poi assunto non è corretto e occupa posti che dovrebbero essere occupati da persone tramite concorsi. basta vedere la protezione civile :chi è assunto sta negli uffici a coordinare e i volontari sgobbano in caso di manifestazioni e calamità.

  2. 2
    Angwhy -

    Che ti aspettavi Suzy,è un modo come un altro per cercare di sfuggire alla solitudine e ai problemi,credo che fosse molto piu sentito tanti anni fa quando nessuno ne parlava,oggi che è diventata una moda le motivazioni sono molto cambiate

  3. 3
    rossana -

    Suzanne,
    sono contenta che abbia raccontato questa esperienza, che avrei voluto fare fin da giovanissima.

    mi sono poi quasi subito sposata e il tempo libero è stato assorbito da altre incombenze. terminati gli anni di lavoro, l’età non mi ha più consentito di fare il corso di preparazione. il solo ascolto mi è parso riduttivo, nel senso che, a mio avviso, non aiuta l’altro a sentirsi meno solo, nemmeno con un momento di superficiale umano interscambio.

    la tua sintesi è simile a quella di chi ha praticato il volontariato religioso, nell’ambito di una parrocchia. anche lì, come ovunque, vigono le gerarchie e agiscono diverse tipologie di persone, più o meno motivate, quasi tutte in cerca di ruoli per colmare o arricchire vuoti.

  4. 4
    white knight -

    Vuoti esistenziali da colmare, bisogno di impegnre il tempo in qualche maniera, voglia di sentirsi importanti, provare l’ebbrezza di “appartenere a qualcosa”, il fascino di indossare una divisa, l’ideologia politica/il fervore religioso, la speranza di conoscere nuova gente e di trovare l’anima gemella… Ecco le principali motivazioni del volontariato. Naturale che poi si creino i piccoli giochi di potere da pro-loco che organizza la sagra di paese, nella quale la fazione del “centro” si scontra con quella della “periferia” che a sua volta però stringe un alleanza segreta col prete, ecc.
    Va comuqnue riconosciuto che senza le associazioni di volontariato molte cose buone non ci sarebbero. Credo che sia questo il vero sacrificio del volontario: non tanto il dedicare il proprio tempo e le proprie energie per fare qualcosa che alla fine in realtà piace, ma il dover sopportare queste dinamiche paesane (a prescindere che l’associazione abbia sede in centro a Milano o a Badia…

  5. 5
    maria grazia -

    Mesi fa mi ero recata presso un’ associazione della mia zona proponendo loro di ospitare in casa per un certo periodo mia dei senzatetto o persone in temporanea difficoltà. Mi venne risposto che prima di poter far ciò sarebbe stato opportuno “conoscermi” e farmi partecipare alle loro quotidiane iniziative presso la mensa dei poveri. Non ci sono mai andata per mancanza di tempo materiale e per incombenze e impegni vari, anche se mi sarebbe piaciuto perlomeno “provare”. Non so se mi sia persa qualcosa di significativo, ma non credo che l’ associazione avrebbe avuto troppe difficoltà a predisporre la mia personale iniziativa, facendo dei controlli preventivi sia sulla mia persona che su coloro che avrei eventualmente ospitato. Penso che in definitiva queste organizzazioni abbiano sopratutto l’ interesse a restare in vita facendosi sovvenzionare da enti pubblici a fronte delle attività ordinarie che normalmente svolgono alla stregua di un qualsiasi altro lavoro..

  6. 6
    maria grazia -

    ..Inoltre mi sono resa conto che chi partecipa al volontariato lo fa essenzialmente per i seguenti motivi:
    – per riempire dei vuoti che non riesce a colmare nella vita privata, per ovviare alla solitudine e alla noia
    – per uscire dal silenzio, per ottenere dei riconoscimenti che altrimenti non riceverebbe ( altri preferiscono usare i forum.. )
    – per avere qualcosa in più da dichiarare sul curriculum e/o per farsi conoscere da persone e gruppi che potrebbero in qualche modo facilitargli l’ accesso al lavoro procurandogli un incarico retribuito. Chiaro quindi che tanti si mettano “in mostra” pavoneggiandosi come i soggetti che hai conosciuto tu.

    Le motivazioni che spingono molte persone al volontariato quindi, in genere sono tutt’ altro che “nobili”. Penso inoltre che si possa fare del bene ( anche solo occasionalmente e quando se ne ha la possibilità ) in maniera del tutto indipendente, celata e nascosta ( quindi senza “riflettori” ) e distaccata da qualsiasi sistema ufficiale.

  7. 7
    Rdf -

    Direi ottima analisi Suzy

    Purtroppo c’è sempre gente che vuole comandare , sembrare la migliore , condurre il gruppo, apparire, giudicare, imporsi. Come in tutti i campi.

    Purtroppo anche il nobile Ideale di creare uno spirito di gruppo , tutti coesi e felici di lavorare insieme lascia il tempo che trova . Presto si svelano ambizioni a scalate gerarchiche , supponenze, sgomitate, egoismi, “so fare tt io”, chiusure vrs il prox etc. Questo è lo stesso modello che si ripete in ogni luogo .

    Comunque L importante e’ che alla fine il servizio venga reso e sia efficace per gli scopi che si propone di perseguire : Cioè davvero aiutare il prossimo in situazioni di emergenza, singola o collettiva

    Ovvio che se ci fosse fratellanza e non competizione tra gli esseri umani… sarebbe molto più bello trascorrere questo tempo insieme

  8. 8
    Lea -

    Condivido il pensiero di floki. Io volontariato dovrebbe sparire e i volontari dovrebbero essere assunti, essendo il loro lavoro importante e talvolta anche di grande responsabilità.
    Anche io feci un corso ma non divenni mai operativa proprio per questo motivo.

  9. 9
    Yog -

    Io il “volontariato”, come sostantivo, lo ho depennato dal vocabolario da molti lustri. Tuttavia, di recente, mi sono dedicato a una ONLUS che distribuisce narda (flambè per togliere l’etanolo) ai clochard, ma solo perché facendo volontariato si cucca parecchio e comunque qualche mestolo della nobile bevanda (chiaramente non flambè) me lo scofanavo senza ritegno.

  10. 10
    Suzanne -

    Grazie a tutti per I commenti. Vorrei specificare che il volontariato a cui mi riferisco non prevede divise, è rigorosamente anonimo, non può essere inserito in un curriculum, né può servire per farsi belli davanti agli altri. Inoltre, per le sue caratteristiche, non potrebbe assolutamente essere svolto per lavoro. Tutte queste connotazioni rendono, a mio avviso, queste dinamiche a cui ho assistito ancora più grottesche. Rdf, è esattamente come hai scritto; il mio attuale dubbio in effetti riguarda la possibilità di fare il proprio, estraniandosi da un gruppo di cui non si condividono le dinamiche poco edificanti. Ma avrebbe senso?
    Rossana, inizialmente avevo dubbi sull’utilità di questo servizio, ma mi sono resa conto di quante persone abbiano semplicemente bisogno di essere ascoltate, senza giudizi, consigli, risoluzione di problemi. Pare assai riduttivo, ma è così. Misteri di un mondo interconnesso in cui ciascuno è chiuso nella propria cappa di solitudine…

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