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L’Italia mi ha tolto il diritto di studiare!

Sono Silvia, ho 18 anni e abito a Varese.
Non so esattamente se questo forum potrà aiutarmi, ma, almeno potrò sfogarmi.
Ho frequentato il quarto anno di una scuola di Grafica a Milano; sveglia puntata alle 5 tutte le mattine e 4 ore e mezza di viaggio (tra andata e ritorno). Una scelta MOLTO sacrificata, non solo da me ma soprattutto dai miei genitori, ma questo ed altro per il mio futuro, almeno, così pensavo. Ho scelto questa scuola perché mi permetteva di diplomarmi, cosa che non avveniva nella precedente scuola in quanto era un professionale.
A Marzo di quest’anno viene detto dai professori che il quinto anno viene finanziato dalla Regione. Per l’entrata in quinta, dalla scuola, viene deciso di introdurre un test d’ingresso su tre materie, che ovviamente dovevano essere studiate per l’esame del 22 luglio. La scuola ha messo a disposizione dei corsi di Italiano (pagati 10 euro).
Lunedì 14 luglio (ad una settimana dall’esame) viene inviata ad ogni alunno un email con scritto che il quinto anno viene annullato perché la REGIONE NON VUOLE PIU’ FINANZIARE.
La seconda email, invece, è una lunga lista di scuole con indirizzi che non centrano niente con la mia professione.
Ora mi sono iscritta ad una scuola scelta a caso perché le iscrizioni chiudevano tutte ieri, saprò solamente settimana prossima se sarò inserita in questa scuola.

Ah, dimenticavo…
GRAZIE ITALIA!

Lettera pubblicata il 16 Luglio 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 16 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    KATY -

    MI spiace tanto, SIlvia!

    Il tuo post mi ha fatto pensare alla mia situazione.

    HO dimenticato (due giorni di ritardo) di presentare l’ISEE (un certificato che l’università richiede) grazie al quale, siccome ho la soglia di reddito minimo, la II rata di università non era da pagare.

    QUando me ne son resa conto, spaventatissima, ho contattato l’università e mi hanno spiegato, con molta gentilezza ma con altrettanta fermezza, che avevo due strade:

    1. Pagare la rata per l’importo più alto (ovvero, 1.500 Euro ) che equivale ad un reddito circa dieci volte il mio

    2. Racimolare i soldi nel giro di due anni e poi riprendere dal punto in cui mi sono fermata (ovviamente, senza fare alcun esame per tutti e due gli anni di “PAUSA FORZATA”)

    CI sono rimasta molto male, è vero ho dimenticato io di presentare la certificazione ma considerando tutti i bla bla del diritto allo studio, ecc, potevano avere un briciolo di…pazienza?

    HO scelto la seconda strada (dove li trovo 1.500 Euro ???) ma con tanta tristezza.

    Ci tenevo moltissimo.

    Vorrei però darti un consiglio.

    Abituati ( ma te lo dico per te e non è assolutamente una critica, è un consiglio) a non fare come quelli che hanno un forte senso di amarezza verso il proprio paese
    ma non hanno voglia di fare un tubo

    “che schifo l’Italia” (se il bus è in ritardo)
    “che paese di m**** l’Italia (se alla Posta c’è tanta coda)

    ” che gente di m**** gli italiani (questa è incommentabile)

    ecc. ecc.ecc

    Purtroppo, siamo noi un paese e sta noi fare del nostro meglio.

    Un abbraccio!

    KATY

  2. 2
    Alfonso -

    Poteva succedere che non facevi la quinta lo stesso, perché non superavi l’esame, così invece vi accedi senza farlo. Comunque non ho mai sentito di scuole pubbliche il cui ultimo anno è subordinato al superamento di un esame ed è attivato con eventuali finanziamenti della Regione, tu non la racconti giusta.
    Non dire che la regione non VUOLE finanziare, non PUO’ finanziare. Tieni presente che questi anni non sono dei migliori, lo Stato e le Regioni hanno dovuto tagliare molti finanziamenti, c’è gente che non ha potuto beneficiare di contributi per per comprare casa, per avviare imprese, non ti lamentare per così poco, non esisti solo tu.
    Riguardo il ritardo della consegna dell’ISEE, bisogna capire che se esiste una scadenza va rispettata, anche questo è un insegnamento, una lezione di vita. Sul lavoro devi rispettare precisamente gli orari, altrimenti perdi soldi. Cosa rispondi ad un cliente infuriato perché il lavoro che ti ha chiesto non è ultimato entro i termini pattuiti, gli parli del diritto al lavoro? Non siamo in un mondo comprensivo, è meglio impararlo subito.

  3. 3
    Silvia Abbate -

    Innanzitutto grazie della risposta!
    Mi dispiace anche a me per la tua situazione!
    Però, nel mio caso, non è stata un mio sbaglio. Io mi sono ritrovata senza scuola pur avendo rispettato la data di scadenza dell’iscrizione…
    Qualche ora fa ho saputo che purtroppo non verrò inserita nella nuova scuola perché non abbiamo raggiunto i 15 iscritti, ma siamo solo in 10.
    Io AMO moltissimo l’Italia, ma io qui non vedo futuro!

  4. 4
    Silvia Abbate -

    Caro Alfonso, ho esattamente raccontato quello che è successo che tu mi creda o no poco importa.
    Ripeto per l’ultima volta che ho rispettato tutte le consegne, mi ero iscritta a fine MAGGIO, la data di scadenza era il 19 GIUGNO.
    Scusa e a chi dovrei pensare? Perché in Italia funziona il “dai c’è chi è messo peggio di te” ? Mi dovrei consolare con questo? La situazione non si risolve se penso a chi è messo peggio di me. E comunque so benissimo com’è messa l’Italia ma so anche che la maggior parte dei soldi che utilizzano sono per cose futili, iniziassero a fare qualcosa a partire dall’istruzione!

  5. 5
    Alfonso -

    Innanzitutto potevi ringraziare anche me come hai fatto con Katy.
    Non hai capito, non metto in dubbio che tu abbia rispettato le consegne, non mi è chiaro che tipo di scuola stavi frequentando. Dopo le medie uno scolaro si iscrive ad una scuola superiore, che sia un liceo, un istituto tecnico o una scuola professionale e prosegue tutti gli anni previsti, tre, quattro o cinque. Alla fine di una scuola che prevede il quiquennio fai l’esame di maturità, non ti interrompono il percorso scolastico, non si è mai sentito. Dal tuo racconto non si capisce bene, hai frequentato una scuola professionale (triennale?), poi hai frequentato il quarto anno di un istituto tecnico, dove l’accesso al quinto anno è subordinato ad un esame e al finanziamento della Regione, è anomalo. Forse non si tratta di un iter scolastico tradizionale.
    Ma che ne sai della destinazione dei soldi pubblici e dei problemi finanziari dell’Italia, chi ti ha detto che la maggior parte dei soldi sono utilizzati per spese futili? Te ne freghi degli altri, ma non sei la sola ad avere problemi. C’è gente che ha famiglia ed è rimasta senza lavoro, hanno dovuto tagliare servizi essenziali come la sanità (le comprendi tra le spese futili?), non lamentarti perché devi iscriverti ad un’altra scuola, non esisti solo tu. Credi di aver fatto chissà quali sacrifici perché ti alzi la mattina, ma pensa che c’è gente che per lavorare va definitivamente a vivere lontano da casa, dagli affetti e dalla propria famiglia.

  6. 6
    Silvia Abbate -

    Lo sai tu? I comunisti come te mi irritano il sistema nervoso.
    STO DICENDO CHE SONO RIMASTA SENZA SCUOLA, NON POSSO ISCRIVERMI DA NESSUNA PARTE. TI È CHIARO?
    Ci sarà sempre qualcuno che sta peggio, ciò non vuol dire che mi devo consolare con i problemi di ALTRI.
    Una domanda, se tu hai un problema pensi a come stanno gli altri o come stai tu? A meno che tu non sia la reincarnazione di Gesù!
    Si, penso di aver fatto dei sacrifici, nel mio piccolo, come penso che lo abbiano fatto i miei genitori per le spese affrontate!

  7. 7
    Clara -

    Ciao Silvia,

    non mi risulta che Alfonso ti abbia detto di votare comunista o sbaglio? Ma perché esiste solo la parola COMUNISTA???? Vai a dirlo al signore che hai votato, di darti i soldi per il corso che non puoi fare (non volevo arrivare a tanto, ma visto che hai dato ad Alfonso, a gratis, del comunista… solo una persona dà del comunista a chiunque non la pensi come lui…) E i dubbi di Alfonso sono leciti… Il percorso di studi è predeterminato (o 3 o 5 anni). Perché, se non è cosi, allora ti hanno raccontato una balla e non è una scuola superiore ma un corso della Regione. Nessuno ti critica per i sacrifici fatti. E cmq lo Stato siamo noi, se io non pago le tasse le devi pagare tu al posto mio… se nel comunismo tutti contribuiscono al bene del Paese, ognuno con le proprie possibilità, allora si, siamo tutti comunisti… o forse no, visto che c’è gente che evade e non paga…

    Saluti

    Clara

  8. 8
    Alfonso -

    Concordo con Clara. Ciò che ho detto sul debito pubblico non c’entra con il comunismo.
    Silvia, se tu avessi frequentato una scuola pubblica, ti sarebbe capitato di vedere le tante manifestazioni degli studenti comunisti che chiedono il diritto allo studio, scuola gratis e libri meno cari. Hai le idee confuse.
    Risposta alla tua domanda: si, se avessi il tuo problemone non mi lamenterei sostenendo che i pochi soldi li devono usare per la mia scuola a scapito di servizi essenziali, non vorrei mai che un giorno avessi bisogno di un’ambulanza.

  9. 9
    filipp -

    Clara un paese in cui tutti contribuiscono in base alle proprie possibilità non è comunismo è stato di diritto dove la legge è fatta rispettare. Art.53 primo comma. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Fonte: costituzione italiana. Se in Italia non tutti pagano è perché le leggi non sono fatte rispettare. Non dire che comunismo è pagare tutti le tasse perché comunismo è ben altro. Smettiamola di parlarne bene perché il comunismo, quando applicato, è sempre stato sinonimo di repressione, violenza e non libertà.

  10. 10
    Alfonso -

    Filipp, hai descritto il fascismo: repressione, violenza e non libertà!

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